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Groenlandia. [Spot Stivi x The Last War]

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    stivi handler
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    Stivi / Canzano
    00 17/03/2007 18:25
    Groenlandia.

    [Riassunto degli spot precedenti: Stivi, dopo essere stato soccorso nel suo tentativo di suicidio e successivamente curato, scopre che il suo salvatore in realtà è un uomo del suo acerrimo nemico Hugh Perenzio, che lo incatena nella cantina della casa; ma la scoperta più sconvolgente di Stivi è che sua sorella Melody è ancora viva, e per di più non solo lavora ancora per Perenzio, ma ne è pure la sua amante. Stivi riesce però a lberarsi e, dopo aver ammazzato l’uomo di Perenzio, decide di scappare, perchè si sente braccato.]

    15. Haven.

    Stivi guarda fuori dalla finestra... Aldilà del vetro, una distesa di neve si estende bianca e rilucente... Privo di vegetazione: un paesaggio quasi lunare...

    “La tua storia è pazzesca,” pronuncia Hain, accendendo la sua pipa. La cassa della pipa sbuffa, impaziente recipiente di tabacco.

    “Pazzesca quanto vera,” gli risponde di rimando Stivi.

    Ho scelto la Groenlandia per la mia fuga, pensa, guardando fuori. Ho optato per l’austerità, il gelo, la semplicità. L’austerità è ciò che caratterizza la mia vita da anni: negli affetti prima ancora che nelle finanze. Il gelo non è un problema: è dentro che ho freddo. La semplicità è indispensabile. Semplicità nel ragionare, per covare la mia vendetta.

    “Reanna starà preparando qualche suo manicaretto, per cena.”

    “Reanna è un’ottima cuoca, Hain.”

    Guarda fuori dalla finestra, puntando lo sguardo lontano, dove un fantasma di taiga si riesce a scorgere a malapena. Osserva famelico, come in cerca di uno spunto. Poi, improvvisa, si forma nella sua mene un’idea insana. Dovrebbe sfuggirla, abbandonare quella semplicità del ragionare appena dichiarata come indispensabile, ma la sua mente è troppo svelta e superficiale per correggere quello scarno disegno folle che gli si sta formando nei pensieri.

    “Ci sono orsi, qua attorno?”

    “Orsi bruni?” chiede Hain, soffiando fumo dalle labbra serrate. “Sì, sempre meno, ma ci sono. Comunque posso tranquillizzarti. Raramente si spingono fino agli insediamenti umani. Non si avvicinano alle case. Sono anni che non si sente parlare di aggressioni di orsi agli uomini.”

    Non è quello che gli interessa sapere. Quel pensiero folle non necessita di quelle informazioni. Ha bisogno di capire ben altro. La sua visione d’insieme, per quanto limitata, ha bisogno di ben altra delucidazione.

    “Sono pericolosi?” chiede, staccandosi dalla finestra.

    “Uhm... Di norma no, risultano mansueti. Attaccano solo se si sentono minacciati. Io però eviterei di trovarmi a meno di un paio di centinaia di metri da quei bestioni.”

    Ecco l’informazione che gli interessava. “Attaccano solo se si sentono minacciati”: quanto di meglio poteva sentir pronunciare da quell’uomo. Si siede sulla poltrona del soggiorno, si rolla una sigaretta, quindi l’accende.

    “Sono uno sconosciuto, per te... per voi,” sentenzia, guardando Hain con occhi che paiono chiedere di essere contraddetto.

    “Dopo quasi una settimana che abiti qui? Non più.”

    Stivi sorride amaro. “Sì, d’accordo, ma... Perché, Hain? Io ti piombo qui in casa, chiedo ospitalità e tu e Reanna non battete ciglio, mi fate entrare, mi ospitate... mi date ogni comfort di cui ho bisogno... e non chiedete nulla in cambio. Scusa la diffidenza, ma...”

    “Quell’esperienza del sequestro ti ha segnato, vero?” chiede Hain. La pipa che emette fumo sembra viva nelle sue mani.

    “Alquanto,” ammette.

    “Ti rassicuro, Stivi. Non sono un uomo di Hugh Parenzio...”

    “Perenzio.”

    Hain annuisce, ammettendo il suo errore. “Comunque... qui non siamo in città, Stivi. Qui la diffidenza non ci prende affatto. Che pericoli corriamo? Haven è una cittadina di poche decine di anime, dedite all’ospitalità.”

    “Haven... Uno strano nome.”

    Hain si guarda un momento le mani, con aria triste. “Una volta si chiamava Heaven, paradiso. Poi sono successe delle cose... diciamo spiacevoli.”

