‘Sera, caro lettore. Il mio nome è Vinyard, Derek Vinyard. Ma, in realtà, è solo lo “pseudonimo” col quale interagisco assieme ad altri affiatati giocatori in una realtà ludica chiamata E-Fed – non rientra nei miei interessi trattare a fondo l’argomento -… E’ Marco il mio nome di battesimo. Ma tu puoi chiamarmi... Bè, puoi chiamarmi Marco.
Scrivo con la speranza di tirar su, nel migliore dei modi, un personaggio credibile e dalla personalità che ricalchi perfettamente il mio personale prototipo. Nel corso della mia, chiamiamola così, “carriera” di e-player ho avuto modo di partorire svariati personaggi, sia buoni che scadenti, ma sarà uno in particolare a prender posto fra queste righe, e te lo presento volentieri…
Ashton Filligan, è così ch’è registrato questo atipico wrestler australiano, seppur preferisca combattere sotto il verbo di Mad Ash. E mi occuperò di caratterizzare proprio questa sua ultima veste, piuttosto che la persona in sé. Alcuni amano parlare di gimmick, altri di attitude… Diciamo semplicemente che Ashton, come ogni lottatore che si rispetti, ha un copione da seguire… Ed ha scelto di ricoprire un certo ruolo nel farlo. Questo ruolo è quello d’uno dei più esuberanti, folli, trasgressivi, poco ortodossi e carismatici tipi in calzamaglia mai visti calcare un quadrato di combattimento. E ciò è tutto dire.
C’è una particolare clausola da tenere a mente, durante la lettura: poche pretese, un buon senso dell’umorismo e partire dal presupposto che si sta parlando d’un pg nato e sviluppato per rappresentare tutto ciò ch’è oltre il buonsenso, ti aiuteranno ad apprezzare maggiormente un prodotto che, ribadisco, non s’impone come trionfo di saggezza, mattone dai contenuti pseudo-filosofici o pura azione adrenalinica su carta che ti terrà col fiato sospeso dalla prima all’ultima sillaba. Questo è Mad Ash, e qui di seguito ti verrà presentato tutto ciò che rappresenta, e che definisco work. Anzi, scary work. O, meglio ancora, - evitando di confonderlo con un precedente lavoro – scary work II.
Perché? Perché Mad Ash è fuori dagli schemi, è tutto ciò che non vorreste vedere, leggere o sentire. Perché vive fuori dal coro come Chinò, tanto per darsi alle citazioni. E, quindi, preparatevi a qualcosa che vi catapulterà fuori dall’ordinario, dal profondo, dal sensibile e dal politicamente corretto. Preparatevi a sentirvi, per la prima volta, veramente Smashageddon.
Let’s go…
-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-
Una notte buia e tempestosa: fulmini e saette squarciano un cielo sovrastato da grigie masse aeriformi che minacciano un ormai imminente rovescio vespertino. Lungo vie scoscese vengono lanciati a velocità criminali pneumatici di vecchie monovolumi dal contachilometri in vago sovraccarico, dirette verso chissà quale angusto locale soft-porno anni ’70. Brancolanti randagi – che definire moribondi sarebbe un eufemismo – ululano al fioco bagliore d’una luna del tutto, o quasi, persa fra quelle cupi nubi, nel buio ostinato d’una scena davvero degna del peggior film trash-horror d’epoca.
« A-ah… Uuuuh… S-seh… Sì… Ohoh… »
Un qualche squallido canale televisivo di sottocategoria propone la papabile replica della replica d’una pellicola pornografica di scarso successo, ma che pare diverta una buona fetta popolani, tra cui teen-agers in piena tempesa ormonale, vecchi scapoli ormai rassegnati e coppiette di circostanza in cerca di stimoli.
Fra questi, inquadriamo la persona di Edward Sezeehs. Un omino sui quaranta, tarchiato e stempiato.
Suda anche troppo, Ed, accusando il caldo estivo e lo spasmodico movimento della sua mano destra. Sì, avete capito bene.
