| | | OFFLINE | | Post: 3.139 Post: 3.127 | Registrato il: 19/03/2011 | Città: MUGNANO DI NAPOLI | Età: 32 | Sesso: Maschile | Handler | Undisputed Champion | Aaron Kirk | Staffer | |
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27/04/2017 21:52 | |
Bjorn Ironside, 27/04/2017 21.29:
Segmento: MA CHE DIAVOLO? Troppe scene, troppa azione ... non ci ho capito nulla(ma sono stupido io e qualcuno potrebbe aiutarmi)
Il promo è un seguito diretto del promo dell'ultimo Bloody Desperation, che è un seguito di quello del BD della settimana prima, che è a sua volta un seguito del BD della settimana prima, avvengono tutti nella stessa giornata.
Quindi tecnicamente questo promo è ambientato tre settimane fa, e continua il racconto di questa giornata particolare che ha avuto Bluebird.
Qua stanno gli altri promo:
Questo è il primo “JAX-HABERMANN” recita la targhetta di marmo fuori dalla villetta della coppia più glamour della WBFF, bagnata da goccioloni di pioggia.
Una goccia colpisce l’occhio di una statua in marmo di Lena, posta al centro di un prato poco curato, incorniciata da due arbusti posti strategicamente ai suoi lati, e riga la sua guancia bianca come fosse una lacrima.
Rainer, incappucciato e imbacuccato in un impermeabile giallo vivo più grande del dovuto di almeno un paio di taglie, si lascia catturare dal quadretto per qualche secondo, continuando meccanicamente a premere sul citofono. Brevi attimi d'attesa. Bluebird suona nuovamente.
Ancora una volta.
A ripetizione.
-E un attimo, che cazzo!- è Garet Jax ad urlare, mentre apre la porta.
Nel vedere Rainer davanti alla porta, Garet sorride.
“La statua? Davvero?”
-Non sta passando un bel periodo. Quella è…
“Una statua.”
-Sì.
Tra i due cala un silenzio imbarazzato.
“Lena?”
-Anche a me va tutto bene, è sempre un piacere rivederti! Molta gente non li apprezza, ma i convenevoli fanno sempre piacere, soprattutto se ricevuti!
“Bene. Avrei chiesto di Lena…”
-No, non è in casa, è a fare la spesa con le bambine. Vuoi accomodarti?
Rainer fa per entrare in casa, ma viene bloccato dal palmo della mano di Jax, posata sul suo petto a fermarlo.
-Arrivi, neanche mi saluti e vuoi entrare in casa mia?
“Ciao.”
Con una leggera spinta, non violenta ma di fastidio, Bluebird si fa largo in casa della sorella e del cognato, quindi fa per accomodarsi ad una sedia della cucina.
-Vuoi qualcosa? Un bicchiere d'acqua, un thè, un caffè avvelenato?
“Un chinotto.”
-Vuoi anche un Ovetto Kinder con tanto di sorpresina?
Bluebird nota che ci sono per davvero degli Ovetti Kinder sul tavolo, quindi si allunga e ne apre uno per mangiarlo.
-EHI! Quelli sono per le bambine!
Ma è troppo tardi, l'Undisputed Champion ha già in bocca mezzo ovetto. Lo risputa nell'alluminio, fa per ripiegarlo e rimetterlo insieme agli altri, ma viene bloccato dal Luckyman.
-Lascia perdere, tanto vale che lo finisci...
Bluebird alza le sopracciglia e riprende l'opera da dove l'aveva lasciata. Jax invece tenta di aprire la sopresa, ma il dorso della sua mano viene schiaffeggiato dal wrestler tedesco. “
ALT! Mia!”
Il Luckyman alza le mani in segno d'arresa, con una smorfia che è tutto dire.
-Qual buon vento ti porta da queste parti? So che con Lena ultimamente avete ripreso a parlarvi, ne sono felice, da quando avete litigato almeno una volta al giorno non fa che dirmi che le manchi, e quando non lo dice, si vede che è giù di morale.
Bluebird resta in silenzio, masticando l'Ovetto Kinder ed aprendo la sorpresa, trovandovi una trottola in 3 pezzi, da montare.