    “Che genere di cose?”

    “Ne parleremo un’altra volta,” propone Hain, alzandosi e svuotando la cassa della pipa dalla cenere di tabacco. “Credo che ormai sia pronta la cena. Ti guasterei l’appetito, e sarebbe un offesa nei confronti di mia moglie.”

    Stivi sorride all’uomo, guardandolo uscire e dirigersi in sala pranzo (niente più che una umile cucina). Finisce la sua sigaretta, la spegne nel posacenere di vetro, quindi si alza e guarda ancora una volta fuori della finestra. Pensa agli orsi.


    16. Storie di Haven.

    Cosa racconterebbe Hain a Stivi se solo ne avesse la possibilità? Quali storie hanno indotto gli abitanti della cittadina a smettere di chiamarla Paradiso?

    Alla fine degli anni Settanta, il cartello d’ingresso del borgo (non è mai stato più di questo) segnalava ancora: “Heaven, 78 abitanti”. Nella cittadina vigeva un ferreo rifiuto di ogni logica capitalistica, vivendo nell’autarchia e essendo istituita la pratica del baratto. Chi era fabbro, faceva lavori in cambio di generi alimentari. E quelli che si occupavano dei generi di prima necesità, si facevano aiutare da altri nelle riparazioni, in oggetti di uso comune e tutto quello che la praticità quotidiana richiedeva. Le strade e le case erano state costruite da tutti i cittadini, che si aiutavano l’un l’altro. Non esisteva nemmeno un apparato politico centrale: un’assemblea plenaria di Heaven decideva cosa si necessitava in un dato lasso di tempo e tutti collaboravano all’obiettivo. Poi avvennero dei fatti spiacevoli.

    Pericl Hanoover ammazzò Regal Winger.
    Ratford (detto “Rat”, per l’iniziale del suo cognome) sterminò la famiglia Geenspord.
    Claude Ravelline, il boscaiolo, massacrò a colpi d’ascia tutti i suoi colleghi di lavoro.
    Jeanie Povensquine (unica donna in questa lista nera) diede fuoco alla Casa dei Giochi, mai più ricostruita, causando la morte di sedici bambini in età scolare.
    Petr Winger ammazzò Pericl Hanoover e sua moglie per vendicare l’assassinio del padre.

    Tutto questo avvenne tra il maggio del 1978 e l’aprile del 1980. Per una cittadina che non aveva mai assistito a casi di cronaca nera, quegli eventi determinarono un forte shock a tutta la popolazione, tanto che vennero chiamati “Gli Omicidi del Paradiso”. L’assemblea plenaria di Heaven decise di comune accordo che il borgo non era più il paradiso che era stato, cambiando il nome originario in Haven, un po’ per distaccarsi da quanto accaduto e un po’ per non dimenticare.

    Tra la fine del 1979 e l’inizio del 1980, alcuni visionari cominciarono a diffondere la voce che ad Heaven aleggiasse l’influenza dello spirito di un potente demone. A seconda di chi parlava, il nome di tale demone cambiava: Rhyag, Vanth il Nero, Crokykaz, perfino Cthulhu apparve nella lista. La popolazione cominciò a crederci, e dall’agosto del 1980 nacque il culto di Vanth il Nero, evidentemente il demone più credibile fra tutti: mezza dozzina di ragazze nubili e vergini vennero sacrificate con riti crudeli e truculenti, atti ad ingraziarsi la benevolenza del demone e ad evitare nuovi assassini.

    Tutti questi predicatori, nonchè i sedicenti sacerdoti del culto di Vanth il Nero, come ovvio si sbagliavano. Gli omicidi conitnuarono, con cadenza impressionante. Haven rischiava di sparire sotto i colpi di morti violente. Poi venne la comprensione...

    Capirono.
    Il denaro.
    Ecco l’unico demone.

    Il denaro era stato introdotto ad Heaven (che ancora poteva chiamarsi così) il 9 febbraio del 1978. L’assemblea plenaria ascoltò, dandone credito, il discorso fatto da Alphons Vergerat, che disse che la società era talmente matura che l’introduzione del Heaven’s Dollar (il Dollaro del Paradiso) non avrebbe corrotto nessuno. Fu un errore tragico.

    Pericl Hannover aveva ammazzato Regal Winger perchè si era indebitato con lui.
    Ratford (che si occupava di far nascere i bambini) aveva sterminato la famiglia Geenspord perchè avevano ritardato il pagamento dei suoi servigi per la nascita del loro terzo genero.
    Claude Ravelline aveva massacrato i colleghi perchè guadagnavano più di lui (ma forse la cosa non era nemmeno del tutto vera).
    Jeanie Povensquine aveva dato fuoco alla Casa dei Giochi perchè non sopportava la vergogna di non poter pagare la retta per iscrivere le sue due bambine.

