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Bloody Desperation 5x06 - No Way to Escape - 11/12/2015

Ultimo Aggiornamento: 11/12/2015 21:01
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CITH - Boss WBFF
Best of All Time!!!
Ava Misfit
The Boss
11/12/2015 21:01
 
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Stanza buia, illuminata da una candela posta sul tavolo.

Di spalle, David Wolff.
Di fronte a lui, due individui del quale non intravediamo i volti. La voce di uno dei due giunge sconosciuta al pubblico WBFF.

"Hai deciso, o sei con noi, o sei contro di noi. Non ci sono opzioni intermedie, scegli liberamente la tua strada, e preparati alle conseguenze provocate dalla tua stessa scelta."

Il secondo individuo, avvolto nella penombra, passa un foglio a Wolff, il quale lo osserva per qualche istante prima di rispondere alla singolare richiesta.

Wolff: "Voi non avete capito. Me ne fotto di chi voi siate. Il sottoscritto non si lascia intimidire da nessuno. Devo farvelo capire con le cattive? Ne ho piene le palle di avere intralci intorno da ora in poi cammino da solo la mia strada."

???: "Non è stata una scelta saggia, amico. Te ne accorgerai al più presto..."

I due individui si allontanano, lasciando da solo un pensieroso Wolff che soffia sulla candela spegnendo l'unica fonte di luce che ci permetteva di osservare ciò che stava accadendo.

[IMG]http://i61.tinypic.com/10dv9rp.jpg[/IMG]

Un bar di Houston, Texas: viene inquadrato un uomo di spalle, poggiato con i gomiti sul bancone del locale.

Poco dopo entra in scena un altro uomo, anch'egli inquadrato di spalle, di cui risalta subito all'occhio la lunga e folta chioma: sta per raggiungere l'altro tizio che abbiamo intravisto in precedenza.

I due rimangono molto vicini tra loro, poi si voltano l'uno in direzione dell'altro, lasciando che il profilo dei loro volti riveli chiaramente la loro identità: non era difficile intuire che l'ultimo arrivato fosse James McFist, ma forse in pochi si sarebbero aspettati di riconoscere nell'altro uomo The Humbler, Aaron Kirk. O più precisamente, un uomo che gli somiglia moltissimo.

Taggart: "Io questa scena l'ho già vista."
Kokone: "In un altro bar, a Detroit, qualche mese fa."

I commentatori WBFF non sono in errore, non saranno di certo gli unici a ricordare quel siparietto colmo di strani simbolismi ricreato da James con l'ausilio di un sosia del wrestler scozzese. Forse non siamo a Detroit e quello è davvero un locale di Houston, eppure la sensazione è quella di osservare un replay, forse frutto di un errore di montaggio da parte della regia.

Il barman serve sul bancone una pinta di Tennent's Stout nera e una di Budweiser americana bionda. Il sosia di Kirk fa per afferrare il boccale contenente la birra scozzese, ma prima ancora di riuscire a raggiungerne il manico si ritrova una mano poggiata sulla spalla destra, che lo fa sussultare. L'uomo si volta, sgrana gli occhi. Poi si fa da parte in men che non si dica, abbandonando la scena con l'atteggiamento di un ladro colto con le mani nel sacco. James McFist sorride.

Aaron Kirk, il vero Aaron Kirk, irrompe all'interno dell'inquadratura affiancando il wrestler di Chicago.

Hammer: "Birretta?"

McFist solleva il proprio boccale e ne lecca il bordo, come se esistesse la remota possibilità che Kirk potesse bere la sua bionda come accadde - con il sosia - a Detroit qualche tempo fa.

AK: "Ah, mi piacerebbe. Ma sto per guadagnarmi la spilla dei sei mesi."

Kirk si siede al posto del sosia.

AK: "Sai Jim - non mi hai ancora detto come ti chiami davvero - c'è stato un tempo in cui ho pensato che non ci fossero solo nemici in questo business. So cos'hai in mente... hai torto. E se pensi che io abbia torto a dirti che hai torto... hai torto. Era ben prima di arrivare in WBFF, perché vedi, il nonno mi aveva parlato della vita di sofferenze che deve fare la stragrande maggioranza dei wrestler, mi ha raccontato dell'amore per la disciplina, del sacrificio che puoi fare per essere parte di una macchina più grande di te. Ma, ehi, se qualcuno conosce mio nonno oggi è perché porto il suo ring name scritto su una fascetta dell'attire. Mio nonno era un grand'uomo, ma non era nessuno. Il più grande contributo che ha dato alla disciplina che ama è stato allenare me."

Hammer non capisce il punto del discorso, Kirk picchietta sul bancone e va avanti.

AK: "Può sembrarti un discorso da dodicenne che parla a cazzo duro, e forse lo è. Ma guarda Drago e Artemis. Li conosci, sei saltato sul carro della Ragazzina non appena mi ha sconfitto, hai provato..." Kirk sorride "a mettere un po' di sale nella testina di cazzo di Artemis, quindi non dirmi che non sai di cosa parlo. Hanno provato ad essere qualcosa di più che rivali e cosa è successo? Artemis è diventata la puttanella, cagnolina nonché ombra personale di Drago, la Ragazzina è sprofondata negli abissi del midcard più veloce di Bobby Dumas al bagno quando pensa a Crystal. Paul DeSade da solo è riuscito ad arrivare a tanto così dalla vittoria del Survivor of the Ring, in coppia è la spalla di un mangiarane."

Kirk si volta ora verso Hammer.

AK: "Persino io in coppia ero un tantino... oscurato da mio fratello." Kirk si lascia scappare una risatina "Ed è da quando hai iniziato a stringere la mano ai tuoi avversari che ti sei rammollito, Jim. Oggi sei qui e hai paura che mi prenda anche l'ultimo dei Toys che ti seguono. E so che il rispetto che dici di provare per Drago, per Raven o per chiunque altro si sia opposto alla mia scalata... è solo la tua fottuta paura. Devi eliminarla. O il boccale finirà ancora prima della nostra sfida."

