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Promo Gabe 2006/2007 (Gaijin prima di diventare Gaijin)

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2017 09:00
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[26 Maggio 2006 - Feud contro Charismatic Enigma per i tre titoli singoli della EWF]


Riflessione


“Gabe cede!!! Latino Heart ha sconfitto il campione EWF! Suona la campana, quindi Gabe batte il pugno per un paio di volte a terra come a significare un gesto di stizza, non si capacita di come abbia potuto perdere, però si fa riconsegnare la sua cintura dal referee e senza fare troppe storie si avvia verso il backstage…”

pochi minuti dopo…

“TUMP! TUMP!”

Una serie di pugni colpiscono con violenza un armadietto di metallo che viene letteralmente demolito da questi potenti colpi sferrati da un uomo che pochi minuti prima ha subito una netta disfatta in una contesa contro un singolo avversario, per la prima volta da quando ha coronato il suo più grande sogno…
L’assordante rumore si ferma e la stanza si riempie di un malinconico silenzio…l’uomo appoggia le sue mani, livide sia per i colpi appena assestati che per quelli scagliati nell’aspra contesa di pochi minuti prima, e china la sua testa guardando il pavimento. Guarda, ma non vede nulla, assorto nei suoi pensieri dove rivive ogni singolo secondo della precedente sfida.
Eppure cosa è andato storto?
Ha combattuto con la grinta e la voglia di sempre restando sempre concentrato sull’avversario e sull’obiettivo, non si è distratto nemmeno per un misero secondo e ha colpito il rivale con le sue solite mosse. Però ha perso. Qual’è il motivo?
Inferiorità rispetto all’avversario? No, è un’ipotesi che non sta né in cielo né in terra. Certo, il suo avversario era valoroso, un grande guerriero disposto a dare tutto e maldisposto a soccombere, ma lo sconfitto non ammetterà mai di aver trovato qualcuno migliore di lui, perché sa che è lui stesso il migliore in questo campo…e ha un oggetto che conferma tale concetto…
Questo oggetto adesso si trova dietro di lui, sul pavimento, gettatovi poco prima in un gesto d’ira. L’oggetto in questione è una cintura lucente sulla quale è applicata una targhetta che porta il nome del suo proprietario: “GABE”. Quest’ultimo si pente di aver gettato a terra nella furia di un attimo ciò che gli è più di prezioso al mondo, ciò per la quale ha versato sangue, il suo e di coloro che volevano tale alloro proprio come lui.
Bacia la sua cintura e la posiziona accanto all’altro suo prezioso alloro: la cintura di campione Hardcore, probabilmente quella che rappresenta più di qualunque altra l’essenza della EWF, la federazione più estrema al mondo.
Anche per ottenere questa per la seconda volta ha dovuto fare enormi sforzi, infatti combattere un match come il Full Metal Mayhem contro un lottatore abile e folle come Charismatic Enigma, ma soprattutto uscirne vincitori non è cosa da tutti, ma Gabe ci è riuscito, seppure con difficoltà. E l’impresa dovrà essere ripetuta il mercoledì successivo in ben tre match diversi l’uno dall’altro ma con un avversario in comune, stavolta con in palio ben TRE cinture.
Possedere contemporaneamente tutte le cinture della federazione è recentemente diventato il nuovo scopo di Gabe, ma una domanda che gli gira per la testa in questo istante suscita dubbi sulla realizzazione di questo desiderio:

“Come posso pensare di avere tre titoli sconfiggendo Charismatic Enigma, se stasera sono stato nettamente sconfitto da Latino Heart?”

La sconfitta di stasera brucia ancora nella mente del bi-campione EWF, per la prima volta sembra aver compreso che per quanto forti si possa essere la vittoria non è sempre certa, o almeno è quello che sembra aver pensato finchè non afferma tra sé e sé:

“Non posso difendere i miei due titoli e conquistarne uno nuovo in queste condizioni, la sconfitta di stasera ha rivelato che anche il Best In Business ha dei punti deboli e devo trovare il modo per superarli, superando anche me stesso…”

Ma cercando con la mente tra ciò che lo circonda e ciò che potrebbe avvenire non riesce a trovare risposta, così pensa all’ultima opzione rimasta: cercare nel passato…
Quel passato che lo ha reso un campione potrebbe fargli ritrovare la sua dimensione dandogli la certezza di poter essere il migliore in assoluto, quello che era sicuro di essere prima della disfatta di stasera. Ma come si può sfruttare quello che è stato e che non tornerà?

C’è un solo modo: riviverlo…

E fu così che quella sera stessa Gabe, campione deciso a rimanere tale, avvertì la dirigenza EWF che se ne sarebbe tornato a Pittsburgh per “problemi personali” e che sarebbe tornato in tempo per il PPV della settimana successiva, “Someone May Die”…



Visita in famiglia


Hostess: “Signore, il volo è terminato.”
Gabe: “Oh, bene…”

Il sonno del campione EWF viene interrotto in modo un po’ brusco ma necessario. Ha ancora in bocca l’amaro sapore di quando ci si sveglia dopo poche ore di sonno, d’altro canto non ha avuto modo di riposarsi molto in questi giorni a causa dei duri incontri disputati e gli altrettanto duri allenamenti, non ci si riposa molto quando si è campioni del mondo…
Se non altro era giunto a destinazione: Pittsburgh, la sua città natale; e fuori ad attenderlo una lussuosa limousine (anche se non ci si riposa molto ci sono pur sempre dei vantaggi).
Purtroppo c’è anche qualcosa di meno piacevole ad attenderlo appena uscito dall’aereo: un’orda di giornalisti intenzionati a strappare commenti e dichiarazioni dal wrestler del momento e molti curiosi che vogliono vedere dal vivo il loro illustre concittadino. Evidentemente la notizia del suo arrivo si era sparsa ai quattro venti in fretta…
Normalmente tutto questo non darebbe alcun fastidio al campione dato che ama avere gli occhi di tutti puntati su di lui, ma non questa volta…le ore di sonno sono state insufficienti e oltretutto non è qui per questo, ha delle faccende da sbrigare, molto più importanti che lasciare interviste o firmare autografi.
Si fa strada tra la massa senza concedergli nemmeno uno sguardo, sebbene interessati nessuno si permette di bloccargli il passaggio, è pur sempre un lottatore professionista. Raggiunge la limousine che lo stava aspettando e vi sale in fretta, non importa se la gente non ha apprezzato questo gesto, lui ha cose più importanti da fare adesso e quelli con più sale in zucca lo capiranno…
Autista: “Dove la porto, signore?”
Gabe: “Dorseyville Road, ti dico io dove fermarti“

L’auto parte e Gabe ne approfitta per guardare le strade della “città dell’acciaio” scorrere rapide oltre il finestrino.
“Questo è il posto”. Gabe fa fermare l’autista di fronte ad una lussuosa villetta con un enorme giardino. Scende dalla limousine assicurando all’autista che sarà lui a richiamarlo quando sarà ora di ripartire e s’incammina verso l’abitazione.
Scavalca il cancello, raggiunge l’elegante portone e suona il campanello, attende qualche secondo prima che il portone si apra…
Ad aprire è la domestica che si volta e grida con tono di voce moderato: “Signora, suo figlio è appena arrivato!”.
“Gabriel!”

