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Papà Leone

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2007 20:24
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Papà Leone
Spot Leone’s Family x The People’s Choice 2007


Scuola elementare Isaac Newton, Portland Oregon
Jack e Denny sono stati invitati ad una conferenza scolastica sul tema "la famiglia". Il wrestling è uno sport molto seguito dai ragazzini, e modelli che spesso rappresentano la violenza hanno oggi il compito di donare a centinaia di ragazzini quell'impressione di normalità che è realmente insita all'interno di loro.
Jack Leone, padre dal cuore d'acciaio, possiede anch'egli sentimenti e li dimostra giorno per giorno, soprattutto a partire da qualche mese ad oggi.
Denny Leone, freddo e glaciale, ma di giusti principi.
Entrambi sono attesi ad uno scontro durissimo: confrontarsi con una moltitudine di ragazzini innocenti. Riusciranno a fare buona figura?

***

Io, Jack Leone, padre
Ragazza: “ora vorrei sentire cosa ne pensa il signor Jack Leone sulla famiglia, mi pare un uomo molto affettuoso, sicuramente un buonissimo padre. Forza, signor Jack, la prego di rispondermi, non sia timido”

La famiglia, l’unica cosa di cui sono sicuro di non essere in grado di gestire. Come si fa a parlare di famiglia a quegli ingenui ragazzi quando in loro vedi ancora la purezza prima della ribellione adolescenziale. Quanti “vaffanculo” diranno ai loro padri? Quanti “sei una troia” diranno alle loro madri? Sono certo che qualcuno di loro inizierà a farsi di spinelli, altri ruberanno, alcune ragazze la daranno via ad ogni “collezionista” che passerà di fronte a loro. Eppure, ora sono ancora tutti ingenui, forse ancora in grado di cambiare il loro futuro, oppure sono qui perché sperano di trovare parole di speranza. Io posso cambiare i loro destini, fare a loro un servizio che la famiglia non potrà mai garantire: essere padre per un giorno.

Jack: “a dire il vero, non credo di essere stato un grande padre per Denny, di sicuro gli ho voluto bene come i vostri genitori ne vogliono a voi. Sappiate sempre che qualcuno vi ama, questo vi renderà felici”
Ragazzo: “scusi, Jack, non sono molto convinto che i miei genitori davvero provino questi sentimenti per me”

Quel ragazzo… che sia destino incontrare uno come me? In effetti, lui ha già capito tutto. Ormai la strada verso la rabbia è già stata intrapresa, come posso aiutare una persona che ha già dubbi ad una età innocente? Perché devo essere io a dovergli dire che i suoi genitori in reltà gli vogliono bene. E se non fosse vero?

Mamma, perché papà si dimentica sempre di me?
Jack, tuo padre è un uomo molto impegnato, è un Business Man, un giorno sarai come lui e capirai.
Mamma, io non voglio capire! Voglio solo stare vicino a lui.


Jack: “bè, spesso capita di pensare a certe cose strane. Sono solo pensieri che si fanno ogni tanto, in realtà ho scoperto anch’io che il lavoro porta via molto tempo. Eppure sul lavoro riesco sempre a pensare alla mia famiglia, è come se fossi lì con loro, anche se mia moglie ed il mio terzo figlio non possono avvertirlo. Spesso quando torno a casa, mia moglie Cinzia mi dice che le sono mancato, che avrebbe voluto stare di più con me. Però, il lavoro porta via tempo. Non credere che davvero i tuoi genitori ti stiano trascurando, vedrai che presto tutto si chiarirà. L’unica cosa che non devi mai fare è pensare male, poiché nessuno vuole male ai suoi figli. Nessuna persona, anche il più egoista uomo al mondo è pronto a dare la vita per un figlio”
Ragazzo: “grazie, Jack, lei mi è stato d’aiuto”
Jack: “altre domande?”