Hammer: "Point of view, my friend."

McFist afferra il boccale che contiene la bionda americana, lo osserva a lungo ma non si appresta ancora a bere.

Hammer: "Oggi saresti qualcuno se nella tua vita fosse mancato quel grand'uomo che, purtroppo al contrario di te, non è mai stato nessuno? Probabilmente no, forse avresti fatto un altro mestiere, forse saresti diventato un operaio di una fabbrica di kilt. Sai che ho ragione, anche se pensi di avere ragione nel pensare che io non abbia ragione."

James adesso sposta lo sguardo verso l'Humbler. Ancora non beve, stranamente.

Hammer: "Sei l'uomo che sei perchè hai rotto la gamba a tuo fratello, gli hai spezzato la fottuta gamba. Magari oggi, al posto tuo, ci sarebbe potuto essere lui. Aaron Kirk è anche la fottuta gamba spezzata di James Kirk. Anche Rebeca aveva ragione, e anche in quel caso hai pensato di avere ragione nel credere che lei non avesse ragione. Forse avevi torto, ma hai fatto comunque la tua scelta e, quella scelta, ha partorito l'uomo che ho di fronte. Un uomo diverso? Può darsi, ma autentico."

...

Hammer: "Io non sono James McFist perchè mi faccio le flebo di birra o perchè sono avverso ai barbieri, non sono James McFist perchè sono nato a Chicago il 4 Ottobre del 1982. Sono James McFist perchè ho deciso di portare il mio culo sul ring, e perchè su quel ring ho affrontato degli avversari. I colpi bassi di Jeff Hyghtler e Michael McFarry, le sediate di John Kratos, le Megabomb di SIN, le truffe dei Filitov, l'indifferenza di Angel, il rispetto di Roux e Drago, le sfuriate di Artemis, i voli sulle Thumbtacks di Tommy Kent... Fanno parte di me perchè hanno creato me, per come mi vedi adesso. Devo qualcosa a tutti loro. Tu in tutto questo ci trovi del banale, del patetico. Io umiltà, consapevolezza e riconoscimento."

Hammer adesso spinge il proprio boccale contro quello di Tennent's, lasciandoli urtare tra loro e sancendo un brindisi al nulla.

Hammer: "Sarà anche vero che, in alcuni casi, i nostri punti di vista sono in grado di coincidere. Abbiamo dovuto affrontare un declino che non è mai esistito e che noi abbiamo creato per effetto placebo. Garet Jax ha un gran culo ma l'unità di misura ufficiale per la stima della proporzione dei fondoschiena corrisponde a quelli di James McFist ed Aaron Kirk quando atterrano sui tubi al neon. Skyblue vola leggiadro nel cielo azzurro e ha fatto delle nuvole il suo regno perchè nessun'altro, oltre a me e te, sarebbe più riuscito a scuotere le montagne in terra. Felix Owens crea le sue Camere perchè il nostro fottuto Motel è già pieno zeppo di puttane. Il loro Main Event non sarà per noi il vero Main Event, perchè abbiamo già deciso di fare del nostro fottuto WBFF Rules Match il vero Main Event, il nostro Main Event. Eppure, nonostante tutto..."

James molla il boccale - dal quale, per la cronaca, non ha ancora bevuto - e si rivolge nuovamente verso l'Humbler.

Hammer: "Tu, nel constatare quanto io questa sera sia stato poco incline al bere, hai realizzato che potrei essere stato influenzato dalle tue parole e che, quindi, io abbia temuto che quel boccale potesse finire ancor prima della nostra sfida. Mentre io, per una volta, sto solo provando a posticipare il piacere di un brindisi a quando, quel brindisi, potrò godermelo fino in fondo. A quando quel nostro piccolo grande fottuto Main Event, Aaron, sarà volto al termine."

Kirk si gratta la testa, arruffando ancora di più, se possibile, la matassa di capelli mossi e riccioli che ha in testa.

AK: "Jim, io non sto provando a prendermi il tuo pubblico, è questo il fottuto punto. Il pubblico non è mio, tantomeno tuo. Queste sono stronzate da Bobby Dumas. Io sto provando a salvarti dal buco di culo in cui sei andato a ficcarti e non lo faccio per te, lo faccio perché l'unico pensiero che mi ha martellato per tutta la mia ascesa in WBFF era sconfiggerti e cancellare per sempre questo strano senso di superiorità che avevi. Ho pensato tante volte di sfidarti, ma è sempre mancato qualcosa, in realtà... è sempre mancato James McFist. Non fraintendermi, so che è dura. So perché stringi la mano dei tuoi avversari ed è perché la prospettiva di essere solo, sotto i riflettori e circondati da serpenti che appena ti volti sono lì per incularti è terrificante."

Kirk poggia un gomito sul bancone.

AK: "Ma è l'unico modo. Ho già detto che hai tutto tranne lo stomaco per continuare sulla strada che hai scelto, e credimi se ti dico che devi avere uno stomaco di ferro. Vedere brave persone adoperarsi per mandare a puttane il lavoro della tua intera fottuta vita è una merda, ma noi abbiamo questa responsabilità, perché noi ne siamo capaci. Noi non abbiamo scelto di fare del nostro incontro il main event di Maniacs, Jim, perché tu non ne hai né le palle né lo stomaco. Sfortunatamente sei dannatamente bravo nel tuo lavoro, e io sono anche meglio. Il nostro match sarà il meglio che questa pulciosa federazione ha da offrire non perché è una nostra opinione, ma perché nessuno in questa pulciosa federazione ha da offrire la metà di quello che offriamo io e te."

Kirk si avvicina leggermente ad Hammer.