*Drin… Drin… Drin…*
« Pronto?! »
« Ed… Ed, per Dio! Muoviti… T’aspettiamo al solito posto! E… E sbrigati, cazzo! »
*Tu-Tu-Tu…*
« Uff… Se c’è una cosa che odio, è venire interrotto mentre faccio qualcosa! »
Tratto dal diario di Mora Cena, nell’ultimo ano in cui l’ha tenuto
Vestito d’una semplice tuta e pettinato alla meno peggio, il buon Ed s’appresta a rispondere alla propria mansione. Al “solito posto” ed “alla solita ora” lo aspettano chissà quali strambi energumeni, pronti ad attuare chissà quale malsano piano.
Inchiavando la portiera monta a bordo della propria utilitaria, sistema lo specchietto e da gas, seguendo un percorso che pare, ormai, conoscere a memoria.
Che dire, una città che sa dare davvero il meglio al calar del sole: prostitute, alcoholizzati, assassini, rapinatori… Insomma, è la feccia della feccia a prender piede quando fa buio. Ed il nostro amico ha l’onore d’apprendere quanto detto, macinando metri su metri per quelle anguste strade di periferia.
Gli abbaglianti fan luce sulla via, mentre la vettura sfiora i settanta lungo un ampia carreggiata a senso unico.
Trascorsi diversi minuti, pare essere finalmente giunto a destinazione: parcheggia a pettine dinanzi quello che, di prim’acchitto, sembra una sorta di magazzino abbandonato, nel quale Ed s’introduce con fare furtivo.
« Alla buon ora, vecchia testa di cazzo! »
Esclama, ironico, uno dei papabili complici: una spessa calza cela in parte un volto scarno e dall’espressione tutt’altro che raccomandabile, ed una scura calzamaglia fascia il resto del corpo, che anch’Ed non esita ad indossare.
Assieme a lui, un tipo di dimensioni mastodontiche, conciato alla maniera del compare.
Bando ad i convenevoli, dopo aver scambiato quattro chiacchere in allegria, il sinistro trio s’avvia verso l’esterno dell’edificio.
« E’ lì. »
Asserisce uno dei tre, indicando una delle palazzine in prossimità della loro pseudo-base segreta da supercattivi allo sbaraglio. Gli altri due annuiscono, sogghignando dietro il proprio ambiguo travestimento.
In breve tempo i tipi son già pronti ad addentrarsi all’interno della struttura, la quale, per loro fortuna, presenta il portone d’ingresso praticamente spalancato.
« Scala B. Secondo piano. »
Alle parole di Ed, i tre non esitano a salire in fretta il classico sistema di scale a chiocciola che domina l’edificio, privo d’ascensori o presunti tali.
Dinanzi all’uscio dell’abitazione-obiettivo, l’enorme uomo fa per tentare di sfondare la porta, ma il suo compare lo ferma.
« Non serve, Carl. »
Detto ciò, porta il proprio dito contro il campanello, e suona con insistenza.
*Drin, Drin, Drin, Driiin!*
« Ma che cazz… »
Stordito dal troppo sonno, Ashton Filligan, celebre lottatore WBFF, s’alza dal matrimoniale e s’appresta ad accogliere gli ospiti indesiderati.
Il Mad Aussie spalanca l’uscio.
« Celeberrimo Mad Ash, sono le 23.00 spaccate. E noi vorremmo tanto conoscerla. »
Afferma Ed. Questi priva il proprio capo della calza e, con un cenno del capo, invita i suoi amici a fare lo stesso.
Ed ecco che tre volti da galera si pongono di prepotenza agli occhi dell’australiano, che sbadiglia scocciato.
« Ma che gran rottura di coglioni! Sono appena le 23.00 di notte, e voi siete tanto gentili da presentarvi direttamente a casa mia a scartavetrarmi lo scroto?! Ma che bellezza! »
I tre, all’apparenza rammaricati, incrociano il proprio sguardo, lanciandosi un’occhiata d’intesa. Immediatamente, si privano anche della calzamaglia, sfoggiando fantastiche paia di mutande a pois ed una larga t-shirt recitante “Smashageddon, INC.”.