    Nel gennaio del 1981 venne presa la decisione di abolire il Dollaro del Paradiso (che, a differenza di Haven, non aveva mutato il suo nome). Alphons Vergerat, suo inventore, venne cacciato con l’accusa di “corruzione delle sensibilità degli abitanti”. Gli omicidi cessarono, ma haven non tornò mai più al suo vecchio nome.

    Tutto questo, però, Hain non avrà mai modo di raccontarlo a Stivi.


    17. Allenamento fra i ghiacci.


    “Vado a fare un giro, forse torno per cena.”

    Questo ha detto Stivi prendendo la sua sacca e inoltrandosi là dove la vegetazione ed il paesaggio si facevano più inospitali. Hain ha risposto alzando un sopracciglio e dicendogli di stare attento. Niente più.

    Stare attento a cosa? pensa Stivi ora che è giunto al suo obiettivo. Agli orsi?

    Gli orsi sono il suo obiettivo. Pensava di trovarne uno in fretta, ma non è stato così: ha dovuto vagare fino al pomeriggio per riuscire ad incontrare un esemplare robusto, che fosse adatta al suo scopo. Ora, mentre un tramonto stanco si staglia al limitare del campo visivo, ecco che si trova di fronte a questo ammasso di grasso, muscoli, pelliccia... ma soprattutto artigli e denti accuminati. Ballonzola vicino a lui, ma non sembra dargli peso. Come ha detto Hain, se non si sentono minacciati, questi energumeni pelosi non attaccano l’uomo.

    Bene, devo solo irritarlo. Fare qualcosa per la quale si senta minacciato.

    È venuto fin quaggiù con un solo pensiero in testa: allenarsi, modellare il fisico, costruire la sua forza in vista del confronto finale con Hugh Perenzio. Il bastardo lo avrebbe trovato forte e resistente e implacabile. Un uomo d’acciaio, in tutto e per tutto.

    Stivi afferra una pesante pietra e la scaglia contro il muso dell’orso. L’animale si gira verso di lui, la sua espressione è tutt’altro che rassicurante: i denti scoperti in un ghigno, gli occhi ricolmi di furia. Ma non è ancora abbastanza: una seconda pietra raggiunge il mammifero vicino alla bocca. Ed ecco che l’animale si erge in piedi e attacca Stivi: un ugniata al fianco sinistro e un’altra ala spalla destra. Con i denti azzanna la nuca del ragazzo, facendone uscire sangue scuro e caldo. Stivi lo sente scorrere lungo il collo, caldo ed appicicoso.

    Non devo cadere, si ripete. Tutto, ma non cadere.

    Preme sulla gamba destra, e con le braccia certa di tenere lontane le fauci dell’animale. Ma l’orso reagisce con un’unghiata al volto che sfiora per poco gli occhi. Il sangue scende ad imbrattare il volto del ragazzo, che non riesce più a fare affidamento sulle proprie forze e cade all’indietro. L’orso lo afferra con i denti al braccio destro, lo solleva e lo getta un metro più in là, facendolo cadere contro il duro suolo gelato. Quindi si avvicina per un nuovo attacco, quello letale. Un semicosciente Stivi guarda l’animale avvicinarsi dietro una tendina di lacrime e sangue.

    Qualcuno lo fermi. Qualcuno lo fermi o sarà la fine.

    Quasi che un qualche dio fosse in ascolto, giunge un colpo di fucile a spaventare l’orso, che fugge via, verso quell’abbozzo di foresta che avvolge la penisola. L’uomo che ha sparato si avvicina a Stivi; il quale lo guarda e nota subito il suo aspetto trasandato, e la sua età apparantemente avanzata.

    “Tutto bene, ragazzo?”

    Con le ultime forze, Stivi bofonchia: “La forza degli animali...”

    L’uomo si carica Stivi sulle spalle, dimostrando una forza straordinaria per una persona della sua età, e lo porta via, lasciandolo blaterare.

    “La straordinaria forza degli animali...”

    Quindi Stivi sviene.


    18. Nessuna alternativa.


    Stivi si risveglia adagito su di un letto. È più una branda che un letto vero e proprio. Stivi cerca di mettersi a sedere, ma il dolore lo travolge. È una bella sensazione, ma il suo fisico non sa reggerla fino la punto di aiutarlo a rialzarsi, godendo ogni istante dell’agonia. Il suo istinto di autoconservazione (che da qualche parte rimane ancora intatto, e si fa sentire nelle occasioni più opportune) lo obbliga a desistere.

