Kratos rivela quando si ritirerà dal Wrestling

Il Greek Warrior si è reso disponibile ad un'intervista sul Chicago Wrestling Journal, dove ha risposto a molte domande, comprese alcune sul piano personale in maniera Off Work.
Riportiamo i passi salienti.

"Abbandonato dal padre, ho perso mio fratello. Forse, è il vuoto dentro di me che li ha riportati 'vivi' a livello di storia, tuttavia per perderli di nuovo. Non so come faccio a concepire certe idee, dovrei odiarmi per questo!" (ride)

"Il background del personaggio nasce dal mio desiderio di trattare tematiche sociali. Sono cresciuto vedendo film psicologici sulle conseguenze della guerra in Vietnam nei veterani, Rambo, che può sembrare un normale film d'azione, tratta bene questo tema. Il progetto Olimpo dietro al mio personaggio non è poi così diverso dall'MK-Ultra degli anni '60. Si tratta sempre e comunque del bisogno di creare un supersoldato impartendogli uno scopo, facendolo sentire superiore agli altri. Rifletteteci!"

"Vedo Jack Leone con i suoi 51 anni e gli dico 'ma non ti passa mai per la testa l'idea di ritirarti sul serio?' E lui mi risponde 'ogni singolo giorno tranne nei weekend!' Quello che voglio dire è che nel Wrestling bisogna porsi dei limiti. Io conosco i miei perfin troppo bene. Volete una data del mio ritiro? Nel 2017 fra maggio e dicembre, quando avrò superato i 40 anni, ma prima di farne 41."

"Mi aspetto un ultimo grande evento in cui ritirarmi, una sfida finale a cui sottoporre il Greek Warrior che c'è in me. Non so ancora dove chiuderò la mia carriera, come ho già detto ci sono ancora due anni e mi tratterò con lo stesso ritmo di sempre, distruggendomi sul ring."

"Ho variato il mio stile di lotta. Fra un infortunio e l'altro è il corpo a chiedere cambiamenti. Una volta potevo tranquillamente subire Sick Bump una volta al mese, non mi importava, adesso apprezzo qualche sfida sul piano tecnico, mi diverto di più fra Kratos Stretch e Holy Bridge, specialmente perché il dolore degli avversari non è simulato." (ride)

"Ogni tanto penso alla mia carriera, a volte mi sento in un loop infinito. Canzano, Roman, Sheenan, McFarry, alla fine dei conti torno sempre dagli stessi avversari, sono quelle persone che riescono in continuazione a far avanzare la 'storia' del mio personaggio. Quello che ho fatto con Malcolm Clark e Michael McFarry nel 2015 è stato folle, ci vuole coraggio a sottoporsi a storie del genere e non c'è un singolo giorno in cui me ne sia pentito." (ride)

"Sono un privilegiato, so esattamente dove sarò a WBFF Maniacs VIII, so contro chi sarò e perché lo farò. L'unica cosa che posso dirvi è che tratterò sempre questo evento come un oggetto di culto. Per me Maniacs è il massimo orgoglio per un wrestler della WBFF Wrestling, qualcosa in cui gridare al mondo di esserne parte. Io ci arriverò con un ruolo preciso e mi gasa saperlo a due mesi di distanza!"

Credit: Chicago Wrestling Journal