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Passeggiata notturna di Roma (spot x l'Imperatore)

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2007 22:57
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L'Imperatore
18/03/2007 12:15
 
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La pioggia batte violentemente sui tetti delle case. Poche sono a Roma le persone che si avventurano fuori con una stagione del genere, soprattutto alle 11:30. Tuttavia in uno di quei palazzi un uomo, sotto un pesante impermeabile, resiste alla pioggia, ammirando la città di Roma con le sue luci notturne sul tetto di un grande palazzo a sedere sull'orlo. Stava riflettendo su varie cose: la sua vita, la sua famiglia, quanti sbagli aveva fatto in passato e tutte le cose che se avesse vissuto un'altra volta le avrebbe rifatte. Tutto ad un tratto i suoi pensieri vengono interrotti dalla suoneria del suo cellulare. Lui prese il telefono e senza rispondere guardò di chi era la chiamata.
“E' di Lorenzo” pensò “mi sta cercando. Forse e meglio che mi sbrighi.”
Lorenzo era il suo maggiordomo. Tra i suoi inservienti era quello di cui si fidava di più. Ma quella sera voleva godersi un po' di solitudine, quindi avrebbe dovuto sbrigarsi, Lorenzo lo avrebbe trovato anche in capo al mondo. Scese dal palazzo con molta tranquillità con passo silenzioso. Sceso in strada si sistemo per bene il cappuccio e poi parti' verso il Campidoglio. Per la strada non incontrò punte persone, solo le macchine passavano su quelle strade che allora sembravano fiumi. Tentò di non volgere lo sguardo verso la strada per evitare che qualcuno in macchina lo riconoscesse. Arrivato al Campidoglio la pioggia era già finita. Si levò il cappuccio lasciandosi rinfrescare i capelli dal vento, dopo andò ai piedi della statua di Marco Aurelio.
“Quanta fierezza mi dette questa statua in passato. Mi dette la volontà di sorpassare ogni ostacolo che divideva me da i miei progetti.Quando miei genitori mi lasciarono, quando finii la scuola di wrestling, il primo giorno di solitudine venni in questa piazza ad ammirare questa staua. Mi risollevo dai miei tristi pensieri: il fatto che venni lasciato dalla mia famiglia, dai miei pochi amici e dalla mia vita passata. Mi dette la voglia e la forza di ricominciare una nuova vita. Ma adesso quale utilità poteva avere? Adesso mi sono già abituato a questa vita, tutta quella forza che la statua mi aveva dato in passato non si rimanifestava più. Ormai, per me, questa statua non è altro che roccia.”
Il cellulare risuonò una seconda volta quella notte, ma non era Lorenzo, ma bensi Simone, un suo amico di infanzia ritornato a Roma di recente. Decise di rispondergli.
I: “Pronto?”
S: “Caro ****** come va?”
I: “Bene, come vuoi che vada”
S: “Ho sentito che sei sparito.”
I: “Non sono sparito. Gli ho lasciato un biglietto con scritto che volevo stare un po' da solo”
S: “Ma comincia ad essere tardi”
I: “Non sono più un bambino”
S: “Ma cosa hai? Sei depresso?”
I: “Si. Ma non ne voglio parlare.”
S: “Dai! Tra di noi non ci sono mai stati segreti.”
I: “Fatti i c***i tua!”
S: “Ma io.....”
I: “Fatti i c***i tua!”
S: “Ok Ok. Ti volevo solo informare che Lorenzo a chiesto di te. Che cosa gli devo dire?”
I: “Niente. Digli che non mi ai trovato.”
S: “Ok, alla prossima”
I: “Ciao.”
Non fece neanche in tempo a riporre il telefono in tasca che subito risuonò di nuovo. Stavolta era Lorenzo.
Adirato pigiò subito il pulsante rosso per interrompere la chiamata. Era l'Imperatore e l'unica cosa che non riusciva ad ottenere era un po' di solitudine. Frettolosamente ritornò verso la strada e cercò un Taxi. Lo trovò dopo molti minuti. Gli disse di lasciarlo davanti al Colosseo. Durante il tragitto non chiaccherò con il taxista, ma spese tutto il tempo a guardare verso il cielo: le nuvole non si erano ancora diradate, ma un piccolo pezzetto di celo era aperto, dal quale si poteva vedere la luna. Una luna piena e luminosissima. Si incantò cosi tanto a guardarla che quando l'autista gli disse che erano arrivati sobbalzò. Pagò il taxista, poi si guardò in torno per rassicurarsi che non ci fosse nessuno nei dintorni. Poi andò verso il Colosseo e si fermò quasi ai suoi piedi.