AK: "E la ruota girerà, qualche puttana piena di sé darà il cambio ad altre puttane piene di sé nel proclamarsi la nuova stella dei miei coglioni, ma Bloody Desperation è il mio show, e lo resterà per molto, molto tempo. Il cambiamento è strano e difficile, ma abbiamo dimostrato di saperne uscire. Il main event non è la nostra opinione, il main event è il nostro fottutissimo posto. O, almeno, è il mio. Perché come ti ho detto, Jim, siamo arrivati al punto di essere sulla stessa barca, che tu chiami declino o placebo o come cazzo la vuoi chiamare. È ora che dimostri di saper reggere il mio passo o molli definitivamente il bicchiere, perché il tempo di James McFist è finito."

Kirk si accomiata con un cenno della testa, McFist torna a guardare il boccale. Quando The Humbler è sull'uscio, James lo ferma.

Hammer: "Ehi, comunque... il mio vero nome è James McFist."

Aaron si lascia scappare una risata.

AK: "Aye... stronzate."

CAMERA FADES

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*Risuona una nuova theme song, è Blackjack, il quale si dirige nel ring*

"...io...sono...Blackjack..."

*Il lottatore tiene lo sguardo basso*

"E voi...vi siete messi in gioco! Ma non vincerete..."

*Blackjack fissa il ring*

"Questo ring...sarà la vostra rovina...soffrirete...piangerete...agonizzerete al suolo...e tutto perchè...avete perso al gioco"

*The Doubleface fissa la sua mano*

"Manca poco alla fine...e non sarà la fortuna a salvarvi...nulla vi salverà...perchè...perchè non potete battere chi non ha nulla da perdere"

*Stringe il pugno e se ne va*

#Doubleface

[IMG]http://i61.tinypic.com/10dv9rp.jpg[/IMG]

Felix Owens è sul ring.
Microfono alla mano, non perde tempo e attacca con il proprio discorso.

“Sette giorni addietro, all’interno del quadrato, avete potuto ammirare ed ascoltare Skyblue.”

Boato del pubblico che non ha dimenticato il brivido corso lungo la schiena ad ogni parola espressa dal vincitore della Extreme Rumble.

“Sette giorni addietro, all’esterno del quadrato, avete potuto ammirare ed ascoltare Garet Jax.”

Fischi del pubblico intramezzati da qualche sano coro d’approvazione per il Luckyman.

“E il sottoscritto.”

Silenzio.

“Non avete ancora idea se tifare in mio favore, o contro di me. Vi ammutolite a causa della vostra incapacità di spostare l’asticella della vostra attenzione nei confronti di un contendente che non è né troppo buono per essere amato, né troppo cattivo per essere odiato. Il limbo della vostra passione rispecchia dannatamente bene il limbo della mia carriera.”

Silenzio. Solenne, stavolta.

“Sempre ad un passo dal trionfo, sempre issato verbalmente sul carro dei vincitori, regolarmente ricondotto a casa sullo scudo del guerriero caduto. Sono state riposte in me troppe aspettative, la delusione è arrivata con una puntualità disarmante e la mia posizione non si è mai schiodata da quella di talento capace di mettersi sempre in mostra - tranne quando conta davvero. Non ho nulla da offrirvi, non ho una cintura di WBFF Undisputed Heavyweight Champion da alzare al cielo per strapparvi qualche grido, né una Extreme Rumble vinta di cui giustamente vantarmi, ho solo questa figura di Master of Chambers nella quale mi sono rinchiuso e nella quale mi sento rinchiuso.”

Imbarazzante il silenzio che continua a permeare l’arena.

“Chiavi, stanze, corridoi, mansarde e tavernette, celle e bovindi, in questa testa si è materializzato un edificio nel quale saprò sempre condurre i miei avversari - ma che apparentemente non dà via d’uscita neanche a me. Solo la gloria, quella vera, riuscirà a farmi guardare questa struttura anche dall’esterno. Solo quando riuscirò a rispettare le aspettative, potrò guardare finalmente il complesso edile eretto dalla mia mente e dire e tornare su questo stesso ring e parlare con queste stesse persone e rivolgermi a questi stessi avversari e sostenere che ce l’ho fatta. Ma forse non è questo il giorno, non lo sarà Maniacs come non lo è stato la Extreme Rumble e come non lo è stato nessun altro giorno in questa mia carriera dipinta troppe volte con colori brillanti ma che in realtà è di un grigiore schifosamente monotono.”

Brusio. Finalmente.

“Agitatevi. Non sto deponendo le armi, vi sto aprendo le porte delle mie insicurezze che a loro volta sono delle certezze: attendere Maniacs è stato un errore, un errore gravissimo che mi ha lentamente corroso e rovinato e maledetto. Mesi di attesa per ritrovarmi invischiato in una faida nella quale difficilmente potrò prevalere. Felix Owens ha fallito in quella dinamica strategica di cui si è sempre vantato, è questa la verità.”

Avvicinandosi alle corde, il Master of Chambers si appoggia alle stesse prima di uscire dal ring.

“Skyblue non ha alcun segreto. Quello che voi ritenete un segreto è una verità abbacinante che semplicemente non sapete ancora accettare. Preferite nascondervi dietro l’alone di mistero che sempre affascina, piuttosto che accettare le cose per come sono davvero. Garet Jax è un demagogo eccezionale e ha toccato le corde giuste, settimana scorsa. Skyblue è puro e sincero e a sua volta ha saputo suonare le note più liete.”

Uscendo dal ring, Owens si porta dietro il microfono anche sulla rampa, continuando a parlare sino a titantron, poco prima di rientrare nel backstage.

“Io ho cercato di farvi percepire la mia melodia, un giorno dopo l’altro, una settimana dopo l’altra, un mese dopo l’altro, ma mai come adesso mi sento afono.”

Un passo.
Un altro passo.
Un altro passo.
Sotto il titantron.

“Non ho nulla da offrirvi, come voi non avete mai avuto nulla da offrire a me.”

