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Promo Gabe 2006/2007 (Gaijin prima di diventare Gaijin)

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2017 09:00
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Il Nano ti vede.
04/04/2017 12:11
 
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[28 Dicembre 2006 - Feud in EWF con DeadScorpion]


Eredità


La luce pomeridiana entrava all’interno della sala attraverso la finestra che dava sull’immenso giardino della villa, rendendo possibile al signor Dincht di passare qualche ora rilassandosi leggendo un buon libro sulla sua comoda poltrona, il suo passatempo preferito.
Tale luce investiva il volto dell’uomo evidenziando la sua bellezza di uomo nobile e elegante, circondato da scaffali pieni di libri di vari scrittori del passato tra i quali le opere dei grandi pensatori dell’antica Grecia, lo studio assumeva così un aspetto antiquato ma che dava l’idea a chi ne mettesse piede che all’interno della sala si potesse persino odorare la fragranza della cultura, tanta era la solennità di tutti quei volumi accuratamente rilegati e catalogati con cura.
Questa era l’aria che il signor Dincht respirava ogni volta che sedeva su quella poltrona, e così passava il suo tempo quando i suoi impegni glielo permettevano, tra un viaggio d’affari o una commissione familiare…
Questa piacevole sensazione e la lettura vennero però interrotti dall’irruzione nella stanza di un ragazzino che non doveva ancora aver raggiunto i dieci anni d’età, che aprì la porta rapidamente facendo sobbalzare il signor Dincht che appena si riprese dall’immediata sorpresa emise un lieve sbuffo mentre il bimbo lo chiamò:

“PADRE!”

Signor Dincht: “Cosa vuoi, William? Dovresti saper bene che non amo essere disturbato quando mi trovo nel mio studio…”
William: “Volevo solo passare del tempo con te ora che sei tornato!”
SD: “Questo mi fa piacere caro, ma c’è tempo e tempo e poi tra poco ci vedremo a tavola per la cena…Perché non torni a giocare in camera tua?”
W(abbassando lo sguardo): “Preferisci leggere dei libri che stare con me?”


Il signor Dincht si rese conto di aver ferito i sentimenti del figlio, quindi scese dalla poltrona e si inginocchiò di fronte a lui ponendogli una mano sulla spalla e proferendo le seguenti parola per tirarlo su di morale:

SD: “Figliolo, un giorno capirai che i libri sono il nutrimento dell’anima…e un giorno capirai anche cosa significa essere giovane e spensierato cercando di soddisfare solo i propri interessi, per poi improvvisamente divenire capo di una famiglia e avere mille e più impegni che ti soffocano, impedendoti di passare più momenti da solo con te stesso per nutrire l’anima tua…questo è ciò che è successo a tuo padre, ma ad ogni modo non credere che i momenti in cui sono con te e tua madre siano per me sprecati, voi due siete la cosa più preziosa che ho e non sostituirei mai un istante passato con voi con niente al mondo!”

Il discorso era troppo complicato per un bambino di quell’età, ma William recepì comunque il messaggio e si rincuorò, abbracciò il padre dando vita ad un commovente quadretto…

SD: “Ricordati ciò che ti ho detto, forse un giorno questa scena ti si ripeterà con tuo figlio…”
W(col volto solcato da lacrime di commozione): “Sì, padre…”


Il bambino uscì dalla stanza lasciando il padre nuovamente solo rendendogli possibile il ritorno al proprio passatempo, ma la voglia di leggere era completamente svanita in lui e si avvicinò alla finestra ad ammirare l’esterno…
Non era però la visione a dominare il suo cervello, ma invece le parole appena dette al figlio…
Quanto detto riguardo all’amore che prova verso la sua famiglia corrisponde alla verità, ma il resto del discorso nasconde un segreto intrinseco che il figliolo non può dedurre data la sua giovane età e l’abilità del padre nell’esprimersi in tono sibillino…

Fino a pochi anni fa viveva il massimo splendore della sua giovinezza, un periodo felice dove il soddisfare i suoi desideri era la sua unica preoccupazione. Giorni di libertà e spensieratezza assoluta, sinonimo di felicità almeno per lui.
Tutto finì col matrimonio.
Quel giorno si rivelò magnifico, forse il migliore della sua intera vita, il coronamento di un amore al quale dedicarsi per il resto dell’esistenza.
Ma quella data combaciò anche con l’addio alla sua fiera libertà e l’inizio di una nuova vita all’insegna del duro lavoro…
Avere una famiglia comporta molto anche per un giovane benestante come era lui, per sostentare essa dovette dedicarsi maggiormente al proprio lavoro, composto da vari viaggi che lo tenevano lontano da casa per vari periodi, e questo uccideva il tempo da dedicare a sé stesso e ai propri fabbisogni, ciò a cui lui più temeva.
Dure rinunce che segnarono i primi anni della sua vita matrimoniale, ma che col passare del tempo finirono col ferirlo all’interno, finendo per farlo cedere.
Capì che non poteva andare avanti così, ma non poteva certo abbandonare i propri cari ai quali era legato più di ogni altra cosa al mondo, la sua evasione doveva essere qualcosa di differente e che non mettesse in gioco la sua vita familiare…
Fu così che iniziarono le sue scorribande notturne…
Il desiderio di evasione lo portarono a frequentare locali notturni disdicevoli per un uomo della sua levatura sociale, ma per lui il tutto era una vera rivelazione: gioco d’azzardo, donne, alcol,…i peggiori vizi dell’uomo divennero la sua vita notturna.
Le giustificazioni con sua moglie erano varie: per lo più le diceva che si trattavano di affari di lavoro ma la scusa pian piano rischiava di perdere credibilità, così talvolta fu costretto a somministrarle di nascosto del sonnifero nelle bevande.
A suo avviso il fine giustificava i mezzi, in fin dei conti questa vita notturna per quanto deplorevole salvava la sua vita coniugale dato che impediva la drastica soluzione ovvero l’abbandono della famiglia. Il suo desiderio di libertà non aveva limiti…
Ma il tempo passava e anche il senso di colpa…
Si era ormai reso conto che questi vizi lo rendevano meno civile, proprio lui che si era sempre proclamato un “condottiero” della cultura e aveva fatto della lettura la propria arte. Adesso non era poi tanto diverso dai rozzi malviventi che un tempo disprezzava.
Ma lui non poteva fare niente, non riusciva a fermarsi rinunciando a ciò che lo faceva sentire libero come negli anni della sua giovinezza prematrimoniale, solo un intervento esterno avrebbe placato quella che ormai era divenuta una malattia.