« Ci permetta di presentarci, o sommo… Siamo Ed, Mike e Carl, tre suoi grandissimi fan… »
Esordisce Mike.
« I più grandi! »
Aggiunge il pachidermico Carl, in un gridolino esaltato degno della miglior drag queen sotto stupefacenti.
Ed fa per aggiungere qualcosa, ma poi si limita ad esibirsi in un profondo inchino, ed i tre fanno altrettanto.
« La mia classica sfortuna… »
Commenta Ash, con le mani fra gli unti capelli.
« Carl ha anche scritto una poesia per lei! …Su, Carl, leggila al nostro idolo esistenziale! »
Carl annuisce, sfoggiando un sorriso a trentadue denti da vero ebete, per poi estrarre della carta stracciata dalle proprie mutande. Chiara espressione di disgusto da parte di Ashton al seguito.
« Qualcuno ha fame
Allora tira la coda al cane
Che gli da pane e salame
Qualcuno ha sete
Allora al gatto la chiede
Che gli da tanta acqua Lete
Qualcuno invece non ha fame
Allora non tira la coda al cane
E lui non può dargli pane e salame
Oppure non ha sete
Allora al gatto non la chiede
E lui non può dargli tanta acqua Lete
Allora il cane
Si mangia il pane col salame
Ma il gatto non può bere l’acqua di prima
Perché non fa rima
Allora l’acqua pure la beve il cane
che però poi si sente male
collassa e come un lama inizia a sbavare
e muore per intossicazione alimentare
La morale è che anche se hai mangiato o bevuto abbastanza, sei stato mangiato o sei stato bevuto
Non puoi perdere il sonno stanotte
Sono sicuro che tutto finirà bene
E mangiare e bere senza pensare è tutto ciò che puoi fare
Ti vogliamo bene, Ash! »
Stendiamo un velo pietoso su tale scena, evitando di descrivere la conseguente, prima reazione dell’australiano.
« Oh, bè… E’… E’ bellissima! »
Asserisce, Ash, per nulla convinto delle proprie parole, e pensa fra sé e sé.
« Che cosa vogliono da me, la condanna perpetua? Potrei ucciderli, ma sarebbe tutta colpa mia. I miei concittadini, quei tizi che vengono ad assistere ai miei match, oggi mi martellano le palle. La mia pazienza è morta un mese fa: povero me. La mia pietà è morta poco dopo: poveri loro. Criterio e solidarietà verso i meno arguti, morti anche loro: ahi, dolori. Ed, Carl, Mike... Nomi di gente che finirà sulla mia lista nera, nomi di gente che presto soffrirà: tutto sotto la mia supervisione. Perchè? Dannazione, perchè? Perché sto vuotando i miei coglioni dal sangue pesto, per cercare di rimediare alle loro rotture di palle. S’inginocchiano a terra quando mi vedono passare, la prossima volta scapperò in preda alla disperazione. Incuterò il terrore più profondo, sebbene nell’animo io sia una persona contro la violenza ai danni di forme di vita intelligenti. Ma qui non si parla di forme di vita intelligenti…
Sarò dichiarato il responsabile di tutto. Ma purtroppo ci sono molte persone da odiare in questa città, e vengono tutte da me. Scassano, scatafasciano, flaggellano testicoli. E se chiedo il motivo di questo atteggiamento nei miei confronti, la risposta e sempre la stessa: “ti vogliamo bene, Ash!”. Così mi amano? Credono che io sia contento di ciò. Devo scoprire perchè. »
« Ash… Ma che effetto fa ammazzare un uomo?! »
Domanda, di botto, Ed.
« E che cazzo ne so io? »
Risponde laconico Ash.
« Tu ne hai mai ucciso uno? »
Chiede Mike.