“Ecco! Mentre la statua di Marco Aurelio rappresentava il mio passato questa imponente struttura rappresenta il mio presente ed il mio futuro. Nei tempi antichi nel Colosseo gli imperatori assistevano insieme al popolo a delle battaglie fra gladiatori che si massacravano per il divertimento della gente. Il mio presente più o meno è questo. Una differenza è che adesso è un imperatore che combatte contro altri gladiatori per il divertimento della plebe. L'altra differenza è che adesso la gente non si ammazza più. O almeno secondo il suo principio non si dovrebbe ammazzare. Invece secondo il principio di certi Hardcoristi
anche se non si ammazzano i wrestler dovrebbero utilizzare spargimenti di sangue per divertire il pubblico. Ma il modo migliore per divertire il pubblico è usare l'arte pura del lottare, facendo vedere le proprie capacità fisiche. Tuttavia davanti al mio occhio la loro sorte sarà uguale. Se gli hardcoristi daranno con le armi, riceveranno da me con le armi. Se i puristidaranno con il corpo, riceveranno da me con il corpo. Tutti saranno costretti a sottomettersi a me, ALL'IMPERATORE!”
Il suono di un motore interruppe il suo pensiero. Quel motore lo avrebbe riconosciuto fra mille, come pure il colpo di clacson che ne segui'. Lorenzo! Nonostante i suoi continui spostamenti era riuscito a trovarlo lo stesso. Ed in più era anche riuscito ad riconoscerlo sotto il pesante impermeabile. L'anziano maggiordomo usci' dalla limusine correndo veso di lui.
L: “Signore!”
I: “Piacere di rivederti Lorenzo.”
L: “Ma come mai non rispondeva alle mie chiamate? Si è fatto molto tardi.”
I: “ Lorenzo, quando dico che voglio un momento di pace intendo dire che voglio restare completamente da solo. Soprattutto senza qualcuno che mi dica quando rientrare in casa.”
L: “ Ma a questa ora può essere pericoloso.”
I: “Di certo meno pericoloso del lavoro che faccio.”
L: “Signore, ho promesso ai suoi genitori prima che la lasciassero che mi sarei preso cura di lei, e non intendo non mantenere questa promessa. Finchè rischia di farsi male mentre lavora è un conto, ma non posso permettere che le succeda qualcosa qua fuori. Ed ora torniamo a casa per favore.”
Era l'Imperatore, e non riusciva a disubbidire al suo maggiordomo. Sospirando l'Imperatore segui' il suo inserviente ed entrò nell'ampia Limusine. L'autista riaccese il motore e partirono per la periferia, dove si trovava la villa dell'Imperatore. Per molti minuti nessuno apri' bocca, poi fu Lorenzo a rompere il silenzio.
L: “Signore..... perchè è cosi' depresso?”
I: “..............”
L: “Signore?”
I: “ Ho paura.”
L: “Ha paura di che cosa?”
I: “Del mio futuro. Vedi, finora non ho fatto altro che lottare con spavalderia, pensando altro che ai risultati e al presente. Ma solo adesso mi viene in mente quanto può essere pericoloso il mio lavoro. Ma non è pericoloso per il fatto semplice di fare wrestling, ma quello che mi fa paura sono le persone che ci sono. La maggior parte sono gente che ti ucciderebbero per un match o se interferisci nei loro altri affari. Posso essere anche l'Imperatore, ma non sempre posso sfuggire ad un cattivo destino. Devo essere attento a sceglermi i miei nemici e i miei nemici, e soprattutto come sceglerli. Devo essere onesto ma astuto, è cosi' che si governa.”
Mentre diceva ciò, l'Imperatore guardava fuori dal finestrino il paesaggio notturno della campagna che scorreva. Lorenzo invece, alla fina del discorso, abbassò la testa e attese l'arrivo alla villa. Quella notte insegnò molto all' Imperatore. Quella passeggiata per Roma lo aveva fatto maturare. E adesso che cosa succederà al suo impero? Che cosa gli riserverà il futuro? Non si sa, ma l'Imperatore confida nelle stelle.
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Avernus
18/03/2007 23:28
 
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Ha qualcosa in comune con il mio spot,ma é direi fatto meglio e piu lungo,dopotutto hai piu esperienza di me,il mio era il primo spot in assoluto...

Comunque é vero,faresti bene a sceglierteli bene gli alleati,o potresti ritrovarti sfigurato nel sonno [SM=x1183783]
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Ava Misfit
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21/03/2007 22:57
 
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questo spot mi fa venire voglia di nascere a Roma. Esalta bene la figura di questo personaggio.
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