00 10/07/2015 20:52
Parte "War is coming" dei Six Feet Under, vengono sparati dei pyros in schiera sullo stage, che producono un baccano pazzesco. Poi dopo la raffica di fuochi rimane soltanto una nube di fumo molto densa, dalla quale emerge dopo qualche secondo la figura di Völkermord. Il Berliner Annihilator cammina verso il ring ondeggiando di spalle e mantenendo tutti i muscoli del suo corpo in tensione. Tra i vari banner sollevati dagli spettatori ne viene inquadrato uno in particolare, che riporta il disegno di una croce e la scritta: "Thank you Boss, we will remember you".

Unsterblich si fa passare un microfono e si porta al centro del quadrato.

Völkermord: "Michael McFarry, nelle ultime settimane hai iniziato ad evitarmi, come se io fossi portatore di una malattia contagiosa. Non ho idea di cosa ti sia passato per la testa, può darsi che tu mi abbia tenuto lontano da te e dalla tua Crew perchè non volevi che venissi a conoscenza delle strategie che probabilmente hai architettato per uscire indenne dalla nostra sfida. Oppure perchè ti sei concentrato così tanto nei tuoi allenamenti da non aver avuto tempo per dedicarti al business, magari la scorsa settimana non hai avuto bisogno della mia scorta proprio per questo, perchè non eri neppure presente all'interno di quell'arena. Il grande momento è arrivato, tra poco saremo solo io e te su questo ring, ma prima di allora voglio metterti a conoscenza di quale sia il mio punto di vista, quello secondo cui stai compiendo un grosso errore di valutazione"

Il bestione tedesco si rivolge verso lo stage, parlando come se avesse davanti il WBFF Owner.

Völkermord: "Saremo avversari, ma non tutti gli avversari sono dei NEMICI. Io e te siamo ancora dalla stessa parte, Michael. Sarà il match più duro della tua vita, ma sarà anche un match costruttivo. Per cominciare, non sono l'unico ad aver bisogno di tenersi in forma e di familiarizzare con l'atmosfera rovente di eventi come questo Extreme Desperation WBFF 10th Anniversary. The Last War è alle porte, dobbiamo arrivare ai War Games con la forma e la preparazione migliori. E non si tratta soltanto di un allenamento, abbiamo la concreta possibilità di mostrare a queste formiche che ci circondano che SAREMO NOI a vincere, che non esistono atleti in grado di eguagliare le nostre prestazioni. Possiamo farli tremare, perchè dopo averci visti l'uno contro l'altro inizieranno a farsi qualche domanda, e la prima sicuramente sarà... E' davvero una buona idea candidare un team per i War Games? E poi ne seguiranno altre come... Riusciremo a sopravvivere a The Last War o la McFarry's Crew ci farà a pezzi e poi utilizzerà le nostre ossa per giocare a Shangai nel tempo libero?"

Il tedesco si concede una pausa e compie uno stretch alle corde, poi riprende la parola.

Völkermord: "Se hai davvero pensato a qualche trucco da utilizzare contro di me, l'ennesimo... Fai la scelta giusta, mettilo da parte e pensa solo a lottare. Mentre per molti lottatori di questo business questo evento sarà la conclusione di un lungo percorso, per noi sarà solo l'inizio del dominio che fonderemo sul MASSACRO! Sono la tua macchina da guerra? Oggi hai finalmente la possibilità di testare questa macchina, il test migliore del mondo perchè la proverai sulla tua pelle, valutandone da vicino l'efficacia. Conoscerai i tuoi mezzi e le tue possibilità di trionfo ai War Games, le NOSTRE concrete possibilità di trionfo"

Il colosso berlinese inizia a sorridere poggiando l'indice della mano libera in diverse zone del suo corpo, sull'addome e sui pettorali senza un criterio logico.

Völkermord: "Ma occhio a quale pulsante premi, dopo il comando AIM devi sparire dal ring il più velocemente possibile, perchè se sarai ancora su questo quadrato nel momento in cui partirà l'esecuzione FIRE... A The Last War... Potresti anche non arrivarci"

Völkermord forse si sta concedendo più del dovuto, non riesce a fare a meno della sua arroganza e di quella totale sicurezza nei suoi mezzi. Poi, nonostante poco fa abbia definito gli spettatori come formiche, il pubblico da vita ad un coro inaspettato.

Crowd: "WAR MACHINE! WAR MACHINE! WAR MACHINE!"

L'atleta tedesco si guarda intorno, è evidente che sia rimasto completamente spiazzato, non sapendo bene come reagire si limita ad abbozzare un sorriso compiaciuto.

"Ne sei così sicuro?"

Il titantron si accende, la voce è quella del WBFF Owner, Michael McFarry. Il Chairman irlandese si trova nello spogliatoio, già pronto con il suo ring-attire.

Völkermord: "Di che parli, boss?"

McFarry: "Del fatto che, a tuo avviso, potrei batterti solo se ricorressi a chissà quale diavoleria o stratagemma. Ne sei così sicuro?"

Völkermord: "Non l'ho mai detto, ho posto la questione in altri termini"

McFarry: "Ma l'hai pensato, o non è così?"

Stavolta il tedesco non risponde.

McFarry: "Bene, questa sera ti stupirò. Conterò soltanto sulle mie forze, ok? Che tu ci creda o no, disputeremo un match regolare dall'inizio alla fine"

Il Berliner Annihilator annuisce senza troppa convinzione.

McFarry: "Conosco i tuoi propositi, so benissimo che non te ne frega un cazzo della mia Crew, è inutile continuare a spendere belle parole a cui non crede più nessuno. Concentrati sul match piuttosto, come ho già fatto io, o presto arriverà il momento in cui rivelerò a tutti che hai..."

Völkermord sgrana gli occhi, è visibilmente preoccupato. Ma McFarry gli ha solo giocato uno scherzo di pessimo gusto, ha interrotto la frase al momento giusto, evitando di sfociare in particolari estremamente compromettenti.

McFarry: "Toh, il tasto che spegne la War Machine"

Il titantron si spegne, Völkermord continua a fissare quella schermata ormai completamente nera, serrando i pugni e facendo comparire un grugno sul suo viso.

Camera fades.