Con forza, Felix Owens lancia il microfono in direzione del ring, con l’oggetto che rimbalza un paio di volte a terra prima di accasciarsi contro l’apron ring.
Poco prima di uscire di scena, il Master of Chambers sillaba silenziosamente una parola.

“Sipario.”

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Jax è in un vestito elegante celeste come il cielo, cravatta dello stesso colore, su camicia e scarpe color ceruleo.

-Al tuo debutto mi colpisti. Nessuno ti conosceva, nessuno sapeva chi fossi, eppure eri già riuscito ad entrare nella mia testa. Non che fosse poi così difficile, la mia fama mi precede, ma davvero, quel mind game della fiche fasulla merita a tutt'oggi i miei applausi. Complimenti.

Una corrente d’aria gelida, figlia della notte di Minneapolis, penetra nella stanza e trascina con sé i dubbi e le paure degli abitanti sospinti da quello stesso vento. Si stringe intorno al collo di Jax, come un serpente velenoso.

-Un anno fa, in questa stessa città, in un posto non dissimile da questo, sei riuscito a far leva sulla mia debolezza. Penetrare nel mio io più profondo, ma allo stesso tempo più evidente. Mi portasti a giungere in una stanza piena di specchi. Notevole. Elegante. Aristocratico.

I denti del serpente immaginario che minaccia il collo di Jax sono rappresentati dal fischio del vento che giunge da un posto così lontano, così vicino. La città sopra cui si eleva il palazzo che lo ospita è il veleno. Davanti a lui, uno specchio, verso cui allunga una mano.

-Prima mi avevi fatto capire che sapevi chi era "Me stesso", dopodiché me lo hai sbattuto in faccia. Specchio, dopo specchio, dopo specchio. Mi hai messo a confronto con quello che ero diventato. Un ex wrestler. Un manager di una brillante promessa. Ma comunque un ex wrestler.

Lo specchio proietta l’immagine di Skyblue, in piedi dietro il suo diretto avversario. Il vento ha coperto i suoi passi quando è entrato, il vento lo ha cullato quando è nato, il vento è rimbalzato su una delle quattro pareti che lo rinchiudevano nelle notti che ha trascorso insonne, rivelandosi una compagnia.

-Un eterno incompiuto, il genio ribelle che per via del suo carattere, dopo i trionfi di gioventù aveva bruciato una carriera e un patrimonio. E nascondersi dietro la storia del mio infortunio, dopo il mio secondo stint, è nascondersi dietro un dito. Se solo avessi voluto. Se solo avessi Voluto. Se solo avessi voluto...

Tutte quelle notti trascorse in ospedale, a pochi chilometri da dove mi trovo ora, con Jax che mi parla, che mi svela i suoi vecchi rimpianti… Solo il vociferare dei medici a graffiare le mie orecchie… “sta male”. “Non so se si riprenderà”. Come se io non fossi nella stanza. È questo che mi ricorda Jax...

-Sarei potuto diventare la fottuta stella di questa disciplina. E non la fottuta stella di questa disciplina del momento. Ma la fottuta stella di questa disciplina di sempre. Sarei potuto diventare quello che sono adesso. E lo sono grazie a te.

...Jax mi ricorda il passato che riemerge dalle acque su cui mi sono specchiato, che rompe il mio riflesso.

-Sei stato uno dei miei avversari più ostici, e ricordarmi della mia vittoria ai tuoi danni, te lo confesso, ogni volta accresceva in me qualunque autostima. Sei stato il mio nettare. Da allora, ho sempre pensato: "Cazzo, se sono riuscito a battere Skyblue, allora posso sconfiggere chiunque!". Eh no, Sky, questo non è un mind game. La mia è sincera ammirazione. Da quando sono tornato in WBFF, forse questa è la frase più sincera che io abbia mai pronunciato.

Skyblue posa la mano sulla spalla di Jax.

-A tutt'oggi, nessuno mi ha messo in difficoltà quanto te. Ed anche qui, appellarsi alla mia scarsa condizione fisica dell'epoca, sarebbe nascondersi dietro un dito. La verità, Sky, è che non riuscivo a batterti sul piano psicologico. Chi eri? Quali erano le tue debolezze? La Fortuna potrà aiutarmi laddove io non posso vedere i limiti del mio avversario? Tu eri un rebus. Una Sfinge. Un Labirinto impenetrabile.

La sua maschera nasconde qualsiasi sua emozione.

-Da allora, ho passato intere nottate a seguirti. A studiarti. A cercare di capire il tuo segreto. Cosa ci fosse dietro "Lo Specchio Nero", dietro il mistero che dà il nome alla tua finisher. A cercare di capire chi fosse Skyblue, l'uomo in grado di riflettere i suoi nemici per leggere il loro intimo e sfruttarlo come un'arma a suo favore. Skyblue, l'uomo in grado di riflettere le paure altrui. Skyblue, l'uomo sotto la maschera.

La sua maschera lo protegge. La sua maschera lo definisce, ancora più dei lineamenti che disegnano il suo volto.

Il Luckyman estrae dalla tasca sinistra del suo vestito una maschera, identica a quella di Skyblue nel design, con la sola differenza che è il dorato traslucido ad essere il colore predominante. La indossa. Cammina lentamente verso una parete, incerto, timoroso, con la mano destra protesa in avanti, fino a toccare delicatamente il muro. -Skyblue. Io conosco il tuo segreto. Ormai non ti temo più.

Un passo indietro di Skyblue.

-"Lo specchio nero è l’abisso dentro cui guardo, e che guarda in me." È il lottatore con la maschera celeste, adesso, a parlare.

Un altro passo indietro. Controvento.

-Immagino spesso di cadere dentro quello specchio nero e di ritrovarmi in una dimensione parallela. Dove io non porto questa maschera, con tutto il peso che ne deriva. Ma anche dove io non lotto in WBFF, dove io, magari, sono il commesso di un McDonald’s, con la mia faccia in bella vista.

