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Composizione al chiar di luna [Kratos; Ciclo Conclusione 3/5]

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2009 21:26
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John Kratos
Composizione al chiar di luna
Ciclo Conclusione – Capitolo 3 di 5


Sera.
Mi affaccio alla finestra e tutto quello che riesco a notare è poesia: la profondità del cielo, le stelle dietro ad altre stelle, l’immensità dell’universo. Mi sento piccolo di fronte all’infinità, riconosco di essere… umano, una persona come tutte le altre.

Tu… umano?

Una voce dentro di me mi disturba, specchio dell’anima mia. Non riesco più a domandarmi chi sono, ma “Quanti siamo”? Perché l’uomo deve per forza possedere una sola anima? Non sono credente, posso evitare fedeltà ad ogni preconcetto, posso vivere di mie teorie o assorbirne diverse insieme.

Sei solo un patetico codardo!

Mi tocco la testa con entrambe le mani, sento la fronte così piccola, come una sensazione di impotenza nei confronti di me stesso. Eppure, la luna è ancora lì, riflette la sua solitudine, mi dà l’occasione di rispecchiarmi in essa. All’improvviso, un pensiero a voce alta.

“Ti amo… Aisha!”

Mia moglie è nel letto, non ancora addormentata, che mi osserva osservare l’esterno. Improvvisamente, l’universo diventa ancora più piccolo, è soltanto la mia casa. Non è un sogno, ma una modifica della percezione della propria realtà.

Aisha: “vieni a dormire?”

Una domanda oppure un suggerimento? Rimango ad osservare mia moglie, la donna che amo, ed ancora una volta posso sentirmi fortunato. Perché c’è lei a farmi sentire vivo, a farmi provare la sensazione di essere un

Uomo???

Non importa chi sono, ma Quanti sono, ancora una volta questo concetto attraversa la mia vente. Sento la voce delle varie anime che discutono fra di loro.
Il guerriero
L’eroe
Il cercatore
Il solitario
Il codardo
La Venere notturna

E poi il suono di un pianoforte attraversa la mia mente, chiudo gli occhi ed immagino una pianista dai lunghi capelli castani, donna, sguardo dolce ma provocante. La desidero, la sogno nuda, coperta dal solo pianoforte a code. Ma la melodia continua a scorrere, mi provoca brividi ed eccitazione. Allungo una mano verso il vuoto, vorrei togliere quel pianoforte davanti ai miei occhi per poter raggiungere la donna dei miei desideri, ma voglio veramente farlo?

No, non lo voglio, io desidero ancora sentire questa melodia, arriva dal mio cuore, sempre in cerca di purezza d’animo, che non potrò mai ottenere. Perché in me non vi è un’anima pura??? Perché tutte le mie personalità sono così tormentate, nel bene o nel male, pronte a combattersi in una battaglia senza fine.

Arrenditi, non potrai mai essere chi desideri. Noi siamo parte di te e ti schiacceremo.

La melodia sparisce, così come la pianista, vedo soltanto l’immagine di mio padre con un camice da scienziato. Sorride, ma sfuma nel Vuoto. Assorbito dall’infinità dell’universo, ora è da qualche parte in un mondo che nessuno di noi può vedere, ma alcuni riescono a percepire.

Un universo dietro al nostro universo, ed un altro ancora, una intera distesa di mondi distanti, collegati fra loro da un filo invisibile. Vorrei esplorarli, scoprire anch’io qualcosa in più sull’infinito, ma la mia vita è qui, insieme ad Aisha, con il mio lavoro di combattente.

Aspettando una nuova battaglia, dove estrarre parte delle anime all’interno del mio corpo. Ho così paura di me stesso, ci sono lati di me che non voglio conoscere o ricordare. Eppure, al pensiero di avere Aisha ogni paura svanisce, posso essere me stesso.

“Non hai idea di quanto ti ami!”

Lei mi guarda, stupida dalle mie parole. Da quando sono diventato così tenero? Sto cercando di aprire il mio cuore più di quanto abbia mai fatto in vita mia?

Aisha: “John… sei così dolce!”

Smettila di comportarti in quel modo. Quanto sei ridicolo, perché non torni a vestirti da donna ed a corteggiare qualche ubriaca nei locali notturni?

“C’è qualcosa che vorrei dirti, ma non trovo le parole”
Aisha: “puoi dirmi tutto quello che vuoi. Mi hai portata all’altare, cosa può bloccarti ora?”

