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Malessere (Spot EP x SOTR)

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2007 15:50
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Drago / Denny Leone
Over the God
20/05/2007 22:33
 
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Ci sono delle mattine in cui ti alzi controvoglia, dimostrando intolleranza alla sveglia che ogni giorno interrompe il sonno che ristora il fisico temprato dalla fatica del giorno precedente. Lo ammetto, mi capita di rado, ma quella mattina successe anche a me.
Alzarmi non è mai stato un problema, ma quel giorno un’idea tormentava il mio mattutino risveglio: qual è lo scopo della mia vita? Intendiamoci, credo, anzi sono fermamente convinto che ognuno di noi sia stato messo al mondo per adempire al proprio compito,dimostrando quindi capacità ad adattarsi ad ogni situazione e provando in ogni modo a superari gli ostacoli più irti che si frappongono tra noi e il successo, ma non vi è mai capitato di chiedervi, in un periodo di scoramento, se nella vostra vita avete sfruttato al cento per cento le vostre potenzialità, in modo tale da non avere rimpianti? Non ho mai avuto dubbi in proposito sulla mia persona, ma quel maledetto giorno ero assillato dall’idea che avessi lasciato qualcosa in sospeso, che non tutto ciò che avrei dovuto fare fosse stato fatto alla perfezione, e per una persona orgogliosa e sicura dei propri mezzi come me tutto ciò era assolutamente inaccettabile.
Nonostante questo, mi preparai, feci colazione e, una volta sceso, diedi poco peso a quello che fino ad allora era stato il pensiero dominante della mia mattinata. La mia Yamaha era li ad aspettarmi, casco piazzato, gambe in sella e via verso una nuova giornata di allenamenti. Durante il tragitto, però, ebbi l’occasione di ripensare a quanto successo pochi minuti prima, e un senso di frustrazione pervase il mio corpo come una scarica elettrica da mille volts: per quale fottuto motivo questa insicurezza continuava a tormentarmi, cosa avrei lasciato in sospeso al punto di rovinarmi una giornata che, nelle previsioni, avrebbe dovuto essere tranquilla e proficua? Chiusi gli occhi un solo istante, cercando di far mente locale, bramando quel pizzico di lucidità che forse mi avrebbe portato ad una risposta.



Fu un attimo.



Un attimo solo.



Il semaforo rosso alle mie spalle.



Un tir che procedeva spedito verso di me.



Aprii gli occhi, mi voltai e compresi che la mia vita stava per finire. Una piccola distrazione, un piccolo rischio non calcolato mi aveva portato faccia a faccia con la morte, che aspettava un mio passo falso per privarmi dell’esistenza che tanto tormentava la mia mattinata.
Chiusi ancora una volta gli occhi, in preda alla paura.
Pensieri sparsi annebbiavano la mia mente, quasi a volermi ricordare quello che ero, che sono e che sarei dovuto essere.

Vidi un bambino piccolo, seduto all’ombra di un pino, leggere un libro di Emile Zola. Che simpatico ometto, il suo volto nasconde un velo di malinconia, sarà forse la solitudine? Una rossa palla di gomma rotola accanto a lui, la osserva e fa per prenderla. Un altro gruppetto di ragazzini gli si avvicina, dicendogli “No Jacques, non hai mai voluto giocare con noi, non hai il permesso di toccare quella palla!”. Il povero bambino fu costretto a ritrarre le mani, cosicché gli altri potessero finalmente prendere quel pallone e tornare ai loro divertimenti lasciando li, da solo, il piccolo Jacques, noncurante di ciò che gli succedeva intorno. Tanta era la paura di confrontarsi con la realtà, tanto era il desiderio di diventare qualcuno, che quel piccolo bambino si isolava dal mondo che lo circondava con l’idea di impiegare il suo tempo in attività che, probabilmente, lo avrebbero portato ad avere qualche possibilità in più in ambito lavorativo. Ma a 7 anni, è normale comportarsi in questo modo? Non è controproducente limitare i propri svaghi in vista di importanti sbocchi in quell’età che, magari, porterà con se tutti i rimpianti di una vita vissuta all’ombra degli altri e di se stessi?
Vidi un ragazzo di belle speranze di fronte ad una platea di critici. Un battito di mani scrosciante, l’inchino del giovane che, tronfio, salutava la folla esultante per la sua prestazione. Il telone si chiuse ed era facile osservare il volto provato dalla fatica e dallo stress. Il sorriso di circostanza che aveva allietato il pubblico era sostituito ora da una smorfia di autocommiserazione; era quindi gioia apparente quella che provava colui che aveva appena ricevuto l’approvazione di illustri candidati al giudizio sull’esecuzione dell’opera?
I genitori del giovane accorsero per congratularsi con lui, ma era visibile il malcontento che il suo volto svelava, seppur controvoglia.
Vidi quel ragazzo, ormai alla soglia della maggior età, firmare un contratto professionistico con la miglior compagnia di wrestling mondiale. Compresi che ero io, compresi che tutto ciò che stavo osservando altro non era che la mia vita che scorreva a velocità supersonica. E’ proprio vero che, quando stai per morire, la vita ti passa davanti agli occhi.
Ti inibisce i sensi, provocando quello stato di coma apparente che ti permette ancora di respirare, anche se non ti rendi effettivamente conto di quello che sta succedendo, del pericolo incombente.


Aprii nuovamente gli occhi, ero in un lettino d’ospedale. Fortunatamente i riflessi dell’autista furono decisivi per la mia salvezza. Avesse frenato un attimo dopo, non mi sarei ritrovato semplicemente a terra, svenuto, a causa del disperato tentativo di evitare un scontro che appariva imminente, ma avrei potuto passar a miglior vita, ponendo la parola fine a quella pessima giornata, iniziata male e proseguita peggio.
Avrei lasciato il lavoro che amo, avrei lasciato la donna che amo, avrei lasciato le cose che amo. Avrei lasciato alle spalle anche quel senso di frustrazione che continuava a pervadere il mio spirito, non dandomi tregua. Eppure quel malessere era sparito…già, come mai?
Avevo rischiato, involontariamente, di perdere la vita.

Il rischio…
Quel rischio che, sin da giovane, non ho mai avuto il coraggio di correre…
Quei rischi che si devono obbligatoriamente prendere se non si vogliono aver rimpianti…
E’ tutto qui il malessere?
E’ solo questo che turbava il mio mattino?
L’aver rischiato, inconsapevolmente, mi aveva liberato da quel torpore?


I dubbi rimangono, certo è che, ora, quel malessere è sparito, e la mattina posso finalmente tornare a sorridere.
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23/05/2007 12:12
 
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quando vorrei conoscere una persona come Enfant Prodige, è troppo buono, troppo gentile.

Inoltre, è pure fortunato. A parte che mi ricorda Davide WL85 perché quando siamo andati in stazione a Porta Susa l'ho visto vincere un sacco di soldi alle macchinette da Slot Machine senza neanche sapere come si utilizzassero. [SM=x1183764]

Ah, lo spot mi è piaciuto, mi diverto sempre a leggere gli spot di Enfant Prodige. [SM=x1183768]
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Jaz / Cazador / McClure
23/05/2007 15:50
 
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ieri sera avevi ragione, sto spot di ep n'è che t'è riuscito benissimo. [SM=g27828]
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