La pallottola che mi ucciderà non è ancora stata forgiata.
Puoi sparare, sparare e sparare ancora. Il sottoscritto rimarrà in piedi, e ti osserverà altezzoso e impettito dal suo piedistallo d’argento, ridendo delle tue disavventure, schernendo ciò che tu rappresenti, la follia umana senza senso. Provi gioia nell’arrecar dolore, provi soddisfazione nel vedere il terrore negli occhi altrui, non ti accontenti di amministrare al meglio le tue forze, preferendo strafare per ottenere maggior impatto sul pubblico che ti osserva.
E, come per incanto, una pallottola partirà dalla pistola eterea che possiedi tu, ma sfiorerà soltanto le mie membra, facendoti accarezzare il sogno di una vittoria che, in realtà, non ci sarà. In fondo, sognare è ciò che ti riesce meglio, il problema è realizzare i tuoi sogni, e per questo ci vorrà ancora un po’ di tempo, circa un’eternità, anche un’eternità e mezza a dire il vero. Vedremo.
Chi ha paura d'essere battuto sia certo della sconfitta.
Hai paura Roman? Oppure credi di poter disporre di me con semplicità? Non vedo nei tuoi occhi dubbi o insicurezze, così come non puoi vederne nei miei, semplicemente perché non esiste che uno di noi due, uomini veri, tema di esser sopraffatto da un suo simile. La legge da imporre è quella del dominio, fisico ed intellettuale; solo così si potrà acquisire la certezza della vittoria, che certezza non sarà fino al fatidico conteggio di tre.
Noi due siamo così diversi nello spirito, abbiamo ideali che non collimano minimamente, eppure qualcosa ci unisce. Due uomini, uno di fronte all’altro, sono pronti a dare la vita pur di ottenere un pizzico di gloria, e soltanto uno stile di vita potrà trionfare.
La via sbagliata, la via di Psycho Roman, è semplice da seguire; basta procedere in linea retta per circa un’esistenza, e redimersi una volta che si è raggiunta la meta.
La retta via, la via di Enfant Prodige, è ben più complessa; insidie, ostacoli, e in fondo a questo tortuoso tunnel ricco di insidie non sai mai cosa ci sarà ad attenderti. Probabilmente la salvezza dello spirito, sicuramente altri problemi esistenziali.
Non devi combattere troppo spesso con un nemico, altrimenti gli insegnerai tutta la tua arte bellica.
Dimostri quotidianamente di essere un rivale particolarmente temibile, eppure non cambi mai il tuo modo di combattere. Cogli di sorpresa il tuo rivale per atterrarlo con colpi micidiali, violenti e rapidissimi, senza disdegnare scorrettezze di ogni sorta.
Tutto questo che tu sei solito definire “normalità” altro non è che insicurezza.
Insicurezza nei tuoi mezzi, poiché sai di non avere alcuna possibilità di emergere se non alle tue condizioni.
Insicurezza nei confronti del prossimo, perché sei convinto che nessuno possa portare in grembo quella docile fiammella della fiducia, della quale tu non conosci significato alcuno.
Non continuare a ripetere le tue azioni secondo logica, cerca di improvvisare, dai libero sfogo al tuo io più intimo e nascosto, libera il buono che c’è in te! Vedrai che l’avversario, oltre che a temerti, cominciare a rispettare quello che tu sei e quello che tu rappresenti. Per ora, io ti temo soltanto.
In guerra, le considerazioni morali contano per i tre quarti, il rapporto delle forze reali solo per l'altro quarto.
Quando non hai motivazioni e lotti soltanto per divertimento, puro e semplice desiderio di sangue, sappi che sfrutti solamente una minima parte delle tue potenzialità. Potresti essere un degno campione mondiale, eppure sei ancora qui, tra noi comuni mortali, a seminare quello che tu chiami erroneamente terrore.
Questo accade semplicemente perché non rifletti sulle tue azioni, non pensi alle conseguenze tragiche che un gesto alquanto folle potrebbe arrecare al tuo futuro. E il tuo futuro continua a non esser dissimile da quello che è il tuo presente; vivi in un limbo prolungato pieno di vorrei ma non posso.
Ed è questo che ti frena, credere che tutto sia dovuto a te, che non hai mai dato. Ricevere è il tuo obbiettivo, ma evidentemente qualcuno si è dimenticato di te. Resta da capire se volontariamente oppure no.
Sai…
Io non sono uno che ama parlare dei difetti altrui, eppure con te è diverso.
Con te mi riesce tutto più facile, sei un errore della società, un uomo che non merita la posizione di rilievo che si è conquistato nel tempo.
Sempre che tu sia un uomo, e non un robot freddo e calcolatore. Ma, come ogni robot, anche tu avrai qualche difetto strutturale. Ed io, che sono un essere qualunque, una persona comune dotata di un cervello superiore, posso scoprire questo difetto, smascherarlo e metter così a nudo i tuoi dubbi più latenti. I dubbi di una macchina che distrugge, ma che raramente costruisce, e che quando si alza non riesce ad alzarsi se non coadiuvata da qualcuno.
Un giorno, un giorno molto vicino ad oggi tu cadrai; il tuo tonfo sarà fragoroso, e nessuno sarà li a tenderti una mano, nessuno tranne me.
Questi sono insegnamenti che mi ha donato Napoleone Bonaparte, e ti dono un’ultima perla di saggezza, affinché tu possa farne buon uso:
Impossibilità: una parola che si trova solo nel vocabolario degli stupidi.
Puoi cambiare, basta volerlo. Non è impossibile.
E se non ti piace Napoleone, se la storia non ti interessa, se non conosci nemmeno chi sia, ascolta quello che dice la Adidas: Impossible Is Nothing.
E' una presa in giro? Forse, in fondo non fai altro che prendere in giro te stesso. Medita ragazzo, medita. [Modificato da wordlife85 16/02/2007 12.33]