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Il cielo è scuro e c'è un lontano rumore di macchine che sfrecciano lungo una statale scarsamente illuminata, due uomini camminano l'uno al fianco dell'altro abbracciati dal calore di una notte estiva. Stanno camminando in direzione della nostra telecamera che rimane fissa, immobile.
Intorno a loro qualche passante solitario, ma è ben chiaro che l'obiettivo abbia occhi solo per quei due.
Dopo qualche secondo le due sagome sono abbastanza vicine da offrirci degli identikit. Da disegnarsi secondo lineamenti ben definiti e riconoscibili. Sono Robert Dumas e Felix Owens. I prossimi sfidanti ai titoli di coppia. Il Mr.Unhappy Ending si ferma a pochi centimetri dalla telecamera, osserva fuori schermo leggermente verso l'alto.
Le immagini seguono il suo sguardo e riprendono l'ingresso di un locale e l'insegna: “Synthetic Bar”.
Il bastardo ruota lo sguardo prima a sinistra, poi a destra.

FO: “Quindi esiste davvero?”

Owens rimane immobile ad osservare l'ingresso. All'esterno, nella calda notte di Providence, ci sono pochi tavolini e ancor meno clienti. Qualche coppietta, amici di vecchio corso, un lieve brusio fatto di impercettibili parole.
Il Master of Chambers annuisce distrattamente, poi compie i primi passi verso l'ingresso. Dumas lo segue a breve distanza, ne prende la scia e, racchiuso nelle sue annoiate spalle, si concede anche lui all'interno del locale.
Nelle fauci del Synthetic Bar il primo impatto è quello acustico ed ovattato causato dalla musica. Poi c'è l'odore: un mix di polvere, sudore e profumo. Nell'opaca atmosfera, Dumas si mette al fianco del suo tag team partner prima dell'incontro, prova a concordare una strategia.
Il tono di voce è più alto di un'ottava a causa della musica.

“Era davvero necessario trovarci qui?”



“Questo posto non mi sembra affatto tagliato per un segmento di uno show di wrestling”.
Owens lo osserva.

FO: “Quello che traspare dalla tua voce è forse…disagio?”

Un leggero ghigno gli piega l'angolo destro della bocca.

FO: “Robert Dumas, QUEL Robert Dumas, è in difficoltà a farsi riprendere fuori dalle quattro mura di un palazzetto? A far violare la propria privacy da una telecamera? Come se fosse diverso, un bar, rispetto ad un’arena di wrestling. Siamo sempre in trappola, Bob.”
“Non è questione di sentirsi a disagio. Questo bar mi dà la nausea e non riesco a capire il bisogno impellente di portarci il lavoro a casa. Per risolvere le mie questioni WBFF ho bisogno di un ring ed un microfono. Nient'altro. L'Alcool preferirei lasciarlo per le questioni più sacre ed importanti.”
Owens sorride e lascia che le parole del suo tag team partner si dissolvano nell'aria.
Un atteggiamento che spinge Dumas a riempire quel rumoroso silenzio di musica con altre parole.

“Vediamo di fare in fretta, Felix.
Non voglio perdere un secondo in più dello stretto necessario, ok?”


Le parole del Master of Chambers sono controllate. Tante, ma non a sproposito. Il silenzio non è nella sua natura. Eppure, riesce a parlare anche con la mimica del corpo, lo sguardo attento, l'orecchio teso a percepire la minima vibrazione nascosta sotto il muro musicale delle canzoni diffuse nelle casse.
FO: “Ecco le nostre cinture”

Con lo sguardo il vincitore della Scent of Glory indica un tavolino posto in un angolo leggermente defilato del Synthetic Bar. Seduto, da solo, con le due cinture di WBFF Tag Team Campions che giacciono sul tavolo, c'è Claudio Cazador. Completamente avulso dal contesto, lo sguardo fisso sul legno del suo tavolo.
Non ha occhi per ciò che lo circonda.
Né orecchie per la musica.
Individuato l'obiettivo i due accelerano il passo.

“Fai parlare me”.

Owens annuisce.

Non appena il Bastardo fa per attaccare discorso, il Master of Chambers naturalmente prende parola - puntando lo sguardo e l’indice della mano sinistra dritto verso gli allori.

FO: “Luccicano davvero tanto, con l’ausilio di queste luci e di quest’atmosfera, e con ogni probabilità anche per merito della brace che dubito tarderai ad accendere - vero Claudio? Bob, non risulta anche a te piuttosto particolare questa situazione, che ci vede come coloro che dovrebbero avere problemi di alchimia e scarsa capacità di lottare per un obiettivo comune, ma proprio chi ci accusa si trova, come dire…dimezzato, al nostro incontro? Claudio, Claudio, caro Claudio. Il buon Garet ha SEMPRE qualcosa di più importante di te a cui pensare? Perché se veniamo ignorati o messi in secondo piano il sottoscritto, o il qui presente Robert Dumas, lo trovo fin troppo normale per un istrione come Jax. Ma tu, l’uomo da centomila dollari a vittoria, non ritieni di meritare qualcosa in più da Garet Jax? Di più di quelle cinture abbandonate letargicamente su un tavolo di un locale che nemmeno credevo esistesse sul serio?”
Owens fissa con aria strafottente il Cacciatore, che rimane scuro in volto, reggendo il gioco di sguardi di Owens.
Dumas sembra sbuffare, si guarda intorno, pare visibilmente infastidito dal vociare del secondo tavolo alla sua destra, dove un gruppo di ragazze adolescente sta bisbigliando qualcosa, evidentemente su di lui.
Owens continua a ghignare, sebbene un paio di tremolii nel suo sorriso paiano non mistificare troppo bene un velato nervosismo.
Cazador è impassibile, una statua, inarca leggermente la schiena in avanti, poggiando gli avambracci sul tavolo, congiungendo le mani, continuando a fissare Owens.
Lo sguardo di Owens, palpebre che si socchiudono, le pupille non vogliono perdersi alcun dettaglio.
Lo sguardo di Dumas, celato da una maschera di impassibilità.
Lo sguardo di Cazador, rughe dure sulla fronte, pupille biglie di vetro.
Intorno a loro si crea per un attimo il silenzio, tutto scorre al rallentatore, quando di colpo si riattiva il brusio ed il normale corso temporale.
Robert Dumas, visibilmente scocciato dal prolungarsi della situazione, sposta violentemente una sedia e vi si mette rapidamente a sedere.
Felix Owens, con colpevole ritardo, segue il suo esempio.

