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Welcome to Brutus Forge.

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2017 08:58
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10/04/2017 21:45
 
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Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate...
Welcome to Brutus Forge.



Lunedì 10 aprile dell'anno di Brutus "Cheek" Rotten.
Luogo ed ore sconosciuti.


<< ... Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che ... che ... come continuava? ahahahah ... >>

...

<< ... Di vino, di poesia o di virtù: ubriacatevi di quel che vi pare, ma ubriacatevi! Lo diceva Baudelaire! >>

E se lo dice un uomo visibilmente brillo, non c'è altro da fare che fidarsi ... no?! La telecamera inquadra in primo piano il volto di un uomo che stiamo imparando a conoscere sempre di più come una bestia, un fottuto mastino, lo squalo nello stagno di Horizon: si sta parlando, ovviamente, di Brutus "Cheek" Rotten.
Il ragazzo di Philadelphia è seduto per terra, col collo riversato all'indietro e la nuca che bacchetta con un proprio ritmo contro il muro grigio e scrostato dietro di sé.

L'inquadratura s'allarga leggermente. Le gambe sono stese lungo il pavimento, e tutt'intorno ad esse riversano diverse lattine di birra.
Un'occhio poco esperto potrebbe contarne quattro, cinque, ma riusciamo ad intravederne un altro paio schiacciate sotto i talloni dell'Appaling Scar.
A dirla tutta, avremmo capito le condizioni di Brutus anche senza vedere tutto queste lattine attorno a lui: il suo volto parla chiaro, forse è più efficace un suo sguardo che decine di parole.
Brutus si passa le mani sul mento e le guance, tastandosi la folta barba e guardando davanti a sé con gli occhi sbarrati.

E' in un mondo tutto suo e i suoi pensieri vanno aldilà della nostra comprensione, anche perché un uomo sadico come lui non sa pensare seguendo schemi precisi e coerenti come chiunque altro.
Il suo sguardo non lascia presagire nulla di buono ma chissà, forse non sta pensando affatto a come uccidere qualcuno.
Magari, chissà, sta riflettendo su altro, qualcosa di più allegro. No, eh?

Niente, il muro del silenzio persiste e pare insormontabile. Forse è meglio spegnere la telecamera e riaccenderla tra qualche decina di minuti, quando Brutus sarà più lucido. Meglio ...

CIAF!!!

Un rumore secco. Una mano che si spiaccica su un volto, per risvegliarne l'assopita lucidità, per riprenderne il controllo, per riconquistare piena consapevolezza in quel che si sta facendo.
Rotten s'è appena schiaffeggiato con potenza tale che qualunque altro essere vivente, al suo posto, si sarebbe ribaltato fino a finire su un campo di grano abbandonato nell'Alabama, rotolando tra prati, spazi verdi, cani da guardia e 60enni omofobi.

Rotten: << Ci siamo. Puttana, che botta ... Dov'ero arrivato prima del ... pisolino? >>

Ci siamo. L'inquadratura s'allarga ulteriormente. E, se già la scena a cui stavamo assistendo di per sé era inquietante, ora il tutto diventa ancora più macabro e fottutamente sinistro.
Siamo in una specie di scantinato abbastanza vecchio, risalente agli anni 90', forse. Sulla parete alla quale è appoggiato Brutus troviamo un poster gigante della formazione del tempo dei Philadelphia Eagles, la squadra di football dell'omonima città, home town del nostro Rotten, la Gang Green guidata da Reggie White.

Su tutti i muri, grigi e scrostati, appaiono scritte fatte con lo spray, di diverse entità e significato.
E poi ... E poi, stesi per terra come fossero normali oggetti d'arredamento dozzine di hardcore weapons: Kendo Sticks impilate una sopra l'altra, alcune spezzate; sedie d'acciaio, una tanica di benzina, delle puntine da disegno sparse per terra, una cazzo di motosega, delle lame attaccate in modo abbastanza rudimentale a mo' di stella, con una punta inficcata nel pavimento; cocci di vetro, piccole lampade al neon sceggiate, un sacchetto di plastica contente uno strano liquido verde.

Insomma, ragazzi, mi sa che siamo finiti nella reggia dell'Appealing Scar.