“Davvero t’ha detto che le manco?”
-No, volevo solo vedere la tua faccia…
“Chissà che ci trova in te. ‘Ste sorprese erano fatte molto meglio un tempo.” Dice poi, esaminando una macchinina blu.
-Non me lo dire... comunque è sempre un piacere parlare con te, sai?
“Un po' d'erba aiuterebbe.”
-Oh...
Jax fa per aprire lo sportello più in alto della sua cucina, dal quale estrae una scatola di cereali integrali. Da dentro la scatola, estrae una busta aperta da non si sa quanti anni contenente i suddetti, quindi sotto questa estrae una busta più piccola contenente una decina di grammi. La butta sul tavolo, alla mercè di entrambi, che iniziano a rullare.
“E… come sta?”
-Lena? Oh, qualche mese fa per avere meno pressioni da parte sua, relativamente alla mia carriera, le dissi che volevo il King Of Fight.
“Quindi?”
-Beh, quindi lei mi ha preso sul serio, e ora devo andarci davvero, sennò dovrò cercare scopate altrove…
Rainer spalanca la bocca, si alza in piedi e fa per parlare, ma Garet lo interrompe.
-Numero 1, stavo palesemente scherzando. E soprattutto Numero 2, non fare questi casini o fai volare l'erba in giro dappertutto!
Bluccello indirizza al cognato un’occhiata severa mentre Jax se la ride di gusto, quindi chiude il joint. A Rainer ci vuole un po' più di tempo.
“Questa merda è disgustosa, senti come puzza…”
-Ma che dici? Sarà il… oh.
Garet indirizza uno sguardo sconfitto verso la moka, si avvicina ai fornelli a piccoli passi, con un cenno conferma che è il caffè bruciato la fonte dell’odoraccio. Nonostante le inequivocabili apparenze, Jax prova lo stesso a berne un goccio.
Smorfia di disgusto.
Sputa nel lavandino.
Si rimette a sedere al tavolo.
-E te invece? Come va da campione?
“Meglio che a te di sicuro. Un anno fa tu eri campione ed io tenevo Lena tra le palle, adesso è tutto il contrario. Solo che tu la tieni letteralmente tra le palle.”
-Non parlare così di mia moglie- dice Garet con un sorrisetto, prima di accendersi la torcia –Bisogna diventare uomini prima o poi. Da qualche parte si deve cominciare, no?
“Credevo che tra voi due sarebbe finita in un paio di mesi. E ti odiavo per questo.”
-E adesso?
Rainer prende una boccata dal cannone.
“E adesso boh. Che importa? Vorrei soltanto rimangiarmi tanto di quello che ho detto… amo la mia famiglia. Davvero. E se devi farne parte anche tu…”
Rumore di chiavi che girano nella porta.
Lena rimane immobilizzata alla soglia, le due ragazze corrono incontro a Rainer.
“Zio!” salutano in coro, prima di fermarsi ad annusare l’aria.
“Cos’è quest’odore?” Chiede ingenua Freda.
-Caffè bruciato?- prova a dire Garet.
“L’altro odore.” Puntualizza lei.
“È un cazzo di segugio” osserva Rainer divertito. “
È erba!” esclama Alma.
-E tu come lo sai?- Jax nasconde il joint dietro la schiena.
“Ho… tirato a indovinare?”
“Cosa CAZZO state facendo?!” interviene Lena. Rainer prova a giustificarsi
“Oh, fumiamo davanti alle telecamere tutto il tempo, non pensavo che…”
“IDIOTI! Avete buttato un sacco di caffè!”
Rainer e Garet si scambiano un’occhiata sorpresa mentre Lena di butta sul divano sospirando.
“E cosa ci facevi in casa, tu?” chiede lei.
“Avevo finito l’erba…”
-Ti stava cercando. Stava anche dicendo parole molto belle, ma probabilmente è la fattanza che parla per lui.
“Stavo… stavo dicendo che vorrei tornare a far parte della mia famiglia.” Dice Rainer in tono accorato. Si avvicina a Lena e le porge il cannone. “Joint della pace?”
