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Nel Fiume [Jack Leone]

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2011 01:18
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SPOT JACK LEONE
The People's Choice 2011


NEL FIUME


Avverto l'eco dell'acqua che scorre nel fiume, il suono dell'impatto sulle rocce. Essa mi assomiglia, sempre in movimento, imperturbabile agli stimoli esterni.

Cammino lentamente sulla riva, sapendo che quanto mi attende non è una semplice immersione, è molto di più, rivaluto i vari aspetti di me stesso.

Entrano prima i piedi, provo freddo, ma è una sensazione piacevole, capisco che questo rituale ha già avuto inizio. Poi le ginocchia, alzo lo sguardo al cielo e con la mente torno indietro fino a quando ero bambino... credevo che l'acqua fosse qualcosa di misterioso, ma non è così. Fa parte della natura, l'ho presto compreso. Continuo a camminare, l'acqua arriva fino al petto. Il gelo arriva fino alle mie parti intime, mi ricorda che sono un uomo e questo mi dà orgoglio.

Perché mirare al cielo quando quello che cerco è il riflesso sull'acqua? Finalmente posso vederlo, il mio riflesso, ma non mi riconosco. Sono quell'uomo ormai vicino ai cinquant'anni? No, esso è solo l'aspetto esteriore. Trovo la risposta che cerco nel passato. L'acqua fa oscillare il mio riflesso, ho una visione limpida dinnanzi a me.


Sono per strada, immobile ad osservare un punto vuoto quando sento una pacca sulla spalla, si tratta di un mio vecchio amico, Samuel.

"Jack Leone, che gran figlio di puttana!"

Il suo modo di indirizzarsi a me è scurrile, questo significa che prova ancora un legame nei miei confronti, l'incessante movimento delle lancette dell'orologio della vita non ha cancellato i bei ricordi che lui prova nel rivedermi. Mi lascio scappare una smorfia, non è un sorriso.

"Vuoi un mio autografo?"

La mia battuta viene accolta con una fragorosa risata, Samuel non è cambiato poi così tanto dopo trent'anni. E' sempre il solito ragazzone dall'aspetto simpatico. Guardandolo meglio, sembra uscito da uno di quei film noir ambientati nella Chicago dell'epoca d'oro. Ed ancora una volta, sa come sorprendermi.

"Sinceramente preferirei una cena in compagnia della tua ex moglie"

Non è maleducato come sembra, subito sfrutta la diplomazia per impedirmi di pensare male su quanto ha appena pronunciato.

"A proposito, sta bene Sylvia? La televisione la rende un'eterna ragazza"

Cosa dovrei rispondergli? Sono davvero dell'umore giusto per perdermi in banalità? No, c'è qualcosa che posso sfruttare a mio favore, il tipico asso nella manica che cerco continuamente quando intravedo un obiettivo.

"Ho saputo di Olivia, mi rattrista immaginarla a combattere la più grande fra le battaglie, quella contro il cancro"
"Mia moglie è una donna forte, non cederà mai ad una malattia. Sono sempre stato un religioso, ma negli ultimi anni credo che il più grande fra i miracoli sia la scienza. Ogni giorno la guardo e percepisco che lei ce la farà a guarire, è nella sua indole"

Una donna forte, così la definisce Samuel. Tuttavia, il mio ricordo principale di lei è di una sera in cui ha provato ad infilare la mia mano fra le sue mutande, probabilmente per una tequila di troppo. Ho rifiutato, ma non per amicizia, nemmeno per amore. Non ritengo che essere desiderato da una persona che non è lucida mentalmente sia appagante, sarebbe solo una mera illusione, non è quello a cui ambisco. Anzi, in quell'attimo ho pensato 'se la vedrò nel pubblico ad un mio combattimento, allora sarò io ad invitarla nel backstage'. Ma non l'ho più vista. Ho saputo del suo matrimonio con Samuel, la nascita di Vivien, poi di recente questa sua battaglia contro il cancro.

Mi sto perdendo in chiacchere, c'è un'altra ragione per cui ho sfruttato il mio asso nella manica.

"Samuel, siamo amici, perciò ti parlerò francamente. Conosco una buona clinica qui a Chicago, con uno staff medico d'elite"

So già cosa sta per dirmi, 'non ho abbastanza soldi per sostenere le spese'. Proprio quello che pensavo, ma lo interrompo alzando immediatamente la mano prima che possa aprire bocca.