Rotten: << Ecco, ecco cosa stavo facendo! Devo costruire qualcosa ... Qualcosa per annientare quel bassotto. D'altronde ... D'altronde è solo una cagnolina, no? Posso portarla al guinzaglio e scaricarla in fondo al mare senza che nessuno se ne accorga, no? Ahahhahha ...
No, okay, devo arrivare a una cazzo di conclusione. Devo inventarmi qualcosa ... >>

Rotten si alza, lentamente, ancora un po' frastornato. Le guance e il viso stanno riprendendo il loro colore naturale.
Il sadico hardocrista a 360° inizia a camminare tra gli oggetti sparsi a terra, guardandoli con l'attenzione particolare che si deve alle cose preziose, quelle che no, non possono essere rovinate, perché sono speciali.
e così, con pensieri degni di Anders Breivik il sadico Rotten s'incammina fino a giungere in un angolo, di fronte ad una porta un po' scassata che costituisce l'unico mezzo di comunicazione con l'esterno.

E proprio questa porta ora inizia a cigolare lentamente e si apre di fronte agli occhi di Brutus, che non batte ciglio.





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11/04/2017 11:29
 
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Il varco aperto lascia filtrare un po' d'aria che sembra scuotere le molecole di alcool che impregnano l'ambiente. Sulla soglia vi è un uomo, vestito con jeans strappati, una t-shirt nera con la stampa di un teschio mietitore di anime e un giubbotto in pelle.

James McFist rimane fermo in quella posizione e scruta con sguardo minuzioso tutto ciò che si para davanti alla sua vista, come un cowboy appena entrato all'interno di un Saloon popolato da gente schiva e diffidente. Hammer sposta lo sguardo su Rotten, indugia su di lui per diversi istanti, poi riempie i polmoni d'aria e fa qualche passo avanti pestando per forza di cose alcuni degli oggetti sparsi sulla pavimentazione.

"Un altro mentore ti sgriderebbe per lo stato in cui ti trovi."

McFist scrocchia le nocche delle mani.

"Un altro mentore ti direbbe che la redenzione non si insegue tra l'immondizia."

James ormai è a meno di un metro da Brutus e lo fissa dall'alto verso il basso.

"Un altro mentore ti direbbe che hai sbagliato indirizzo, che la palestra si trova dall'altra parte della strada.
Ma io so cosa stai cercando, cosa ti serve. E quindi ti dico che questa topaia è il posto giusto per costruire un po' di merda."

Un altro mentore avrebbe teso la mano verso il suo allievo, per farlo rialzare da terra. Ma questo mentore, invece, sa adattarsi alle circostanze e capire quando non è il caso di soffocare la creatività. McFist si distende al fianco di Brutus e incrocia le braccia dietro la nuca, un po' come se si stesse godendo un po' d'aria fresca di campagna alla sera adagiato su un'amaca.
Il fatto che quella non sia una campagna, che non vi sia aria fresca ma solo aria viziata, o che al posto dei fili d'erba vi siano solo rottami e cocci di vetro, non sembra avere molta importanza al momento.

"Di solito quelli come me danno risposte, dissipano i dubbi. Ma se dobbiamo costruire questa bomba, e farlo al meglio, prima ho bisogno di chiederti qualcosa. Voglio sapere cosa vuoi davvero, e io ti dirò come arrivarci."

...

"Numero uno... Stai cercando un segno distintivo, qualcosa che crei ulteriore interesse intorno all'uomo che sei sul ring? Oppure vuoi qualcosa che riduca a brandelli la tua rivale, qualcosa di ESCLUSIVO, da destinare solo e soltanto a lei?
Stai cercando un'arma che fortifichi Brutus Cheek Rotten? O un'arma che possa annientare i tuoi avversari? Stai cercando la via per l'ascesa, o la valle di lacrime nella quale far annegare il nemico?"
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13/04/2017 09:29
 
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Sul volto di Brutus compare una sorta di piccolo sorriso, che pare più una smorfia, un qualcosa di innaturale, non nelle sue corde.
Il viso, le guance e la pelle hanno ormai ripreso il loro colore naturale, così come gli occhi sembrano essere tornati quelli di sempre : attenti, vigili, curiosi.

Rimanendo con lo sguardo fisso in avanti e alzando un poco la testa, Brutus prende a parlare dopo qualche secondo di silenzio.

Rotten: << Chiedere a un mastino con crisi di schizofrenia cosa vuole DAVVERO potrebbe essere un po' controproducente ... Non credi, man? >>

Brutus ghigna e assesta una pacca sul petto al mentore, che risponde con un sorriso e una pacca ancora più forte di quella subita.

l'Appaling Scar raccoglie le gambe, incrociandole e mettendosi in posizione più eretta, con la schiena appoggiata al muro e il petto in fuori.