La melodia torna nella mia mente. Non è più soave, ora è una scala minore, portatrice di tristezza assoluta. Avverto il freddo della notte sulla mia pelle, il gelo satura dentro alle mie vene ed arriva alla mente.
Paura… paura di me stesso, paura di un mondo che voglio credere di poter dominare con la mia forza.

Quanti siamo???

“Ricordi quella sera, quando ti ho chiesto di sposarti… è stato lì che ho iniziato ad avvertire che non vi era soltanto Amelia. Ci sono tanti lati di me che cercano di uscire allo scoperto e cerco di contenerli. Ma più ci provo, più loro emergono. Vedo con altri occhi, ti tocco con altre mani, parlo con altre menti. Io non riesco ad essere me stesso, è come se mi stessi dissolvendo nell’infinito”

Lei mi guarda piuttosto incuriosita, ma non preoccupata.

Aisha: “sei lo stesso uomo dal giorno che ti ho conosciuto, soltanto più maturo, capace di affrontare le proprie paure e non nascondersi dietro di esse. Stai filosofeggiando un po’ troppo!”

Filosofia – amare la sapienza.
Come posso amare quello che non conosco? Oh, no, il mio è studio dell’ignoto, di qualcosa che continua a succhiare parte della mia energia e mi trasforma in qualcuno che non sono.

Cerco una via d’uscita, ma le urla diventano sempre più forti.

Lascia perdere, getta la spugna. Arrenditi ai tuoi Io.

Mi avvicino ad Aisha e la bacio. Con la melodia di pianoforte ancora impressa nella mia mente, faccio l’amore. Ogni mio movimento è uno scorrere delle mani sul pianoforte. La folla osserva in silenzio e mi ammira. Sto componendo qualcosa che rimarrà impresso in me per sempre. La mia melodia personale, potratrice di novità e capace di sconvolgere il mio futuro.
Non è più sesso, ma astrazione di me stesso, virtuosismo ai massimi livelli.

Le voci delle anime dentro di me, si dimenano, odiano quello che sto facendo, le sto bruciando vive.

Il guerriero getta la spada, trafitto a morte.
Il cercatore trova la risposta di una vita: il nulla.
L’eroe scappa via nell’infamia; il codardo diventa uno schiavo per tutta la sua vita.

Vinco la mia battaglia contro le personalità dentro di me. Aisha emette gemiti, ancora mi vedo al pianoforte, devo concludere questa melodia, devo sincronizzare entrambe le mie braccia per chiudere eroicamente questa mia battaglia personale.

Nessuno riesce a vederla, soltanto io posso viverla e concluderla. Il mio nome viene inciso sulle note che sto suonando.
John Kratos, 1849.
Il perché di quella data rimane un mistero, come un ricordo lontano che non riesco a focalizzare completamente.
La melodia è terminata, il pubblico festante applaude in un’estasi di passione. I loro volti d’altri tempi iniziano a svanire, uno dopo l’altro, fino all’ultimo, la pianista che ho immaginato in precedenza. Indossa un vestito elegante e mi lancia uno sguardo malizioso, poi sparisce anche lei.

Allungo la mia mano, ma è troppo tardi. Non vi è più nessuno… sono rimasto da solo, tornando essere l’anima nel mio corpo.

“Ho vinto, Aisha, ce l’ho fatta!”

Ma lei dorme, sorridente. Mi alzo dal letto e mi affaccio alla finestra. Ringrazio la luna per avermi aiutato, forse anch’essa ha un’anima ed in questo momento è collegata alla mia.

Non vi sono più altre voci dentro di me, eppure mi sento ancora piccolo, l’universo è così lontano, così infinito, così irraggiungibile…

Cosa ci sarà oltre a questa vita? Un giorno lo saprò, per il momento posso soltanto vivere, sperando di continuare a maturare come persona. Ho perso tanto, ma ho ottenuto molto. Ho tutto quello di cui ho bisogno per desiderare il nuovo giorno.

E tutto questo grazie a Voi, sì, voi!
Voi siete punti microscopici nell’universo, ma so che ci siete. Questa sera vi percepisco e so che state leggendo la mia riflessione. Vi osservo in lontananza, chiedendovi di comprendere che quello che è successo non è nient’altro che un conflitto personale che si è risolto. E’ così triste che non possiate ascoltare anche voi la melodia della mia vita, ma questa sera ne avete assorbita una parte, tanto piccola quanto significativa.

