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A new style of life ( Spot Harrison per GOH)

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2007 19:08
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Mark Harrison/Jonathan Garrett
27/08/2007 23:04
 
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Chicago, Illinois, 10 agosto 2007

"Bell'ufficio. Arredato con gusto, anche se un po' retrò. Questo crede di essere ancora ai tempi di Al Capone. Meglio contraddirlo il meno possibile e dargli ragione, per poi fare a modo proprio. Io però non sono molto ragionevole, ed è meglio che impari a conoscermi alla svelta"

Questo pensò Mark quando entrò nell'ufficio di Robert Malone, uno dei maggiori boss della zona nord di Chicago, situato in una bella villa fuori città, sulla costa meridionale del lago Michigan.. Benché in teoria lavorasse per lui da un mese aveva incontrato il boss una sola volta, e quel giorno era troppo nervoso per analizzare la sua personalità. Se quel giorno aveva deciso di parlargli di persona doveva esserci qualcosa di importante in ballo.



Mark era arrivato a Chicago all'inizio di luglio, senza un centesimo in tasca e senza alcuna idea di cosa fare; lasciata la sua famiglia, vedeva il suo futuro come un blocco di fogli bianchi, su cui lui avrebbe dovuto scrivere la sceneggiatura della sua vita.

La sola cosa che sapeva era che non voleva trovare un altro lavoro spezzaschiena per guadagnare tre soldi e vivere una vita di merda; di questo tipo di vita ne aveva avuto fin troppa. Voleva qualcosa che gli desse qualcosa di più, che gli permettesse di ricominciare da zero. Il fatto che fosse qualcosa di onesto era quantomeno secondario.

I primi dieci giorni a Chicago li aveva passati campando di furtarelli; si era piazzato in un edificio abbandonato e vi aveva messo assieme qualcosa che somigliava più a un nido che a una vera casa; un mese esatto prima stava decisamente considerando l'idea di partire nuovamente verso ovest: per il momento stava vivendo come un topo, senza un soldo; certo, avrebbe potuto prendere uno dei fucili che si era portato dietro e rapinare una banca, ma, lasciando perdere il rischio che avrebbe corso tentando una cosa del genere da solo, non si sentva ancora nello stomaco la forza di rischiare nuovamente di dover uccidere qualcuno.

Poi era arrivato un mezzo miracolo: aveva rapinato un negozio nella zona nord di Chicago, e degli uomini di Malone, il boss che comandava in quella zona, lo avevano visto, acchiappato e portato dal loro capo. Questo avrebbe potuto farlo uccidere con un semplice schiocco di dita, invece si era fatto raccontare la sua storia, fin dal principio; sapendo che la sua vita era appesa ad un filo, Mark gli aveva raccontato tutta la sua vita, per filo e per segno. Incredibile ma vero, il boss duro come l'acciaio si era quasi commosso, e gli aveva proposto di entrare nella sua banda.

Per qualche momento il giovane era rimasto a dir poco stupito da quella proposta, poi aveva accettato, mettendo però come condizione che non gli facesse uccidere gente innocente. Non si sentiva un killer, e non voleva diventarlo. Incredibilmente, Malone aveva accettato.

Così per un mese Mark aveva lavorato come esecutore e rapinatore prima, stratega e organizzatore di ritorzioni e assalti contro bande rivali poi, al servizio del più potente capobanda di Chicago. Non si era mai chiesto se si occupava anche di quel traffico di droga che tanto aveva detestato in passato, e non voleva saperlo. Non voleva scoprire se aveva ancora in se qualche traccia di senso di giustizia.

Di certo non aveva avuto problemi a sparare alle gambe di Rick Mason, il fratello del boss della zona sud Donald Mason, o a organizzare la strage di un gruppo di rapinatori di quella stessa banda, che avevano assaltato una banca nella zona nord. Ma manteneva comunque un certo orrore per la morte, che comunque Malone apprezzava. Gli faceva comodo un uomo che ancora avesse in se un po' di umanità. Non si faceva comunque scrupoli nell'affidargli delle gatte molto difficili da pelare.



