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Bisogna soltanto saper aspettare.

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2007 14:41
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Pixero
24/07/2007 19:33
 
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Ma che effetto fa ammazzare un uomo?
Niente.
Se credi in un idea Niente.
Spari e via
Ammazzare un uomo.


Sembra ormai che riportare per scritto i demoni della mia vita sia diventata un abitudine.
Infatti eccomi qui ancora una volta a scrivere. Ma questa volta scrivo dal maledetto posto dove mi hanno ricoverato, per il mio infortunio. Odio questo posto, odio gli ospedali, quei palazzotti imponenti e ricolmi di persone malate con i loro sentimenti, i loro ricordi, ma nessuno che gli ascolti. E’ un po’ come un anticamera del purgatorio, dove dalla finestra puoi vedere il cielo e la bellezza di ciò che sta oltre l’ospedale, ma passerà molto tempo prima che tu la raggiunga , con i tuoi piedi o trasportato dentro una cassa in legno. Poi adesso con la stagione calda l’ospedale diventa più una casa di riposo, poveri anziani abbandonati al loro destino perché la famiglia doveva andare a godersi le meritate vacanze, quando i loro vecchi per almeno trent’anni non hanno mai avuto un attimo di tregua per accontentare i capricci dei bastardi di oggi, forse è questa quella che chiamano gratitudine?
Ma come dicono molti, non tutti i mali vengon per nuocere , e anche in quel postaccio ho trovato qualcosa che poteva interessarmi ,che poteva aiutarmi , donato da un altro splendido gioco del destino. Ma andiamo con ordine al giorno in cui è iniziato tutto.

****************************************************************

L’operazione fu molto dura ma era andato tutto per il meglio, decisero di ricoverarmi per alcuni giorni per effettuare degli accertamenti ma io mi ero opposto, cosi per assicurarsi che questa carcassa non scappasse dall’ospedale quei bravi demoni dal camice bianco mi avevano riempito di antidolorifici e di sonniferi, più che altro di sonniferi. Ero talmente rincoglionito che non riuscivo praticamente a muovere neanche un braccio e parlare era un impresa. Come se non bastasse avevo sentito che le mie condizioni non erano poi cosi ottimali. Avrei potuto da un momento all’altro collassare nuovamente sotto il peso del mio corpo o per un ennesimo incidente sul lavoro.
Dormi per numerosi giorni, sonnecchiare mi piaceva, subito quei sonniferi e antidolorifici non mi facevano proprio addormentare e quando dormivo il mio sonno era tranquillo niente selve, niente morte, niente fiamme. Ma in fondo lo sapevo che sarebbe accaduto prima o poi , l’inevitabile.
Uno dei medici volle aumentare le dosi di sonnifero perchè non sopportava più le mie lamentele, lurido bastardo ipocrita. Fu un attimo, un doloroso attimo, mi addormentai e le ombre della mia mente mi avvolsero ancora,quando riaprii gli occhi avevo davanti a me ancora una volta la selva.
Il mio sguardo divenne spiritato , osservai da tute le parti quel luogo cercando il mio letto di ospedale, richiusi gli occhi ripetendo a me stesso che era solo un illusione non ero tornato li e che quando gli avrei riaperti tutto sarebbe tornato normale. Riaprii gli occhi.


“NOOOOOOOOOOO: DIO MIO NO!!!”


Le mie urla fecero muovere in volo un gruppo di corvi dagli occhi rossi, animali infernali, mentre io stringevo la terra tra le mani e piano delle lacrime di puro terrore scesero dai miei occhi. Mi feci forza maledicendo chiunque mi avesse rilanciato in quell’oblio e come ormai mi ero abituato a fare iniziai a camminare. Camminai per giorni e giorni senza meta mentre il bosco si faceva sempre più buio, ogni tanto vedevo una luce aprirsi in cielo, credo che l’effetto degli antidolorifici stesse per finire ma puntualmente venivo rifornito di quella dolce droga che mi faceva sprofondare nuovamente in quel pantano della mia mente. Le gambe si facevano sempre più pesanti, non mi fermavo ormai da ore iniziai a correre disperato in cerca di un qualcosa che non fosse un labirinto informe di legno e foglie inciampai e caddi. Il mio volto si sporco del fango che si trovava sul terreno, le mie mani cercando di attutire la caduta vennero sfregiate dai sassi e il mio ginocchio colpi probabilmente un ramo di rovi perché sentii le spine infilarsi in esso. Quel dolore lo avevo gia sentito una volta, prima dell’operazione quando ebbi il mio incidente. Tentai di alzarmi ma la gamba collasso. In quel momento mi vennero in mente la parole che avevo sentito pronunciare da alcuni dottori.

