LA STORIA DI JOHN JAMISON (PARTE 1)
Questa è una storia vera, questo è il racconto di come il povero John Jamison, un ragazzo appartenente ad una famiglia non certamente benestante, sia diventato da ragazzo intelligente ma con qualche problema di carattere sociale ad un lottatore che ha realizzato il suo sogno di esibirsi nelle migliori arene della storia del wrestling, questa è la storia di come anche lottando contro le ingiustizie si possa realizzare i propri sogni, di come scegliendo la via della giustizia si sceglie la via più ardua, questa è la storia di un uomo e del suo sogno, ora inizia la storia di John “THE JUSTICE” Jamison.
John è un ragazzo nato a Los Angeles, i genitori vogliono solo il meglio per lui, infatti cercano anche se sono in difficoltà economiche di farlo studiare nelle migliori scuole di Los Angeles ed è proprio da lì che inizierà la nostra storia:
“No, lasciatemi stare non ho fatto niente! Vi prego lasciatemi andare! Ai ai che male, basta vi prego”
John “justice “ Jamison è nel suo letto e sembra avere un brutto sogno ha continui scatti e in più continua a sudare tantissimo, cosa starà mai sognando JJJ?!
Bambino: “Ciao John come va?”
JJJ: “bene, bene, ora ho lezione ma comunque dopo ci vediamo, ok?”
B: “ok John a dopo”
Ora è come se fossimo all’interno della testa del lottatore, oltre alle voci ora possiamo vedere anche le immagini del sogno di triple J.
John sta camminando per il corridoi di un High School americana, il protagonista arriva davanti ad una classe alza lo sguardo legge la targhetta con scritto II B ed entra nell’aula, appena entrato riceve i saluti dei suoi compagni e poi va a sedersi al suo banco in fondo, lì inizia a tirare fuori dalla cartella tutto l’occorrente per una giornata a scuola cioè:
-montagna di libri per coprirsi dalla professoressa
-game boy
-cicche da masticare
e così via…
ma ecco arrivare la professoressa Mrs.Brown, che insegna letteratura, subito John si mette in posizione tattica cioè accucciato con il game boy dietro i libri e con una cicca in bocca; la professoressa inizia la lezione:
“Samuel Langhorne Clemens, meglio conosciuto con il suo nome d'arte Mark Twain (Florida, Missouri 30 novembre 1835 - Redding, Connecticut 21 aprile 1910) fu un famoso e popolare umorista, scrittore, lettore universitario e conferenziere americano.
Al massimo della sua notorietà egli fu con molta probabilità la maggiore celebrità americana del suo tempo. William Faulkner scrisse che fu il "primo vero scrittore americano". Il suo pseudonimo secondo alcuni deriva dall'urlo usato per segnalare la profondità delle acque nella navigazione fluviale by the mark, twain (Dal segno, due braccia) che indica una profondità di sicurezza (circa 3,7 metri). Altri lo fanno derivare dalle sue cattive abitudini nel bere alcolici. Twain usò anche lo pseudonimo "Sieur Louis de Conte" per la biografia di Giovanna d'Arco.”
John come sempre incurante della lezione si volta verso il suo compagno di banco e gli dice:
JJJ: “che palle sta lezione, dopo mi vedo con David, vuoi venire?”
Bambino2: “no dopo devo andare a casa perché sono in punizione”
JJJ: “ma che hai fatto?”
Bambino2: “niente però mio padre dice che ho sbagliato, mah”
JJJ: “mi sa che tra poco vado a farmi un giro non le sopporto queste lezioni”
Bambino2: “ma sei pazzo la Brown ti sospende subito, lo sai che è pazza”
JJJ: “nessuno mi sospende guarda come si fa”
JJJ: “scusi professoressa?!”
Mrs.Brown: “si John?!”
JJJ: “ma scusi se non sbaglio il contributo più grande di Twain alla letteratura americana è spesso considerato Le avventure di Huckleberry Finn. Ernest Hemingway disse: "Tutta la letteratura moderna statunitense viene da un libro di Mark Twain Huckleberry Finn. ... tutti gli scritti Americani derivano da quello. Non c'era niente prima. Non c'era stato niente di così buono in precedenza".
Altrettanto famosi sono Le avventure di Tom Sawyer, Il principe e il povero, Un americano alla corte di Re Artù e il realista Life on the Mississippi (Vita sul Mississippi).
Twain cominciò la sua carriera di scrittore di versi umoristici, e finì come un severo, quasi profano cronista delle vanità, ipocrisie e crudeltà commessi dall'umanità. A metà carriera con Huckleberry Finn combinò fine umorismo, solida narrativa e critica sociale ad un livello senza rivali nel mondo della letteratura americana.
Twain fu un maestro a tradurre la conversazione colloquiale ed a creare e diffondere una letteratura specificatamente americana ed a costruire tematiche e linguaggi espressivi americani.”
Mrs.Brown: “certo John bravissimo, ti meriti anche un più”
JJJ: “mi scusi professoressa posso uscire un attimo?”
Mrs.Brown: “certo dopo una risposta così puoi sicuramente uscire”
John si alza dal banco si dirige verso l’uscita apre la porta, e con un sorriso a pieni denti sulle labbra esce dalla classe.
Una volta fuori John inizia ad incamminarsi verso la macchinetta delle bibite.
“Aiuto”
John si ferma si guarda attorno e poi si convince di non aver sentito niente anche sa la voce urlante sembrava abbastanza netta.
Arrivato alla macchinetta il protagonista preme il pulsante della coca cola ne beve una e poi si siede sulla seggiola del bidello che probabilmente era come sempre fuori a fumare una sigaretta.
“Aiuto, qualcuno mi aiuti”
Questa volta John è sicuro di aver sentito una voce chiedere aiuto e non solo, è sicuro di conoscere quella voce, Jamison non ha dubbi il ragazzo che grida è David!!
JJJ inizia a corre e a cercare di capire da dove arrivi quella voce, non può gridare perché non vuole che lo sentano, ma ad un certo punto capisce tutto, David è in cortile, J3 pensa a quante volte aveva detto a David di non uscire in cortile da solo dato che lui era gracile e non sapeva difendersi da solo da loro, i padroni del cortile: I BULLI
John va all’esterno dell’edificio e una volta lì, sono proprio loro, i bulli, John si lancia contro di loro mettendosi in mezzo:
Bullo1: “guardate chi c’è?! C’è il piccolo John Jamison”
JJJ: “lasciatelo stare”
B1: “davvero, e perché dovremmo? E poi se non lo facciamo che fai John?”
JJJ: “ve la vedrete con me”
B1: “a che paura, la sai una cosa, scelgo l’opzione B addosso ragazzi”
JJJ inizia a subire un sacco di pugni, John cerca di reagire ma non fa altro che aumentare la rabbia di quei bulletti, ma che succede?! John india David e gli fa segno di andarsene, l’amico non se lo fa dire due volte e scappa a gambe levate.
B2: “basta ragazzi penso che abbia imparato la lezione, almeno lo spero per lui perché la prossima volta non saremo così gentili da fermarci ah ah”
Jamison è a terra, esausto e con qualche livido, prova ad alzarsi ma immediatamente cade a terra, John si appoggia al muretto per aiutarsi ma proprio in quel momento arriva il bidello che chiama aiuto e lo porta dalla preside, la signora lo fa accomodare sul suo divanetto nella presidenza e poi chiude la porta iniziando a parlare…
FINE PARTE 1
[Modificato da (poz17) 15/02/2007 16.59]