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Cavalcando alla fine del tempo

Ultimo Aggiornamento: 28/12/2010 21:24
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28/12/2010 14:23
 
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CAVALCANDO ALLA FINE DEL TEMPO
Promo Jack Leone / John Kratos per WBFF Maniacs V

Mi parve di svegliarmi da un lungo sonno. Decenni erano trascorsi dall’ultima volta che chiusi gli occhi. Di fronte a me, una distesa landa desertica, nessun segno di vita.

Quanto tempo è passato?
Lo chiesi a Dio, ma non ottenni risposta.
Lo chiesi a me stesso e provai un senso di assefuazione causato dall’ambiente circostante.

Nessun suono, nessuna voce… vidi l’utopia concretizzarsi dinnanzi al mio sguardo. Era il paradiso, no, era la Terra divenuta un luogo capace di accettarmi. Ai miei piedi, trovai la mia maschera bianca con l’effige di una clessidra. Era il mio simbolo di cavaliere del Tempo, Time, così lo posi sul mio volto, accettando la mia trascendenza completa sul flusso del tempo.

Ma non ero il solo, durante il mio tragitto verso l’ignota meta, incontrai dei vecchi compagni di viaggio.

Famine, cavaliere della Carestia, venne sul suo destriero nero. Mi salutò, portandomi il suo calice.

“Bevine, sopravviverai a questo viaggio”

Non mi posi domande, feci quanto lui mi disse. Con il calice appoggiato alle mie labbra, buttai all’interno della mia gola il roseo liquido di cui era composto. E vidi la presenza di cadaveri sul mio percorso, straniati dalle fauci della fame. Magrissimi, morti perché non avevano nulla di cui cibarsi.

“Perché sono morti, Famine?”
“Loro sono un sacrificio al tuo potere di controllo del tempo. Hai gettato in avanti i decenni, hai impedito loro di nutrirsi”
“Sono stato io ad ucciderli?”
“Oh, no, Jack, tu non sei un carnefice. Rappresenti la speranza di una clessidra che scorre inesorabilmente fino a che le sabbie non si sovrappongono del tutto. Sono morti perché erano avidi, desiderosi di cibarsi in eterno”

Lasciai dietro di me Famine e camminai per ore sui corpi di tutti quei cadaveri. Appena l’effetto del liquido iniziò a dissiparsi, avvenne il secondo incontro.

War, cavaliere della Guerra, muoveva una bacchetta di legno pregiato fra le mani come un direttore d’orchestra al comando del suo destriero rosso. Burattini senz’anima rispondevano alla sua guida come un’orchestra… massacrandosi a vicenda senza poter morire.

“cavaliere del Tempo, sii tu a dettare ordini, fa di questo bastone un simbolo di potere”

Ottenni lo strumento con cui manovrava quei burattini. In quel momento, loro presero forma, erano soldati trafitti da ferite mortali, le loro erano grida di gioia. Ogni volta che colpivano i loro nemici al mio comando, esclamavano ringraziando Dio per la sua misericordia. Potevo fermarmi e porre fine al disgustoso spettacolo di carneficina, ma alzai il ritmo, facendo in modo che i loro attacchi fossero così letali da portarli alla decomposizione. Non vi era più un esercito da comandare, avevo appena annientato tutti. War era soddisfatto.

“La guerra è parte del tuo spirito, non sei uno che sa abbandonare le battaglie, Jack”
“Io non capisco perché ho fatto questo… non volevo far del male a nessuno”
“Tu hai fatto qualcosa di positivo: hai dilaniato le esistenze di questi patetici burattini. Te ne sono grato, infonderò in te il desiderio di rivalsa”

La mia stanchezza si tramutò in desiderio di proseguire la mia marcia. Ero un cavaliere senza il suo destriero, ma non mi interessava, sentivo di essere un combattente e quindi l’unico a poter camminare in quella landa desertica per molte ore. Cos’era il flusso del tempo di fronte a me? Nulla, solo un mero simbolo. Quando il dubbio sulla ragione del mio viaggio si insinuò nella mia mente, incontrai il terzo cavaliere.