Poi, mi getto nel letto e chiudo gli occhi. La luna si spegne nell’oscurità della notte.
Mi risveglio con il calore del Sole, potente e grintoso, due qualità nelle quali mi riconosco. Abbandono il letto ed esco per allenarmi. Sul comodino lascio una nota per Aisha. Lei non capirà il significato…

Composizione al chiar di luna.
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Spot che ho scritto di getto questa sera ascoltando Chopin.

Noterete forse molta differenza rispetto al Kratos personaggio che si vede negli show, eppure è sempre lui. La psicologia è sempre la stessa, cambia il contesto.
Magari lo troverete troppo dolce, eppure è ispirato dalla melodia. Essendo io (un mediocre) compositore, mi sono dilungato sulla parte musicale, che secondo me è proprio il tema dello spot.
Il titolo che avevo previsto all'inizio è "che si spenga la luna", ma quello scelto alla fine ha molto più senso.

Buona lettura a tutti, il ciclo Conclusione è nella sua parte centrale, mancano ancora due lavori per chiudere l'era spot di Kratos. Potrebbero uscire presto così come potrebbero uscire fra molti mesi.

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02/04/2009 14:22
 
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Ascoltando Chopin???
Faresti la felicità di un mio amico, se sapesse...

Comunque lo leggerò più che volebtieri nel weekend, periodo della settimana in cui ho un po' di tempo per tirare il fiato.
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è chiaramente un capolavoro!! adoro come scrive max...

è uno spot che fa capire tante cose di Kratos ancora tormentato dal suo passato e da questi "io" che però riesce a sconfiggere! concluderei dicendo che kratos sta diventando un uomo "comune".

voto: 8,5!!
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Grazie Renato, troppo... TROPPO gentile e generoso.

Mi sono dimenticato di spiegare il motivo della data 1849, che non è scelta casualmente, ma è l'anno di morte di Chopin. Alla fine questo spot è nato grazie a lui, allora volevo omaggiarlo in un certo senso.

Come ha detto Renato, Kratos è diventato sempre più umano, di spot in spot, di passo in passo. In realtà, la maggior parte degli antichi racconti greci narra di uomini che diventano protetti degli dei ed acquisiscono poteri in grado di sopravvivere a grandi battaglie.
Con Kratos è il contrario, lui era un protetto, o almeno credeva di esserlo, ma ogni suo credo era nient'altro che il prodotto di sensazioni umane. Ed ora che l'ha capito, è umano. Questo spot ne è la prova, in lui non vi è più nulla del vecchio guerriero ribelle che non sapeva adattarsi.
La sconfitta contro SIN l'ha temprato, facendogli capire di non essere invincibile e così ne esce non ridimensionato, ma cambiato. Un cambiamento che apre l'ultima tappa all'epoca spot del greco. Ne mancano due, ma li ho già in mente, saranno sconvolgenti. [SM=x1183764]
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06/04/2009 19:17
 
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Io non do il voto perchè la numerazione decimale è assolutamente ridicola paragonata a questo lavoro!!

Incredibile!
Non ho ben capito dove stai andando a parare, Max, ma il dialogo interiore è coerente e sconnesso allo stesso tempo. Prima in un altro topic parlavo di David Lynch con Painmaster ed ecco qua, qualcosa che ne ha lo stesso sapore.

Bravo!

PS.: Inoltre, mentre leggevo le prime righe, quelle sul fatto che nessuna idea lo può rapire, ma può decidere di volta in volta di quali servirsi mi ha fatto venire in mente i primissimi spot di Canzano. E... pensando pensando... mi è venuta in mente una storyline abbozzata, quindi... dopo i doverosissimi complimenti all'autore di questo gioiellino... vado in Staff zone!!!
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Andrea, ti ringrazio, non so che dire. Essere paragonato a Lynch è perfin troppo per uno come me, lui è inarrivabile, è un maestro, un pioniere del visionario e mi ha appassionato la sua ricerca dello spazio-tempo e dei mondi paralleli.
Tuttavia, questo spot è più che altro un tentativo di spiegare cosa c'è dietro a quelle visioni che ogni tanto possono avere musicisti, quell'ebrezza da composizione... o da ascolto.

So che è difficile capire dove andrò a parare, eppure c'è un significato, ho fatto questo spot per introdurre i prossimi due. Ormai vorrei cercare di rendere al massimo questo desiderio di Kratos di cercare l'infinito, di scoprire la sua essenza. Il prossimo progetto l'ho già iniziato, è molto ambizioso, mi porterà via settimane di ricerca e scrittura prima del compimento. Questo invece mi è uscito in una sola sera e con un po' di fortuna.

Grazie mille, sono davvero felice del tuo commento.
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