Sono già stato in prigione e non ho paura di tornarci, perchè sò cosa aspettarmi.
Da solo per settimane, mesi ed anni, attorno solo nemici, con la perenne sensazione che Escobar avrebbe pututo aiutarmi anzichè dimenticarsi di me in quell’inferno mentre si sbatteva a due a due tutte le puttane di Cuba. A distanza di anni, credo che rifarebbe la stessa cosa.
Buon per lui, non sono certo tipo che serba rancore.
Quel che non capisco e che mai capirò, è il senso della prigione.
Quei geni prendono una tigre selvaggia, la metteno in una gabbia più piccola di lei, gli danno da mangiare tanto quanto basta per ridurla pelle ed ossa e poi, quando la liberano anni ed anni più tardi, pretendono che questa sia docile come un gattino.
Come si fà ad essere così stupidi?
Sono stato dentro una cella per otto anni, otto anni in cui non ho mai fatto casino, non ho mai tentato di evadere, otto anni in cui i miei occhi sono diventati spenti, forse è per questo che pensavano fossi cambiato.
La realtà è che dietro quel velo io non facevo altro che sognare mille e mille cose che avrei potuto fare una volta libero, peccato che i miei sogni non fossero proprio...normali.
Al posto di spiagge bianche e donne in topless io sognavo edifici in fiamme e persone coperte di sangue.
Sognavo di andare dal mio vicino di cella che non faceva altro che urlare per stringergli la gola finchè finalmente sarebbe tornato il silenzio, sognavo di girare la testa alla guardia che faceva la ronda la notte così, guardadola, avrei visto al sua nuca anzichè il suo sorriso strafottente. Ed infine sognavo di prendere quei porci che mi avevano sbattuto dentro, di chiuderli nella mia cella e di dare fuoco all’edificio, ma anche di restare abbastanza vicino così da poter sentire l’odore del grasso che bruciava.
Una tigre in gabbia non diventa più docile, semplicemente accumula tutto ciò che non ha potuto fare per poi esplodere una volta libera...o almeno credo che sia così...
In effetti io non ho mai sognato una vita fatta di lunghe giornate passate a sorseggiare cocktail in riva al mare, ed anche prima di andare in gabbia non ero proprio uno stinco di santo.
Forse è stata la prigione a rendermi quello che sono adesso.
Forse la prigione ha solo esasperato la mia follia violenta.
O forse la prigione non ha fatto un cazzo, ed io sono sempre stato quello che sono adesso.
Forse...forse...credo di non ricordare più con certezza quale sia la verità, dopotutto colpi in testa, alcool e LSD non sono proprio una buona cura per il cervello e la memoria.
Forse...forse non sò cosa ero e non sò cosa mi ha fatto stare in una cella per 8 anni, ammesso che mi abbia fatto realmente qualcosa, ma sò cosa sono adesso e sò cosa farò adesso quando sarò nella vostra prigione da avanspettacolo.
Io sono il Diavolo e verrò per fare il lavoro del Diavolo.*
*Citazione modificata detta da Otis in “The Devil’s Rejects” (la Casa del Diavolo) a sua volta citazione di una frase detta da un membro della Manson Family