Non vedevo l’ora di lasciare la parola a Denny, quando una sgradevole voce di una ragazzina con il caschetto e con le unghie tutte mangiucchiate iniziò a strillare nel microfono.

Ragazza: “Jack, è vero che le persone da grandi diventano come i loro genitori?”

Papà, io non sarò mai come te, tu mi fai pena, sei un uomo egoista, pensi solo a te stesso. Quando avrò un figlio, io mi ricorderò di lui, non lo lascerò soffrire come tu hai fatto con me per tutto questo tempo.

Jack, ovvio che tu non sarai mai come me, sei un fallito. Solo i perdenti hanno il tempo di stare con i loro figli, io sono James Leone, non puoi capire quanti sacrifici abbia fatto per il tuo bene. Ti garantirò un futuro promettente, per questo non posso starti vicino.

Balle! Non ci credo, dici così perché credi di fregarmi, ma io so la verità: tu non mi vuoi bene.


Jack: “sì, è vero. Mio padre mi disse che voleva garantirmi un grande futuro, ha lavorato tutta la vita per questo obiettivo ed alla fine ci è riuscito, anche se non nel modo in cui si aspettava. Mi ha reso un grande uomo ed io volevo rendere grande mia figlia Jessica, l’ho cresciuta in modo da prepararla alle avversità della vita. Ma ve ne accorgerete anche voi, quando ce ne sarà davvero bisogno, i vostri genitori vi assisteranno. Bene, ora lascio la parola a Denny”
Ragazzo: “aspetti, signor Leone, perché i padri spesso nascondono le cose ai figli? Cosa c’è di così importante da non poter dire???”

No, quella domanda non ci voleva, ora devo scavare nei meandri della mia mente, non vorrei farlo, ma sono costretto. Perché questo show? Perché questa tortura? Tutto per fare bella figura davanti ad una classe di ragazzini e per assicurarsi le simpatie dell’intera nazione. Fantastico!

Ehi, Bill, sono Jack. C’è un uomo di nome Gunner nella amministrazione comunale, ha intenzione di bloccare la nostra federazione di Wrestling perché per lui siamo solo dei fanatici pronti a lottare. Io non voglio vedere il nostro sogno distrutto. Vorrei che te ne occupassi tu, mi aspetto un lavoro pulito e senza troppi misteri, nel tuo stile. Avvisami quando l’avrai fatto e troverai la dovuta ricompensa sulla tua scrivania.

Papà, chi è Bill?
Jessica, dove hai saputo di Bill?
Stamattina un uomo di nome Bill ha suonato il campanello, era un po’ ubriaco.
E che ti ha detto il buon Bill? Era un mio grande amico qualche anno fa, brava persona.
Ha detto che lavorava per te, faceva dei lavori ‘scomodi’, cosa significa?
Lavori scomodi? Ah, ah, ah, era il suo modo per dire che mi preparava il caffè.
Non so, mi sembrava che ti stesse cercando, solo che non capisco bene la situazione.
Tranquilla, Jessica, sarò felice di rivederlo, gli amici sono sempre ben accolti.

Ciao, John, te lo ricordi quello stronzo di Bill? È tornato, ubriaco marcio. Stava per rovinare la vita della mia povera Jessica dicendole tutto su di me. Devi ammazzarlo, fallo secco, stronzi come lui rovinano il mondo. Fammi sapere quando avrai fatto tutto, così andiamo a bere assieme al solito bar, così ti darò l’adeguata ricompensa. Stammi bene, buon lavoro.