Un altro passo indietro.

-Un mondo migliore fuori, peggiore dentro. È il tuo momento, Jax. Non voglio negartelo. Io voglio soltanto prendermi ciò che mi appartiene. Che non si misura nella lunghezza di una semplice cintura, ma nella grandezza immateriale del suo peso. Essere stati capaci di superare le avversità della vita, proprio come hai fatto te.

Un altro passo indietro.

-Parli di ammirazione e di rispetto. E io lo apprezzo. Hai risposto al mio invito di tornare a Minneapolis per questo. Ma è il peso su cui si regge il conflitto che definisce la nostra vita su quel ring. Sai, Garet… in tanti si chiedono cosa si cela sotto la mia maschera, non solo tu. Ma tu sei il primo che ci sei andato veramente vicino, perché non ti sei posto la semplice domanda, ma ti sei chiesto: perché il wrestling?

Un altro passo indietro.

-Perché, in un momento di difficoltà che ho affrontato, ho scelto di lottare per superare un trauma che ho subito? È nel caos che compiamo le nostre scelte più difficili. Nell’ordine ci riposiamo in attesa che il caos torni e ci definisca come persone. La mia maschera è un riflesso di qualcosa di molto più grande, che a sua volta la riflette.

Un altro passo indietro.

-Ed è solo quando sono stato su quel ring, insieme a te, la prima volta su cui ci ho messo piede in WBFF, che ho capito che ho fatto la scelta giusta. Essere allo stesso livello del mio avversario sul ring, quando nella vita di tutti i giorni sono palesemente indietro.

Un altro passo indietro.

-Ed è solo quella maschera che me lo permette. Per questo devi custodire il mio segreto, almeno per un mese. Per essere in grado di regalare al pubblico il più grande match della storia, per diventare immortali, e poi, morire.

Skyblue esce dalla sala. La porta si chiude con un gran tonfo.

Il vento viene respinto.

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Taggart: “Siamo giunti al maaaaaaaaaain eveeeeeeeent.”
Kokone: “Tutto questo writing mi sta uccidendo…”
Taggart: “Ma sei un commentatore, non uno scrittore.”
Kokone: “Non hai idea dei meta-riferimenti che potrei tirar fuori in questo momento.”
Taggart: “Eh, no, guarda il mio orologio da 10$, ha all’interno un congegno chiamato ‘indicatore di serietà’, quando il Bullscith level supera il 7,07% inizia a suonare l’allarme per cui c’è un alto rischio di cagate potenzialmente dannose per lo show.”
Kokone: “Quanto indica?”
Taggart: “Dopo la tua battuta si è alzato al 6,69%.”
Kokone: “Ah, allora posso parlare liberamente. Stavo dicendo che ho partecipato a un contest di scrittura per non vedenti.”
Taggart: “Ma tu ci vedi benissimo.”
Kokone: “Infatti mi hanno accecato per tutta la durata dell’evento, l’ho detto, tutto questo writing mi sta uccidendo…”
BIP BIP BIP.
Taggart: “Il Bullscith level ha superato il 7,07%, è allerta, per fortuna entrerà in azione a breve.”
Kokone: “E cosa pensa di fare quell’orologio, silenziarmi?”
Taggart: “Qualcosa del genere.”
BOOOOOOOOOOOOOOOOM.
Taggart: “Yeah, sono l’unico commentatore rimasto e il Bullscith level è tornato allo 0%, con me solo serietà e professionalità. Il main event vede contro Aaron Kirk e Vance Cover, cioè l’uomo dietro alla figura di Psycho Roman. Che ne pensi El?”
Kokone: “Zzzzzzzzzzzzzz.”
Taggart: “Ah, già, è stato silenziato, si risveglierà durante la sfida. Allora mi rispondo da solo, penso che sia interessante vedere Vance Cover in azione, sono curioso di vedere se il suo Wrestling Style diverge tanto da quello di Roman.”

Main Event: Aaron Kirk vs Vance Cover [Steel Cage match; win only by pinfall or submission]

La struttura della gabbia è stata offerta tramite vendita telefonica dal Keeper of Inox Steel, il templare George “The Flexy” Masterhoit. Acciaio 18/10, armato di daghe in legno, batteria di dodici pentole. Robe da guerrieri nordici!
La struttura viene calata (e non solo quella), mentre hanno inizio gli ingressi.


Nulla mette a più agio i fans che la voce di Freddie Mercury mentre canta “I Want it all”. Aaron Kirk è la persona che più fra tutti incarna il concetto di ‘voler tutto, volerlo ora’, si è fatto strada senza favoritismi, arrancando dove serviva con l’ostilità di tanti, senza mai diventare ‘amico del cuore’ dei dirigenti, chiunque essi fossero. Il former EWW Champion sale sul quadrato, il suo spirito da scozzese lo porta a urlare per caricare i fans, i suoi Toys che lo accompagnano con un vero tripudio a ogni sfida che lui combatte.


EXIT LIGHT.
ENTER NIGHT.
Il rumore dei fans che battono sulle transenne per seguire la batteria del brano d’ingresso è notevole, l’attesa per l’uomo dietro al personaggio di Psycho Roman pare inaccettabile, tutti vogliono vederlo in azione.
E Vance Cover non si fa attendere! Niente Slut fra le mani, niente espressione sadica, quello che vediamo è un uomo che pare motivato a combattere la sfida che definisce la sua carriera. Si può dire che se dovessimo scegliere a quale dei Roman a cui assomiglia di più, di sicuro ci viene in mente “The Asshole” Psycho Roman ai tempi del suo team con “Mad” Ashton Filligan, ma anche quella descrizione non corrisponde al 100%. Salito sul ring, Cover si appoggia all’angolo, allarga le braccia verso la struttura d’acciaio freddo come il ghiaccio.

