Intervista a Lena Habermann

È tedesca, ma vive e lavora a Seattle. Chi? La donna del momento in WBFF (almeno fino a quando non ne intervisteremo un’altra), Lena Habermann. Piccola ma arcigna, tanto da essersi guadagnata il soprannome di “Mastino”, è un’avvocatessa e fino a poco tempo addietro era del tutto sconosciuta ai più. Cosa l’avrà spinta a fare causa a questo mostro da intrattenimento che è la WBFF? Glielo chiederemo direttamente, perché ha accettato di parlare ai nostri microfoni.

Chi è Lena Habermann?
“Sono io, suppongo.”

Pochi dubbi. Ma cos’è che ti ha spinto – posso darti del tu vero? – cos’è che ti ha spinto a minacciare una causa tanto grossa? Hai detto di odiare la notorietà, quindi cosa? Ti senti una paladina della giustizia?
“No, no, paladina della... ? No... sono soltanto una donna. Intendo, una donna che ha a cuore la questione della parità di diritti. Una donna che, avendo il potere di mettere fine ad una situazione che la angustiava, ha alzato il sederino dalla poltrona. Che è una cosa che penso dovrebbero fare tutti. Ovviamente puoi darmi del tu, grazie per avermelo almeno chiesto.”

Molti sono rimasti incuriositi dalla tua richiesta di parlare con McFarry. Davvero credi che abbia armi per difendersi?
“Certo, altrimenti non gli avrei mai parlato. Molti potrebbero considerare le mie azioni contraddittorie, umorali, persino sciocche, in realtà dietro queste c’è la massima coerenza: sono tutte guidate da un’unica legge, che è l’equità. Io non posso rendere il mondo un posto dove tutti vengono trattati col dovuto rispetto, ma se posso dare l’esempio allora lo faccio, sperando che cambi qualcosa. Devo a McFarry almeno un ascolto, sappiamo entrambi che in aula sarebbe del tutto indifeso. Invece qui, davanti al suo pubblico, potrà davvero dire la sua.”

Però molti interpretano questa azione come un tentativo da parte sua di mettere una pezza allo strapotere che lei stessa ha dato a Sylvia Madison. C’è un fondo di verità?
“A me non interessa chi e come avrà potere, quando tutto sarà finito. Con Sylvia c’è stata intesa perché lei ha visto un’occasione per arrivare ad assumere il ruolo di boss, ed io avevo bisogno di lei per ottenere prove e sostegno, oltre al fatto che senza la prospettiva di una nuova guida che venisse dall’interno, molti testimoni si sarebbero tirati indietro. Adesso Sylvia ha dei propri sostenitori tra gli investitori e i dirigenti della federazione, sapere che l’azienda avrà una guida salda anche dopo l’irlandese invoglia chi sa qualcosa a parlare.”

Dunque se lei non cerca di ostacolare la Madison, perché proporre quel confronto?
“Perché non si sa mai. Se decidesse di farsi da parte patteggiando in maniera ufficiosa, la causa non dovrebbe neanche partire. Sa di avere le spalle al muro, è restato in silenzio finora perché non aveva nulla da dire, io gli offrirò l’opportunità di andarsene senza rompersi le ossa, semplicemente. Deve avere quest’opportunità.”

Dunque è per questo che la causa non è ancora partita?
“Ho dovuto raccogliere le prove. Ho dovuto assicurarmi di avere dei testimoni. Ho persino messo tutto il pubblico a conoscenza di cosa userò per inchiodarlo. Mi sono data incredibilmente da fare in queste settimane, cause come questa non possono partire dal nulla, una tale esposizione mediatica non permette margine di errore. Spero che chiunque segue capsica che ogni cosa che ho fatto era strettamente necessaria. Ma adesso la preparazione è terminata.”

Quanto si aspetta che durerà la causa?
“Non ne ho idea. Al momento non ho ancora parlato con McFarry, non posso nemmeno garantire che si farà.”

Bene. Per questa volta è tutto, spero che ti sia trovata bene.
“Benissimo, hai fatto domande intelligenti. A presto!”


Intervista a cura di Guy Regular
Redazione con il grassetto a cura di Davide da Torino.