Anche quel giornoaveva un compito per lui, difficile abbastanza da meritare di essere trattato di persona: un carico di armi sarebbe arrivato tre giorni dopo dal Canada, destinato alla banda di Mason; oltre mille fucili mitragliatori, duemila pistole e quasi cinque tonnellate di munizioni; quasi un milione di dollari di valore, rivendibili anche al doppio; un patrimonio. Per quel che se ne sapeva, metà sarebbero arrivate via strada attraverso il confine e metà su una barca dal lago Michigan. Malone voleva che lui fcesse in modo che quelle armi arrivassero nella zona nord di Chicago anziché in quella sud.

Il buon senso di Mark ululò di dolore: dire che quell'idea era folle era dire poco, quelle armi sarebbero state difese più di quanto una tigre difende i suo cuccioli. Eppure si sentiva eccitato: era una sfida interessante.

Mentre lui rifletteva Malone continuava:- Mason difenderà di sicuro quei carichi con tutto quello che ha. Ti ci vorranno tutte le nostre risorse per prenderle; posso darti cinquanta, anzi no! cento uomini armati e addestratio quanto un reparto speciale dell'esercito, re o quattro motoscafi armati per colpire dalla parte del lago, due o tre gipponi dell'esercito per colpire al confine. Tu dimmi quello che ti serve e sarà fatto.

Mark lo ascoltava appena: un piano si stava formando nella sua mente; era folle, difficile, ai limiti della demenza, ma era audace, e se fosse fallito non sarebbe poi costato troppo caro; e, soprattutto, gli dava una sensazione di eccitazione incredibile; poteva entrare nella storia del crimine con un colpo come quello. Lui, un povero ragazzo di strada di New York.

Azzittì il boss alzando la mano destra:- La ringrazio, mister Malone, ma non mi serve tutta quella roba; mi basta una dozzina di uomini, e che lei si accontenti di metà di quelle armi; prenderle tutte non è possibile, ma io le prometto di portargliene metà, e che l'altra non arriverà nelle mani di Mason.

Il boss alzò un sopracciglio sorpreso:- Io posso anche accontentarmi della metà, ma come pensi di poter fare una cosa del genere con così poche risorse?

Mark sorrise maliziosamente: Ho un piano, stia tranquillo. Si fida di me?

Il volto di Malone si aprì in un sorriso: il boss posò una mano sulla spalla del giovane e disse:- Come di me stesso.





La sera successiva al comando anti- criminalità organizzata di Chicago giunse una soffiata incredibile: un pacco postale contenente un quintale di informazioni su una clamorosa spedizione di armi, che sarebbe arrivata due giorni dopo dal lago Michigan; ad aspettarla ci sarebbero stati gli inviati di Donald Mason, il boss dei boss della zona sud, uno degli uomini più ricercati degli Stati Uniti. Al capitano che comandava la stazione fischiarono le orecchie: riuscire ad essere uno dei priomi in grado di bloccare i suoi traffici poteva voler dire ottenere una medaglia!

Certo, quelle informazioni potevano essere un depistaggio, ma il capitano scartò quasi subito quell'ipotesi: erano troppo dettagliate per poterlo essere, ed una serie di rapidi controlli aveva permesso di confermarle: nome della nave, inventario del carico, rotta della nave, composizione e armamento della scorta...chiunque fosse stato a raccogliere tutte quelle informazioni, era normale che fosse rimasto anonimo: fare una cosa del genere a Mason voleva dire morire di una morte atroce.

Elettrizzato, il capitano iniziò subito a preparare una trappola per la nave.



Il giorno dopo nella villa di Mason giunse una notizia: qualcuno, che non aveva rivelato il suo nome, aveva rivelato che i piedipiatti sapevano della spedizione attraverso il lago Michigan, e che si stavano preparando ad intercettarla. Ovviamente all'inizio il boss non ci aveva creduto, ma erano bastate poche domande agli uomini che erano sul suo libro paga al comando di polizia per averne la conferma: i poliziotti avevano coinvolto la Guardia Costierain quella che prometteva di essere la più grossa trappola mai organizzata prima contro un gruppo criminale.