Jack: “i genitori non nascondono segreti. Ah, ah, ah, mi fai venire in mente un aneddoto curioso. Ricordo quando mia figlia Jessica mi chiese chi era Bill, un tizio che le era sembrato un po’ strano. Si era fatta l’idea che fosse un criminale, pensava addirittura che io potessi avere a che fare con la Mafia o cose del genere. Così, la convinsi a venire a trovare Bill con me, quando lo vide a casa sua capì tutto: Bill era un amante degli animali, così ci siamo trovati a parlare per ore e Bill ha pure regalato a Jessica un canarino. Magari lei non si ricorda più, era troppo piccola. Ah, il buon caro Bill, chissà che fine ha fatto. Morale della storia: non dubitate mai dei vostri genitori. Sono le persone che vi hanno messo al mondo, non farebbero mai nulla di cattivo o di particolare. Questo vuol dire amare i propri figli, doversi sacrificare per loro. Bè, direi che ho finito. Denny, ora tocca a te”

Mentre Denny si appresta a parlare, vedo in lui una reazione diversa da quella dei ragazzi. Loro sono felici per le mie parole, si sentono tranquilli, poiché ho provato le loro stesse paure, o magari mi sono rispecchiato nei loro padri ed hanno visto solo cose buone. Torneranno a casa con una speranza, magari quello che sembra inevitabile potrà essere evitato. Questo è il dovere di chi è al successo: dare speranza alla gente. Non importa se le parole siano vere, devono essere efficaci. Denny però sa che ho mentito, lui mi conosce, non sono mai stato un buon padre, perfino Jessica e Sylvia capiranno quante bugie ho detto oggi di fronte ai ragazzi. Ma capiranno perché l’ho fatto, la speranza non deve morire mai.

Papà, ti ho forse perdonato?
Ho capito i tuoi insegnamenti?
Non te lo so dire ora, ho sempre visto in te tutto quello che non avrei mai voluto essere, però forse avevi ragione. Mi hai permesso di diventare un uomo che sappia dare speranze agli altri.
Grazie papà, riposa in pace, un giorno ci rivedremo.

***

Io, Denny Leone, figlio
Uno scrosciante applauso da parte dei ragazzini per il buon Jack Leone, che con un inchino convinto ringraziò il giovane pubblico che aveva ascoltato con grande interesse le parole di quell'improvvisato oratore quale era mio padre. Sapevo, in fondo, che ora avrei dovuto parlare io, ma non riuscivo a formulare un discorso mentale sensato da poter rivolgere a quella platea così esigente e bisognosa di buoni insegnamenti. Purtroppo non ho mai avuto un gran insegnamento dai miei genitori, e ascoltare quanto detto Jack da mi ha turbato non poco; quante lacune in quel discorso. Non ha ricordato ai ragazzini il dolore che mi ha provocato, l'indifferenza che regnava sovrana nel suo cuore, la difficoltà ad accettare il sottoscritto come parte integrante della famiglia.

Un ragazzo mi rivolge la parola con riverenza, e utilizzando un filo di voce, quasi a temere la reazione del wrestler, sussurra: "Non sei fiero di avere un padre così buono?"

Attimi di silenzio, imbarazzante lo sguardo di Jack che guardava dalla finestra, come a temere una risposta fuori luogo da parte del sottoscritto, ed effettivamente non aveva torto. Come avrei potuto, dopo tutto quello che è successo tra di noi, dipingere mio padre come un eroe dall'animo gentile, pieno di attenzione nei confronti del figlioletto indifeso. Dopotutto, Jack altri non è che colui che mi ha abbandonato, donandomi una vita di stenti e priva di quell'amore paterno che fa parte del fabbisogno giornaliero di un bimbo che ancora non è in grado di badare a se stesso.
Voltai il mio sguardo, e Jack simultaneamente incrociò i miei occhi: entrambi eravamo consapevoli della situazione che si era venuta a creare, e Jack sembrava dirmi "Sii clemente con me, almeno davanti ai bambini". Come per incanto, il mio cuore sentì un sentimento di pietà nei confronti di colui che mi ha messo al mondo, e senza indugiare oltre mi rivolsi al ragazzino curioso.