La madre di Gabe corre ad abbracciarlo e lo stesso fa il padre che giunge pochi secondi dopo. Dopo alcuni minuti di convenevoli la famiglia invita il figlio a pranzare con loro, cosa che non avveniva da un po’ di tempo e ne approfittano per conversare:
Madre:”Come mai non hai portato la tua ragazza?”
G:”Stiamo insieme da poco tempo, mi sembrava troppo presto per portarla fino a qui a conoscere i miei genitori…”
M:”Ma quando metterai la testa a posto e avrai una relazione seria?Inoltre non ti fai mai vedere,è uno spreco che una casa bella come la tua debba rimanere continuamente disabitata…”
G:”Al momento sono troppo impegnato col lavoro, l’altra casa mi è molto più comoda visto che è nella stessa città della sede della EWF”
M:”Se quello si può chiamare lavoro…”
Padre:”Ne abbiamo già parlato cara, se nostro figlio ha deciso di vivere facendo il lottatore non vedo per quale motivo dovremmo impedirglielo…”
M:”Ma con la sua laurea avrebbe potuto fare un sacco di lavori rispettabili, perché gettare anni di studio per fare lo scimmione in mezzo ad un ring?”
G:”Fare lo ‘scimmione’come dici tu è molto più gratificante di qualsiasi altro mestiere al mondo ed è quello per cui sento di essere nato! Le due cinture che porto con me lo dimostrano!”
M:”…”
G:”Non mi sono allenato tutti questi anni per starmene dietro una scrivania a girarmi i pollici, dovresti capirlo questo…”
P:”Ehm, figliolo…Sai bene che tua madre non ama molto la tua attività, ma ha seguito con me ogni tuo incontro da quando sei in EWF e ci hai reso orgogliosi di essere i tuoi genitori”
G:”(abbassa lo sguardo)Allora immagino abbiate visto anche la mia ultima sconfitta di ieri sera…”
P:”Sì, ma non c’è niente di cui vergognarsi. Quel Latino Heart si è dimostrato un grande campione e tu hai mostrato il tuo meglio”
G:”Ma non è bastato…”
P:”Ma non conta, tu hai mostrato grandi cose!”
G:”Papà, quando sei il campione del mondo non puoi concederti di perdere! MAI!”
P:”Sono certo che ti rifarai nel tuo prossimo match, il tuo avversario è di valore ma lo hai già battuto due settimane fa…”
G:”E’ vero, ma dopo quello che è successo nel mio ultimo match comincio ad avere dei dubbi, non mi sento più quello di prima e temo di non essere più all’altezza di Charismatic Enigma…”
M:”E’ per questo che sei tornato?”
G: “Già…”
P:”Vuoi incontrare Barry?”
G:”Sì, penso che solo lui possa essermi d’aiuto…”


Finito di pranzare, Gabe saluta la sua famiglia e sale nuovamente sulla limousine per dirigersi verso una nuova destinazione.


Il motivo



La prossima destinazione della limousine che ha il prestigioso compito di trasportare il campione del mondo EWF è la casa di quest’ultimo, abitazione dove Gabe alloggia generalmente nei periodi in cui non ha impegni con la EWF, infatti sarà la sua dimora fino al giorno che precede il PPV “Someone May Die”, che lo vedrà affrontare il campione Iron Man Charismatic Enigma in un durissimo 3 Stages of Hell con le tre cinture di singolo EWF in palio.
La casa del campione è un abitazione veramente magnifica, uno dei più bei edifici di Pittsburgh e il proprietario tiene molto a far sapere alla gente che quella invidiabile casa è la sua dimora, ma adesso non ha tempo né l’umore adatto per ammirarla. Si limita a lasciarvi il contenuto delle sue valige per poi partire di nuovo, stavolta verso la meta principale della sua visita a Pittsburgh.
L’auto stavolta si ferma nel parcheggio di una palestra, la “Barry Kenderson’s Gym”, la miglior palestra di lotta libera di Pittsburgh, proprio qui il bi-campione EWF ha mosso i primi passi nel mondo del wrestling fino a diventare ciò che è adesso.
Il proprietario Barry Kenderson è una persona fuori dal comune: da giovane era un grande campione di wrestling professionistico che venne persino convocato a partecipare alle olimpiadi in questa disciplina, ma dovette rinunciarvi a causa di un brutto infortunio alla schiena che gli costò il ritiro. Da anni quindi si dedica al solo insegnamento della nobile disciplina ai giovani che si iscrivono alla sua palestra, e Gabe è stato probabilmente il suo miglior allievo.
Gabe entra nell’edificio deciso ad incontrare il suo mentore, nel vederlo entrare si fa avanti un funzionario della palestra:
F:”Buonasera, desidera?”
G:”Sono un vecchio allievo di Barry, devo parlare con lui”
F:”Mi spiace ma in questo momento il signor Kenderson sta tenendo una sessione di allenamento, se vuole accomodarsi e aspettare…”
G:”Mi spiace, ma voglio vederlo adesso” (fa per oltrepassare il funzionario)
F:”Ma non può…”(cerca di fermarlo)
G:”Forse sei nuovo e non hai ancora capito chi sono, io…”
Barry:”Ciao, Gabe”
G:”Barry…”
F:”Gabe, il c-campione EWF?”
B:”Proprio lui, è stato un mio allievo. Vieni con me Gabe, i miei ragazzi saranno felici di poter conoscere una stella del tuo calibro…”
(si dirigono verso la sala allenamenti)
G:”Aspetta! Non sono qui per parlare con un gruppo di mocciosi, devo parlarti!”
B:”Lo faremo dopo l’allenamento. Magari i miei ragazzi ti ricorderanno quando eri tu un moccioso…”

