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Le Stagioni: prima parte [spot Sailorluisa valido x Simphony of Darkness]

Ultimo Aggiornamento: 28/04/2007 00:33
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09/04/2007 18:46
 
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Ti sei mai chiesta come ti influenzano le stagioni?

PRIMAVERA:
Un raggio di sole entra nella stanza.
Ancora sonnecchiante, apri gli occhi, infastiditi da quella luce così bianca che entra dalle fessure della finestra, dimenticata un po’ aperta la sera prima.
Guardi la sveglia posta sul comodino accanto al letto. Non sono neanche le sette.
In quell’atmosfera così confortevole, non vorresti mai lasciare il letto, che sembra invitarti ancora per qualche momento tra le sue morbide braccia. Tu indugi, perché non sai resistere a quel tepore che emanano le coperte. Non ce la fai proprio ad alzarti per affrontare una nuova giornata: vorresti che il tempo si fermasse lì, per sempre, in quegli attimi, dove il mondo è in bilico: ancora assopito, ma pronto con nuova energia per altre ventiquattr’ore.
Stringi il cuscino freddo, che a differenza del caldo piumone, contrasta prepotentemente il torpore in cui sei ancora immerso.
Giri il tuo viso sul guanciale, e al contatto con quella sensazione fredda, un brivido percorre tutto il tuo corpo dai movimenti ancora rallentati dal sonno.
Cerchi di rannicchiarti, in modo da trattenere il più possibile quella temperatura calda che non ti fa abbandonare il letto.
Socchiudi di nuovo gli occhi.

Alcuni uccellini cinguettano allegramente fuori dalla finestra, interrompendo quella quiete mattutina.
Nessun rumore, ancora, si avverte. Solo da lontano qualche macchina che passa di fretta: sarà qualche persona che deve già andare al lavoro.

In quel silenzio, tendi l’orecchio, nella speranza di captare qualche segnale di vita.
Niente. Ancora silenzio.

Per te questo è un sollievo: vuol dire che è ancora presto. Vuol dire rimandare ancora la giornata.

Quante volte hai sognato di svegliarti la mattina con questi primi raggi del sole, la sveglia che suona. La mamma che grida dal corridoio “alzati è ora!” e tu mezz'addormentata che rispondi “ancora cinque minuti”. Correre come una disperata, senza neanche aver fatto colazione, per prendere l' autobus. Arrivare in ritardo. Studiare. Studiare. E poi prendere dei brutti voti. E dopo le lezioni, andare con le amiche a prendere un gelato. Guardare con occhi estasiati le vetrine dei negozi del centro.
É questa la vita che vorresti, vorresti una vita così. Sono queste le piccole cose che ti renderebbero felice. E invece…

Nel buio della tua casa, prendi le tue forze e cerchi di alzarti.
Tutta spettinata e ancora con gli occhi chiusi cerchi l’interruttore della luce.
Vieni abbagliata, e spegni di nuovo tutto.

Ci riprovi, ma questa volta spalanchi le finestre. La luce è forte, ma delicata allo stesso tempo.
Ti appoggi al davanzale, e resti lì, ad assaporare con la tua anima le prime e fresche aure di questo mondo. Sei rapita da quella tranquillità e soddisfazione interiore, piena di grazia e di delicatezza nella maggior pulitezza ed eleganza della forma. Rimani in questa contemplazione del vuoto, che ti tiene appagata, come fosse quello tutto il mondo, e non pensi di uscirne.

Solo una lieve brezza ti distoglie da questo idillio.

Una dolce malinconia ti assale, guardando da lontano degli alberi solitari, sferzati da quel vento così fresco e lieve, ma allo stesso tempo pieno di energia.
Respiri nuova aria, aria pulita come da tanto non succedeva.
Alzi il tuo viso al cielo, e rimani incantata da quel blu così intenso, che quasi ti dispiace che qua e là ci sono sprazzi di candide nuvole bianche.

Stai per richiudere tutto il mondo di nuovo fuori dalla finestra, quando ad un tratto urla di bambini vivaci rapiscono la tua attenzione. Hanno i loro zainetti sulle spalle e corrono irrequieti in tutte le direzioni, inseguiti dai dei genitori che non fanno altro che richiamarli.

A mano a mano, le macchine in strada aumentano, fino a formare il solito traffico caotico. Sempre più persone escono di casa, molte delle quali di corsa. Ecco il pullman! Peccato, troppo tardi, è già passato. Un sorrisino sarcastico ti illumina il volto alla vista di quella scena.


La giornata passa inesorabile, il sole si fa sempre più caldo, e volentieri ti piacerebbe uscir fuori a fare due passi. Eppure, tra tutta quest’aria frizzantina e nuovi colori che rianimano tutte le cose, non ce la fai.

Che cos’è che ti frena?

Cosa ti impedisce di essere come gli altri?

Una persona qualunque alla vista di una bellissima giornata sarebbe felice, non resterebbe in casa, mentre tu, continui con le tue azioni abitudinarie.
I fiori sbocciano di nuovo; nuova vita è pronta a nascere. Tutto un nuovo ciclo ha inizio, mentre tu rimani intrappolata nel tuo circolo vizioso della tua esistenza.
Nuove e più vive sensazioni si affacciano sul volto degli altri, mentre tu rimani avvolta in quel velo di tristezza mal celato da quegli occhi lucidi, che tutto dicono.


La sera si avvicina, e anch’essa arriva, passa e se ne va’.
Un altro giorno è finito, coronato da uno dei primi tramonti che accenna al rosso. Il sole di nuovo si affievolisce, diventando prima tiepido, per poi lasciar posto ad una luna chiara in un cielo libero da nuvole, di un blu intenso.
L’aria serale porta con sé il profumo dei primi boccioli. E come gli uccelli fanno ritorno ai loro nidi dai loro piccoli, anche le persone tornano a casa dai loro cari.

Tranne tu.

Ed è di nuovo notte.

[Modificato da sailorluisa 09/04/2007 19.17]

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