Denny: Vedi, hai perfettamente ragione. Ognuno considera suo padre il modello al quale ispirare la sua vita, e la stessa cosa succede a me. Credo inoltre che anche per te sia così, non è vero?
Ragazzino: Certo!
Denny: Ecco, devi sempre portare rispetto verso i tuoi genitori, qualsiasi cosa succeda. Perchè sono i garanti della tua salute, e sarebbero pronti a donarti la vita qualora fossi in pericolo.
Ragazzino: Grazie mille! Io voglio bene a mio padre!
Denny: Anche io voglio bene al mio, tutto sommato. Eh eh

Una risata sincera, che prese in controtempo Jack, il quale mi sorrise come ad approvare quanto avevo detto. Non ha idea di quanto abbia faticato per trovare il coraggio di dire quello che avevo appena pronunciato, ma le domande si fecero incalzanti, e quasi tutte riguardavano il rapporto tra me e mio padre. Stanco, esausto e provato dai dialoghi (poichè sono uno che odia perdersi in chiacchere) annunciai alla giovane platea il mio congedo. Impegni inderogabili mi attendevano al varco, e il tempo a loro disposizione era terminato. Erano le dieci e venti, sul teorico il nostro intervento sarebbe dovuto durare ancora dieci minuti, ma non ne potevo veramente più. La maestra e i bambini ci ringraziarono, e insieme a Jack mi avviai verso l'uscita della scuola.
Una volta fuori, mio padre cominciò ad incalzare:

Jack: Devi rilassarti, comportarti da persona matura.
Denny: Non ci riesco, è più forte di me. Con i bambini non ci so fare.
Jack: Eh eh, me ne sono accorto.
Denny: Hai poco da ridere, visto che...
Jack: ...
Denny: Ecco, considerando come ti sei comportato tu vent'anni or sono, direi che sei l'ultimo il quale possa farmi una predica di questo genere. E comunque, ripeto, con i bambini non ci so fare.
Jack: Imparerai, è solo questione di tempo.

Già.
Questione di tempo.
Ma non avevo molto tempo a disposizione.

Tornato a casa, infatti, mia moglie mi aprì la porta, ed abbracciandomi fortemente gridò:

Taty: SONO INCINTA!!!!!!!

Avrei dovuto imparare in fretta a rapportarmi con i bambini. Io voglio essere quel padre che non ho mai avuto. Io voglio essere un buon padre.

Jack & Denny Leone… padri
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17/02/2007 20:48
 
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qualche spiegazione:
- spot collettivo del nostro tag team, deciso con uno schema semplice ma efficace.
- io e Davide abbiamo lavorato con due stili diversi, io parlo al presente durante il discorso, lui al passato perché il finale è ambientato dopo essere già uscito.
- solo alla fine capirete bene il significato del titolo, non spoileratevi troppo. [SM=x1183764]
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17/02/2007 21:20
 
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basta mi sono innamorato di questo spot... sul finale mi mettevo a piangere a momenti [SM=x1183776] ... anche se sembra roba tipo filmone strappalacrime americano sul finale [SM=x1183767]
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Re:

Scritto da: the legend killer of raw 17/02/2007 21.20
basta mi sono innamorato di questo spot... sul finale mi mettevo a piangere a momenti [SM=x1183776] ... anche se sembra roba tipo filmone strappalacrime americano sul finale [SM=x1183767]



bè, la mia parte è tutt'altro che commovente. La sua sicuramente sì. Per questo che mi piace lavorare con lui, facciamo sempre le stesse cose in modo opposto senza neanche volerlo. Credo che alla fine sia feeling di gruppo.
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vi siete già scopati? [SM=g27828]
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21/02/2007 13:06
 
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W Denny padre. Di certo Taty sarà una miglior madre di Sylvia. [SM=x1183760]
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21/02/2007 20:24
 
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oddio... il finale è spetttacolare ... oddio...
Lo spot in se è molto bello , mi è piaciuto il flashback della vita del vecchio leone e i pensieri del giovane leone beh che dire ... poi ... oddio... padri...oddio...
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