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Spot John Justice Jamison- la storia di John parte II

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2007 22:20
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27/04/2007 23:04
 
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Parte II
[riassunto spot precedente: John mentre è a letto ricorda la sua infanzia e per l’esattezza i momenti che lo hanno portato a diventare ciò che è e cioè Triple J, infatti JJJ ripensa a quando aveva salvato un suo amico da dei bulli facendosi pestare, ma la giornata non era finita tanto è che viene convocato nella presidenza]

Preside: “Allora John come ti senti? Spero bene ma comunque ho convocato anche tuo padre per parlargli di ciò che è accaduto oggi a scuola”
JJJ: “Si sto bene signora preside non si preoccupi”

John in realtà non stava affatto bene anzi si sentiva molto male probabilmente aveva anche qualche danno grave ma come sempre il ragazzo non dava a vedere i suoi veri sentimenti e le sue vere sensazioni, tuttavia era difficile credere a ciò che diceva Jamison in quanto tremava dal dolore e forse ancora un po’ dalla paura.

P: “John dimmi chi è stato! Se non me lo dici io come posso aiutarti”
J: “Io non ho bisogno di aiuto!!”
P: “John non ti arrabbiare io voglio solo il bene di tutti”
J: “Ma non mi faccia ridere lei vuole solo il suo bene, in realtà lei non altro che un egoista, si un egoista”

La Preside sembrava molto amareggiata, quasi arrabbiata per la risposta di JJJ, infatti la signora era molto sensibile riguardo a certe cose, tanto è che subito indurì il muso e divenne molto più seria.

P: “Ma come ti permetti di dirmi una cosa del genere?!”

Tuonò la Preside

J: “Vuole sapere perché dico questo?! Semplice il motivo, lei vuole che questa situazione si risolva il più velocemente possibile per non avere problemi causati dalla situazione, lei non vuole risolvere IL problema, ma vuole risolvere i suoi problemi, infatti se lei sapesse i nomi non porterebbe la giustizia ma la vendetta e la cosa non mi piace affatto.”
P: “Giustizia e Vendetta sono la stessa cosa!”
J: “Si sbaglia di grosso!! I quando ho deciso di aiutare il mio amico lo ho fatto solo per giustizia perché non poteva difendersi, invece se l’avessi fatto per vendetta avrei aspettato il momento giusto e poi…”
P: “E poi cosa?”
J: “niente la giustizia deve venire prima di tutto”

La professoressa sembrava assolutamente intontita, era scioccata dalla risposta data dal giovane John, il quale aveva capito in pieno il punto, non si riusciva a capire se la Preside fosse solo stupita o anche contrariata dal fatto di essere stata corretta da un ragazzino, anche se certamente aveva capito di non avere davanti a se un ragazzino come tutti gli altri.

La porta iniziò ad aprirsi ed un uomo abbastanza imponente si vide dall’uscio, era abbastanza rude come impatto visivo ma comunque molto educato e aggraziato nei modi.
Aveva la faccia un po’ segnata dalla vecchiaia in quanto era abbastanza evidente che la giovinezza era passata ormai da un po’ di tempo.
La stanza era completamente silenziosa e John a malapena respirava, quando la docente esclamò:

P:”entri pure Signor Jamison!”

John aveva un espressione creata dal timore e probabilmente anche dal valore che il giovane dava al padre.

Mr.Jamison: “Salve, allora cosa è successo con il mio ragazzo?”
P: “Vede signore, suo figlio oggi ha avuto un problema con dei ragazzi più grandi di lui, e da lì è nata una rissa”
MJ: “Ma mio figlio ha dato fastidio a questi ragazzi o altro?”
P: “no, no, John si è comportata bene come QUASI sempre, ha quanto mi dice il ragazzo sembra che sia intervenuto per difendere un suo amico”

Il signor Jamison si mise a guardare che uno sguardo pietrificante il proprio figlio, con quell’occhiata probabilmente il padre voleva sia rimproverare che compatire il povero figliolo

MJ: “grazie davvero di avermi chiamato Preside ci penserò io a parlare con John”
P: “Di niente dovere signor Jamison”
MJ: “John andiamo dai!”

I due Jamison uscirono dalla stanza ma prima passare per l’uscio il padre fece un gesto con lasciò il ragazzo di sasso, infatti il padre aveva rifiutato la mano al figlio il quale non era abituato ad un gesto simile, tanto è che non sapeva che pensare.

John salì sull’automobile e per tutto il viaggio ripensò a quel gesto che il padre gli avrebbe potuto riservargli,

“Cosa avrà voluto dirmi con quel gesto?!”

Si chiedeva John nel silenzio dell’auto,

“voleva dirmi che sono grande ormai?! O che mi sono comportato in modo sbagliato?!”

Questo pensiero continuava a dilaniare la mente di John Jamison, il piccolo John per tutti, ma forse non per se stesso.

I due Jamison entrarono in casa e il ragazzo fece per andare subito in camera quasi per fare in modo di evitare un discussione che ormai sembra assolutamente inevitabile; infatti poco dopo Mr.Jamison chiamò il suo ragazzo nel ufficio dove il padre di John trascorreva gran parte del suo tempo da quando la madre sfortunatamente era deceduta.