Gabe ha un attimo di esitazione, pare che Barry abbia già inquadrato il motivo per cui è venuto fin qui, d’altronde lui ha sempre dimostrato di possedere una sorta di “sesto senso”…
B:”Allora? Vieni o no?”
G:”OK…”

I due entrano nella palestra, ad attenderli un gruppo di ragazzini di circa 13/14 anni che rimangono scioccati nel vedere il campione EWF, uno dei loro wrestlers preferiti nonché quasi un “eroe cittadino”, far visita loro durante uno dei loro soliti allenamenti con Barry. La loro successiva e immediata reazione è entusiasta, circondano letteralmente Gabe e lo sommergono di domande sulla EWF, sulle sue mosse, ecc…
B:”Ragazzi, tenetevi le domande per quando l’allenamento sarà finito! Ora il nostro ospite vi insegnerà qualche trucco del mestiere, insegnatogli a sua volta dal sottoscritto”
Gabe prende il posto di Barry come allenatore per questo pomeriggio, e i ragazzi entusiasti si impegnano profondamente nel provare le proiezioni mostrategli dal loro idolo. Ad allenamento finito Gabe concede loro una breve “intervista” rispondendo alle loro domande riguardanti l’esecuzione delle sue finisher, i titoli che ha conquistato finora ma anche domande sugli altri lottatori che militano in EWF come Charismatic Enigma, Dibbio, That,… Ma a queste ultime domande Gabe non risponde affatto positivamente…
Conclusa la sessione di domande, i ragazzi tornano nelle loro rispettive case lasciando Gabe e Barry soli, finalmente è giunto il momento per cui campione è tornato a Pittsburgh:
G:”Allora, hai visto il mio ultimo match?”
B:”Allora, ti sei divertito?”
G:”Cosa c’entra? Ti ho fatto una domanda!”
B:”Anch’io, ti sei divertito stasera?”
G:”Cosa vuoi che ci sia di divertente nell’insegnare qualche trucchetto a dei marmocchi…”
B:”Non me la racconti giusta, stasera ho visto nei tuoi gesti e nelle tue parole qualcosa che non ti vedevo rivelare da tempo, e il merito è di questi ragazzi”
G:”Non capisco cosa tu possa aver visto…”
B:”Non mentire, io comincio ad essere vecchio ma non sono cieco! Stasera tu ti sei divertito nell’avere a che fare col wrestling, una cosa che non ti vedevo fare da molto tempo”
G:”E questo a cosa può servirmi?”
B:”A cosa può servirti? Essere diventato campione di una federazione deve averti rimbecillito! Non ricordi cosa ti ho insegnato, la prima cosa che ti ho insegnato? Bisogna sempre divertirsi in quello che si fa, ci deve piacere combattere e mostrare le proprie abilità sul ring altrimenti si finisce in un ciclo che ci porta all’auto-distruzione! Ogni volta che in TV ti vedo lottare mi sembra di vedere uno zombie rispetto alla giovane promessa che ho personalmente addestrato e io stesso finisco per annoiarmi nel vedere i tuoi match, e se proseguirai in questa direzione anche tutti gli altri appassionati di questa disciplina finiranno per stancarsi di te e ti snobberanno! E so per certo che non è questo che vuoi, hai sempre voluto tutte le attenzioni su di te”
G:”D’accordo, ma…che razza di consiglio è? Come può essere la mancanza di divertimento la causa di una sconfitta?”
B:”Lo è eccome, basta vedere chi ti ha sconfitto: qualcuno che ha molta più passione di te verso questo sport, o almeno ne ha più dell’attuale Gabe…e se non righerai dritto, mercoledì perderai anche le due cinture che hai sulla spalla!”

Gabe si era dimenticato che stava tenendo in quel momento i suoi due titoli, e riflette sulle parole di Barry, forse quella cosa di cui sentiva la mancanza è proprio la passione, cosa di cui i suoi avversari dispongono in abbondanza e che pure lui una volta possedeva in gran quantità…
B:”Visto che sei qui, perché non rimani ad aiutarmi a gestire la palestra come hai fatto stasera? Almeno fino al tuo prossimo incontro…”
G:”…OK…penso che non sia una cattiva idea…”


Lunedì sera:

Gabe torna nella sua dimora di Pittsburgh dopo essere tornato dalla palestra di Barry. Trasmettere le proprie conoscenze alla prossima generazione di wrestlers si sta rivelando piacevole e prende in considerazione di aprire una propria palestra in futuro, ma prima ha un compito molto più importante da svolgere: raggiungere l’apice del successo e diventare il miglior wrestler di sempre, “Best In Business”.
E la prima tappa di questo viaggio verso la gloria totale sarebbe stato sconfiggere “The Real Star” Charismatic Enigma in ognuno dei tre match previsti a “Someone May Die”, conquistando così tutte le cinture di singolo della federazione più estrema al mondo.
E rincasando trova uno spettacolo che gli ricorda quanto sia vicino il prossimo match: una serie di atti di vandalismo che hanno messo a soqquadro l’esterno della sua abitazione, e il vandalo ha lasciato la sua firma, una sudicia benda legata alla maniglia della porta di casa con una scritta leggibile quanto basta per scorgere il motto del suo rivale: “NS4TE”.
Gabe sa già come replicare a questo folle gesto del suo prossimo avversario: sconfiggendolo, e adesso ha tutto ciò che gli serve per farlo…
[Modificato da Straight_Punk 04/04/2017 12:16]
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[10 Luglio 2006 - Feud con Revolver Leon in EWF]


Il re e la perdita del suo trono - una nuova sfida


“Gabe è il nuovo EWF Champion! Il narcisista alza gli occhi al cielo commosso, finalmente è riuscito a conquistare quell’alloro che rincorreva da mesi, è l’avverarsi di un sogno per lui!”

La realizzazione di un sogno, l’inizio di un regno, un’era rivoluzionaria che avrebbe portato grandi cambiamenti e un nuovo lustro al mondo di cui faceva parte…

“Gabe è il last man standing!!! Il narcisista conserva il suo titolo!!!!!”

“Gabexplosion connessa! Il suo avversario è nella fossa! Sale quindi quasi strisciando sulla terra per raggiungere la leva della ruspa, quindi vi arriva e la aziona, restando così EWF Champion”

“Gabe rimane campione EWF…Gabe ora abbraccia la sua cintura, è felicissimo per averla difesa al ppv più importante dell’anno…”

Battaglie…conferme...indispensabili per mostrare il motivo per cui sei seduto su quel trono e impedire ai tuoi nemici di spodestarti…il continuo dell’era…

“Sapete che vi dico? Il titolo a causa di questo assalto viene reso vacante, e verrà rimesso in palio il mese prossimo, poi sarò io a decidere i partecipanti al match!”