Rotten: << M'hai preso di sprovvista, Hammer. Mi sarei aspettato una risposta diversa. Sai, una di quelle frasi squallide e merdose, di circostanza, che i mentori si sentono in dovere di dire ai propri allievi per ristabilire le gerarchie. Ma hai fatto bene.
Non vuoi strozzare la mia creatività. Così hai detto, no?
Ti sei seduto da parte a me...
Stai condividendo un angolo di oscurità con questo individuo poco affidabile ... Meriti il mio rispetto, uomo."

Mentre parla, Brutus gioca col codino della lunga barba, intrecciandoci le dita e ricamando nuovi nodi.
Deve sempre avere le mani impennate!

Rotten: << Per quanto riguarda la domanda, beh ... Lo sai cosa voglio. Tutto ciò che mi interessa è vincere, ma prima di farlo, distruggere chiunque mi si pari davanti ... Sia fisicamente, che mentalmente. Questo implica una via di mezzo tra le due opzioni che mi hai proposto.
Io voglio punire Perra in modo secco, brutale, in modo da non farla più abbaiare.
E così, per chiunque decida di mettermi i bastoni fra le ruote."

Rotten volta lo sguardo di 90° ed Hammer è lì, impassibile, che annuisce, come se stesse iniziando a capire.
I due sono sempre più in empatia tra di loro.

Rotten: << Chiunque voglia affrontati sa che sta per attraversare una valle di lacrime che li porterà dritti, dritti all'inferno. Ma il tragitto fino a lì non è lineare. Ci sono diversi modi per morire, ed il peggiore è rimanendo vivi.
E così, come gli altri sceglieranno di andare in contro a morte certa, io voglio scegliere il veleno che li farà assopire. Il loro veleno personale.
E questo sarà un qualcosa che rafforzerà enormemente Brutus "Cheek" Rotten.
Io sarò il mietitore, la falce infernale che livella e azzera il prato fiorito che è Horizon ... E la WBFFF. >>

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13/04/2017 10:32
 
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McFist erige il busto con una spinta addominale e si guarda intorno, gettando lo sguardo sulla quantità industriale di armi e immondizia di ogni genere che tappezza interamente la superficie della pavimentazione. Poi volge il capo in direzione di Rotten e lo osserva a lungo, ripensando alla risposta che gli ha fornito.

"Ognuno di noi ha punti deboli e punti di forza. Credo che, nel tuo bagaglio, o arsenale, o come diavolo vuoi chiamarlo... Ci sia qualcosa da sfruttare pienamente, fino in fondo.
Parlo della tua inclinazione all'Hardcore Ultraviolence. Parlo della tua propensione all'Hardcore Crafting. Ci siamo visti due volte, e in entrambi i casi si è parlato di questo, ci è venuto naturale. E' un impulso da assecondare, un passione insana che scorre nelle vene insieme al sangue. Bisogna lasciarsi trasportare da questa corrente."

Hammer allunga l'indice della mano destra verso Brutus e lo poggia contro il suo petto.

"Se davvero vuoi unire entrambe le soluzioni, se cerchi quella via di mezzo di cui hai parlato, potresti creare delle nuove Signature Weapons diverse per ogni avversario che si imporrà sul tuo cammino, studiare i metodi più brutali e usare le loro paure contro di loro, scovare i loro punti deboli e dopo aver aperto la ferita... Girare il dito nella piaga.
Potresti farne un marchio di fabbrica, un segno distintivo del tuo modo di fare wrestling, costruendo con minuzia e dedizione il tallone d'Achille di ogni tuo rivale. Non c'è nessuno, qui dentro, che potrebbe essere un Craft Master migliore di te. Quindi sfruttiamo tutte le risorse che ci sono a disposizione e cerchiamo quella via di mezzo, qualcosa che renderà unico Brutus Cheek Rotten sul ring e che al contempo farà sudare le chiappe dei suoi avversari."

Rotten pare gradire parecchio l'idea di Hammer, ed annuisce con convinzione con un sorriso sadico stampato in faccia.

"Se dobbiamo cominciare dalla cagna in calore, se davvero sarà lei la prima ad assaggiare i frutti della tua follia creativa, allora..."

McFist si avvicina al suo allievo e gli sussurra qualcosa all'orecchio.

Camera fades.
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14/04/2017 08:58
 
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Prima training session conclusa.☺

Se qualcuno ha letto e vuole dirmi il suo parere in chat è libero di farlo.
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