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Post: 908 | Registrato il: 28/07/2006 | Città: OPERA | Età: 33 | Sesso: Maschile | Handler | Uppercarder | Hardcore Boyz/Rob Raziel | |
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  20/04/2007 23:28 | |
Prologo:Jetback prison (prigione nera come l’ebano)
Era una giornata tranquilla. Il cielo senza nuvole era di un blu limpido, che dava serenità. I due Hardcore Boyz erano nel solito bar a bere. Non era stata una giornata molto movimentata, nessuna rissa, niente di niente. O meglio, sarebbe successo, ma i due combattenti non se ne sarebbero accorti…
A un certo punto, un gruppetto di uomini (i due contarono 12-13 persone, ma erano offuscati dall’alcol, per cui è una stima molto larga) si avvicinò a loro. Erano vestiti come gli agenti della FBI e che non promettevano bene. Con voce gentile, uno di loro probabilmente il capo, ma non ne era sicuro) disse: “I signori Kevin e Jack Mctorce?”
Kevin, che era quello più lucido, rispose con tono altrettanto gentile: “Sì, desidera?”
Lo stesso uomo che parlò prima affermò: “Dovreste venire con noi.”
Il duo era poco convinto dell’affermazione (che era più un ordine) e risposero: “E se non venissimo?”. Purtroppo la frase non ebbe un grande effetto: il duo iniziò a barcollare, ma non a causa dell’alcol. C’era sicuramente qualcos’altro in circolo nel sangue del tag e l’ultima cosa che vide Jack prima di svenire fu un dardo che si era conficcato nella gamba…
Quando il duo rinvenì, si ritrovarono in una stanza al buio, dove l’unica fonte di luce era un raggio che proveniva da una finestra tappata da cartone. Da quando si vedeva dallo spiraglio di luce, la stanza era nera, nera d’ebano. Quindi si aprì una porta e si accese la “luce”. In verità, era una lampada appesa che accecava gli occhi dei due lottatori. Si ritrovarono legati a delle sedie dei dentisti, legati alle mani e ai piedi da cinture di cuoio. Erano praticamente intrappolati lì, alla mercè di colui che li aveva invitati lì.
Dalla porta, una figura esile faceva la sua comparsa con un amichevole “Buonasera signori”.
Chapter 1 : Under Torture (Sotto tortura)
Kevin sbraitò : “Chi è lei?”
Dr: “Sono il Dottor Thymos, piacere di conscervi… Ma non posso dire altrettanto per voi.”
Jack: “Cazzo vuoi fare?”
Th: “Vedi, mi caro “amico”, sono un dottore, come ti ho detto. Mi attanagliava un dubbio da parecchio tempo: da dove vengono le emozioni? Non sappiamo spiegare come, ma le proviamo. Deve essere per forza qualcosa di biologico, qualcosa che è nel nostro organismo, capisci? È per questo che sto prendendo uomini dalla strada per i miei… esperimenti. Infatti io controllo il copro dei miei “pazienti” per verificare dove ci sono i cambiamenti. Certo, sappiamo che l’euforia viene dall’adrenalina, ma il resto? L’amore, l’affetto, il desiderio… queste emozioni sono inesplorate. Quindi ho deciso di prendere voi come cavie. Voglio vedere come si sviluppa l’odio in una persona. Vedete, verrete introdotti nella prima fase dell’esperimento. Buona permanenza…”
Detto questo, uscì dalla stanza. Dalle pareti nere, uscirono degli strani congegni, con degli aghi alla punta delle estremità. Sinceramente, non promettevano niente di buono. Uno di questi si avvicinò a Jack e penetrò attraverso la pelle facciale. Dopo emise una scossa. Jack sentì un grande dolore alla faccia. Kevin conosceva quella pratica: fu il dottor Guillaume Duchenne il primo a fare quel tipo di esperimento: si trattava di infilare degli aghi nei muscoli facciali e lasciare una scossa per contrarli. In questo modo, aveva la possibilità di studiare i muscoli sopra citati. L’unica differenza è che mentre il dottore in questione si serviva di un paziente che aveva perso la sensibilità alla faccia per via di un incidente. Mentre quello aveva tutta l’intenzione di fare male, non di studiare i muscoli. Ma la sua conoscenza si interruppe quando un ago perforò la sua faccia e rilasciò una scossa che faceva veramente male. Gli altri aghi iniziarono a infilarsi nella pelle dei due lottatori dove i nervi erano più sensibili e rilasciarono una scossa elettrica. Il che non era una passeggiata. Il duo si tratteneva dall’urlare: sarebbe stato un segno di vittoria per il dottore che, dalle telecamere, osservava con aria compiaciuta la scena, pensando a quanti giorni ci sarebbero voluti per far cedere i lottatori.