Parole di un uomo, solo parole, ma sufficienti per spodestare il sovrano indebolito dalla battaglia più dura della sua vita…

“La grandissima resa dei conti, con l’assegnazione di tutti i titoli singoli nel corso dello stesso match, è finalmente pronta ad essere inscenata da questi 5 super campioni che strabilieranno il pubblico nel primo King of the Mountain Match della storia della EWF!”

Una nuova battaglia, una nuova opportunità per l’ormai ex-sovrano di tornare sul suo trono, in una contesa che porta nel suo nome la sua alta carica…

“fuori dal quadrato Blonde e Gabe stanno rialzandosi e procedono lentamente verso il quadrato…ma Jack di Cuori si lancia fuori con uno Springboard Poker sault che colpisce entrambi![…] CHARISMATIC ENIGMA riesce ad attaccare la cintura EWF! Tutti i campioni sono cambiati, e Charismatic Enigma si è laureato per la prima volta campione EWF!”

Il re perde la battaglia e la sua ultima possibilità di sedere nuovamente sul trono, usurpato da un nuovo sovrano…

Anche l’ultima battaglia è persa, la guerra è persa, per il re ormai non resta altro che sprofondare nell’oblio più profondo…

“NO!”

Gabe si sveglia di soprassalto nel pieno della notte, il sudore ricopre il suo corpo e il suo respiro è affannato, come se avesse appena disputato tutti i match che ha appena vissuto in sogno…sogno? Lo è stato solo nelle prime immagini, quelle in cui viveva il suo regno di campione EWF, ma poi ha rivisto la perdita del suo amato titolo e il fallimento del King of the Mountain, ed è stato allora che il sogno si è trasformato in un brutto incubo: la realtà attuale.
Gabe guarda il mobile adiacente al suo letto, una volta lì era posata la cintura di campione del mondo EWF, adesso su quel mobile non vi è posato niente, e questa mancanza riempie l’animo del lottatore di un sentimento misto di rabbia e malinconia.
Impossibile prendere sonno con un simile umore, si alza cercando di non svegliare la sua attuale compagna che dorme al suo fianco, curioso che l’urlo emesso poco prima dal narcisista non abbia turbato il suo sonno…ma turbato è invece l’animo di Gabe, che si reca nella sua palestra personale nell’intento di allentare la tensione facendo esercizi, metodo che ha sempre funzionato in passato.
Stavolta però gli esercizi di potenziamento muscolare non allontanano dalla sua testa l’incubo, o meglio, l’immagine amara della realtà attuale, ma permettono al narcisista di fronteggiare questi brutti pensieri con uno sguardo rivolto al futuro.
E’ vero, quella che doveva essere una gloriosa era si è rivelata niente più che un buon regno da campione, ma finchè continuerà a lottare sul ring, niente potrà impedirgli di riprendere la sua scalata verso la gloria.
Venerdì scorso ha ricevuto una sfida, questo significa che c’è ancora qualcuno che lo considera uno dei volti più importanti nel panorama del wrestling business o, come piace dire al suo avversario, una delle taglie più alte in circolazione…

“Revolver Leon, senz’altro un avversario di valore che dal suo ritorno pare avere una nuova fiamma ardergli dentro e che lo accompagna ogni volta che sale sul ring, ma questa fiamma ha finito col danneggiarlo dato che l’ha messo contro di me. Leon, tu sarai solo il mio trampolino di lancio verso il titolo EWF, ciò che spetta al vero Best In Business!”

Dopo aver pronunciato tra sé e sé queste testuali parole Gabe riprende i suoi esercizi, ma non più per cercare di scacciare pensieri fastidiosi, adesso lo fa per prepararsi al suo prossimo match e alla sua nuova scalata verso il successo…



Grazie a una telefonata...


06/01/2006, ore 02.17, post EWF Someone May Die, estratto da conversazione telefonica:

“Non è colpa tua se hai perso la cintura, è stato a causa di un attacco esterno e di un’avventata decisione del general manager.[…] Tu e il tuo avversario avete dato vita a tre serie di match che resteranno nella storia, qualcosa di assolutamente eccezionale. […] Ti rimane ancora una cintura alla vita, preoccupati della sua difesa adesso e allenati in vista del match che rimetterà in palio il titolo mondiale! So che non mi deluderai…”

07/03/2006, ore 02.38, post EWF What a F’N Destruction, estratto da conversazione telefonica:

“Così non va ragazzo…Mi hai profondamente deluso. Quello che ho visto sul ring non era un mio allievo, ma un morto che cammina… […] Ciò che ti ho detto l’ultima volta che sei venuto qui ti è già uscito dal cervello? Il tuo obiettivo non era diventare il “Best in Business”? Di questo passo finirai a fare il magazziniere della EWF!!”

Due diversi eventi, due diverse opinioni, la stessa persona: Barry Kenderson, allenatore di Gabriel Dincht, conosciuto come Gabe.
E’ facile capire il motivo per cui questi due segmenti sono così diversi, nel primo caso l’allievo di Mr. Kenderson non è stato sconfitto, ha perso il suo titolo, ma non per inferiorità rispetto all’avversario bensì a causa di interventi esterni e discutibili decisioni. E comunque l’allievo non è uscito a mani vuote ma se ne è andato con un nuovo titolo, strappato all’avversario, una mezza vittoria.
Ma il secondo caso è molto diverso dal primo e avrebbe causato l’ira di chiunque si fosse trovato al posto di Barry Kenderson: il tuo miglior allievo, il tuo pupillo, partecipa ad un match dove si ha la possibilità di vincere ben tre titoli, e finisce col fallire miseramente rimanendo a bocca asciutta. Come non si può compatire Kenderson?
E c’è qualcuno che tiene molto al giudizio di quest’uomo, nonchè al suo rispetto, e quest’uomo adesso è decisamente frustato nel ripensare a quelle parole così cariche di rabbia che lui stesso ha causato con il suo fallimento…
Quelle parole sono state anche le ultime che l’allievo e il maestro si sono scambiati, dopo la delusione del King of the Mountain Gabe non ha avuto le palle di ricontattare quell’uomo che in un momento cupo della sua carriera lo seppe aiutare indicandogli la giusta via per raggiungere la gloria, via che il giovane wrestler ha seguito soltanto a metà per poi precipitare tornando al punto di partenza.
E questo punto di partenza è rappresentato dal suo prossimo incontro ufficiale dove affronterà il “Bounty Killer” Revolver Leon, un lottatore intenzionato a raggiungere vette elevate.
E’ strano, soltanto il giorno prima Gabe era deciso a non lasciare scampo al suo rivale e lo considerava solo un “trampolino di lancio”, ma adesso questa sicurezza era andata svanendo e l’insicurezza aveva preso il suo posto, forse dovuta al pensiero di poter fallire di nuovo oppure dalla sfiducia che sembrava rivolgergli tutto ciò che lo circondava, ai suoi occhi tutti lo davano per finito e non c’è peggiore sensazione al mondo di essere sottovalutati, non c’è.
Così la doccia scacciapensieri di Gabe si rivela del tutto infruttuosa, al contrario sembra aumentare i dubbi dell’ex-campione che, mentre le gocce d’acqua lo investono con durezza, si abbandona in un forte senso di sfiducia che pensava di aver lasciato alle spalle il giorno prima, almeno finchè…

