1 ora prima…
“Mi serve un aiuto!”
Raziel guardò storto il suo amico, che era entrato a tutta velocità (rischiandosi di schiantarsi contro un armadio) con uno sguardo a metà fra lo spaventato e il preoccupato (per chi, si sa dopo) urlando quella frase (dopo un “ciao” detto in modo altrochè disperato). Rob non aveva fatto niente che si era ritrovato lui. Ma, comunque, voleva sapere il motivo della richiesta di aiuto.
R: Che vuoi?
A: vorrei che tu mi aiutassi con i debiti… certi personaggi mi vogliono morto perché non pago da un sacco di tempo!
R: E che c’entro io?
A: vedi, ci sarebbe un modo per aiutarmi…
R: e quale sarebbe?
A: dovresti però venire con me in un posto.
Raziel era molto sospettoso. Di solito, se andava da qualche parte, non andava affatto bene (come le ¾ delle uscite). Aveva valutato la sua situazione: aveva un amico disperato indebitato fino al collo al punto che lo avrebbero ucciso gli chiede di venire con lui perché ha trovato un modo per saldarli. Mah, una situazione abbastanza seccante. Comunque, lo seguì.
Mezz’ora prima…
Arrivarono davanti a un locale malfamato, probabilmente uno di quei locali in cui non vorresti entrare per nessun motivo.
A: aspettami qua.
Raziel obbedì all’ordine. Non sapeva ancora quale era il sistema con cui avrebbe pagato i debiti. Lo vide parlare con due persone di qualcosa che non riusciva a sentire. Comunque era una cosa che non era molto rassicurante. Si avvicinò a Rob dicendogli di seguire i due signori. Eseguì l’ordine; i due lo presero. Uno di loro gli diede una botta in testa e per il lottatore la vista si offuscò…
Sento dell’acqua che mi bagna il viso. Mi sveglio; la prima cosa che sento è un mal di testa forte, forse quando la guardia mi ha colpito, lo ha fatto con troppa forza. Mi guardo intorno: è una struttura simile a una gabbia, quella in cui mi hanno rinchiuso. Sento le voci delle persone ma non le vedo. Guardo in alto: sono veramente tante, erano un gruppo di scommettitori enorme, che continuavano a fare scommesse. Ecco quale era il modo di fare i soldi: scommesse clandestine. Sono proprio un idiota. Totale.
Sento uno speaker che urla: “Benvenuti signori a questa interessante competizione! Stasera ci sarà un combattimento che promette bene! Da una parte, un lottatore: Rob Raziel! Dall’altra una macchina da guerra implacabile: Il distruttore!” Vedo davanti a me chi sia questo distruttore… no, cazzo, no!
Anni prima
"Senti, tappo, hai detto di valere più di tutti noi, eh?" disse mentre si alzava. "E allora perchè non lo dimostri? Andrò io contro di te domani sera. Chiamerò il pubblico, il mio invito attirerà tanta gente. Io contro di te. va bene?"
Rob accettò senza esitazione.quindi se ne uscì mentre lui diceva "vedrete che sto qua lo ammazzo..."
[..]
Non riusciva a prendere fiato con Raziel che lo continuava ad attaccare. Un Enzeguri kick lo fece cadere a terra e quindi Rob salì sulla terza corda ancora una volta e connesse una Phoenix splash (tecnica che adotterà come tecnica finale). Sentì i colpi per terra dell’arbitro…1…2… ma non sentì il terzo perché il suo avversario alzò la spalla fra la delusione sua e quella del pubblico.
Quindi prese il braccio… ormai stanco, lo mise dietro le schiena… poi lo tenne e lo prese alle gambe… quindi riuscì a connettere la tecnica che aveva imparato, la Devil lock, anche se le aveva dato un altro nome… la Leg clip… sentì battere per terra, incessantemente, ma non era l’arbitro… era il suo avversario… aveva ceduto.
Robert. Proprio lui devo andare a beccare?
Un pugno velocissimo mi colpisce. Barcollo. Non ho neanche il tempo di capire cosa succede che vengo scaraventato contro la gabbia. Non riesco neanche a rialzarmi che mi blocca a terra. Il suo peso era aumentato di molto, per quanto lo ricordo. Mi guarda negli occhi. Sembra un animale. Un pugno, poi un altro, un altro ancora. Una serie di pugni mi colpiscono la faccia. Non li conto neanche. E ancora una volta, lanciato via, come un frisbee (insomma, sono ridotto male). Fatto questo, inizia a ridere. Si prende gioco di me. Intorno, gli spettatori incitavano a combattere ancora. Non basta, a quanto pare. E finalmente torno a pensare.
Questa gabbia non è fatta per gli uomini, è fatta per le bestie. Perché qui combattono le bestie, senza ragione, combattono senza sosta, non lo fanno per gusto o per altro, lo fanno soltanto per sopravvivere. Perché andare a prendere degli animali, se li trovi in strada? Sbandati, ragazzini, falliti… tutti costretti a lasciare casa e lavoro. Senza futuro.
Mi rialzo. Mi osserva. Gli occhi si incrociano. Lui parte all’attacco. Istintivamente, scanso l’attacco che mi è stato portato. Inizio a reagire di più ai suoi colpi. Per quanto lui carichi, io mi riesco sempre a scansare. Sono sempre stato più veloce di lui e tento di usarla a mio favore. Una serie di pugni che riesco a evitare. Noto che si è stancato, quindi parto all’attacco. Mi butto con tutto il peso sopra di lui. SI sbilancia e cade. Inizio il mio contrattacco. Un pugno.Due.Tre.Quattro. Smetto di contarli, sono troppi. Come una furia, continuo a colpirlo. La faccia del mio avversario ormai è ridotta male. Ma non riesco a smettere. Continuo a colpirlo. Rallento. Vedo cosa ho fatto. La folla è zitta. Li guardo. Vedo la scala che porta in alto. Con le mani pieni di sangue, mi incammino verso di essa e salgo. Me ne vado da quel posto. In una gabbia non si vince o si perde…
Si sopravvive.
[Modificato da Goroshi 29/04/2007 14.39]