“Sai Claudio, non voglio comportarmi da padre putativo ed infilare ulteriormente il coltello nella piaga. Non starò qui a cercare di aprirti gli occhi e spiegarti il perché Jax si ostini a lasciarti da solo.
Siamo tutti abbastanza cresciuti. Confido che tu sappia trarre il meglio da quello che Felix ha detto.
Che rimanga tra noi, non ho alcun interesse nelle vostre faccende personali. L’unica cosa che mi tiene legato a voi sono quei due gingilli d’oro che hai sotto gli occhi”.


Lo sguardo del bostoniano osserva severo il Master of Chambers.

“Il fatto è che sono qui, in questo bar. Contro la mia volontà. Fuori dai miei orari lavorativi. A pochi passi da noi c’è un tavolo di ragazzine che parla in maniera decisamente troppo acuta. Ed io ho la ferma convinzione di sprecare inutilmente il mio tempo. Dato che non sembri particolarmente intenzionato a parlare, abbi almeno la decenza di dirmi dove diavolo si trova Garet Jax. E velocizziamo questo supplizio.

Cazador non alza nemmeno lo sguardo, continua ad osservare fisso davanti a sé. Dumas e Owens si osservano, vagamente straniti.
D’un tratto, da una telecamera in soggettiva, vediamo passi svelti verso il tavolo, quindi l’immagine torna sul gruppo,
Garet Jax irrompe nella conversazione, tirando dietro una sedia e lasciandosi cadere sopra di essa, si toglie un ridicolo cappello di panama color turchese, si toglie gli occhiali da sole a goccia, si toglie un cerotto sul naso, gemendo uno stridente suono di disappunto nei confronti del dolore.
GJ: Scusate il ritardo, non è che avevo qualcosa di meglio da fare, cioè, non dovevo fare un cazzo, ma ha fatto tardi l’autobus che doveva portarmi al jet che dovevo portarmi all’autonoleggio e sul navigatore non mi segnava questo posto. Insomma, come va bella gente? Oh, ma abbiamo Wrestling 4 Dummies, Robert Dummie! Qua la mano, ne è passato di tempo!
Garet Jax porge la mano a Mr Unhappy Ending, che di risposta si abbassa leggermente il capo per osservare con disprezzo il gesto del Luckyman.
GJ: Se la metti così…- ritraendosi e portandosi verso Owens –Ma qui abbiamo il mio vecchio rivale, Felix Owens! Vecchio mio, come ci si sente a trovarsi davanti ad un amico che ti ha sempre messo col culo per terra?
Il Masters of Chambers afferra con vigore la presa del Luckyman, portandolo a sé, naso a naso, a pochissimi centimetri l’uno dall’altro, sorridendo forzatamente come a voler esprimere col proprio linguaggio del corpo “Posso spaccarti il culo anche qui”. The Lucky One, di risposta, sorride spavaldamente a 32 denti.
GJ: Vecchio mio! – rivolgendosi a Cazador –Quanto tempo! È parecchio che non ci si vede fuori dal ring, eh?
Cazador svogliatamente stringe la mano al Luckyman, in una stretta a doppio intreccio, si lascia andare ad un leggero sbuffo, il primo vero accenno di cambio d’espressione da quando è al tavolo.
Allora, come si dice in questi casi… Abbiamo organizzato questo incontro, Jax, faccia gli onori di casa - taglia corto il Bastardo.
GJ: No, l’incontro lo ha organizzato Owens, dovrebbe fare lui gli onori di casa…- Owens fa per parlare, prende fiato ma proprio nel momento di proferire la prima parola, viene anticipato dalla logorroicità del Luckyman- …Tuttavia, avendo dato buca a Claudio la volta scorsa ed essendo Felix un gran chiacchierone, perché lo conosco da tempo e blabla, blabla, blabla, è sempre stato uno che parla tanto e sono sicuro che ha già parlato fin troppo, quindi, insomma, colgo l’occasione per dirvi che questo incontro è una perdita di tempo per tutti e quattro.

Attimi di smarrimento da parte della coppia Dumas-Owens, Jax ha catturato la loro attenzione.

GJ: Andiamo, facciamo i seri. La gente quando accende Bloody Desperation, lo accende per vedere quel quarto d’ora di Las Vegas Style che solo il sottoscritto può garantire. L’hai detto anche tu qualche tempo fa, Dummie, Owens vs Dumas vs Leone era un match in grado di richiamare solo i nostalgici, e sai che anche i nostalgici si rompono il cazzo a vedere sempre gli stessi atleti sul ring. Ma poi…- il Luckyman gesticola vistosamente, assume un fare borioso con faccia da finta modestia -…arriva quello che io definisco “Il fenomeno Garet Jax”. Un esempio? Jax vs Locker, share in decollo. Un altro? Jax vs Leone, share alle stelle. Ancora? Una Desert Eagle per l’Ispettore Jax, 191 milioni di dollari al botteghino. Perciò, se questa riunione la stiamo facendo perché abbiamo bisogno di un motivo per picchiarci, come on, noi 3 ce le stiamo suonando da 10 anni ormai, c’è chi le suona di più e chi le suona di meno…

Dumas, col mento appoggiato sul pugno destro, indietreggia col capo, per permettere al suo pugno di serrarsi.
Owens ha entrambi i pugni sul tavolo, ma la reazione è la stessa, con entrambe le mani.
Cazador è totalmente straniato dalla vicenda, è nel suo mondo, ha un joint mezzo spento in bocca e nessuno si è accorto del momento in cui è stato acceso.

GJ: Se il motivo, invece, è creare un prodotto in grado di attirare il pubblico, creare hype, oh beh, questa riunione non è servita ad un cazzo lo stesso. A creare hype, ormai, basta il nome di Garet Jax, e dovreste esserne consapevoli a vostra volta.

Il Luckyman si fa improvvisamente serio, inarcandosi, verso il tavolino e scrutando i suoi rivali negli occhi.