John si avvicinò alla stanza con un passo che esprimeva da una parte paura e dall’altra sicurezza in se stesso e nelle proprie azioni, difatti il ragazzo non aveva assolutamente intenzione di chiedere scusa o di rinnegare ciò che aveva fatto, di sicuro lui avrebbe usato qualunque arma pur di difendere le proprie azioni.

Mr.Jamison era seduto sulla sua sedia come al solito con in bocca la sua pipa, unico retaggio della vita agiata che contraddistingueva questa famiglia prima della morte della madre di John.

MRJ: “Allora John dimmi la verità, perché hai attaccato briga con quegl’idioti? Tu sei intelligente dovresti capire che…”
JJJ: “Capire cosa Papà?! Che le ingiustizie ci sono e noi non possiamo farci niente, io non ci credo!! Quei ragazzi stavano picchiando un mio amico ed io non ho fatto altro che difenderlo perché lui da solo non ci sarebbe mai riuscito”
MRJ: “Non ti permettere mai più d’interrompermi John lo sai che cosa ti abbiamo insegnato tu e tua madre!!”
JJJ: “Si Papà io lo so ma tu sembri averlo dimenticato, siete stati voi due a dirmi che non devo stare a guardare quando ci sono delle ingiustizie ed ora tu mi dici che ho sbagliato, perché?”
MRJ: “Perché?! Forse il motivo di ciò che ti sto dicendo è che tengo a te e dato che sei l’unica cosa che mi è rimasta non voglio che ti succeda niente, e quindi ti dico lascia stare quella via perché essa ti porterà solo tanti, tanti e tanti guai”

John iniziò a guardare dritto negli occhi del padre ed a scuotere la testa, gli occhi del ragazzo iniziarono a riempirsi di lacrime fino a quando john esclamò:

JJJ: “NO!!!”

E poi corse su per le scale per andare in camera sua e blindarsi dentro di essa; il povero John non uscì più di li fino alla mattina dopo, durante la notte il padre era rimasto sulle scale ad ascoltare i mugugni ed il pianto del figlio, chiedendosi se stesse facendo la cosa giusta.

La mattina seguente John scese le scale come tutte le mattine, il suo incedere non sembrava affatto turbato da quanto era accaduto il giorno prima, che magari la notte gli avesse portato consiglio?!
John si sedette sulla sua solita sedia ed iniziò la solita colazione con fiocchi d’avena e uova, la colazione che suo padre aveva sempre definito come “la colazione dei campioni”, anche se John era più interessato al gusto che alla motivazione di quel pasto.

Una volta ultimata la colazione John salì sull’autobus che come sempre lo avrebbe portato a scuola, anche se una differenza rispetto al solito c’era e cioè suo padre non era lì con lui per salutarlo, infatti il vecchio Mr.Jamison aveva preferito rimanere nel suo studio; quell’assenza colpì il duramente il piccolo che solo allora capì quanto aveva fatto male a suo padre nella discussione della sera precedente anche se il piccolo John non si sentiva affatto dispiaciuto per ciò che aveva detto.

Una volta arrivato a scuola John cercò di entrare a scuola il più velocemente possibile per evitare i bulli che lo avevano malmenato, tuttavia questo tentativo fu infruttuoso, infatti i bulli erano già lì ad aspettarlo davanti all’ingresso e come lo videro lo portarono in un angolo del giardino della scuola, e lì iniziarono a spintonarlo con un John inerme anche se il povero piccolo non stette fermo anzi provo in tutti i modi a dimenarsi, sfortunatamente senza esito.

Ma tutto a un tratto un ombra si proiettò sul corpo di John ed i una voce da uomo tuonò;

???: “Via mascalzoni prendetevela cn qualcuno può difendersi codardi!!”

I ragazzi se la diedero a gambe terrorizzati un po’ dall’uomo ed un po’ dal fatto che la preside potesse sapere chi erano i bulli che avevano picchiato vari ragazzi negli ultimi giorni.

???: “Dai tirati su, sono andati via!”
JJJ: “Ma lei chi è?, me la serei cavata anche da solo”
???: “Certamente, come no, comunque non è importante chi sono io ora, poi lo saprai, comunque ho una proposta per te che ne dici se….”

E la faccia di John si illuminò subito tantè che per tutto il giorno il ragazzo pensò solo a ciò che gli disse l’uomo ignoto.
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29/04/2007 21:10
 
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chi vuole commenti che mi fa sempre piacere
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Avernus
30/04/2007 11:26
 
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L'unica cosa che mi torna poco é la preside che dice che vendetta e giustizia sono la stessa cosa, per il resto bello spot. Questo ragazzetto mi ricorda un po me, ma solo per il fatto di non volersi far mettere i piedi in testa da nessuno, per il resto no.
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04/05/2007 22:20
 
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la storia si fa interessante. Il buon JJJ impara cose dalla vita che gli serviranno per il futuro e per lui pare aprirsi un nuovo capitolo. Sarà interessante!
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