“DRIIIIN"

Il telefono improvvisamente squilla, Gabe si domanda chi possa essere lo scocciatore che lo ha costretto a interrompere la doccia, si veste solo di un asciugamano e va a rispondere…

Gabe:“Pronto?”
Uomo:“Vedi di tirar fuori le palle!”
G:“Barry? Solo tu puoi telefonare dicendo simili cazzate…”
B:“Cazzate? Preferisci rimanere un fallito? Allora fai pure, vai a farti mangiare da Leon il cane fifon o come cavolo si chiama…Io non voglio avere a che fare con gente che si fa massacrare dal primo che capita, tu sei nato per essere un vincente e lo dimostra il fatto che io sono stato il tuo allenatore! Ora vedi di fare ciò che ti ho detto, altrimenti qui nella mia palestra a Pittsburgh abbiamo proprio bisogno di un nuovo addetto alle pulizie…”
G:”ma vaff…”
“Tuuu tuuu…”


Incredibile come poche parole pronunciate da una persona che si ammira possano scacciare il malumore, apparentemente con una forza maggiore rispetto a quanto avessero fatto gli esercizi in palestra del giorno prima.
Queste rozze parole vengano accolte da Gabe come una sfida lanciatagli dal suo stesso allenatore e non ha intenzione di lasciargliela vinta, come mai ha fatto con nessun’altro che lo abbia sfidato in tutta la sua vita.
Gabe adesso ha tutta intenzione di vincere questa sfida lanciatagli dal suo mentore, e a farne le spese sarà colui che si è trovato in mezzo a questa “battaglia” tra allievo e maestro:

Revolver Leon


Correndo nel parco


Dopo aver consumato un buon pranzo Gabe cerca di smaltire le calorie assunte facendo jogging in un parco locale, solitamente poco frequentato in quanto non vuole essere disturbato da eventuali fans o giornalisti.
Questi ultimi recentemente si sono permessi di darlo per finito, un lottatore che ha raggiunto il suo apice col suo ultimo regno di campione EWF, ma che ormai è sceso dal suo piedistallo per non poterci più salire…

“…Ma si sbagliano. Eccome se si sbagliano, e ne avranno la prova stasera dopo che avrò sconfitto Revolver Leon!”

Revolver Leon, ha deciso di sua spontanea volontà di sfidare il primo Triple Crown Champion nella storia EWF, ma per quale motivo?
Fama?
Ordini di qualcun altro?
Sicurezza della propria superiorità?
Oppure follia?

“Le ultime due ipotesi coincidono” pensa Gabe sorridendo.

La storia della taglia da riscuotere non regge, siamo nel ventunesimo secolo, che taglia può pendere sulla testa di un wrestler?
Allora Gabe ripensa a ciò che è avvenuto durante l’ultima war, quando un ninja ha attaccato il rapper John Chain avvertendolo che qualcuno gli ha ordinato di ucciderlo, che anche Leon sia uno scagnozzo? Uno che viene manovrato da altri senza avere possibilità di esprimere la sua opinione?
Se fossi così sarebbe patetico, e Gabe odia questo di genere di persone in quanto lui stesso fa parte di coloro che impartiscono gli ordini, mai si piegherebbe come un cane che risponde ai comandi del padrone.
Ma forse Leon non è affatto un sicario, ma solo un idiota che va in giro vestito da cowboy senza sapere che il boom dei westerns è finito ormai da almeno una ventina d’anni. Forse anche i gusti sessuali di Leon sono alquanto inquietanti, magari si ispira al film “Brokeback Mountain”, la storia di due cowboy gay…
(Gabe si esprime con una faccia schifata)
Ma qualunque siano il mestiere o i “gusti su chi portarsi a letto” di Revolver Leon non importa, la cosa fondamentale è l’importanza del match di stasera e chi ne uscirà vincitore, e adesso Gabe è perfettamente a suo agio dopo aver superato la malinconia dei giorni precedenti. Tornerà quello di un tempo o addirittura supererà sé stesso…

La corsa prosegue finchè un ragazzino, uno dei pochi visitatori del parco, lo ferma:

Ragazzo:”Signor Gabe, mi farebbe un autografo?”
Gabe:”Ecco l’ennesimo scocciatore! Dammi la penna…”
(firma l’autografo…)
R(felicissimo):”Io non mi perdo mai nessun episodio di EWF WAR…”
G:”Ci mancherebbe altro…”
R:”E faccio sempre il tifo per lei!”
G:”Vorrei anche vedere…Ora però sparisci!”
(si allontana proseguendo la sua corsa)
R(a voce alta):”Stasera vincerà, vero?”
G:”Osi dubitarne?”


Gabe lascia il giovane tifoso e si dirige verso l’uscita dal parco. Anche se non lo saprà mai, quel ragazzino ha dato il suo contributo nel match di stasera obbligando il wrestler di Pittsburgh a vincere:

“Nessuno rimarrà deluso dal match di stasera. Nessuno, a parte Revolver Leon!”
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[15 Agosto 2006 - Feud con Jack di Cuori in EWF]


Visita all’Occulto - Destino



Era una calda giornata d’agosto quel dì a Pittsburgh, le strade erano sgombre causa l’assenza dovuta alle vacanze estive di una gran parte dei cittadini della città statunitense; questo permetteva ad una Chevrolet grigio metallizzata di viaggiare indisturbata e rapida verso la propria meta, Glendale.
Al volante si trovava un uomo di bell’aspetto, indossante un paio di occhiali da sole a coprire i suoi occhi e la fronte caratterizzata da un cerotto, posto a coprire invece una ferita che in parte vanificava la bellezza di questo individuo.
Questa ferita era una delle tante che si è procurato durante il suo lavoro e non era certo la più dolorosa, tanti infortuni aveva subito il suo corpo da quando aveva intrapreso questa carriera, ma in un certo senso questa cicatrice doleva più delle altre per il modo in cui se l’era procurata e per chi gli aveva inferto il colpo.
Un colpo a tradimento, improvviso, dovuto ad uno scatto d’ira più che giustificato per le molte persone che avevano assistito alla scena. Ma non per colui che lo aveva subito…

E in questo momento la “vittima” stava andando a fare una visita proprio al suo aggressore.