GJ: Se invece il motivo riguarda prettamente avere nuovi titoli da inserire nel palmares, allora questa riunione non serve ad un cazzo, o perlomeno non serve che io vi partecipi. Se non ve ne siete ancora resi conto, se io penso solo ai soldi, è perché grazie a quei soldi sto costruendo un marchio. Il marchio “Garet Jax”. Un marchio in grado di vincere anche quando perde, ed anche qui lo share parla per me. Tutto sommato, ammetto che contro di voi, in una vostra alleanza, da solo sarei spacciato. Il vostro problema è che se puntate ai titoli ed alla gloria che ne consegue, allora non sarei dovuto essere io a fare gli onori di casa, bensì questo Signore arrivato prima di tutti noi, e se non ha detto una parola, è perché ha evidentemente ritenuto superfluo esprimersi a riguardo.

Attimi di fuoco al tavolo.
Fuoco nelle parole di Jax.
Fuoco nel disappunto di Dumas.
Fuoco nell’espressione cremisi di Owens.
Fuoco nel joint di Cazador, nuovamente acceso e prossimo alla fine.

Poi l’espressione di Dumas viene smorzata da una risata. Un ghigno simulato ma che ben presto trascina, quasi di rimando, anche Felix Owens.

“Scusami Garet. Scusami se rido, ma semplicemente sentirti parlare così mi rallegra.
Perché, vedi, tu vieni qui, in ritardo ed inizi a blaterare di marchio Garet Jax. Indottrini il sottoscritto con la tua politica ed il tuo brevetto, parli dei soldi che continui a generare settimana dopo settimana. Di come la tua presenza faccia schizzare lo share e porti soldi a questa federazione. Il che sarebbe accettabile e coerente, sono meriti che ti posso riconoscere. Tu hai capito come conquistare una buona fetta di mercato.”


Jax sorride alle parole del bastardo.

“Quello che però non hai capito è che “Io sono il mercato”.
Tu sei il meglio che si può trovare a Las Vegas. Io sono un prodotto globale. Quindi posso accettare i tuoi ritardi, la tua simpatica parlantina e posso persino arrivare a riconoscerti dei meriti.
Ma non posso accettare che tu venga qui credendo di aver inventato tutte queste cose.
Non accetto lezioni e non posso accettare quel tono.
… Ma vedi, il problema non è nemmeno questo.


Il Luckyman appare divertito.

GJ: Allora illuminaci.

“Il problema è che tu credi che io e Felix Owens non abbiamo ben chiara la situazione.
Tu pensi di poterci spiegare e rivelare qualcosa. Mi dispiace deluderti: non è così.”


Il bastardo ora si aiuta gesticolando, accompagnando l’indice al tavolo, cerca di sottolineare i punti focali del suo discorso.

“Sia io che Felix sappiamo che quest’incontro è inutile.
Lo sappiamo da molto prima che tu arrivassi. Ed entrambi sappiamo, da prima che tu provassi ad insinuare il dubbio, qual è l’unico legame che tiene unite le persone a questo tavolo”.


Con un cenno del capo Dumas indica le cinture sotto lo sguardo di Cazador.
Ben presto gli occhi di tutti convergono sui prestigiosi allori.

“Io e Felix sappiamo perfettamente che l’unico collante della nostra unione è racchiuso in quei due giocattolini d’oro. Ed anche per voi è così, inutile fingere.
La cosa divertente è che potremmo tranquillamente scambiare le varie coppie ed il risultato sarebbe lo stesso, i legami resterebbero gli stessi. Quelle cinture sarebbero il pensiero primario di tutti noi.
Il problema, in realtà, è quanto forte sia questo collante per ognuno di noi.
Per te un legame basato sulle cinture è un legame debole.
Per me non è così.”




“Un legame basato sul mio trionfo è il più forte che possa esistere.
Il mio migliore amico è quello che mi permette di mantenere l’oro intorno alla vita anche un solo giorno di più.
Non conosco le regole dell’alchimia.
1+1 fa sempre 2.
E fidati, Dumas + Owens fa molto più di due.”


Felix Owens sgrana gli occhi e interrompe il flusso di parole di Robert Dumas.

FO: “Woah. Nemmeno IL SOTTOSCRITTO sarebbe riuscito a trovare una maniera così sublime per autocelebrarsi.”

Un momento di silenzio, inusuale, inaspettato.

FO: “Sapete cosa c’è di curioso in tutto questo? Che secondo quanto avete detto nessuno è interessato a questo incontro, nessuno è interessato realmente a cos’hanno da dire gli altri, nessuno è felice né tantomeno orgoglioso di questa rimpatriata...eppure siamo tutti qui, da diversi minuti, senza il minimo accenno con il linguaggio del corpo da un’eventuale abbandono del locale. Questo incontro rappresenta molto di più di quello che le vostre parole di circostanza vogliono far credere. E’ un viatico. Un punto di non ritorno.”

Owens allunga le mani poggiandole sulle cinture, un palmo per alloro.

“Queste, nel giro di qualche giorno, cambieranno proprietari. Non so dirvi per quanto, non ho idea di quanto solida potrà essere l’unione delle forze fra Felix Owens e Robert Dumas, non posso prevedere un futuro da Campione - perché inevitabilmente scatteranno non una, ma molteplici scintille nella mente di ognuno dei presenti. Perfino in te, Claudio. Sarebbe gradevole se ti accendessi come interlocutore, hai già dimostrato di esserne pienamente capace. La presenza di Garet Jax te lo impedisce? Forse sì, visto che la cascata di parole che ha riversato su di noi basta per entrambi, e non solo per la giornata odierna.”

Garet accoglie con un sorriso sornione e soddisfatto l’affermazione del Master of Chambers, mentre Claudio Cazador pare fin troppo interessato a veder brillare l’estremità accesa del nuovo joint che si è sistemato fra le labbra - naturale conseguenza dopo aver finito il precedente.

“Avete dipinto la figura del Master of Chambers come quella di un lottatore che si è reinventato in quanto prossimo al declino definitivo. In gergo lo hanno sempre evidenziato come viale del tramonto. Eppure, chi si è creato qualcosa di ben distante dalla figura del wrestler sei proprio tu, Luckyman. Consapevole forse che il tuo orologio sportivo sta ultimando i giri di lancette, hai trasposto la celebrità acquisita sul ring in altri ambiti, cercando sostentamento in maniera nuova, affidandoti ad un poderoso compagno per mitigare i limiti inevitabilmente creatisi con il passare degli anni. Diciamo pure che qualcuno il viale appena citato lo sta percorrendo sul serio, e quel qualcuno sei tu. Se mi hai incrociato per strada, è probabile che da qualche parte, per qualche motivo, il viale del tramonto si interseca con il viale dell’alba. La mia alba.”