Pestilence, cavaliere della Pestilenza, sul suo destriero bianco, con una corona brllante sulla sua testa. Di fronte alla sua magnificenza, fui io a prendere la parola.

“Ave, cavaliere della Vittoria”
“Jack… inginocchiati a me”

Ubbidii alla sua richiesta e lui appoggiò la sua corona sulla mia testa.

“Osserva, questa infinita landa è il tuo territorio. Sei il mio degno successore, il tuo regno sarà eterno”

Corpi umani striscianti si muovevano come viscidi serpenti ai miei piedi.

“Lode a te, Nostro Re. Lode a te, Nostro Re”

La loro cantilena mi disgustava, così ordinai loro di disintegrarsi, così esplosero uno dopo l’altro in uno spettacolo corale.

“Fuochi d’artificio, ecco cosa succede”

Li resi strumenti scenici per la mia cerimonia di festa. Non avevo bisogno di sudditi, ma soltanto di intrattenimento. Pestilence contemplò questo mio atto con stupore.

“Sei un degno Sovrano, Jack. Non hai bisogno di servitori per accettare la tua superiorità, è implicita nella tua natura. Ti auguro buon viaggio, non ti manca molto per giungere alla fine del percorso”

Mi allontanai e con l’andatura degna del padrone di quel terreno camminai lentamente, senza alcuna fretta di vedere quale fosse la mia meta. Assaporai questo viaggio spirituale, così lungo da pormi in mente pensieri del mio passato: la moglie Sylvia, i figli Jessica e Denny, i miei trionfi sportivi, la gloria terrena ed il completo dominio della mia amata federazione di lotta. Un’entità scacciò quei pensieri dalla mia mente, vidi il quarto cavaliere.

Death, cavaliere della Morte, teneva le redini del suo destriero grigio, di color pallido, quasi spento. Dietro di lui, infiniti portali lampeggianti che risucchiavano se stessi in modo ciclico.

“Ti presento le mie dimore: Inferi, Hel, Underworld, Netherworld, Gehenna, Tartarus, Naraku, Mandala… hanno tanti nomi, ma non sono altro che la concretizzazione di differenti filosofie che raffigurano lo stesso destino: la punizione di coloro che non hanno saputo comprendere i misteri dell’esistenza”

Da uno dei portali, uscì uno spirito femminile completamente nudo di bellezza indescrivibile a parole.

“Ecco a te il piacere della carne… ottienine finché non ne sei sazio”

Gettai al vento i miei vestiti per una successione di atti carnali con quello spirito, mi parve di trascorrere secoli, in quanto non ne ero mai stufo. Ma rimembrai che attendevo di scoprire quale fosse la destinazione che stavo cercando così intensamente, perciò lanciai lo spirito femminile in uno dei Portali contro la sua stessa volontà. Esso venne aggredito da una gigantesca creatura con il volto di un’alce, che afferrò i suoi capelli e glieli strappò, generando da essi vermi che diedero poi forma ad altre creature. Quella era la riproduzione, l’inizio di nuove esistenze. Death ammirava l’avvenimento dietro alla sua maschera bianca. Un ciondolo a forma di X pendeva dal suo braccio.