Benché tutti i suoi subordinati gli consigliassero di rimandare la spedizione Mason fu irremovibile: quel carico era troppo importante per i suoi affari, e in quella trappola ormai svelata lui vedeva solo una occasione per affermare ancora di più la sua supremazia su Chicago e sul rivale Robert Malone. Sconfiggere la polizia in una operazione del genere voleva dire entrare nella storia. Ignorando tutti i consigli, rinforzò al massimo la scorta alla nave, assottigliando al minimo quella al camion, che secondo gli informatori era ancora ignoto alla polizia. Per la sera della spedizione Mason era pronto alla guerra.



Ed una guerra ci fu sul lago Michigan quella notte: oltre trecento poliziotti montati su motoscafi e motovedette e appoggiati da elicotteri dovettero vedersela con oltre un centinaio di sicari armati di armi automatiche e addirittura di lanciamissili Stinger; furono costretti a tentare l'abbordaggio della nave sotto un fuoco che ricordava lo sbarco in Normandia; la strage durò tutta la notte, costando la vita ad una quarantina di poliziotti, a cui si aggiunsero un centinaio e più feriti. Alla fine, poiché sembrava impossibile arrestare la corsa della nave, e poiché nessuno voleva scatenare un'altra battaglia in città, l'esercito fece decollare due elicotteri Apache che la sbriciolarono, mandando le armi sul fondo del lago. Per Mason fu un fallimento totale, causato solo dalla sua presunzione; il tracollo divenne assoluto quando gli comunicarono che ignoti ladri avevano sorpreso i sei uomini che scortavano i tre camino poco oltre il confine, li avevano lasciati pestati e imbavagliati sul posto e si erano presi le armi; comprendendo all'improvviso di essere stato imbrogliato da uno più furbo di lui, Mason eruppe in un urlo di furore.



Nella cabina di guida di uno dei camion Mark sedeva soddisfatto, guardando uno dei suoi uomini guidare. Tutto era andato secondo il suo piano: aveva raccolto tutte le informazioni possibili sulla spedizione via mare, quella di cui secondo lui era pressoché impossibile impadronirsi, e le aveva comunicate alla polizia; aveva studiato la psicologia dell'ufficiale che comandava l'antimafia e quella di Donald Mason, perciò sapeva che il primo non avrebbe rinunciato alla possibilità di fare carriera, e il secondo a quella di aumentare il suo potere. Mason avrebbe concentrato tutta la sua attenzione sul lago Michigan, anche sguarnendo l'altra spedizione.

Aveva volontariamente fatto scatenare una battaglia, ma il fine aveva giustificato i mezzi: impadronirsi di quelle armi era stato a dir poco banale. Un colpo a dir poco fantastico. Mark si sentiva incredibilmente soddisfatto: provava le stesse sensazioni di un generale vittorioso. Certo, la sua residua umanità protestava un po' per tutti quei morti che giacevano sul fondo del lago Michigan, ma un'altra parte di lui ululava di piacere: per la prima volta nella sua vita qualcosa gli era riuscito alla perfezione. Era una sensazione a dir poco esaltante. Al diavolo l'onestà! Perché doveva essere l'unico al mondo con le mani pulite? Tanto valeva che ottenesse finalmente qualcosa dalla vita, in qualsiasi modo.
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Mark Harrison/Jonathan Garrett
27/08/2007 23:04
 
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Il primo vero spot di Harrison con la nuova personalità. Commentate please!
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Mark Harrison/Jonathan Garrett
29/08/2007 00:03
 
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Mmmmmmh...non mi va. Nessuno dei miei avversari ha spottato. Non mi piace vincere così, anche a costo di perdere ma preferisco il confronto. Mirror, Lucy, SVEGLIATEVI!
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30/08/2007 19:08
 
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narrazione fantastica, innegabile. La storia scorre a perfezione. La trama è molto buona ed Harrison evolve il proprio personaggio. Che dire se non che è riuscito bene? Continua così, sono molto soddisfatto da questo stile di spot.
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