“Tutto qui?” Lena allontana la canna col palmo della mano. “Allora puoi anche andartene.”
“Cosa?!” dicono Rainer e Jax in coro.
“Cosa? Mi hai licenziata, insultata, non te la cavi così!”
“Ma… ti ho aiutato con i…”
“La tua promessa era a Kobayashi, ricordi?”
“Io…”
“Fuori.”
Lena indica la porta.
Le bambine restano in silenzio, intimorite dalla sfuriata della mamma; lanciano un'accorata occhiata allo zio.
Rainer deglutisce, quindi si alza e lentamente esce da casa.
Jax fa per parlare, ma viene bruscamente interrotto dalla moglie.
“Con te facciamo i conti dopo. Ora vai al supermercato a comprare immediatamente dell'altro caffè. E non azzardarti a prendere la Porsche, a questo giro ci vai con la Passat!”
-Ma...
“NIENTE MA! CORRERE!”
Jax fila via fuori di casa.
La telecamera resta fissa sullo sguardo di Lena, malinconico.
Lancia un'occhiata alle bimbe, tenta di ostentare un sorriso.
Camera fades.
Questo è il secondo “NIENTE MA! CORRERE!”
Jax fila via fuori di casa, Lena lo guarda andar via. Posa gli occhi per terra, si accarezza i piedi gonfi, poi volge lo sguardo ad Alma e Freda. Prova ad ostentare un sorriso, entrambe le ragazze rimangono in silenzio a fissarla.
“Perché lo hai mandato via?” chiede Alma con un vilo di voce.
“OH! Non provarci…” Lena punta l’indice verso Alma, per poi calmarsi improvvisamente. “Perché nessuno l’ha fatta a lui, questa domanda?” chiede lei, più a se stessa che alla figlia, che infatti non ha risposte e resta zitta ad ascoltare “Lui poteva allontanarmi? Perché?! Lui se n’è semplicemente andato, mi ha licenziato perché ho OSATO innamorarmi di un suo collega, perché diavolo nessuno gli ha chiesto niente?”
Lena si rannicchia sul divano. “La figlia brava” sospira poi “Lena Habermann. La brava bambina. Sempre stata! Viene licenziata da suo fratello e cancella tutto con un sorriso, Jack, cazzo, Jack Leone la sputa fuori dal suo stesso progetto ma, EHI, Kobayashi l’ha ringraziata, quindi è tutto ok!”
Una risata nervosa si mischia ai singhiozzi, ma Lena si sforza di non far scendere lacrime.
“Mamma vuole soltanto stare da sola. Per… per favore.”
Stacco
“NIENTE MA! CORRERE!”
Rainer sente gridare, mentre dal vialetto di casa si avvia verso il marciapiede.
Garet esce sbattendo la porta dietro di sé, saluta Rainer con un cenno.
-Sta avendo un periodaccio.
Rainer ridacchia amaramente. “Ha sbattuto fuori anche te?”
Garet annuisce.
-Adesso siamo pari. Ti va una guidata?
Garet agita sotto il naso di Rainer le chiavi della Porsche.
“Forse un’altra volta.” Bluebird declina l’invito. “Avevi… ragione, sai.” Si affretta ad aggiungere. “Bisogna diventare uomini, le azioni hanno conseguenze... lei è cresciuta troppo in fretta, io troppo tardi.”
-Parli come se un titolo…
“Non è il titolo. È quello che ho fatto per averlo. Ha delle conseguenze, ed io non voglio quelle conseguenze. Io volevo essere un eroe.”
-Non esistono gli eroi…- Garet scuote la testa con un sorriso –Solo uomini giusti nel posto giusto.
“Come vuoi. Buona… guidata.” Rainer saluta Garet con la mano destra mentre si allontana.
Stacco
Il fumo rannuvola la stanza. Un ragazzo grassottello dai lunghi capelli rossi se ne sta rannicchiato sul marmo freddo, accarezzando la cenere con la mano. Tutt’intorno vestiti per terra, il letto sfatto, le quattro mura bianco latte ingrigite dall’incuria, un poster di Morgan DeSade torreggia alle spalle del letto.