Giunto a Glendale, l’individuo parcheggia la sua auto noncurante del cartello indicante il divieto e si avvia verso un locale indiano di nome “Kikuia” cui era già stato qualche settimana prima, un ben curato studio di cartomanzia.
La ragazza orientale lo accolse nuovamente e gli chiese la sua giacca ma subì un secco rifiuto.

Uomo:”Non ho molto tempo da perdere, voglio parlare subito con il capo della baracca, Jack Di Cuori!”
Ragazza(leggermente impaurita dal comportamento del visitatore):”M-mi spiace ma il padrone non è qui in questo momento…”
U:”Ti pareva, quel codardo si sarà aspettato una mia visita…”
R:”Se non sbaglio doveva fare un’apparizione per uno show di una indy di wrestling…”
U:”Meglio che non si affatichi prima del nostro incontro…dammi un foglio e un penna così posso lasciargli un messaggio scritto.”


La ragazza obbedisce immediatamente e procura al visitatore ciò che ha richiesto. L’individuo scrive in fretta il messaggio e lo consegna alla ragazza.

U:”Tieni. Mi raccomando consegnalo al tuo capo appena torna, tornerò a controllare il tuo operato. Intesi?”
R:”S-sì!”


La ragazza si inchina mentre l’uomo esce dal locale, l’aria minacciosa mostrata fino a pochi secondi prima scompare e viene sostituita da uno sguardo ironico mentre si dirige verso la sua automobile, adesso ornata di un foglio di carta sul tergicristallo che ha tutta l’aria di essere una multa. I vigili sono come il prezzemolo a Pittsburgh…

U:”40 dollari? Tsk, ci sputo sopra!”

Quella cifra non era certo esagerata per uno che va in giro su una macchina del genere. L’uomo si mette la multa in tasca e sale sull’auto lasciando il luogo di quella ricerca infruttuosa; non era infatti riuscito a trovare il padrone di quello studio di cartomanzia, Jack Di Cuori, col quale avrebbe voluto avere un faccia a faccia e punirlo per il suo comportamento. Ma non era la cicatrice sulla sua fronte il motivo di tanta ostilità, per quella si sarebbe potuto vendicare la sera seguente durante il loro incontro di wrestling in EWF.
Quel match sarebbe stata l’occasione per punire corporalmente il cartomante e umiliarlo di fronte al pubblico pagante sconfiggendolo e strappandogli il titolo hardcore dall’alto di una scala, quasi a simboleggiare un alto trono sotto al quale il perdente sarebbe stato costretto ad inginocchiarsi, incapace di mantenersi in posizione eretta.
Ma il motivo per cui oggi voleva incontrare Jack Di Cuori prima della battaglia era legato all’altro mestiere del suo avversario, non il wrestler ma il cartomante.
Di Cuori aveva fama di essere un cartomante infallibile, cui ogni previsione si rivelava azzeccata, ma ciò non era successo con quest’uomo.
Le informazioni fornitegli stavolta si erano rivelate totalmente inesatte, niente di ciò che aveva detto il cartomante era avvenuto e ora il cliente voleva una spiegazione ed un chiarimento: se l’Occulto aveva sbagliato di proposito questa previsione o se per una volta aveva commesso un errore.

Se fosse stata la prima ipotesi, JDC l’avrebbe pagata cara. Il TLC match che avrebbero disputato sarebbe stato il palcoscenico di una vendetta mortale. Quest’uomo non ha mai amato le prese in giro, soprattutto riguardanti cose serie.

Ma probabilmente la seconda ipotesi era quella corretta…

Il cliente di JDC non ha mai creduto che il futuro potesse essere letto da qualcuno.
Ha sempre pensato che ognuno scrive il proprio destino tramite le proprie azioni, per questo motivo si è sempre impegnato con tutte le sue forze per poter raggiungere la gloria meritatasi con tanto lavoro.
Proprio così, lui ha sempre creduto solo nel suo di destino, qualcosa che avrebbe modellato da solo.

Per questo si domandava ancora per quale motivo avesse accettato quel giorno di fidarsi di quello che adesso era diventato il suo rivale. Come mai aveva mollato le sue convinzioni proprio in quel momento? Che quella domanda fosse così importante da fargli cambiare idea?

Ad ogni modo la previsione si era rivelata un bidone. Aveva avuto la conferma alle sue opinioni: il fato non esiste, così come non esistono fortuna e sfortuna…

SKREEEEEEEEEECK!!!

L’auto frena bruscamente inchiodando, per evitare di investire un gatto nero che stava attraversando la strada in quel momento. Il gatto rimane qualche secondo in mezzo alla strada, lancia un’occhiata di rimprovero all’autista della vettura, poi riprende la sua attraversata…
L’uomo lancia numerose imprecazioni, ma dopo poco riparte; fortunatamente non ci sono state tragiche conseguenze, ma è curioso che questo fatto sia avvenuto proprio mentre con la sua mente era arrivato a simili conclusioni riguardanti destino e sfortuna…

“L’unica sfortuna sarà quella che avrà JDC quando salirà sul ring ad affrontarmi, il messaggio scritto che gli ho lasciato parla da solo…pagherà per aver cercato di farmi credere che le sue previsioni erano esatte…Io sono l’unico a decidere del mio futuro, e questo splende dato che sono sempre il migliore in quello che faccio…”

E la Chevrolet proseguì rapida la sua rotta senza più interruzioni…



“Così lei sarebbe dovuta essere a Genocide, eh? Anche la storia dell’irlandese era falsa magari? Non sopporto chi mi racconta cazzate e tu mi stavi sulle palle già da prima...Ci vediamo domani sera sul ring, ti conviene prenotare un posto all’obitorio…Gabe”
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[31 Agosto 2006 - Feud in EWF con Jack di Cuori]



Vendetta pratica (Goodbye, myself…)