In lontananza si avvicina una figura armata di taccuino.
Owens stacca infine le mani dalle cinture e si riposiziona sulla sedia in maniera più civile.

“E sul farti finalmente finire con il culo per terra, non mi pare d’aver avuto bisogno di recente di sporcarmi le mani, c’era una fila agghiacciante…”
Cameriere: Buonasera Signori, cosa vi porto?-si intromise un ragazzo di appena 20 anni nella conversazione, brufoloso e con una ridicola divisa giallo nera.
CC: 4 whiskey- risponde a sorpresa Claudio Cazador. Gli altri tre si voltano nel medesimo istante verso di lui.
FO: Io non bevo- replica sprezzante e altezzoso Felix Owens.
GJ: Nemmeno io, devo guidare- sentenzia sincero, forse per la prima volta dall’inizio della conversazione, Garet Jax.
Un whiskey per me, GRAZIE- puntualizza il Bastardo.
Cameriere: Quindi, alla fine, due whiskey o volete cambiare ordinazione?
CC: Un whiskey normale ed un whiskey triplo- conclude il Cacciatore.

Il cameriere saltella nervosamente un paio di volte sui talloni, senza staccare le punte da terra, prima di avviarsi in cucina il prima possibile per togliersi da questa situazione di tremendo disagio.

GJ: Ti tratti bene amico… Mica come me e questi due vecchietti, uno gioca a fare il duro e l’altro a fare lo straight edge. Ma apprezzo la loro convinzione, sono davvero così sicuri di potersi imbellettare di gloria, sono così certi che la notte dormiranno su cuscini colmi di piume di struzzo e lenzuola di seta e pizzo profumate di Bulgari, sono davvero, ma davvero convinti, convinti di poter demolire un marchio… Il marchio Garet Jax. Davvero, ragazzi, vi stimo. Siete teneri nella vostra ingenuità quanto degli infanti inconsapevoli delle responsabilità della vita. Davvero, voi… coff coff…- Jax tossisce mentre viene avvolto da una nuvola di fumo sputatagli addosso da un sorridente e divertito Cazador, insolitamente divertito visto l’andazzo del segmento- …ma che cazzo fai?!?

Prima che Garet Jax possa ottenere risposta, fa ritorno al tavolo il cameriere, intento a servire le ordinazioni.
Robert Dumas prende il suo, lo allunga come per voler proporre un ironico e sarcastico brindisi, Claudio Cazador lo ignora e beve tutto d’un fiato il suo triplo.
Sbatte il fondo rinforzato del bicchiere sul tavolo, violentemente.
Con la stessa mano, strappa il whiskey a Dumas e se lo scola anche questo tutto in una sorsata, ripetendo il gesto dello sbattere il fondo, ma stavolta con ancora più violenza.
Dal posacenere, Cazador prende il suo joint, aspira un ultimo violento tiro, espira, quindi spegne il mozzicone sulla propria lingua.
Con una schicchera, lo lancia nel posacenere, si sistema i titoli sulle spalle e, senza salutare, se ne va.
Jax ironicamente scoppia a ridere ma, prima che possa parlare, viene interrotto.

FO: “Truce. E’ assurdo da dire, ma a tratti sembra aver detto con il suo silenzio molto di più di quanto non abbiamo fatto noi con la nostra lingua velenosa. Abituati a questa condizione, Jax, il vedere qualcuno che si allontana con le tue cinture in spalla…”
“... Ma in fondo non devi preoccuparti Jax, non ne vedo il motivo. Il marchio Robert Dumas non ha alcuna necessità di annientare il tuo. Venerdì verremo a liberarti dal fardello di quelle cinture.”


“Verremo a vedere se davvero le tue azioni rimangono stabili a prescindere dai successi e dalle sconfitte.”
FO: “Uno ne abbiamo trovato…”
“...e uno ne lasciamo.”

Mr Unhappy Ending e il Master of Chambers si alzano in simultanea dalle rispettive sedie e prendono la direzione dell’uscita dal locale, lasciando un tavolino in completo disordine e un Garet Jax che richiama l’attenzione dell’antiestetico cameriere.
“Portami il cocktail più colorato che sapete preparare”.
Braccia conserte, sorriso tranquillo, Jax si lascia scivolare sulla sedia godendosi la solitudine.

CAMERA FADES

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Sul titantron compare una fotografia, una voce registrata ben nota al pubblico WBFF comincia a parlare.

“Quanto ci siete mancheti, care bestie di Satana della dabliubeffebeffe!”
Era tanto tempo che noi non pensiamo a voi ma quando fusti arrivato nel paese del cartello pensabbimo subito a voialtri!
In questa foto io e il mio nuovo amico stiamo surriscaldando noi per il grande avvento acclamato Maratona del pensionato. Il primo di ogni mese si fa questa gara dove tutti partano da casa loro per tagliare il traguardo alle Poste. Questo mese avebbi vinto io se non incastonai il forcone nella porta di scorrivento.
I vecchi si erano infuriati come i tori a Pampero ma il mio amico fedele ha alzato le manone e abbracciato tutti uno ad uno importando la calma.
Queste gestualità del mio amico mi hanno aperto gli orecchi e capibbi che il bene sorpassa il male e che Satana puole essere misericordia!
Un caro salume.
Foto di Ladruji.

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Kokone: "Nella prossima sfida avremo il ritorno del BLUCCELLO."
Taggart: "Ti sbagli, c'è McFarry vs Völkermord"
Kokone: "Se ti aspetti che io sia in grado di pronunciare la o glutturale, allora arrenditi, io lo chiamerò Tu Sai Chi."
Taggart: "La sfida sarà un WBFF Rules, tutto permesso come al solito, ma probabilmente vedremo un uso ingente di armi."
Kokone: "Sono curioso di vedere quanto resisterà Völkermord contro il nostro unico boss."

Michael McFarry vs Völkermord [WBFF Rules match]

"War is Coming" dei Six Feet Under accompagna l'ingresso del 2 metri ed 8 centimetri per 165 kg di massa muscolare. Völkermord è il suo nome e significa 'genocidio'. Possiamo immaginare le ragioni! Questo essere super umano sale sul quadrato e pompa i muscoli con un'espressione ruvida, grezza, da uomo che non deve chiedere mai. Il Berlin Annihilator osserva la telecamera e pare infastidito dall'essere fissato in continuazione, urla un "NEIN" che fa rabbrividire il cameraman, che cambia subito obiettivo.