“Il ragazzo sembra apposto ma in realtà...la gamba potrebbe collassate per il peso da un momento all’altro. Non potrà più tornare a lottare come un tempo… è gia tanto se tornerà a correre.”

Nuovamente alcune lacrime scesero dal mio viso e le mie urla di dolore rieccheggiaroper tutto il bosco, ma non era un dolore fisico, era un dolore morale, un dolore interiore. Mi portai a carponi e cercai di guardare in avanti in cerca dell’uscita. Ma no…non la vidi.

“Maledetto…Maledetto sia il giorno in cui sono arrivato qui… perché combatto…per quale motivo mi ostino a combattere? Se anche riuscissi a trovare l’uscita e a tornare in quel mondo…reale… sarò destinato a non poter più combattere, ad una disfatta sicura!perchè!!?? Perché!!??!!??anf….anf…anf…basta…io voglio andarmene da qui…e lo farò in un modo o in un altro, anche se dovessi aspettare che la morte mi venga a prendere …”

Le lacrime scendevano dal mio volto, mi misi le mani in faccia cercando di asciugare le lacrime ma quando lo feci qualcosa di diverso dal fango premette sulla mia faccia, aveva un odore differente, era sangue. Guardai le mie mani e vidi che il sangue da due ferite usciva come sgorgasse da una fonte, urlai dal terrore della scena, e piantai le mani nel terreno, poi le riguardai erano guarite.

“Allucinazione…era un allucinazione...dio mio da quanto sono qui…non ce la faccio più..”

Non continuai a lamentarmi perché il umore di passi interruppe il mio frignare, osservai di fronte
A me e vidi una schiera di uomini, armati di tutto punto che camminavo in squadroni . Ma nessun tamburo ritmava la loro marcia, nessuna tromba da guerra gli annunciava c’era solo il suono incostante dei loro passi e i loro volti che urlavano in silenzio di battaglia. Fermarono la loro marcia proprio di fronte a me si dispersero e iniziarono a fare fuochi qua e la , si accamparono. Volevo chiamarli , parlare con loro, ma no usciva fiato dalla mia bocca, piangevo come un bambino di fronte alla mia impossibilità di movimento e di parola, ma forse era questo quello che mi volevano far capire, che io dovevo abbandonare per sempre l’idea di lottare ,erano quelli i miei pensieri quando alcuni di quelli accesero un fuoco proprio vicino a me .I soldati anche se cosi vicini sembravano non vedermi ,probabilmente ero solo uno spettatore di quella scena solenne. Due di loro attirarono la mia attenzione erano entrambi vestiti di stracci ,ma erano tutti uguali nella loro diversità di vestiti , erano dipinti in volto come guerrieri scozzesi e i moschetti in spalla come ribelli irlandesi, in una mano uno dei due aveva una bottiglia di vino che porgeva al suo compagno, notevolmente molto più giovane di lui, che timidamente rivolse una domanda al suo compagno.

“Ma che effetto fa…Ammazzare un uomo?”
“Niente…se credi in un idea niente…Spari e via”
“tu ne ha mai ucciso uno”
“Una volta…ne ho ucciso uno alle spalle. Lo avevamo catturato , lo portavamo giù alla piana per fucilarlo e don Berto ha voluto confessarlo e lui…ne ha approfittato per scappare cosi io ho preso il moschetto e “
“Io non so se ce la farò soltanto al pensiero mi sento male
“E allora cerca di convincertene per tempo perché loro…Gli altri …non ti faranno certo degli sconti”


Quelle parole mi suonavano cosi aspre e piene di dolore che se avessi avuto la possibilità di parlare non avrei comunque detto niente, sarei rimasto come aveva fatto il giovane ragazzo in silenzio.
A pensare a ciò che io avrei fatto in un frangente simile, uccidere per non essere ucciso. Ma altri due che parlavano ad alta voce attirarono i miei occhi e le mie orecchie verso di loro, entrambi sulla stessa età anche se uno di loro notevolmente impaurito