"Non ti preoccupare per le spese, le copro io. Tu non mi devi niente, se sapessi come spendo i miei soldi proveresti perfino disgusto verso di me, quindi meglio aiutare una cara amica e rendere felice questo ragazzone se possibile"

Samuel è senza parole. Non è mai stato orgoglioso o testardo, perciò mi dice la risposta che già immaginavo incollata sulle sue labbra.

"Grazie, Jack, accetto il tuo aiuto... sei un amico. Non so davvero come potrei ripagarti"
"Non devi farlo! Olivia avrà una bella storia da raccontare ai suoi nipotini fra vent'anni"

E' alto quasi due metri, ma i suoi occhi sono lucidi, so come convincere una persona e quali leve premere per commuovere qualcuno. Tanti anni di Wrestling mi hanno reso capace di dialogare per via psicologica. Spalanco le braccia e, come prevedibile, Samuel interpreta il gesto quasi come un ordine impulsivo, si avvicina, rilasciando il suo stress, scuotendo la testa.

"Ho paura, Jack, non voglio arrivare a dire a Vivien che sua madre non è più di questo mondo. Tu sei buono, l'ho sempre saputo!"

'Io sono buono', sue parole. Quello che penso io è che 'sono il suo padrone'. Ce l'ho in controllo come un cowboy addomestica il suo cavallo.

Vittoria, è una così bella sensazione... Samuel ora dipende da me, dal mio sostenimento, dai soldi che provvederò per sua moglie. Potrò girare per casa sua, dire alla piccola Vivien che i suoi genitori sono le migliori persone al mondo, illuderla che la vita sia una cosa meravigliosa. Infine, lascio un grosso assegno a Samuel, facendolo sembrare carta igienica con cui pulirsi le natiche. Ma è solo apparenza, non esiste uomo che ami separarsi da una ingente somma di denaro, qualunque sia la ragione per cui questo viene fatto. Il ragazzone se ne va, felice ma a testa bassa. Mi deve la speranza stessa nel futuro.

Vi ho insegnato come si manipola un uomo, come si crea un seguace. Potrei chiedergli di uccidere una persona, lui lo farebbe perché gli ho dato speranza.

Era quello il mio scopo, quello di cui vado così fiero, dominare, nella vita come nel ring. Non ho creato la WBFF per fare incetta di titoli, la sua esistenza permette ai lottatori di combattere per la gloria ed ogni volta che il pubblico li acclama, devono il loro successo a me.

Cody Knox, cane bastardo, perché non sollevi le zampe e ti gratti il collo? Lo senti il collare? Lo vedi il guinzaglio? Colui che lo impugna sono io.
Ogni volta che qualcuno incita il tuo nome, ricordati che io ti ho forgiato.
Quando i tuoi avversari cadono al tuo cospetto, ricordati che io ti ho dato la gloria.

Hai detto che puoi sconfiggere dieci persone ad occhi chiusi, allora ricordati che se puoi farlo è perché io ti do il diritto di essere dominante in casa mia.
Puoi considerarti la persona più abile al mondo, ma alla fine dei conti non sei altro che un mio animale. Hai un guinzaglio, prova a liberarti del tuo collare e perderai tutto. Non sono un buon padrone, non ti verrò a cercare, me ne rimarrò sulla mia poltrona di casa. E quando tu con il tuo fiuto e la testa bassa arriverai ad abbaiare per farti notare da me, mi basterà soltanto alzare il volume del televisore e fregarmene.

Un cane che si ribella non è altro che un animale che non ha capito il posto a cui appartiene. Vuoi essere un randagio? Allora niente più cibo, niente più carezze, niente più calore nella notte. Stai fuori a morire di fame, a desiderare l'affetto dei tuoi fans, a soffrire il freddo incubo chiamato 'perdita di popolarità'.

Sei davvero pronto a liberarti da questo guinzaglio?
Abbaia, cane, il tuo padrone te lo ordina!



Rimango ad osservare il mio riflesso, rabbrividisco all'idea dell'uomo che sono diventato. Manipolatore, bastardo, onnipotente. Tremendamente cattivo, al punto da impedire ad ogni eroe di fermarmi. L'acqua fa fluire un'espressione sorridente sulla faccia riflessa, poi ritorna ad esserci una visione chiara. Io stavo davvero sorridendo?