Taggart: "Mi chiedo per chi tiferà questa sera il pubblico."
Kokone: "McFarry."
Taggart: "Sei sicuro?"
Kokone: "McFarry."
Taggart: "Dimmi il primo lottatore a cui spaccheresti il setto nasale se te lo trovassi davanti."
Kokone: "McFarry. Ehi, non volevo dire quello!"

Parte la cantilena di Gaijin, ma è un errore del fonico Gennaro, che fa finalmente partire "Bartolomew" dei Silent Comedy. Il brano è un accompagnamento epico per il boss Michael McFarry. Raramente lo vediamo combattere sul ring, ma quando è presente lascia di stucco con prestazioni che superano l'eccellenza ed i confini dell'immaginazione (ndTaggart: jobba).
L'Irish Multimillionaire si ferma ad osservare il suo pubblico e si esalta davanti a tutti, trovandosi sommerso dai fischi. Insomma, qui sarà difficile che ci sia un vero beniamino della folla in questa sfida, si va a gusti personali.

I due wrestler sono a confronto, McFarry pare nascondere qualcosa sotto ad una mano, poi la toglie per mostrare che lì dietro c'è... un DITO MEDIO.

Fans: "Ohhhhhhhhhhhhh."
Taggart: "Zero rispetto del boss verso la sua guardia del corpo."
Kokone: "Io la storyline la ricordavo diversa..."

Il Berlin Annihilator comincia a muoversi nervosamente vicino alle corde, ha intenzione di aggredire il rivale al suono della campanella. L'arbitro Eric Adams dà il via alla sfida.
WBFF Rules match, che comincia ORA!
Volky scatta in avanti per rifilare una fra le Clothesline più devastanti che si siano mai viste nella storia del Wrestling, ma lo Spoony Bard si sposta all'angolo e fa cenno di essere più astuto, toccandosi la testa con un dito.
Poi, è proprio il vecchio Michael O' Mac che comincia a stordire l'avversario a suon di Chops.
Chop. Chop. Chop. Chop. Chop. Poi altre cinque, il boss va talmente stiff da lasciare il petto rosso all'avversario. Völkermord ha bisogno di fiatare, ma McFarry, l'uomo che pesa meno di 100 kg, prova a sollevarlo sulle spalle per eseguire uno PSYCHO DRIVER. Ma ovviamente non ci riesce, ci sono 70 kg di differenza! Allora, McFarry va per l'STO, ma ancora il rivale non si muove. Non si riesce a buttarlo giù in alcun modo.

Kokone: "Tu sai chi è fatto di marmo."
Taggart: "O di steroidi."

Per la disperazione, McFarry scende dal ring e sembra studiare la strategia ideale. Alla fine la risposta è davanti a lui, una sedia avvolta dal filo spinato attende soltanto di essere impugnata. La Barbed Wire Chair viene tirata sul ring e l'Irish Multimillionaire la usa per tramortire l'avversario.
Sbaaaaaaaaaaaaaaaaaam.

Fans: "This is awesome. WBFF, WBFF, WBFF!!!"
Taggart: "Arriva un colpo con la sedia spinata e subito i fans esplodono."
Kokone: "Non sono abituati all'Ultraviolence e si esaltano per poco."

McFarry si rivolge alla folla ed urla "let's take out this 20 bunches brain!"
Arriva l'EXCELSIOR!!!!!!!!!!!!!! Figure Four Leg Lock per concludere la sfida.
Völkermord resiste ma sa di essere imprigionato in una morsa senza via di fuga. Tuttavia c'è un'uscita ed è la sedia che l'ha tramortito. Il wrestler allunga il braccio giusto in tempo per permettere che il filo spinato vada a toccare la schiena dell'irlandese. In pochi secondi il Berlin Annihilator trova il modo di uscirne ed è lui a sollevare l'avversario, trascinandolo all'angolo.
Attenzione, arriva un SUPERPLEX di Völkermord su McFarry.
SLAAAAAAAAAAAAAAAM.
Il ring trema, il boss potrebbe essere KO. L'avversario non perde tempo e va allo schienamento.

1..................................


2..................................


Niente da fare.
Alla fine dei conti, McFarry è ancora capace di uscire dallo schienamento, in questo match ha subito pochissimo. Il Berlin Annihilator cerca di alzarlo da terra, ma il rivale è abile a stenderlo con un Russian Leg Sweep, poi gli applica il FUJIWARA ARMBAR!!!
L'uomo il cui nome significa genocidio urla per la disperazione. Può cedere, potrebbe mollare da un momento all'altro. Tuttavia, continua a resistere ed arriva a toccare le corde.

Taggart: "Resistenza estrema di Völkermord, non vuole saperne di mollare."
Kokone: "Tu Sai Chi resiste contro il migliore lottatore della WBFF Wrestling!"

L'Irish Multimillionaire afferra una Kendo Stick all'esterno del quadrato e la usa per colpire l'avversario alla schiena, un colpo dopo l'altro. Völkermord continua ad ergersi in piedi, non va giù nemmeno sotto quella raffica di colpi. L'avversario è disperato e getta via l'arma, poi cerca di applicare la BUSINESS CLASS. Double Under... noooooooooo, niente da fare, Völkermord si libera e cerca di eseguire un Test Drive, ma pure McFarry ne esce. Rimbalzo alle corde seguito da un Running Knee Drop. Forse è il momento ideale per buttare giù Völkermord, l'owner WBFF Wrestling ci prova con una CUTTER. OUT OF NOWHERE!!!!!!!!!!
A SEGNO. Sì.
Arriva lo schienamento, McFarry sa di avere la vittoria in pugno.

1.................................

2.................................


NO. NO. NO.
Testo nascosto - clicca qui

NO!!!!!!!!!!!!!!!!!
L'irlandese non gli dà la possibilità di fiatare.
EXCELSIOR.
EXCELSIOR.
EXCELSIOR.
La presa della figura a quattro viene applicata perfettamente dall'Irish Multimillionaire. Völkermord appoggia le spalle a terra.
1................
2................
No, si rialza, ma è sempre imprigionato nella presa.