“Mi stupisce come gli umani gioiscano dinnanzi ad una nuova vita che viene generata. Perché esseri felici se prima o poi dovrà spegnersi? Credono di creare gioia? L’essere umano per natura non è mai felice, dopo aver concretizzato un obiettivo non fa altro che puntare ad uno nuovo. La gioia si tramuta in ambizione, l’ambizione in invidia, l’invidia in disperazione. E poi, arrivo io a espirpare l’effimera esistenza umana con la mia falce, ricordando all’essere umano che non è altro che un parassita per quanto mi riguarda”
“Hai ragione, Death, soltanto ora comprendo perché quelle vuote creature finiscono in luoghi così bui al termine della loro esistenza: non hanno accettato la vita come dono di Dio, l’hanno usata per se stessi. Patetici, semplicemente patetici”
“Sei quasi arrivato alla fine del tuo percorso. Jack… ancora pochi passi e scoprirai qual è la tua meta. Come ti invidio, creatura senza Fine, capace di controllare il tempo. Puoi invecchiare, ma il tuo spirito è rimasto il medesimo da quando sei stato generato”

Proseguii sulla mia strada verso la fine del mio viaggio. I quattro cavalieri dell’Apocalisse erano apparsi a me, mi avevano guidato verso l’ascesa ad essere superiore. Avevo ottenuto l’eterno cibo spirituale, il controllo di esseri umani, la sovranita di questa landa ed infine la soddisfazione totale del desiderio carnale. Non avevo più nulla di umano in me, ero davvero qualcosa di diverso: ripudiai il mio titolo di cavaliere del Tempo perché ero diventato… Il Tempo.

Infine, ecco la meta ultima del mio viaggio materializzarsi davanti a me: le rovine di un’antica città greca. Ero a Sparta. Vidi il corpo senza vita di un guerriero spartano caduto da chissà quanto tempo e ci sputai sopra.

“Vile, hai combattuto senza nemmeno porti questioni. Schiavo della guerra!”

Non riuscivo a proseguire, tornai indietro e sfregiai il suo volto con una pietra, rendendolo irriconoscibile. Non doveva distinguersi, era solo un soldato senza ambizioni. Allora, sollevai entrambe le braccia e scoppiai a ridere in una risata isterica e dominante, che arrivò a tramortire l’intera landa. Ero felice… nessuno ero al mio livello.

“Popoli tutti, lodatemi. In questo posto senza Dio, io sono il vostro Signore. Io sono il Tempo, dominatore dell’eternità”

All’improvviso, una fredda lama perforò il mio petto. Prima il gelido ribrezzo di un corpo estraneo al mio interno, poi il fuoco che bruciava nei miei organi, il dolore. Mi girai per vedere il volto del mio carnefice.

“John… Kratos?”
“Tempo scaduto, Jack!”

John era su un destriero marroncino, modesto al confronto di quelli dei cavalieri dell’Apocalisse. Vestito come un soldato di Sparta, lui tirò indietro la sua spada, facendo sgorgare il sangue dal mio corpo, che arrivò perfino a macchiare il suo cavallo.

“Perché perdo sangue? Io ho abbandonato la mia umanità!”
“Tutto quello che hai abbandonato è te stesso. Sei finito in un vortice di illusioni create dalla tua arroganza. Ti credevi superiore ad ogni creatura, perfino coraggioso da paragonarti ad una divinità, ma sei stato trafitto a morte da un semplice guerriero”
“Ah, ah, ah… cosa credi di fare? Io posso riportare indietro il flusso del tempo e vivere in eterno, chi credi di essere per pretendere di darmi il colpo di grazia?”

Il Greek Warrior mi mostrò ancora una volta la landa di cui ero il padrone assoluto. Un padrone giunto agli ultimi momenti del suo dominio.

“Questo è davvero il mondo che desideri? La solitudine trainante che ti allontana da tutto??? Non essere ridicolo, sai bene che non è questo il tuo volere”

Ricordai cosa più amavo della mia vecchia esistenza: il calore del pubblico, le urla d’acclamazione dopo aver sacrificato il mio corpo per intrattenere quegli estranei. No, erano la mia famiglia. Rimembrai tutto, ogni singolo dettaglio.
E piansi… piansi per la paura… il terrore di non poter tornare indietro.

