Welcome to Brutus Forge [Atto II]

La stessa stanza, la stessa scarsa luminosità, gli stessi oggetti - integri o rottami che siano - sparsi ovunque sul pavimento. Ci troviamo all'interno di quel piccolo angolo di mondo, o topaia, o discarica o qualunque altra cosa vi suggerisca l'idea, in cui qualche tempo fa Brutus "Cheek" Rotten e il suo mentore, McFist, avevano iniziato ad elaborare la loro strategia di combattimento ultraviolento. Non sappiamo quali frutti abbia generato il loro Hardcore Crafting, ma qualcosa ci dice che presto lo scopriremo.

In realtà qualcosa è cambiato rispetto all'ultima volta: l'immondizia, i rottami, le armi integre o rotte, sono ancora più numerosi. Di gran lunga più numerosi rispetto a prima, tant'è che avanzare in regolare equilibrio su due gambe potrebbe risultare un'impresa ardua per i più.
Ma questi sono dettagli; ciò che è cambiato davvero nella sostanza, dall'ultima volta, è il fatto che oggi sia proprio James McFist il primo ad esservi recato. Il mentore sta attendendo l'allievo, seduto comodamente (si fa per dire) su una pila di assi di legno.

"Dove cazzo sei, Brutus..."

Martello di poca fede: James non ha neanche il tempo di terminare la sua frase che la porta si apre, cigolando in maniera fastidiosa sui cardini probabilmente arrugginiti.

"Wendy?!! Sono a casa amore! Ahahahahahha..."

Mai banale il nostro Guanciotto che, lentamente, apre la porta facendola cigolare in modo fin troppo fastidioso contro i cardini che, sì, sono dannatamente arrugginiti. Ma cosa vi aspettavate?
In questo posto tutto è arrugginito, persino l'aria.

"Ho portato altre ... Cose. Nel caso servissero. Ti devo parlare di una cosa, man."

Brutus appoggia qualcosa di pesante per terra e - muovendosi lesto nel buio che conosce meglio delle proprie tasche - s'avvicina ad un piccolo generatore di corrente. Muove un paio di levette e ... Tombola!
E luce fu...

Qualche luce al neon posta sul soffitto si accende e, seppur ad intermittenza, riesce a dare un senso di chiarore alla stanza.

"Hai visto quello che ho fatto qui?"

Brutus, voltando un po' il collo, indica con fierezza ciò che già ci aveva mostrato nello scorso Horizon: il fotogramma gigante del suo match con La Perra in cui la sottomette affisso al muro e l'altarino fatto di legno e rottami sopra il quale custodisce il guinzaglio col quale ha quasi stroncato la carriera della giovane bassotta.

"Prima di spiegarti perché l'ho fatto, voglio sapere la tua opinione.
Vedo che non hai battuto ciglio. Non ti sorprende la creatività di questo sadico marcio fino al midollo?"

McFist osserva l'immagine con la minuzia di un critico d'arte, poi porta la mandritta a grattarsi il mento.

"Una Camel Clutch con guinzaglio ai danni della Perra. Non so perchè, ma l'unica cosa che riesco a vederci è... Un uomo che si sta inculando una cagna, appagandosi con un po' di insano bondage. FOTTUTTO ZOOFILO!"

Subito dopo Hammer scoppia in una fragorosa risata, che tuttavia interrompe dopo breve tempo per tornare a concentrarsi sul suo lavoro. McFist si volta verso Brutus e lo guarda dritto negli occhi.

"Ottimo lavoro, man. Fossi un altro ti direi di essere molto fiero ed orgoglioso di te, ma nel nostro caso... Non posso che dirti che adesso si passa a fare sul serio, si passa dall'antipasto al servizio del primo. Tu, che sei già in grado di fare di meglio rispetto a tutti gli altri, puoi ancora superarti e sfoggiare il massimo del tuo potenziale.

...

E' giunto il momento di concentrarci sul nostro prossimo obiettivo, il secondo. Il momento di elaborare la tortura, la condanna, di Mr. John Doe."