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18/03/2007 22:57 | |
Stai pensando al suicidio.
Sai, un pò ti capisco. Non c'è nulla di cui vergognarsi in questo. Avere manie suicide non è
una malattia, non significa che tu sia una persona malvagia, o debole, o che non hai forza di volontà. Il suicidio non è questione di forza di volontà.
Immaginiamo che tu stia sollevando un bilancere sopra le tue spalle. Se io continuassi ad aggiungere peso, prima o poi colleresti. Nessuna forza di volontà potrebbe impedirlo.
Il suicidio è qualcosa di simile. Avviene quando la gente non è più in grado di reggere quel bilancere. Non hai possibilità di scegliere.
Il bilancere, in un certo senso, rappresenta il dolore. E non parlo del dolore fisico, carnale, puro e semplice, quello che più preferisco. Parlo della forma più subdola e rarefatta del dolore, quella che più è in grado di abbattere. Perchè un neon può piegare un corpo, ma non una mente. E credimi, amico, io so bene quello che dico.
E non ha senso fare discorsi del tipo " Non è abbastanza per meditare il suicidio ". Non tutti hanno la stessa capacità di sopportare il dolore, esattamente come avviene per il peso del bilancere. Peccato che per le manie suicide non esista allenamento.
Io non voglio psicanalizzarti come un fottuto analista, eh. Non ho una laurea, nè sono terapista di alcun tipo. Non ho tantomeno intenzione di farti cambiare idea. Ci sono talmente tanti suicidi, ogni giorno, che il tuo non farebbe molta differenza.
Sono solo una persona che sa cosa significa soffrire.
Non voglio darti il mio supporto, non ne hai bisogno. Sono convinto che già hai molte idee per l'esecuzione, e non vorrei tediarti suggerendotene altre.
Però voglio chiederti una cosa.
Se davvero vuoi suicidarti, perchè sei ancora qui ? Perchè sei ancora vivo ?
No, aspetta, era una domanda retorica. Tu sei ancora qui, perchè hai paura di morire.
E'del tutto normale essere quantomeno insicuri. L'istinto di autoconservazione è primordiale, insito in ogni individuo, e cerca di convincerti a desistere. Cancella quella voce. Cancella quell'istinto. Tu temi ciò che non conosci, ed, effettivamente, la morte è parecchio oscura. Cerchi di suicidarti perchè vuoi provare sollievo, salvarti da questo dolore, ma forse non ti rendi conto che il sollievo, in quanto sensazione, si può provare solo da vivo... Scommetto che non ci avevi pensato.
Nessuno ci pensa mai.
Se l'hai fatto, beh, vuol dire che sei molto deciso. Ottimo.
Secondo la religione Indù, l'unico metodo di suicidio lecito è il lasciarsi morire di fame. In questo modo, la decisione non può essere implulsiva, ma necessariamente ponderata e meditata.
Ma sono un mucchio di stronzate, giusto ? Tu ci hai già pensato a sufficienza. Stai solo perdendo tempo, stando qui, ad aspettarmi. Dovresti essere nell'altra stanza, cercando di trovare il coraggio per piantarti un coltello nella giugulare, sperando che tutto questo finisca il prima possibile perchè un bisbiglio, nel tuo cervello, non si ferma, mai.
E hai ancora più paura. Paura che quando starai appeso, lassù, a quel cappio, potresti cambiare idea.
Ma hai più paura di affrontarmi. Non di affrontare me, fisicamente. Ma di affrontare i tuoi incubi, di affrontare i tuoi dubbi, la tua confusione. La mia sola voce è come una lama di ghiaccio, che taglia le tue membra, mentre urli, silenzioso, nel vuoto della tua mente.
Il dolore si vince, Ashton. La morte si attende. Non puoi piegare il destino.
Io sono solo un uomo, carne ed ossa, spirito, e peccato. Puoi spezzarmi, puoi uccidermi. So che sei in grado di farlo. So che puoi vincermi.
Ma tu non devi vincere me, devi vincere la tua paura.
E ti assicuro, fratello, che la paura è a prova di proiettile... |