    L’uomo che lo ha salvato entra nella stanza. Un po’ di luce entra dall’esterno e Stivi si accorge di aver trovato ricovero in una baracca. La rivelazione acuisce il suo senso del freddo e comincia a termare.

    “Ti prendo un’altra coperta,” gli dice l’uomo, coprendolo con un pezzo di pesante lana mal intrecciata. Almeno però reca sollievoi contro il freddo.

    “Dove sono... Non è Haven, vero?”

    L’uomo sputa per terra, disgustato. “Non è Haven.”

    “Lo dici con digusto...”

    “Ho le mie ragioni. Ma non mi chiedere quali. Errori di gioventù che si pagano, sappi soltanto questo. Deve bastarti.”

    “Come ti chiami?”

    “Alphons...”

    “Alphons... e poi?”

    “Alphons Vergerat.”

    Vorrebbe chiedere altre cose a quell’uomo, o forse solo ringraziarlo per averlo salvato, ma il vuoto lo coglie, lasciandolo nell’incoscienza.

    Quando si risveglia, sente che di potercela far ad alzarsi. Il dolore è immenso ma lui lo tramuta improvvisamente in piacere e si sente rigenerato. Le ferite rimediate nello scontro con l’orso non gli impediscono i movimenti più elementari. Appena messosi in piedi, vede la porta della baracca spalancata. Un vento gelido entra dall’uscio, così Stivi si appresta per chiuderla. Ma quando sta per farlo, vede l’uomo che lo ha salvato fuori della porta, guardando all’orizzonte con uno sguardo sorpreso.

    “Alphons...”

    L’uomo si gira, il suo sguardo comunica uno stato di shock.

    “Che succede, Alphons?”

    L’unica cosa che Vergerat riesce a fare è puntare un dito verso l’orizzonte e dire: “Là...”

    Stivi osserva una colonna di fumo piuttosto imponente alzarsi verso il cielo. Un incendio di proporzioni immane dev’essersi scatenato in quella zona. Forse Alphon è sotto shock perchè teme che le fiamme possano raggiungere la sua baracca, o forse...

    “Cosa c’è là, Alphons?”

    Alphons non risponde.

    Allora Stivi lo scuote gridando di nuovo la sua domanda.

    “Haven... Haven sta bruciando...” è la risposta che ottiene.

    Stivi abbandona Alphons al suo delirio e si mette a correre verso le volute di fumo. Il dolore è immenso, ma ancora una volta lo tramuta in piacere e ne ricava l’energia necessaria per raggiungere la cittadina. La strada è più lunga di quanto credesse. Il fiato gli muore nei polmoni e le ferite, ricucite sotto le bende, cominciano a riaprirsi, specialmente quelle al fianco, alla spalla e al braccio. Ma nonostante l’agonia, Stivi riesce a raggiungere la cittadina.

    Di Haven non rimane più nulla. Un incendio incredibile ha raso al suolo ogni singola casa, distrutto la chiesa, disintegrato le scuole. Pure la piccola clinica non esiste più. Della casa di Hain e Reanna rimangono solo pareti annerite. Stivi si getta all’interno delle macerie e comincia a gridare il nome del suo ospite. La speranza di trovarlo è ridotta al lumicino, eppure... eppure lo trova, sotto un cumulo di pietre e travi in legno, annerito dal fuoco. Stivi lo libera e lo gira sulla schiena. È in agonia ma ancora vivo e cosciente.

    “Stivi...”

    “Hain, non parlare...”

    Ma l’uomo insiste. “Ascolta... Io devo... Tu... devi sapere...”

    “Sapere cosa?”

    “Sono... sono stati qui, Stivi... Ti cercavano... Noi gli abbiamo... cough cough... gli abbiamo detto... che te n’eri andato da due giorni... Ma non... cough cough... non c’hanno creduto... e hanno dato fuoco a tutto... a tutto il paese...casa per casa... Credo siano... siano tutti morti, Stivi...”

    “Chi è stato?”

    “Par... Parenz...”

    Hain spira mentre sta per dire Parenzio, sua versione personale di Perenzio. Stivi gli abbassa le palpebre fra le lacrime.

    Gli uomini di Perenzio sono stati qui.
    Li hanni uccisi tutti.
    Cercavano me!

    Stivi si alza, guarda la distruzione attorno a sè.