I due lottatori raggiungono il ring, dove il capo arbitro Derek Williams dà il via alla sfida. La gabbia è chiusa e non ci può fuggire per vincere, solo schienamento e sottomissione sono validi.

DIN DIN DIN
SI PARTE!

Aaron Kirk sembra voler lasciare all’avversario la prima manovra e Cover si fa valere con una Chop ben assestata, al punto che il former EWW Champion inarca le sopracciglia e pare complimentarsi per il suo colpo, poi è lui a eseguire una Chop. E per Chop è proprio una CHOP! Di quelle che fanno male. Cover può comprendere la differenza fra la sua ‘amatoriale’ e quella di Kirk, da vero campione. Tuttavia, Vance agisce con sagacia, aspetta che l’avversario si avvicini a lui per riservargli un Neckbreaker ben assestato. Questo gli permette di lavorare alla gamba destra dello scozzese usando una Half Boston Crab, di quelle un po’ troppo tecniche se si pensa che il corpo dell’uomo ad eseguirla è il vecchio e caro Psycho Roman, mentre la mente appartiene a Cover, che combatte con un Wrestling Style decisamente diverso. Il lottatore però vuole imitare la sua ‘figura maggiore’ e comincia a colpire Kirk a suon di testate, inizia a darci dentro in maniera migliore di quello che ci saremmo aspettati, ora sì che ci è facile riconoscerlo!
Tuttavia, non si può mettere alle strette Aaron Kirk, che infatti lo afferra per un GERMAN SUPLEX……… VERSO LA CELLA D’ACCIAIO!
Sdeeeeeeeeeng.
Non finisce qui, Aaron blocca la testa dell’avversario in una Sleeper Hold, che poi trasforma in una caduta accompagnata sul ginocchio, il vecchio e caro Knee Drop.
The Humbler si appoggia alla cella per arrampicarsi leggermente e cadere giù con un DOUBLE FOOT STOP di livello assassino ai danni di Cover, che urla per il dolore.

Taggart: “Trovo positiva la prestazione di Vance Cover, ma gli è andata male a dover combattere contro Aaron Kirk.”
Kokone: “È pur sempre Psycho Roman, il corpo è quello, quindi deve solo sfruttarlo a dovere.”
Taggart: “Dovrei dire che tecnicamente è il contrario, Roman è una personalità distorta della mente dell’individuo chiamato Vance Cover.”

Si rumoreggia da oltre le transenne, infatti fa il suo ingresso John Kratos, che afferra una sedia e si accomoda all’esterno del ring per osservare la sfida da vicino. Il Greek Warrior indossa la sua ironica T-Shirt con la scritta “John Sheenan sucks”, una vera hit sui siti di compravendita, tutti la vogliono perché è poetica e veritiera.
Vance Cover si distrae e l’Humbler lo getta contro la gabbia con violenza, gli comprime la testa contro di essa mentre il Greek Warrior sorride, sapendo di aver aggiunto altra tensione alla sfida, vuole vedere se Cover sarà in grado di reggerla.
Nemmeno il tempo di fiatare che anche Sheenan fa il suo ingresso e va a prendere una sedia, sedendosi alla destra di Kratos senza nemmeno guardarlo in faccia. Tutti e due sono lì per Vance Cover, analizzando ogni sua singola mossa.
BRIGHT KICK! Il Big Boot in corsa da parte dell’Humbler. Una manovra micidiale che fa tremare il ring. Il lottatore non perde tempo, a lui non importa nulla della presenza di Kratos e Sheenan, c’è una intera gabbia d’acciaio a tenerlo isolato dal mondo esterno. Mentre Cover cerca di rialzarsi, lui lo aggredisce con una Straight Ankle Lock, puntando a contorcergli la caviglia mentre si diverte a tirarlo indietro, sappiamo tutti che contro Psycho Roman il ruolo di cacciatore e preda si sarebbero invertiti! La stretta è brutale, ma Cover ha un fisico ideale da sfruttare, 255 libbre che lo rendono grande, grosso e schifosamente anormale… e questi sono vantaggi da non sottovalutare.
COVER È LIBERO E SCAGLIA L’AVVERSARIO ALLE CORDE CON UN IRISH WHIP. KIRK RITORNA INDIETRO MA LUI LO ATTERRA….. LOU THESZ PRESS CON PUGNI AL VOLTO A SEGUIRE!!!
Vance Cover prende confidenza, capisce che la presenza dei due lottatori che lo hanno fatto emergere è un’occasione per dimostrare al mondo che lui è l’uomo reale mentre Psycho Roman non è altro che uno spettro della sua mente che lo inibita.

TIGER BOMB!

Ci siamo, Cover va per lo schienamento, Kirk distende le braccia a terra e Derek Williams va al conteggio.

1………..

Il sogno si sta per realizzare.

2………….

Cover sta per ottenere la vittoria che definisce una carriera.

NOOOOOO!
KIRK-OUT con risata annessa, Vance Cover si era illuso che quella fosse la fine, ma ora comprende che l’intero concetto di esistenza è l’illusione di una speranza che mai arriverà (Nihilist Writing).
L’Humbler è carico e connette con un Butterfly Suplex, poi batte i pugni a terra, vuole che il rivale si rialzi e va a connettere con il TIGERPLEX!
Per l’onore di Satoru Sayama e gli altri lottatori iconici che hanno indossato la maschera della tigre, Kirk va a schienare Cover.

ONEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE


TWOOOOOOOOOOOOOOOOOO


Wait for it…


JUST A MOTHER F’N COUNT OF TWO!
Vance Cover reagisce, il suo braccio emerge dal vuoto e simboleggia questa sua lotta per continuare a esistere in un mondo dove lui è un uomo di valore, ma gli altri sono titani.
SUPERKICK DI COVER DAL NULLA! KIRK IMPATTA CONTRO LA GABBIA E SBATTE LA TESTA, VANCE PRENDE LA MIRA……. STINGER SPLASH! Poi la SITTING ROCK BOTTOM, che va a segno.
Manovra devastante accompagnata dal “nooooooo” dei Toys. Kratos e Sheenan osservano in silenzio, non sembrano impressionati, sanno che Vance Cover è capace di questo, sta affrontando Kirk nel main event e combatte per la vittoria.
Derek Williams si prepara in anticipo al conteggio, prima ancora che Cover vada a coprire l’avversario (in inglese sarebbe stata bella da pronunciare).

1……………………………………..


2…………………………………………



3NO! NO WAY, NO WAY OUT OF TEXAS.
Aaron Kirk fa implodere il Reliant Astrodome e tutto il suo pubblico.

Taggart: “Questo sì che è No Way to Escape, non si può uscire dalla cella, bisogna passare attraverso il corpo maciullato del proprio avversario!”
Kokone: “In effetti No Way to Escape è stato uno dei pay per view storici della WBFF Wrestling e stasera è un Bloody Desperation free for all, ma se volete fare donazioni al vostro team di commento preferito sentitevi liberi di farlo.”
Taggart: “Teniamo i nostri soldi in banca e li investiamo per far girare l’economia.”
Kokone: “Cosa può andare storto?”
Taggart & Kokone: “Mwahahahahah, diventeremo ricchi!”

Kirk e Cover si rialzano allo stesso momento, danno vita ad un confronto mano-a-mano, stretta contro stretta che pare uscita straight outta ‘80s! Cover fa pressione, sfrutta il suo peso superiore per aggredire l’avversario con brutalità, lo chiude all’angolo, ma c’è qualcosa che va contro di lui: manca di sadismo, non ha quella foga distruttiva che Roman avrebbe esibito al suo posto.
TELEGRAPH ROAD!
Vertical Suplex Brainbuster da parte dello scozzese, era in difficoltà ma ha contrattaccato con una manovra micidiale. Tuttavia, sollevare Cover l’ha messo in crisi, deve prendere fiato e questo permette a ‘Big’ Vance di far emergere il suo manone gigante sulla gola del rivale.

PSYCHLYSM!!!!!!!!!!
LEGTRAP STUNNER.
99% tecnica e 1% sadica, il contrario di come l’avrebbe connessa Roman.

A SEGNO.

L’arbitro è pronto, Cover non perde tempo e va subito a chiudere su Kirk.


1……………………………………..



2………………………………………



2.9999999999999!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
KIRK-OUT!

NO WAY TO ESCAPE!
Nemmeno stavolta Vance Cover ha la sua soddisfazione, si dispera, pone le mani sui pochi capelli ed esclama “WHY???” Nessuno può rispondere a questa domanda, ma Aaron Kirk si riprende nel migliore dei modi. L’Humbler non perde tempo, ha le ultime risorse in corpo e connette con la KIRK’S BRAND!
GO TO SLEEP!
La manovra è connessa con successo, ma l’Humbler non ha ancora finito, fa tremare la struttura della gabbia con le sue mani, poi infila la testa dell’avversario oltre le corde e gli applica l’HUMBLER.
HIGH ANGLE SHARPSHOOTER, spinge verso la cella, fa in modo che l’avversario provi un senso costante di soffocamento.
Vance Cover discende negli incubi della sua mente, è costretto a cedere.
TAP OUT, TAP OUT!
Sappiamo che Psycho Roman non avrebbe ceduto. Sappiamo che Roman avrebbe sfruttato la sua brutalità e la stipulazione a completo vantaggio. Ma Vance Cover è un uomo, non un mostro, e questo lo ha portato alla disfatta contro Aaron Kirk.
Davanti a Kratos e Sheenan, Cover deve realizzare il suo fallimento nell’assalto a Kirk, ma come l’avrà presa?

Testo nascosto - clicca qui


Taggart: “Che battaglia, che lotta, questi due ci hanno dato dentro per tutta la sfida. Kirk ottiene un’altra vittoria di prestigio.”
Kokone: “La gabbia viene sollevata, non c’è più bisogno di essa.”

Vance Cover vuole rialzarsi, ma le gambe non supportano tale sua volontà e ritorna col sedere per terra. Aaron Kirk ridacchia sotto i baffi mentre esce dal ring, senza degnare d’uno sguardo Kratos e Sheenan.

Cover scuote le corde e vi si appoggia, ritorna in piedi a fatica, un ometto rachitico nel corpo di un gigante. Indica Kratos e Sheenan mentre rivolge le urla senza microfono, talmente acute da giungere ugualmente alle orecchie degli spettatori.

“Cosa siete venuti a fare?!”.

Nessuna risposta.

“Cosa-Siete-Venuti-A-Fare?!?!”.

Kratos tenta di rispondere, ma Cover rotola fuori dal ring e si presenta faccia a faccia col lottatore greco.

“Godi a vedermi debole?! Io non sono Psycho Roman! Psycho Roman è finito! Tra te e me non c’è NIENTE, NIENTE, e allora perché vieni a vedermi perdere? È colpa tua! Sei stato tu!”

Vance Cover si rivolge rabbiosamente anche a Sheenan.

“E tu! Tu che hai seguito questo essere, come ti permetti di assistere a bordo ring a un match di Vance Cover senza pagare il prezzo di un biglietto?! È per questo che ho perso! Per una questione di giustizia, l’ho fatto apposta, sì, apposta!”

Il Greek Warrior si avvicina a Cover, che stava ancora cercando di sbottare contro lui e Sheenan, ma si erge dinnanzi a lui.

"Cosa vuol dire che non sei Psycho Roman? Vuoi forse dirmi che Vance Cover è un ometto patetico che si arrende per aver perso una sfida contro uno fra i lottatori più vincenti della WBFF Wrestling?"

Kratos alza la voce, pare furioso nei confronti del lottatore che ha perso.