31st Street Pub, Penn Avenue, Pittsburgh…


Il locale e’ colmo di gente, merito va alla notorieta’ del pub che puo’ contare sulle esibizioni di numerose band musicali con alle spalle una discreta esperienza nel territorio di Pittsburgh e continuano ad esibirsi in locali del genere attendendo un contratto da qualche casa discografica di prestigio, nella speranza di poter estendere la propria fama…I clienti ballano e applaudono a ritmo il suono prodotto dagli strumenti musicali nell’euforia piu’ totale, creando una degna rappresentazione del concetto di “caos” all’interno dell’edificio. I tavoli sono tutti occupati e chi ci e’ seduto deve alzare la voce per riuscire a tenere una conversazione… coppie che si scambiano tenere effusioni amorose, ragazzi che tentano di corteggiare le bellezze sulle quali hanno messo i propri occhi…
ma c’e’ un tavolo dove si svolge una scena assai diversa dale altre: un elegante uomo di corporatura robusta sta parlando con tre tizi dalle facce poco raccomandabili che poco sembrano a che fare con lui, pare stia dando loro delle istruzioni:

Uomo elegante: “Vi e’ tutto chiaro o devo farvi un disegnino?”
Risponde uno degli ascoltatori, probabilmente il capo:
Capo: ”Non prenderci per il c**o! Ho capito benissimo il compito che ci stai affidando ma non ne capisco il senso…”
UE: ”Dov’e’ il problema?”
C: ”Perche’ uno dovrebbe incaricare degli sconosciuti di distruggere una m***a di studio di cartomanzia senza sorveglianza? Potresti anche farlo da solo senza…”
UE: ”Li volete i soldi oppure no?”
C: ”Si, ma…”
UE: ”E allora non rompete le p***e, prendete i vostri soldi e fate cio’ per cui vi vengono offerti!”

L’uomo si infila una mano nella tasca interna della giacca, estrae una busta bianca e la getta sul tavolo, il capo della banda la afferra e la apre vedendo che all’interno ci sono diverse banconote…con gli occhi lucidi dall’emozione li controlla per poi metterseli in tasca…

UE: ”Allora? Sono tutti?”
C: ”Si”
UE: ”Bene, allora potete andare a dimostrare che ve li siete meritati!”


Si alzano entrambi dal tavolo nell’indifferenza piu’ totale di chi gli sta intorno, l’uomo sapeva bene che il luogo ideale per discutere di simili piani fuorilegge deve essere un luogo affollato di gente, infatti nel silenzio i discorsi si propagano piu’ liberamente nell’aria…
Ma questo non l’aveva capito con l’esperienza, ci era arrivato usando il suo brillante cervello, mai prima d’ora infatti aveva fatto una cosa del genere: assoldare dei malfattori.

I primi ad uscire dal pub sono i tre delinquenti, il loro mandante attende un minuto poi fa lo stesso, esce e si dirige al lato della strada opposto a quello intrapreso poco prima dai suoi “amici” del pub, raggiunge la sua automobile parcheggiata non molto lontano e si avvia per la sua prossima destinazione: un promontorio fuori citta’.
Ci vuole almeno un’ora di viaggio per raggiungere quel luogo ma l’uomo preme l’acceleratore quasi al massimo infrangendo i limiti di velocita’, la polizia non sarebbe stata un problema, i poliziotti di Pittsburgh sono facilmente corruttibili e a lui i soldi non mancano di certo…

Raggiunto il promontorio, fortunatamente prima del previsto, parcheggia l’auto in modo che sia difficilmente notabile e si apposta in uno spazio circondato da alcuni cespugli. E’ un luogo immerso nella natura nei pressi di un bosco, dall’alto del quale si puo’ ammirare tutta Pittsburgh, in particolare Glendale. Questo posto non e’ mai molto freguentato, soprattutto in ore tarde della notte come queste, gli unici coraggiosi solitamente sono giovani coppie che cercano di godersi momenti di intimita’…l’uomo aveva scoperto il posto proprio in questo modo, negli anni della sua adolescenza.
Tira fuori dalla giacca un piccolo binocolo, sufficientemente potente per poter vedere cosa succede nelle zone limitrofe di Pittsburgh, e Glendale e’ proprio una di queste. Attende in silenzio fino all’arrivo dell’ora stabilita, una volta giunta si mette il binocolo sugli occhi e cerca il luogo dove si svolgera’ il fatto:

“Individuato!”

L’obiettivo si ferma su un edificio caratterizzato da una grossa insegna con scritto “Kikuia”, l’uomo attende tenendo il binocolo puntato sulla struttura finche’ sulla strada completamente sgombra non compaiono tre tizi coi volti coperti da dei passamontagna, gli stessi uomini ai quali aveva affidato la “missione” poche ore fa…
I tre si guardano attorno, dopodiche’ si avvicinano al Kikuia e cominciano a scassinarne il portone sotto gli occhi compiaciuti del loro mandante, sebbene loro non possano sapere che lui li sta osservando. Dopo un paio di minuti riescono a forzare l’entrata e penetrano all’interno dello studio di cartomanzia, non era certo la loro prima esperienza in fatto di scassinatura…
Il binocolo non permette di vedere le loro azioni all’interno del locale, ma il loro mandante si fida sulla parola ed e’ certo che faranno cio’ per cui sono stati pagati, in fondo si tratta solo di mettere a soqquadro il locale, pure una scimmia non ammaestrata ne sarebbe capace…
Soddisfatto, l’uomo tira fuori dalla giacca un telefono cellulare, compone un numero per effettuare una chiamata anonima:

Ricevente: ”Polizia di Pittsburgh, dica?”
U: ”Mandate immediatamente una pattuglia in April Street a Glendale! Degli individui stanno compiendo atti vandalici nello studio di cartomanzia ‘kikuia’”
‘click’


L’uomo si mise nuovamente il binocolo agli occhi e rimase a guardare la scena: dopo pochi minuti arrivo’ una volante della polizia, I tre malviventi tentarono inutilmente la fuga ma vennero acciuffati tutti in un breve lasso di tempo, proprio sotto gli occhi del loro mandante che li aveva appena consegnati alla giustizia.