“John, perché hai fatto questo per me? Siamo nemici, ti ho ingannato in tutti i modi possibili”
“Io voglio annientare Jack Leone, la vera parte di te, non questa facciata senza dignità. Torna te stesso ed affrontiamoci nello scontro più brutale della nostra carriera, mettiamo in gioco le nostre esistenze, ogni singolo valore in cui crediamo. E lì, ti riporterò alla polvere”
“Prima che noi due torniamo ancora ad essere acerrimi rivali, voglio ringraziarti per avermi riportato alla ragione. Sono stato dilaniato dal mio potere, dal mio completo controllo dell’esistenza. Sei un uomo forte, o fedele servitore degli dei olimpici. Attendo il momento in cui incrociare nuovamente i nostri sguardi in battaglia. So già che la nostra sarà una sfida in cui vi sarà un solo vincitore, colui più determinato”
“Arrivederci, Jack”

Venni prelevato dai quattro cavalieri, essi mi infilarono in una clessidra, che iniziò a trasformarmi in sabbia, pronto a rigenerarmi nell’infinito orologio cosmico.

Quello che vidi fu… l’Eternità. Uno scenario composto da mondi sovrapposti l’uno all’altro, come bolle di sapone capaci di assumere una forma e ricomporsi a piacimento. Erano forse atomi, il principio di ogni forma? Questo non lo so, ma compresi lo scopo del mio viaggio spirituale. Io e Kratos eravamo parte della stessa forma di vita, due differenti aspetti della sua personalità. Questo ci rendeva come fratelli su un foglio di carta, ma non per questo incapaci di diversificarci, di desiderare la nostra distruzione. Compresi questa rivelazione perché lui aveva cavalcato alla fine del tempo per aiutarmi.

Non siamo così diversi, John.
Sì che lo siamo, Jack.


Mi risvegliai nella sera della nostra battaglia. Avrei dato tutto me stesso pur di vincere. Il viaggio si era compiuto nella mia reincarnazione, tutto per questa ultima avventura, quella in cui vincere. Ma in questo momento… ero Jack o John? Non sapevo distinguerlo… la malinconia della Fine era ormai giunta.

L’ultimo scontro era ormai iniziato, via alle danze!
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28/12/2010 14:27
 
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Prima di leggerlo, non cercate di capire come viene realizzato on screen, è uno spot e non un promo, quindi è utilizzato come lavoro letterario e conclusivo di questa rivalità che avrà fine a WBFF Maniacs V.

Il mio unico rimpianto è non aver inserito l'ordine corretto dell'entrata in scena dei cavalieri dell'Apocalisse, ma per il resto sono soddisfatto. Posso dire che è 80% Leone e 20% Kratos e c'è parecchia 'out of gimmick' all'interno, spero che questo non crei problemi a nessuno, credo che quest'ultimo particolare ormai sia parte integrante della personalità di Kratos.
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28/12/2010 15:14
 
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Bello e soprattutto interessante.

Il mutamento interiore di Jack Leone è reso in maniera suggestiva e ogni passo in avanti compiuto da Mr. Attitude, novello Dante, lo porta al ritorno in sè, che però definirei quasi una nuova maturità, arrivando a trovare un'incredibile parallelismo con lo stesso John Kratos.

Sicuramente alla fine di Maniacs tutto sarà più completo.

Complimenti, Max :)
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28/12/2010 19:30
 
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Re:
Triple R, 28/12/2010 15.14:

Bello e soprattutto interessante.

Il mutamento interiore di Jack Leone è reso in maniera suggestiva e ogni passo in avanti compiuto da Mr. Attitude, novello Dante, lo porta al ritorno in sè, che però definirei quasi una nuova maturità, arrivando a trovare un'incredibile parallelismo con lo stesso John Kratos.

Sicuramente alla fine di Maniacs tutto sarà più completo.

Complimenti, Max :)




Grazie!!! [SM=g7799]
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Paul DeSade
28/12/2010 19:45
 
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Mi faccio schifo per aver scritto "un'incredibile" riferito a parallelismo. Vai col lancio d'ortaggi.
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