“Caro signor Diana cosa l’ha portata qui a combattere? E cosa è quella faccia da funerale? E’ forse successo qualcosa?”
“ Atos…stanno venendo giù a frotti da ogni luogo, presto saremo circondati.”
“Oh non ti preoccupare abbiamo ottimi informatori”
“ Ma quanto ci possiamo fidare…ormai anche il popolo inizia ad avere dei ripensamenti Atos riusciremo a vincerla questa guerra?”
“Non lo so, non mi sono mai posto questo interrogativo. Io sono un combattente, un combattente di questa guerra e il mio compito è eseguire gli ordini, anche se stesse crollando tutto intorno.”
“ E … sta crollando tutto intorno?”
“ Le notizie non sono confortanti , coma ha detto anche lei siamo bloccati su tutti i fronti, ma come spesso dico un dominatore non potrà mai essere un dominato.”
“Ma allora combattere queste ultime battaglie è praticamente inutile!”
“Oh no…affina il nostro sottile piacere per il male, ci induce a diventare belve assetate di sangue , perché solo chi è assetato di sangue può sperare di farcela quando i tempi cambieranno.
“Ma…”
“E cambieranno signor Diana. Oh se cambieranno…bisogna soltanto saper aspettare!”
“Aspettare.”



Come per il povero signor Diana quella parola aspettare penetrava nella mia mente più volte , come un lama acuminata e arrugginita. La testa sembrava scoppiarmi . Aspettare. Fu quello che feci. I soldati si addormentarono e anch’io lo feci il mattino dopo uno di loro mi svegliò, stava scrivendo su un libricino probabilmente un diario ma parlava ad alta voce risentendo come suonavano le sue parole. Una cosa che facevo anch’io tempo fa quando scrivevo le mie canzoni. La barba incolta e gli occhi sognanti mi sembravano cosi familiari che non feci a meno di ascoltarlo.

“Penso che faremo una brutta fine, me lo sento... ma se continueremo a combattere prima o poi riusciremo a tirarci fuori da questo pantano, forse oggi non combineremo niente ma continuando a lottare come noi giungerà quel giorno. E allora…sarà tutto un altro avvenire.”

Chiuse il suo diario, e un colpo di fucile si sentii nell’aria in un attimo altri soldati di divisa nera, uguali in volto ataccarono quel manipolo che aveva tenuto compagnia a Pixero nella notte. Bastarono pochi secondi e l’accampamento divenne un vero e proprio campo di battaglia, riacquistai la possibilità di muovermi me ne accorsi quando il dolore alla gamba scomparve di botto , saltai cosi in piedi e corsi dietro un albero nascondendomi, la battaglia fu molto violenta, l’odore di sangue e polvere da sparo mi arrivava fino in bocca i miei occhi erano completamente impazziti dal dolore che potevo sentire provenire dal corpo degli uccisi . Dopo alcuni minuti i neri soldati di morte iniziarono ad andarsene, prendendo le armi del nemico e strappando le collane e tutto ciò che poteva avere un valore minimo. Mi feci forza e uscii dal mio nascondiglio. Camminai tra i cadaveri cercando un sopravissuto. Atos quell’uomo che la notte prima aveva suscitato in me sentimenti duri, violenti. Atos era moribondo lo presi tra le mie braccia e gli alzai in volto lui mi guardò e sorrise

“Il passato ritorna sempre…Ricordatelo…Se hai sangue nelle vene…Vendicati…Bisogna…soltanto saper aspettare…”

Atos continuava a sorridere, il sorrise divenne poi una risata, una risata malefica, una risata infernale , il cielo sopra al bosco si aprì e una luce una forte luce colpii i miei occhi li chiusi per il troppo calore e quando li riaprii la bianca stanza di ospedale. Si erano dimenticati di somministrarmi il sonnifero.Ero felice volevo scoppiare a ridere, ma per prima cosa tentai di alzarmi in piedi, ci riuscii a fatica. E iniziai a far su le mie cose me ne sarei finalmente andato, alcuni infermieri accorsero per fermarmi . Ma io incurante andai verso la porta alcuni vecchietti ricoverati con me esultavano e incitavano questa mia “evasione” mentre l’ospedale era praticamente nel Caos più totale, io mi guadagnai l’uscita dal purgatorio , uscendo sulle mie gambe. Salii su un Taxi e tornai a casa. Ma purtroppo non ci rimasi molto, le mie condizioni peggiorarono in poche ore, cosi fui costretto tornare in ospedale.