Passati tre anni dal mio fortuito incontro con Samuel, mi reco in chiesa per il funerale di Olivia. La piccola Vivien è cresciuta, è in grado di comprendere cosa sia la morte, quanto è grave quello che ha perso, la madre che non potrà più avere. E lui, il ragazzone, mi dà l'impressione di un uomo maturo, invecchiato malissimo. Capelli bianchi e barba incolta, si è lasciato andare, sopraffatto dal peggioramento delle condizioni della povera Olivia. Appena mi vede, la sua espressione è di puro ringraziamento, 'ho fatto tutto quello che potevo per aiutarlo', ma non è bastato. Rimane la sua riconoscenza, senza parole interpreto chiaramente 'grazie per essere venuto'. Alcune persone che partecipano al lutto mi riconoscono, ma non sono lì per una visita di piacere, la mia presenza è per piangere la perdita di un'amica, di una brava persona. Una cerimonia triste, tante lacrime, poche illusioni per un roseo futuro.

Guardo ancora una volta negli occhi il mio caro vecchio amico Samuel. Non ha nemmeno il coraggio di ricambiare lo sguardo, si sta forse chiedendo cosa provo dopo aver speso tutti quei soldi inutilmente? Suvvia, dovrebbe sapere che non è stato inutile, Olivia ha vissuto più del previsto e fino all'ultimo momento è stata trattata con il rispetto che merita una donna d'onore. Mi lascio scappare un sorriso, stavolta sincero, senza secondi fini. Samuel scoppia a piangere, ma quando vede Vivien così disperata, si trattiene, non può darle il cattivo esempio. E' lì che dico l'unica frase che mi fa quasi sentire una persona normale.

"Piangere può far bene"

Lo credo davvero.

Infine, esco dalla chiesa, non andrò a bere whisky sentendo i racconti dei vecchi tempi, ho già la mia storia attuale a cui pensare. Rifletto su Samuel, fra un'ora racconterà a tutti come 'Mr.Attitude' Jack Leone è stato magnanimo con la sua famiglia, che non sono uno stronzo come la televisione mi fa apparire. E lì, lo stupore delle persone sarà grande. "Che brava persona quel Jack Leone, chi l'avrebbe mai detto!".

Ma io sarò già lontano, in viaggio verso Philadelphia. Voglio tornare dai miei animali domestici, in particolare da quel cane ribelle che cerca il modo di sgusciare via dal suo collare e sentirsi libero. Alla fine dei conti voglio bene pure a lui, perché io
sulla vita,
sull'amore,
sull'odio,
sui sentimenti,
su Vivien,
su Olivia,
su Samuel...

Io non provo niente

Il mio riflesso sull'acqua non stava sorridendo, quello era il fiume a ricordarmi chi sia Jack Leone, così come io l'ho concepito.

Scondinzola, cagnolino, il tuo padrone stasera ti farà le feste
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Quattro pagine di spot, di cui le prime due di preparazione. E' lento, ma vi prego di non desistere nella lettura, è una storia che va assaporata lentamente per un impatto maggiore nel finale.

Da qui porto anche avanti i pensieri di Jack Leone sulla WBFF e sul mio futuro avversario Cody Knox. Penso che sia abbastanza chiaro come pensa Leone, ma devo dire che stavolta mi ha proprio sorpreso. E' un personaggio... particolare, a cui non vorrei mai assomigliare troppo.

Per tutto il resto ci pensa (metal)mastercard, ma essere heel non ha prezzo!

Non è la prima volta che con Jack Leone uso l'acqua come spunto di riflessione, l'ho fatto tante volte ed in passato ho creato uno spot di nome Riflesso, oltre al ciclo 'Il vecchio ed il mare' di tre spot, che è stato praticamente il mio addio all'era spot, per me il miglior modo per delineare quello che prova davvero un personaggio.

Se lo trovate un po' bastardo o per qualche strana ragione di cattivo gusto, sappiate che invece ci ho messo parte di esperienze magari non mie, ma di certo che hanno avuto un forte impatto, spingendomi a riflettere sulla vita.

Lo dedico in particolare a Supervale che si chiede spesso il senso della vita. Gli lascio il pensiero di Mr.Attitude.

Fatemi sapere cosa ne pensate.
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[Modificato da cell in the hell 28/03/2011 23:47]
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Paul DeSade
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Cazzo, toccante.
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