« Una volta, ne ho ucciso uno alle palle. Mi aveva rotto il cazzo, mirava ai miei coglioni fucilandoli con domande idiote, ed i suoi amici ne approfittavano per seguire l’esempio… Così io ho preso il moschetto e… »
« Io non so se ce la farei ad assistere ad una scena simile… Soltanto al pensiero mi sento male! »
Replica Carl, inquietato ed assumendo un’espressione di palese terrore.
« E allora cerca di preparati perché potrei fare il passo più lungo della gamba… »
Alcuni colpi di tosse di circostanza seguono le parole di Ash, che sembra sempre più convinto di voler commettere qualche gesto malsano.
« Ash… »
Ed cerca le attenzioni del proprio idolo, tentando di stupirlo in positivo.
« Cazzo vuoi? »
« Posso manovrare il mio futuro…
Posso pianificarlo come voglio…
Alle mie spalle vi saranno pur fallimenti…
Ma ho il potere in pugno, e brillo nella mia luce. »
« Ma cazzo sei… Scemo? »
Replica Ash, sconvolto.
« Ehehe… Ed, l’unica cosa che hai sempre in pugno sono quei tuoi flaccidi due etti di stracchino che chiami pene! »
Esordisce Mike, ridacchiando.
Ash, non potendone più, si concede qualche passo indietro, per poi prepararsi a sbattere la porta in mogano in faccia agli strani individui. Ma prima…
« Voi siete una congrega di psicopatici, persone frustrate a cui Dio ha destinato un piano difficile, e non siete stati abbastanza forti da superarlo, ma la mia porta di casa presto non sarà più aperta e se romperete ancora i coglioni solo la fede e la preghiera vi potranno salvare. »
*SBAM!*
Ash si gratta il capo, assonnato, per poi stiracchiarsi e sdraiarsi sul divano ove, prima d’esser spiacevolmente interrotto, stava tranquillamente riposando.
Socchiude le palpebre, celando il castano delle proprie iridi, e pensa…
« Se mi trovassi davanti a Victoria Silvstedt le direi…
…Sei una troia, hai leccato più cazzi che francobolli, mettendo in risalto quelle che sono le caratteristiche tipiche della puttana media.
Questo è il modo migliore per invogliare gli adolescenti a fare ciò che potrebbe portarli alla cecità, se in abuso. Sono orgoglioso di aver dedicato molto ad una persona come te, nella speranza che prima o poi mi capiti fra le mani.
Se mi trovassi davanti a Jack Leone gli direi…
…Che hai fatto bene a sposare Sylvia, e non deve interessarti se me la sbatto anch’io. Ci sono tre diverse motivazioni che possono spingere un uomo a chiavare la donna altrui: la prima è l’istinto primordiale di voler scopare ogni figa esistente, la seconda pure e la terza idem con patate. E che patate…
Se mi trovassi davanti a Dio gli direi…
…Perché cazzo non mi hai dato un pene da urlo? Io vorrei tanto un pene da urlo, mi farebbe star bene con me stesso. Lo hai dato a Siffredi e a tutti i niggah del mondo, potevi darlo anche a me. Cosa ti costava? Questi si chiamano favoritismi, ed ora, porca troia, mi tocca accontentarmi d’essere normodotato, e solo perché tu non volevi che io avessi il pene grosso.
Ti avrei voluto più bene se m’avessi dato un pene da urlo. Fattene una ragione. »
E nel pensar s’abbandona fra le braccia di Morfeo, il buon Ash, addormentadosi di nuovo.
Sto sognando, lo so. Sembra un fitto bosco, non ne sono sicuro, ma vedo sbucare maestosa una fessura oscura, in fondo alla radura. Io sono rapito. Vedo quel manto nero nel profondo delle mie iridi, avvolto dal sogno ed ancora confuso. Percepisco il suo pelo soffice sotto alle mie mani, ed esso sembra risuonare come fosse melodia. Eccepire da lei, ovvero ignorarla mi è impossibile; la mia voce avvolta d’animalesco urla il suo nome e ne descrive la sua perfezione.
Fiiigaa... Sbav.[Modificato da Smashageddon INC. 25/07/2007 3.25]