    Non ho scelta ora.
    Nessuna alternativa.
    Lo scontro finale si avvicina, Hugh.
    Quello che devo fare.
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    the legend killer of raw
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    00 17/03/2007 18:52
    ok non ho speranze di diventare ds champ [SM=g27828]
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    stivi handler
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    00 17/03/2007 18:56
    Re:

    Scritto da: the legend killer of raw 17/03/2007 18.52
    ok non ho speranze di diventare ds champ [SM=g27828]



    Non dire stupidaggini e spotta, che sei bravo!
    Come stai messo co il writing del match. Altrimenti lo faccio io, non voglio ritardi stavolta.
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    Perenzio/Parenzio rulleggia [SM=x1183768] [SM=x1183766]
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    00 21/03/2007 17:57
    Perenzio è il miglior cattivo nella storia degli spot. [SM=x1183764]
    Altro che Borden, il nemico di Rob Market! Questo è ancora peggio. Devo ammettere che Stivi mi ha stupito con questa storia ed ora mi aspetto una bella introspettiva su Perenzio, voglio sapere perché è diventato così e perché ce l'ha a morte con Stivi tanto da fregargli la sorella.
    Questa storia mi sta prendendo un casino, bravissimo.
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    00 22/03/2007 01:01
    Re:

    Scritto da: cell in the hell 21/03/2007 17.57
    Perenzio è il miglior cattivo nella storia degli spot. [SM=x1183764]
    Altro che Borden, il nemico di Rob Market! Questo è ancora peggio. Devo ammettere che Stivi mi ha stupito con questa storia ed ora mi aspetto una bella introspettiva su Perenzio, voglio sapere perché è diventato così e perché ce l'ha a morte con Stivi tanto da fregargli la sorella.
    Questa storia mi sta prendendo un casino, bravissimo.



    Beh, l'ultimo capitolo della storia (maggio 2007, anticipo a tutti) avrà un breve retroscena di Hugh Perenzio. Qualcosa di più su di lui si saprà... E nel prossimo spot... colpo di scena!
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    00 22/03/2007 01:04
    Re:

    Scritto da: the legend killer of raw 17/03/2007 18.52
    ok non ho speranze di diventare ds champ [SM=g27828]

    Ovvio che no, sei na pippa..
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    00 22/03/2007 14:38
    Re: Re:

    Scritto da: White croW 22/03/2007 1.04
    Ovvio che no, sei na pippa..



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    Vanth = Vahanel , Vheenel . Da buon appasionato di occultismo ti devo dire che il pezzo mi è piaciuto bravo stivi sono un tuo accanito ammiratore .
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    Re: Re:

    Scritto da: White croW 22/03/2007 1.04
    Ovvio che no, sei na pippa..



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    Re: Re:

    Scritto da: White croW 22/03/2007 1.04
    Ovvio che no, sei na pippa..


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    00 22/03/2007 21:50
    Ok Stivi è ufficiale la cintura torna da te. [SM=x1183771]
    Stavolta non ho scampo, questo è un capolavoro di spot... cazzo!!!!!!
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    Re:

    Scritto da: fat Shark 22/03/2007 14.39
    Vanth = Vahanel , Vheenel . Da buon appasionato di occultismo ti devo dire che il pezzo mi è piaciuto bravo stivi sono un tuo accanito ammiratore .



    Mamma mia, qua c'è un esperto di occultismo! [SM=x1183789]
    Grazie, sharky!!!
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    Re:

    Scritto da: =Marco89= 22/03/2007 21.50
    Ok Stivi è ufficiale la cintura torna da te. [SM=x1183771]
    Stavolta non ho scampo, questo è un capolavoro di spot... cazzo!!!!!!



    Ma c'è il titolo di DS in palio a questo PPV? [SM=g27831]
    Non siete nel match a squadre?
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    Re:

    Scritto da: =Marco89= 22/03/2007 21.50
    Ok Stivi è ufficiale la cintura torna da te. [SM=x1183771]
    Stavolta non ho scampo, questo è un capolavoro di spot... cazzo!!!!!!



    Torna al legittimo proprietario, giustamente... [SM=g27828]
    Scherzi a parte, giochiamocela, e poi vediamo chi è il più bravo (tanto lo so che, comunque vada, avrò ancora a che fare con Harrison)! [SM=g27811]

    Dio, questa attesa mi ucciderà. Se qualcuno vuole salva la mia vita, spoileri spoileri SPOILERI!!!

    (Scherzo: se qualcuno spoilera qualcosa di quella splendida contesa che è il Torneo Cibernetico, lo faccio rimpiangere di essere venuto al mondo! [SM=g27826] )
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