Ciò avvenne…

Una notte tornando dalla sua peccaminosa tournee si trovò a percorrere il solito parco che lo conduceva verso la sua dimora, non era però una normale notte, strani rumori echeggiavano nel parco isolato e una brutta sensazione invase Gabriel Dincht.
La luce lunare creava inquietanti ombre sul suolo delle pietre che componevano il sentiero del parco, e l’uomo aveva l’impressione che qualcuno lo seguisse, ma nessuno era alle sue spalle…
Proseguì il suo cammino, quando ad un tratto sentì un rumore ancora più netto dietro di sé, si voltò immediatamente di scatto ma anche stavolta si era trattato di un falso allarme, ma quando si voltò nuovamente si accorse che qualcosa vi era dietro di lui, vicino ai suoi piedi…
Uno scorpione nero con velocità innaturale per tale creatura si mosse infilandosi dentro ai suoi calzoni.
Gabriel reagì di istinto colpendosi coi pugni alla gamba nel punto dove sentiva poggiarsi l’insetto, ma fu troppo tardi…
Lo scorpione lo punse allo stinco iniettando il suo letale veleno, Gabriel tentò di proseguire verso casa una volta che l’animale se ne andò così come era arrivato, ma la vista gli si annebbiò e la febbre lo avvolse rapida, facendolo accasciare a terra pochi metri dopo…


La morte.
Questo pose fine al suo peccare.
Tramite la puntura di uno scorpione.



Il corpo di Gabriel Dincht venne ritrovato nel parco, nessuno sapeva cosa facesse lì né dove fosse stato, nemmeno sua moglie sapeva dare una risposta alla polizia sebbene molti pensassero che la vedova era a conoscenza di tutto ma non lo volesse rivelare. In realtà lei sapeva del brutto vizio del marito da sempre, ma non lo riferì mai. Forse in fondo lo compativa...

Il funerale si tenne il giorno seguente al ritrovamento del cadavere, il piccolo William rimembrò le parole che suo padre gli aveva confidato prima di andarsene per sempre mentre col viso solcato di lacrime poggiava fiori sulla lapide del defunto padre…



Sir Gabriel Anthony Dincht
31 – 10 – 1854
16 – 09 - 1884





Più di un secolo dopo…



Gabriel Dincht, alias Gabe, siede sulla sua poltrona nel salotto della sua villa di Pittsburgh leggendo un buon libro grazie alla luce che filtra dai vetri della finestra.
Ma presto è costretto a interrompere la sua lettura…
Troppi sono i pensieri che vagano nella sua testa ormai da tempo, uniti ad altri problemi giunti solo di recente per tormentare la sua esistenza basata sul narcisismo della sua vita privata e la violenza della sua carriera di lottatore professionista…
Ripensa al processo di pochi giorni prima sull’atto di molestie sessuali su una giovane commessa per cui è stato accusato.
Gli tornano in mente le lacrime versate dalla ragazza dal suo banco in tribunale, lacrime causate dal ricordare quanto fatto dal suo aggressore, che poi si sono trasformate in uno straziante pianto dovuto alla realizzazione che nessuno in quell’aula credeva ad una sola parola della sua testimonianza…
Già, il processo è stato facilmente vinto da Gabe o per meglio dire dal suo avvocato, uno dei migliori degli Stati Uniti che aveva ricevuto in anticipo la sua parcella dal ricco giovane di Pittsburgh, certo del suo trionfo.
Quanti insulti lanciati dalla ragazza ai danni di Gabe al termine del processo, e lui sa bene di meritarseli ma alla fine lui era il vincitore, le offese non lo scalfivano per niente…
Quanta crudeltà alberga in lui! Gabe se ne rende conto con un sorriso beffardo che gli segna il volto…
…ma alla fine la sua mente lo riporta alla sua prossima sfida della sua carriera.
Deadscorpion lo ha scelto come avversario settimane or sono, oscuro è il motivo per cui lo Scorpione voglia competere contro Gabe, ma indubbia è la potenza di tale avversario.
Incredibile come tanti pensieri infausti si siano legati insieme per colpirlo in questo momento della sua vita, le conseguenze di un atto violento verso una fanciulla e un avversario sovrannaturale che vuole punirlo per non si sa quale motivo.


Dopo anni, un nuovo peccato cui porre fine.
Uno scorpione pronto a punire per il peccato commesso.
Il destino si ripeterà?
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