Quando la porta si apre, un raggio di sole fende la cortina di fumo fino e finisce puntato proprio in faccia al ragazzone, che cerca di coprirsi con la mano.
“Lena!” eclama lui contrariato.
“Ha chiesto di te, Rainer.” Una giovane Lena Habermann se ne sta appoggiata alla cornice della porta. Rainer sbuffa, spegne la sigaretta sul pavimento.
“E tu cosa gli hai detto?”
“Niente.” Lena alza entrambe le sopracciglia “Però dovresti andare.”
“Non posso. Ho gli allenamenti.”
“Lavoratore indefesso, eh?” lo provoca Lena. “Lo eri anche mentre mamma moriva.”
“Vuoi davvero parlare di questo?”
“No. Ma devo.”
Rainer si alza in piedi, torreggia sul corpo minuto di sua sorella. “È andato in overdose! Dio c… non voglio occuparmi di quello!”
“Rainer! Credi che questo sia il Natale che voglio passare?! Non mi interessa quello che vuoi, capito? Papà ha BISOGNO di noi, lo s…”
Rainer, trovato lo spiraglio, abbandona la stanza. Lena prova ad afferrarlo per la manica della felpa, gridando il suo nome, ma viene spinta via.
Stacco
Rainer, seduto sotto il porticato della villetta accanto a casa Jax-Habermann, appena illuminato dalla luce di una lanterna d'arredamento, osserva la Porsche allontanarsi. Con la torcia chiusa in casa di Lena tra indice e medio, soffia una nuvoletta di fumo che fa scappare via i moscerini che gli danzavano attorno, attratti dalla luce.
“Secondo il galateo dei joint…” mormora imitando un accento messicano “devi raccontare una storia, esè”
Rainer si prende un altro tiro.
“Bella storia, Rainer…” continua con l’accento messicano.
Una Buick blu notte sfreccia a tutta velocità davanti ai suoi occhi, il vento che l’auto solleva gli scompiglia i capelli. Le casse diffondono Sweet Dreams degli Eurythmics, Rainer chiude gli occhi e tira di nuovo, trattenendo il fumo per diversi istanti più del normale.
Sweet Dreams are made of this, who am I to disagree?
Un grido acuto in lontananza.
“Nooooo… questo è il promo di señor Rotten, esé” mormora Rainer, ma le grida continuano, spingendolo a cercarne la fonte.
Rainer percorre il marciapiede ad ampie falcate seguendo la musica, che si fa pian piano più chiara, più forte.
Some of them wanna use you, some of them wanna be used by you
Girato un vicolo, tre uomini tengono un ragazzo con le spalle al muro ed un coltello puntato alla gola. Un quarto sta perquisendo la Buick.
L’uomo che tiene il coltello si gira verso Rainer. Ha la testa rasata, il volto scavato e spigoloso ed un paio di occhiaie violacee. Sembra spazientito, come uno che riceve una telefonata dalla madre al lavoro, nulla più. Sbuffa.
“Non c’è bisogno di fare gli eroi…” scandisce a voce alta.
“Nessun eroe” risponde Rainer. “Soltanto l’uomo giusto nel posto giusto.”
Il rapinatore scuote il capo, muove un passo verso Rainer tenendo alto il coltello, ma Rainer lo anticipa con una testata che gli apre il labbro.
Rainer monta il rapinatore a terra e gli indirizza un pugno. Si lecca le labbra prima di usare anche il sinistro.
Destro.
Sinistro.
Destro.
Sinistro.
Rainer si lascia andare ad una risata nervosa, intorno a lui c’è vociare, ma lui non ci fa caso.
Destro.
Sinistro.
Destro.
Sinistro.
Des…
“… RAGAZZO!” Gli urla il ragazzo che pochi istanti fa era spalle al muro. Rainer scuote la testa, come appena sveglio, e si avvede del coltello piantato tra le costole.
Un rivolo di sangue caldo macchia il giubbotto giallo.
“Sta… sta piovendo?” mormora Rainer, prima di accasciarsi a terra, mentre i quattro rapinatori se la danno a gambe.