***************************************************************

Ma eccoci giunti alla parte più difficile del mio diario di viaggio, le considerazioni. Interpretare questa volta sembra banale, o forse no. Dopo l’operazione la paura e la voglia di arrendermi mi avevano assalito avevo gia pensato di abbandonare la via della lotta per dedicarmi solo allo scrivere canzoni, e forse l’incapacità di muoversi e di parlare era la rappresentazione di questi due sentimenti, la paura per l’immobilità e la resa per la mancanza di fiato. Ma se non avessi provato questi due sentimenti non avrei potuto assistere alla scena solenne. Ai due piccoli siparietti di vita vissuta. Il primo, ammazzare un uomo. Quelli erano i sentimenti che provavo un tempo, le prime volte che combattevo avevo l’immensa paura di sbagliare di non essere all’altezza mentre una parte di me cercava di spronarmi. Atos e il signor diana rappresentavano il presente. La scarsa probabilità di potere tornare a combattere e vincere ma Atos è quella parte di me che un tempo mi spronava che mi induce a diventare una belva assetata di sangue, per poter combattere anche dopo o nei momenti più pericolosi. Il giovane scrittore è la parte poetica di me che nel suo piccolo comunque sa che deve lottare che non può e non deve arrendersi per raggiungere lo scopo comune. Poi di nuovo Atos, Atos è il futuro, la morte…ma in quel futuro c’era anche altro la vendetta , la parte vendicativa di me che salta fuori nei momenti meno attesi. Aspettare , bisogna soltanto saper aspettare, probabilmente è questa frase la chiave di tutto. L’attesa che ho subito nella foresta prima di essere liberato, l’attesa della mia guarigione in più l’attesa di potermi vendicare, di poter di nuovo lottare.Si penso che il messaggio sia charo devo soltanto aspettare.

Perché
per la vendetta
e la Gloria
bisogna…soltanto saper aspettare

[fat Shark 24/07/2007 13.40||19.34]

[Modificato da fat Shark 24/07/2007 19.35]

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24/07/2007 19:37
 
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Bene finalmente ho termianto questo spot, mi rode dire che non è uno dei migliori volevo farlo diverso ma sto aspettando un certo jeff per una detemianta storia che è molto più bella di questa ve lo assicuro, mi dispace essermi giocato cosi una shoot. Speriamo bene.
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24/07/2007 22:00
 
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E' scritto molto bene (a parte alcune lettere dimenticate per la fretta tipo "umore" invece di rumore [SM=g27828] ma appunto è la fretta e colpisce anche me) e la storia è interessante, anche se talvolta si trascina troppo non lasciando al lettore la voglia di sapere i particolari. Questo non toglie che nel complesso è un lavoro buonissimo, tra i migliori di Pixero, anche se per questo tipo di spot avrei appunto preferito una stesura più rapida, che avrebbe donato maggior risalto a questa storia, comunque avvincente.
[SM=g27811]
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26/07/2007 13:49
 
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Potevi fare molto meglio, sembra quasi che tu non abbia un tema di base per questo spot. Peccato.
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26/07/2007 15:55
 
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la grande occasione di Pixero...si poteva fare di meglio, ma a me lo spot è piaciuto perchè intenso, anche se manca qualche particolare che poteva renderlo unico
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29/07/2007 00:45
 
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Re:

Scritto da: fat Shark 24/07/2007 19.37
ma sto aspettando un certo jeff



Ma io non lo voglio quel Jeff lì, voglio l'Asiago! Cioè...Mica Melavo! Cioè...Neemia Melanu!!!
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29/07/2007 14:41
 
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Re: Re:

Scritto da: Kurtangle86 29/07/2007 0.45


Ma io non lo voglio quel Jeff lì, voglio l'Asiago! Cioè...Mica Melavo! Cioè...Neemia Melanu!!!




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