Taggart: "Sta per cedere. Völkermord non può più resistere!"
Kokone: "Forse anche il Berlin Annihilator ha le risorse limitate, non può andare avanti all'infinito."

Tuttavia, il wrestler appoggia di nuovo le spalle a terra.
1................
2................
NIENTE!
Völkermord è in una morsa senza uscita, ma sa di essere oltre due metri, perciò allunga il braccio sinistro più che può, quasi con il rischio di spezzare i tendini per lo sforzo estremo, ed arriva a toccare la corda. CE LA FA, ESCE DALLA EXCELSIOR GRAZIE ALLE CORDE!!!
McFarry viene convinto dall'arbitro a mollare la presa, ma è pallido in volto, non ha la minima idea di come battere un uomo che non vuole saperne di cedere.
Mentre ancora sta riflettendo sulla sua tattica arriva la GUT CRASH. Spear d'impatto da parte di Völkermord. Il wrestler va per il Target Detector, ovvero mira il suo avversario, è pronto a STERMINARLO.
"Aim... Fire!"
Völkerstrasse!!!!!!!!!!!! Argentine Backbreaker Stance into Sit-out Facebuster.
OH
MY
GOD!!!!!!!!!!!!!!!!!
A SEGNO. Incredibile manovra finale dell'Unsterblich. Arriva lo schienamento, McFarry ha attaccato per tutta la sfida ma sta per essere sconfitto.

1......................................


2......................................


JUST A COUNT OF TWO!!!!!!!!!!!!!!
Vendetta dell'Irish Multimillionaire, che riesce così a riprendere dignità dopo che l'avversario è riuscito ad uscire dall'Excelsior. Siamo alla fine del match e tutto può succedere.

Taggart: "Che sfida clamorosa, alla vigilia mi aspettavo che questo sarebbe stato un match di Lowcarding."
Kokone: "Ed invece?"
Taggart: "Effettivamente è un match di Lowcarding, ma di quelli woaaaaaaaaaah."

L'urlo di Taggart è rivolto al Berlin Annihilator che vuole dare il colpo di grazia al suo boss. McFarry è distrutto, è riuscito a malapena a salvarsi dalla Völkerstrasse, ed ora prova ad eseguire la BUSINESS CLASS meno credibile di sempre. Völkermord lo solleva con un Back Body Drop.
SCATTERBRAINER!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Crucifix Powerbomb Stance into Sit-out Piledriver.
Con questa manovra il Berlin Annihilator si appresta a distruggere l'avversario.
SLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAM.
A SEGNO LA CRUCIFIX POWERBOMB.
McFarry allarga entrambe le braccia, sta per essere sconfitto.

1.................................

Kokone: "Non può succedere."

2................................

Kokone: "McFarry ha sconfitto McFist a WBFF Maniacs VII"

3!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Kokone: "Non ci posso credere!!!"

Boato misto a rabbia esplosiva per il Berlin Annihilator. È lui ad uscire trionfante sul suo boss. Ha dato l'impressione di non voler lottare per fargli del male fisico, tuttavia è riuscito a vincere comunque, lasciandogli dei segni permanenti. E pensare che doveva essere quasi una 'amichevole', si è visto!

Testo nascosto - clicca qui


Taggart: "Clamoroso, il finale del match mi ha lasciato interdetto. Chi avrebbe pronosticato la vittoria del wrestler di Berlino?"
Kokone: "Un secondo che guardo sul forum ufficiale della WBFF Wrestling."
Taggart: "Era una domanda retorica."
Kokone: "Però era posta bene, fa parte del match di McFarry?"

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Il seguente corto d'animazione prodotto dallo Studio S-cith Animations è narrato e doppiato da attori amatoriali e da Jack Leone nei panni di Jack Colton. Da un'idea di Jack Leone.

1
Wrestling. Era una giornata tranquilla come tante altre quando il villaggio di montagna venne presidiato da un drago rosso, potente e spaventoso. Fisico statuario, freddo come il ghiaccio, ma pericoloso come fuoco ardente, capace di dilaniare le carni delle sue vittime. Alcuni contadini di Wrestling iniziarono a diffondere il panico fra le genti e le guardie provarono un assalto al drago senza ottenere successo, spingendolo a ribellarsi alla stessa popolazione che lo importunava.
Il vecchio sindaco Jack Colton, formidabile soldato nelle decadi gloriose della sua vita, era nella taverna come ogni altro giorno, pronto a bere per dimenticare il suo passato epico, o forse per rievocarlo.
"Whisky, il solito."
Non si accorse che il panico era disceso anche in quel luogo remoto.
"Jack, abbiamo bisogno di te", gli disse il nuovo sindaco, il forzuto Bill 'Crusher' Dent, "tutte le guardie hanno fallito, qui ci serve un vero eroe."
Nonostante l'apprezzamento per la proposta, l'uomo ormai vecchio e saggio sapeva i suoi limiti. La sua forza fisica non sarebbe stata sufficiente per abbattere il drago, la sua resistenza avrebbe facilmente ceduto sul gelo della cima della montagna. Era come scontrarsi con lo spirito della natura, capace di far svanire i cinque sensi di ogni pazzo che avrebbe poggiato piede sulla cima della montagna.
"Dici a me? Hai un fisico migliore del mio, tu rappresenti questa città", rispose Mr. Colton.
Il nuovo sindaco tuttavia appoggiò un braccio sul tavolo, arrivando a toccare il suo boccale per attirare la sua completa attenzione.
"Jack, mi sono spiegato male. Non ho intenzione di mandarti da solo contro quel mostro indomabile. Ho organizzato una task force. Domani all'alba fatti trovare davanti all'ufficio dello sceriffo."
Con due pacche sonore sulla schiena del vecchio eroe, Crusher si congedò da lui, sicuro che non avrebbe rifiutato una richiesta del genere. Per quanto invecchiando si può marcire, esiste sempre un nobile sentimento, l'ambizione.
"Task force, che brutto nome, l'avrei chiamata una Suicide Squad!"