E questo è il terzo, il primo con Aaron Kirk di mezzo “RAGAZZO!” Gli urla colui che solo poco prima era spalle al muro.
Rainer scuote la testa, come appena sveglio, tasta il coltello piantato nel suo addome con le dita tozze, accarezza il rivolo di sangue che gli macchia la giacca a vento mentre i quattro rapinatori se la danno a gambe imprecando.
“Sta… sta piovendo?” balbetta Rainer passandosi le dita tra i capelli fradici, prima di accasciarsi al suolo.
“Vorrei un’ambulanza.” fa il ragazzo al telefono “un uomo è stato pugnalato…”
Rainer non riesce più a sentire niente. Prova a gattonare per qualche centimetro, ma finisce per gettare la spugna.
Si risveglia in un pronto soccorso. Ha una fasciatura bianca macchiata di sangue a cingergli l’addome, si guarda attorno. La sala è quasi vuota, c’è un vecchio che emette rantoli inquietanti, un giovane con entrambe le gambe rotte.
“Serata tranquilla?” Scherza Rainer, rivolgendosi ad un’infermiera grassoccia che neanche si stava occupando di lui. Lei si volta. “La notte è ancora giovane” gli dice con un sorriso, prima di imboccare un corridoio a passo svelto.
“A proposito…” Fa una voce conosciuta. Una voce profonda, roca e dal forte accento scozzese.
“E tu che CAZZO ci faresti qui?”
“Ti stavo cercando, stellina. E ho circa trecento infortuni non trattati da Maniacs.”
“E te li fai trattare in Nevada.”
“E mi piaceva l’infermiera.”
L’infermiera sorride a Kirk. “Scherzavo. Mi dispiace.” Kirk si stringe nelle spalle. “Non hai sentito?” Dice poi rivolgendosi a Rainer.
“Sentito cosa?”
“Sono il tuo nuovo first contender.”
“Sei stato inserito in una votazione per essere il mio nuovo first contender, vorrai dire.”
“Aye, come se qualcuno votasse per QUELLI. Ho sentito che hai avuto una giornata difficile.”
“E non è ancora finita.”
“Puoi dirlo forte, stellina.”
Rainer fa per rispondere, ma inizia a vacillare.
“Quasi dimenticavo.” Kirk si avvicina a lui e lo sistema in modo da farlo cadere in maniera poco traumatica “Potrei averti drogato mentre eri svenuto.”
Colpo di tosse. Bluebird emerge da un cassonetto, indossa una maglietta del merchandising ufficiale di Paul DeSade, un paio di boxer e la maschera di Calisthenic con una bruciatura sulla tempia che permette a un ciuffo di capelli di uscire, getta via un grosso sacco nero che gli impediva i movimenti.
Accasciato accanto al cassonetto, accanto ad una pozza di vomito e strizzato in un tutù da ballerina grosso appena per una ragazzina delle medie e mezzo bruciato, Aaron Kirk saluta Rainer con la mano.
“Buongiorno…” borbotta Kirk con la voce impastata.
“Come… come il Cesar’s Palace, eh?”
“È un bel cassonetto questo.”
Rainer prova goffamente ad uscire dal cassonetto, finendo per ruzzolare per terra.
“Che è successo ieri sera?”
Aaron Kirk grugnisce. “Non ne ho idea.”
“Cazzo…”
Sierna.
Aaron Kirk prova ad alzarsi per scappare, ma scivola nel suo vomito e ruzzola per terra.
“Fottuti sbirri.”
La volante si ferma, proprio davanti al vicolo, a impedire un’eventuale fuga dei due. Un poliziotto, LVPD sulla targhetta, si avvicina a passi lenti.
“Aaron McGunner.”
Poi si volta verso Rainer.
“Paul DeSade. Siete in arresto.”
CAMERA FADES
Quello di questa settimana va avanti a "racconti", quindi non sappiamo se quello che ricordano Kirk e Bluebird e quello che dice il poliziotto è successo davvero, potrebbero benissimo essere tutte cazzate.
I due, essendo un promo ambientato tre settimane fa, non sanno ancora neanche di essere futuri rivali per il titolo, sanno solo che c'è la votazione in corso. |