17 Giugno 2003, Seattle-WA
Il mio 16esimo compleanno, finalmente nella nostra famiglia è tornata la serenità. Mia madre e mio padre sono di nuovo insieme e noi tutti siamo tornati in America dove ho ritrovato i miei amici. Tutto perfetto lì, intorno a quella tavola, con me che sto seduto accanto alla mia amata sorella, mio padre come al solito che racconta le sue barzellette e mia madre che finalmente lo interrompe portando a tavola la torta. Mamma vorrebbe cantare la canzone, ma io le dico che sono troppo grande. Mio padre dice che non si è mai troppo grandi per queste cose e tutti cominciano a intonare il fatidico “Happy Birthday”.
“Tutto perfetto” …. Allora davvero in casa Thompson la felicità aveva fatto ritorno? No.
Mamma taglia la torta e passa un pezzo a ciascuno di noi, Papà sta per mangiarne un pò, ma comincia a tossire. La tosse non si ferma, Mamma prende un bicchiere d’acqua ma Papà lo getta via a terra. La tosse non si ferma, Papà si aggrappa alla tovaglia e cade a terra rovesciando tutto. Mamma chiama un’ambulanza, Papà non si rialza.
Quella stessa sera, Virginia Medical Hospital
Il mio 16esimo compleanno, quando pensavo che finalmente nella nostra famiglia fosse tornata la serenità, io sono seduto in una squallida sala d’attesa e stringo forte la mano di mia sorella. Arriva zia Linda che abbraccia mia sorella in lacrime, io cerco di avvicinarmi la porta e provo ad origliare quello che dice il medico a mia madre.
Medico: ”Suo marito ora è fuori pericolo, purtroppo signora Thompson, mi duole riferire che è affetto da Cancro ai Polmoni”.
Mia madre non rispose, spalancò gli occhi e si portò le mani alla bocca.
Medico: ”E’ in fase avanzata, a questo stadio c’è poco da fare, non credo durerà molto, l’unica cosa da fare è cercare una terapia di supporto da parte di voi familiari.
Dopo 3 ore di attesa tornammo a casa e Papà venne con noi. Stava bene, anche se non diceva una parola. Mia sorella non faceva altro che domandargli che cosa le aveva detto il medico. Mamma rispose lei dicendo che non era nulla, Papà aveva solo rischiato di soffocare per qualcosa che aveva mangiato.
10 Maggio 2005 Seattle-WA
In due anni la malattia era peggiorata, Papà non si muoveva mai dal letto ed era un’agonia mortale stargli accanto. Prendeva dai 20 ai 30 medicinali al giorno, i dottori uscivano ed entravano dalla sua stanza, ormai non poteva fare a meno di stare attaccato all’ossigeno. Io non sapevo che fare, a breve sarebbe stato il mio 18esimo compleanno e quindi potevo firmare il contratto di Jack Leone che mi avrebbe permesso di divenire un lottatore professionista, non sapevo cosa fare … scappare lasciandomi tutto alle spalle, o entrare in quella stanza e dire a mio Padre che partivo per diventare un wreslter. Andai da mia madre e provai a chiedere a lei cosa fosse giusto fare. Lei mi accarezzò e mi disse che ormai ero grande abbastanza da decidere cosa fosse giusto o sbagliato e che qualsiasi scelta io avessi fatto, lei avrebbe accettato. Presi la valigia e scesi giù nell’atrio, abbracciai forte mia sorella e decisi di andare ... il taxi stava già aspettando fuori.
Max: “Aeroporto Internazionale di Seattle, per favore.”
Il taxi giallo sfrecciava per le strade di Seattle e in pochi minuti eravamo a destinazione. Scesi dalla macchina e presi il portafoglio. Mentre lo aprivo per prendere i soldi da dare al tassista, mi balzò agli occhi la foto di tutta la famiglia che era all’interno del portafoglio: io, mia madre, mia sorella e mio padre….mio padre…la colonna portante di quella famiglia che ho sempre desiderato fosse perfetta, che fosse felice, che fosse serena….