2
All'indomani, con una temperatura che rasentava il caldo del Texas, Jack Colton si presentò di fronte all'ufficio dello sceriffo Aron Kerrk. Figlio di un americano e di una nobildonna scozzese, era abituato ad estrarre la pistola appena qualcuno metteva in dubbio il suo spirito patriottico. Vicino a lui, un gruppo di uomini impauriti o gradassi, da cui emergeva soltanto un uomo corazzato che sapeva il fatto suo.
"Ehi, Bill, chi sono questi sacchi di letame che mi hai mandato? Ho chiesto degli uomini, non delle casalinghe che pretendono di fumare il sigaro."
Lo sceriffo Kerrk, notevolmente a disagio con quel gruppo di rinforzi, prese di mira uno di loro, buttandolo a terra con uno spintone. Questo si allarmò, indietreggiando di scatto.
"Perché non ci provi anche con me, gringo?"
Un uomo armato di metallo pesante non si fece remore a provocare lo sceriffo, che cercò di trascinarlo a terra con uno scatto, ma lui riuscì a bloccargli il braccio e controbattere. I due restarono in piedi, l'uno di fronte all'altro, si trattava di uno stallo.
"La finite di rievocare la guerra civile o preferite fare i soldatini?"
Fu Jack Colton ad intervenire con la sua voce rauca, attirando l'attenzione di entrambi.
"Mi chiamo James McFink, per gli amici Hammer."
"Credimi, ragazzo, se siamo amici non credo che lo saremo ancora al tramonto", rispose Colton con un'espressione affranta. Quella spedizione sembrava destinata alla disfatta totale.
"Siamo l'ultima speranza di questa città, se noi dovessimo fallire allora per Wrestling sarà la fine, mettetevelo in testa, luridi figli di una pistola!"
Con le parole del leader, il sindaco Kerrk, il gruppo di cinquanta uomini cominciò a scalare la montagna. Sapevano a cosa andavano incontro, ma poteva andare peggio, ancor più di quanto previsto.

3
Pioggia. Prima poche gocce, poi una intensa pioggia deleteria.
"Perfino Peter 'il pescatore' ci dà contro", commentò Colton sarcasticamente.
"N-no, è il cielo, q-questa spedizione è dannata", insistette una giovane recluta, un ragazzo in età adulta da soltanto due settimane.
Soltanto tre uomini non temevano il verdetto del cielo tinto di blu, funesto come pioggia battente. Eliminare il drago sarebbe stato un lavoro di gruppo, ma ognuno di loro ambiva alla gloria. Lo stavano realmente facendo per gli abitanti del villaggio o per la loro fama? La risposta era chiara, ancor di più per via dei loro cattivi rapporti personali.
Di fronte alla stazza maestosa del drago, tutto cambiò. Egli era il loro nemico, ben più aggressivo del cielo scuro.
"Ho messo in gattabuia parecchi furfanti, ma questo al confronto è Jack lo squartatore", commentò lo sceriffo con sarcasmo.

4
Come in una macabra filastrocca, i soldati partirono per la guerra e perirono uno dopo l'altro. Il drago azzerò l'intera forza dei suoi assalitori. Qualcuno scappò, altri perirono, disperati, sapendo che le loro famiglie li avrebbero presto seguiti all'interno del villaggio. Sotto alla pioggia battente, rimasero soltanto tre persone, Jack Colton, Hammer e lo sceriffo Kerrk.
Rimaneva ancora la speranza, poiché il drago era stato ferito da colpi di pistola e dalla spada dei tre eroi spavaldi che avevano ardito resistere al suo dominio.
"Qualcuno deve attirare la sua attenzione mentre noi lo finiamo", propose lo sceriffo al vecchio Colton, indicandogli che avrebbe dovuto sacrificarsi, fare da bersaglio. Nessuno di loro era venuto lì per morire, tantomeno il vecchio Jack che desiderava la gloria.
"Okay, ma che voi siate dannati se non lo finite."
Sorpreso dalle sue stesse parole, Colton non poteva credere di aver accettato quell'incarico. Sapeva cosa sarebbe successo, non c'erano speranze di sopravvivere.
"Credimi, Mr. Colton, sono già dannato, ma almeno non mi aspetto che all'inferno ci siano bestioni mitologici come quello", rispose Hammer, pronto ad usare la spada per l'assalto finale.
Jack Colton si separò dai compagni ed osservò il cielo, cercando di trovare il drago che aveva preso il volo. La pioggia ed il sudore avevano già ridotto le sue facoltà visive, al punto da chiudere gli stessi occhi mentre chiamava a sé il suo nemico.
"Avanti, drago, ti sto aspettando. Facciamola finita, uccellaccio."
Il drago sfiorò il terreno e con un artiglio perforò il petto del vecchio soldato. In quel momento, Kerrk si avvicinò al drago mentre Hammer fu in grado di coglierlo alla sprovvista, trafiggendolo alla gola con la sua spada, un ultimo colpo selvaggio prima di crollare a terra.
Sulla cima della montagna, il drago spirò con un grido di disperazione.
"Ce l'abbiamo fatta! Jack, Hammer, avete fatto un buon..."
Colton cadde a terra, avvolto dal sangue che usciva dal suo corpo. La sua espressione era felice, sapeva che i due sopravvissuti avrebbero parlato del suo sacrificio, di come grazie ad esso furono in grado di salvare il villaggio dalla minaccia e riportare la libertà. La sua gloria sarebbe rimasta in eterno, magari gli abitanti avrebbero fatto una statua con le sue sembianze.

5
Due uomini divennero leggende viventi a Wrestling: lo sceriffo Kerrk ed Hammer McFisk. Loro raccontarono dell'epico assalto sulla montagna ed ottennero fama e successo nelle settimane a venire. Del vecchio Jack Colton si persero le tracce, il suo nome venne menzionato da uno scribacchino di poco valore, che si ricordò di inserirlo nella lista delle vittime di quell'assalto. Non ebbe un risalto maggiore di quello degli altri quaranta caduti.
Tuttavia, il villaggio venne presto attaccato da altri draghi e dilaniato. Non ci è dato sapere se i due eroi della montagna rimasero in vita dopo i nuovi attacchi. Una leggenda è narrata ancora al giorno d'oggi: nella città che bruciava nelle fiamme, nel fumo comparve il volto del vecchio Jack Colton, rimasto oltre le nuvole per vegliare fino all'ultimo istante sul villaggio. Non comparvero mai più dei draghi, ma sulla montagna vicina alle rovine del villaggio perduto si può ancora udire una voce rauca che pretende la sua gloria perduta.
[Modificato da Hammer_ 12/07/2015 11:43]