"Dovresti gioire perché sei Vance Cover, ovvero un essere umano dotato di sentimenti e morale, a differenza di quel mostro crudele che trae giovamento dal dolore degli altri. Oh, ma per te è una semplice scusa, Vance, significa che puoi mantenere la tua umanità ogni singola volta che respiri perché non sei responsabile di Psycho Roman."

Il Bald Basterd è sempre più carico di collera, raramente lo abbiamo visto perdere il controllo in questo modo, solleva il piede destro e preme a terra come per macellare un pomodoro, ma per fortuna non aveva intenzione di colpire la testa di Cover.

"Il mio rispetto sarà sempre nei confronti di Psycho Roman, lui che è un guerriero al mio livello... no, un guerriero superiore a me, in grado di sconfiggermi in una lotta alla pari. Ma tu, Cover, sei soltanto un intralcio. Ho chiesto a Roman di accettare la sua esistenza, di darti una possibilità e tu la stai sprecando in questo modo. Inizio a pensare che solo l'alternativa sia valida, per quanto brutale e disumana, è la cosa migliore che Roman può fare."

Lo spartano urla addosso a Cover, sempre osservandolo dall'altro.

"Eliminare la tua presenza una volta per tutte, cancellarti, eclissarti, far sparire il nome di Vance Cover dall'universo! Perché se parli così, se ti lamenti per una sconfitta, non sei nemmeno degno di nominare Roman, non sei degno di possedere il suo corpo. Hai combattuto bene e ho tifato per te, ho sperato per tutto il tempo che tu potessi concretizzare e, nel caso di una caduta, di essere grato delle tue qualità. Provo solo furore dentro di me, ma non ti toccherò con un dito, non ti minaccerò, non ti farò proprio nulla, perché tu non mi interessi, Vance."

Il Greek Warrior sputa all'esterno del ring, sembra proprio indicare che Vance Cover non è nemmeno degno di essere umiliato, poi volge il suo sguardo a Sheenan, che ha seguito la scena con un'espressione sadica, ma divertita.

"Grazie Vance, grazie di cuore."

Il Tribal Warrior si pronuncia così, rivolgendosi a Cover. Poi lo raggiunge e fa per sostenerlo, aiutandolo ad ergersi sulle sue gambe ed evitando che rovini nuovamente a terra. Sembra vestire i panni di un fidato alleato, ma nessuno crede nei suoi buoni propositi e lo stesso Vance lo spinge via con una manata, poggiandosi poco dopo all'apron ring.

"Grazie, perché questa sera tu hai dimostrato a John Kratos quanto la sua fosse una causa già persa in partenza. Vedi, in ognuno di noi risiede un mostro. C'è chi, come me, sa accettarlo e ci convive. Chi, come John, conosce quella bestia ma fa di tutto per fuggirne. E chi, come te Vance, non ha neppure la più pallida idea di quanto possa essere brutale quel mostro, perché non sa di ospitarlo in corpo. Sai cosa hai fatto davvero oggi, Vance?"

Voodoo Doll sposta lo sguardo verso il Bald Basterd, poi torna su Cover.

"Hai ridotto le possibilità, hai ridotto il campo di esistenza, mostrandoci che senza quei mostri noi non valiamo nulla. Da questa sera non esiste più nessuna soluzione pacifica, nessun compromesso. Perchè da oggi prenderà avvio un processo che ti porterà a conoscere quel mostro, quel mostro chiamato Psycho Roman. Quel mostro emergerà, quel mostro SARAI TU. E quando accadrà divorerà per sempre Vance Cover, oppure sarà costretto a conviverci generando il caos più totale all'interno di un unico corpo, all'interno del TUO corpo."

Sheenan si avvicina ulteriormente a Vance Cover e lo provoca con uno spintone.

"Più lo soffochi e maggiori saranno i danni quando prenderà il sopravvento. Più lo reprimi e più lui farà di tutto per ucciderti una volta venuto fuori. Liberalo. LIBERALO. Tu sei un perdente. Tu sei un perdente. TU SEI UN PERDENTE!"

Il Tribal Warrior colpisce Cover in faccia con un violentissimo pugno a mano chiusa!

"Tu sei un perdente, e lo è anche John Kratos. Tu sei un fallito, e lo è anche John Kratos. AHAHAH!"

La provocazione è duplice, è palese che Sheenan stia provando a far emergere anche il mostro che risiede in John Kratos. Riusciranno i due a mantenere i nervi saldi? Potrebbe accontentarsi semplicemente di esasperare soltanto uno di loro, basterebbe, è sufficiente che emerga una sola bestia in fin dei conti. Se Psycho Roman tornasse indietro, John Kratos porrebbe fine al proprio dubbio esistenziale e sarebbe costretto ad ascoltare il proprio istinto. Se fosse invece il Bald Basterd a trasformarsi, ciò dimostrerebbe a Cover che i mostri esistono veramente e che potrebbe essercene uno proprio dentro di lui. Tuttavia ciò non basta al Voodoo Doll, vuole di più, vuole l'inferno.

"Il ventre del mondo vi ha vomitati come perdenti, ma siete ancora in tempo per ritrovare voi stessi e tramutarvi in creature capaci di fare la differenza. Potete illudervi di avere una reale possibilità di scelta, ma dovete sapere che quelle possibilità portano tutte verso il regno del Caos. Morite ora, o morirete per mano mia. Accadrà comunque, rassegnatevi."

Le luci si spengono.

Poi vengono riaccese e dei tre lottatori non vi è più alcuna traccia. Dove sono finiti Sheenan, Kratos e Cover?

Camera fades.

WBFF...BLOOD IS THE KEY
CREDITS:
Wordlife85 (Assemblaggio + KoF Match + 1st Steel Cage)
Cith (Main Event)
Hammer (1st 3vs3)
Kirk (2nd 3vs3)
Utenti (Promo)
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