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Chapter 2 : Observation is over (l’osservazione è finita)
Quanti giorni erano passati dall’inizio, il duo non lo sapeva. Tre? Quattro? Il quel posto la scansione di tempo perdeva qualsiasi significato ci potesse essere. Infatti ogni giorno era interminabile per il dolore che provavano. Quando il bastardo aveva pensato a come fare del male, aveva pensato alla grande. Comunque, non avevano mai urlato. Erano troppo orgogliosi per ammettere di sentire dolore e non volevano cedere. Gli unici momenti in cui il dolore cessava è quando dovevano mangiare e bere. A loro non era concesso dormire. Comunque, sulla soglia della porta, comparì di nuovo il dottore, allegro come pochi.
Th: “Buongiorno? Come va?^^”
I due lottatori, sia per la stanchezza sia perché il dolore li continuava a tormentare, non risposero.
Th: “Ah, già… scusate, non potete rispondermi, questi giorni vi hanno così provato… Ma, sapete, questa è stata una delle tappe del mio esperimento. Il dolore è necessario quanto soffrire. Perché? Semplice, odiamo sempre qualcuno che ci ha fatto male, che ci procura dolore… ma voi siete diversi. Non urlate, forse per non darmi soddisfazioni. Ma ci penserò io a farmi odiare… sì, perché la seconda fase è che voi mi odiate dal profondo, in modo che possa studiare questo sentimento ancora inesplorato. I vostri genitori vi è stato detto che sono morti per cause naturali, vero?”
I due lottatori continuarono a non rispondere.
Th: “E invece no. Sono stato io a uccidere i vostri genitori. Erano anche loro cavie. Gli ho iniettato nel loro corpo una sostanza che provoca un dolore terribile. Stavo studiando i limiti umani per il dolore e avevo iniettato quella sostanza per trovare questi limiti. Immagino che abbiano sofferto tanto… beh, non mi interessa. Erano solo esperimenti. Ah, credo che voi mi sentiate. Voi rimarrete qui perché voglio vedere l’effetto delle mie parole su di voi”
Detto questo, uscì. I due Hardcore Boyz avevano sentito. E la ricerca stava dando i propri frutti: iniziarono a provare odio verso di lui. Fu uno l’errore del professore: le cinture di cuoio. Infatti erano logore. Kevin e Jack, quasi in un moto di ira mescolato a rancore e odio. La pelle stava cedendo. Nonostante avessero sofferto, nonostante l’esperimento, lo volevano. Morto.
La pelle cedette. La porta era chiusa ma, con alcune spallate, cadde anche lei. Ora era tempo di cercarlo.
Ora era tempo di caccia.
Last Chapter : Nevermore (Mai più)
Non ci impiegarono molto a trovare il laboratorio del professore. Era un posto piccolo, quello. Il professore premette un pulsante e gli uomini che avevano incontrato nel bar comparirono all’improvviso.
Th: “Prendeteli!”
L’unica cosa che il dottore non aveva previsto è che il duo non si muoveva pensando. Si muoveva secondo istinto mischiato al sentimento che stava studiando il professore. Si buttarono contro il gruppetto. Fu una rissa furibonda: il gruppetto non riusciva a fermare quei due lottatori ma non perché avevano tanta esperienza nel lottare, quanto la disperazione/odio che li muoveva li rendeva fortissimi. In poco tempo si disfarono del gruppetto e guardavano negli occhi la propria preda. Che se l’era fatta addosso (letteralmente, visto che il cavallo dei pantaloni si era bagnato) e tremava.
Th: “Pietà! Per piacere!”
I due lo odiavano. Lo volevano morto. Jack vide sul tavolo una sostanza di colore blu insieme a dei risultati. Li lesse un attimo. Capì cos’era: la sostanza che aveva ucciso i loro genitori. Cosa falsa, vide che non vide i nomi. Comunque, mise il contenuto in una siringa e la iniettò nel professore. Iniziò a avere spasmi di dolore. Si contorceva per quello che stava subendo. E non si accorse che il duo stava spargendo il laboratorio di benzina che era nel laboratorio. Uscirono dalla struttura in fiamme. Guardarono indietro l’edificio che bruciava. Insieme dissero una frase che gli sembrava appropriata.
“Game Over” |