Max: ”Puoi riportami indietro!”
Avevo capito che scappare non contava nulla, non potevo andare via senza averci parlato, senza avergli detto cosa provavo. Entrai di scatto in casa e mi precipitai nella sua stanza. I medici non mi volevano far passare, ma una voce lenta e debole….
Padre: ”Fallo passare, fallo venire qua accanto a me”
Max: ”Papà mi dispiace …. invece di cercare di tenere unità la famiglia, di supportarla come hai fatto tu in questi anni, stavo scappando.
Padre: ”Figlio mio … non devi sentirti in colpa. Anche io sono scappato lasciando te e tua sorella per molto tempo … Ognuno di noi deve seguire la sua strada, tua madre mi ha detto……
Ogni tanto Papà si fermava perché aveva bisogno di respirare con la maschera.
Padre: ” Mi ha detto tutto, sono felice che finalmente realizzerai ciò che hai sempre desiderato, beh non era quello che avevo in mente, ma farai grandi cose e questo mi renderà felice….
……..
Padre: ” Voglio solo che non ti farai mettere in piedi in testa perché sei giovane ed inesperto, tu sei in grado di fare tutto, non ti sentire in difficoltà se qualcuno è più forte di te, perché nella vita non sempre vince il più forte …. Chi vince diventa il più forte. Tu sei destinato a vincere, tu sei destinato ad essere il più forte….
28 Agosto 2006 Gates OF Hell
Mio padre è morto da 2 settimane, io invece sono qui da soli due mesi e già mi sono guadagnato la possibilità di diventare campione del mondo:
“
Le luci riappaiono e Maximo urla “Welcome to Hell” e poi sferra un Superkick alla gola del rivale, riuscendo ad impiantargli proprio la croce in gola. Black Devil crolla nella buca e rimane giù paralizzato, in preda ad un possibile soffocamento. Oh, no!!! The Black Devil sta morendo…allora ci sarà davvero un sacrificio! Maximo esulta, mentre il tempo passa alla svelta. 30 secondi…40 secondi…50 secondi…58…59…1 minuto!!! La buca si chiude sopra a Black Devil che sembra essere morto e Maximo diventa per la prima volta WBFF World Heavyweight Champion, festeggiando. Il nuovo campione alza la cintura al cielo sulle note della sua toccante theme song. Un nuovo campione è stato incoronato questa sera ed il pubblico è in delirio, Maximo ha coronato il suo sogno, l’aveva promesso…sarebbe diventato campione del mondo!
Vincitore e nuovo WBFF World Champion: Maximo”
18 anni e già campione del mondo, mio padre aveva ragione, nulla è impossibile, nulla è programmato, se si ha la forza di volontà, il coraggio, la tenacia ogni pronostico sfavorevole può essere ribaltato. Grazie Papà, questa vittoria è tua ecco perché alzo la cintura al cielo e poi con il dito indicò lassù mentre una lacrima scende lenta dal mio viso.
17 Giugno 2007
Il mio 20esimo compleanno, ancora una volta nella nostra famiglia è tornata la serenità. Non c’è mio padre, ma c’è sempre mia madre e mia sorella, e poi c’è Jessica che fa parte della mia nuova famiglia, lei è il bambino che porta in grembo. Tutto perfetto … manchi solo tu a questa tavola, ma so che in un modo o nell’altro tu sei qui vicino a noi, e questo bimbo che un giorno nascerà e porterà il tuo nome ne è la prova tangibile.
Intanto ogni volta che salirò sul ring e riuscirò a difendere la mia cintura, sia essa il titolo del mondo o il King Of Fight, il primo sguardo dopo la fine del match sarà rivolto sempre al cielo.
… come per dire: ”Hai visto, ci sono riuscito di nuovo!”
[Modificato da maximilian8777 25/07/2007 19.26]