“Never trust a vicious son of a bitch…”

Era andato tutto esattamente come aveva previsto, i tre malviventi avevano fatto esattamente cio’ che lui voleva, mettere a soqquadro il Kikuia, per poi finire in gattabuia. Il tutto gli e’ costato solo una manciata di soldi, non una grande perdita per uno che ne e’ pieno…
Probabilmente adesso quella banda di poveracci avrebbe svelato alla polizia di avere un mandante del quale non conoscevano nemmeno il nome, lo avrebbero descritto e probabilmente lo avrebbero riconosciuto prima o poi vedendolo in televisione in uno show di wrestling, sebbene in prigione la TV non dovrebbe essere nel programma giornaliero dei detenuti…

Ma a lui non interessa, in fondo sarebbe stata la parola di tre delinquenti da due soldi contro quella del rampollo di una delle famiglie piu’ rispettate di Pittsburgh, uno che puo’ permettersi i migliori avvocati del paese cosa ha da temere?
L’unico problema possono essere i suoi precedenti col proprietario di quello stupido studio di cartomanzia, Jack Di Cuori, che una volta scoperto cosa e’ successo al suo locale avrebbe subito compreso chi c’era dietro a questa follia…
Ma Di Cuori rimane pur sempre un wrestler e deve adempiere al codice d’onore del lottatore professionista. Non avrebbe tentato frivole cause legali, avrebbe risolto la questione sul ring dove ad aspettarlo avrebbe trovato il suo rivale.
Adesso erano pari, lo spareggio sarebbe avvenuto nel prossimo incontro, a Summer Showtime.

L’uomo si sdraia sulla soffice erba e fissa le stele nel cielo, immerso nei suoi pensieri…una strana sensazione lo coglie ripensando a cio’ che ha appena fatto, quasi un rimorso. Aveva appena pagato dei delinquenti per distruggere un locale…certo, li aveva anche consegnati alla polizia, ma questo non giustificava il reato che aveva appena commesso.

Era cambiato, se ne rende conto di persona…

E sapeva anche la causa di questo cambiamento: il successo. Finalmente raggiunto pochi mesi fa, dopo anni di sacrifici era arrivato alla tanto agognata meta.

Ma a quale prezzo?
La perdita di se’ stesso…

L’uomo che faceva beneficenza ai bambini dell’orfanotrofio era ormai scomparso, sostituito dall’individuo che stasera era sceso a compromessi con dei criminali.
Ma forse l’uomo che era un tempo non e’ stato del tutto rimpiazzato da questa nuova immagine, forse e’ solo assopito e cerca di rivelarsi nuovamente come una fiammella che rifiuta di spegnersi nonostante la mancanza di ossigeno…e’ forse questo il motivo per cui un pensiero balza in testa di questo essere umano ormai corrotto dal potere del successo:

“Perche’ non tornare indietro?”

Ma purtroppo la risposta e’ negativa…a causa di un forte sentimento antico come il mondo, la vendetta.

“Jack Di Cuori, mi hai preso in giro in due situazioni: la mia vita privata e il ring. Ti ho appena risposto con la stessa carta nel primo di questi due punti, adesso tocca al secondo…Solo battendoti in ogni campo posso dimostrare che sono sempre il migliore in quello che faccio!”

Gabe torna alla sua auto lasciando quel luogo di ricordi passati, cosi’ come si e’ lasciato alle spalle la sua vita di un tempo…




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[3 Settembre 2006 - Feud con Brock Johnson per l'Undisputed WBFF Heavyweight Title]


Star


”Benvenuti gentili spettatori di Pittsburgh! Oggi e’ un giorno speciale, molto speciale, infatti oggi cade il quinto anniversario della Pennsylvania Wrestling Syndicate!!! E non può esserci festeggiamento migliore per una federazione di wrestling che un mega-massacro sul ring! Infatti nel nostro main event di stasera avremo una Baaaaaaattle Royal che vedrà coinvolti tutti i lottatori della PWS!![…]”

Una battle royal, un match che avrebbe visto confrontarsi sul ring un gran numero di atleti, tutti contro tutti, ognuno per se stesso. Una possibilità per i veterani di confermarsi fondamentali per la federazione, ma anche un’opportunità di lancio per i giovani talenti decisi a convincere la dirigenza che e’ necessario puntare sul futuro…

“Robert Castlevet whippa Gabe alle corde e poi lo colpisce con una clothesline!! Gabe e’ fuori dal ring!! Il vincitore e’ Castlevet…un momento! Gabe e’ rimasto aggrappato alla seconda corda, solo il piede destro ha toccato il pavimento quindi e’ ancora in gioco! Castlevet se ne rende conto adesso ed e’ costretto ad interrompere i festeggiamenti, si avvicina alle corde per concludere sicuro di aver solo posticipato la vittoria, Gabe intanto e’ in piedi sull’apron, Castlevet tenta di afferrarlo…ma subisce una spallata al petto da un recidivo Gabe! Ora Gabe afferra il veterano della PWS…tenta un suplex! Se la mossa andasse a segno Castlevet verrebbe gettato fuori dal ring e quindi eliminato! Lo sforzo e’ enorme…Robert pesa venti circa venti chili in più rispetto al giovane atleta di Pittsburgh…

Robert viene sollevato…

…Gabe fa leva con le corde…

…e Castlevet finisce fuori dal ring! Gabe vince al suo secondo incontro in PWS la Special Battle Royal nel quinto anniversario di questa mitica federazione! Questo ragazzo e’ il futuro della PWS!! […]”


Una vittoria inaspettata di un giovane talento appena giunto in questa federazione. Nessuno poteva pensare che un debuttante potesse riuscire in un’impresa del genere, ma Gabe era diverso dalle altre promesse…il suo impegno e la sua preparazione lo avevano trasformato in un combattente pronto ad affrontare i campioni gia affermati tali, era più di una semplice promessa…era una stella pronta a brillare nel firmamento.
Ma qualcuno non era d’accordo…

Owner PWS: “Complimenti per la tua vittoria. Ora voglio sapere perché hai chiesto di farti ricevere, sono molto impegnato…”
Gabe: “Volevo solo parlare del mio futuro qua dentro”
O: ”Il tuo futuro? Al momento continuerai a combattere nella lowcard, come avvenuto la settimana scorsa per il tuo esordio…”
G: “Cosa? Ma ho vinto la Special Battle Royal! Ho gia dimostrato che posso battere qualsiasi main eventer!”
O: “Ti ho gia fatto i complimenti ma questa vittoria non prova nulla, e’ giusto che tu faccia gavetta come tutti gli altri! Ora, se permetti, ho altro da fare…”(indica la porta)
G: “Non credere che finisca qui, batterò tutti quelli che mi metterai davanti finchè non mi darai la chance che merito! Io sono sempre il migliore in quello che faccio e per questo arriverò al top di questa federazione!!”


E lasciò l’ufficio…

Ma i mesi passarono senza alcun cambiamento, il talento del ragazzo rimase segregato ai bassifondi di quella compagnia, costretto a guardare dal basso verso l’alto vecchie glorie ormai decadenti ma che non lo erano affatto per quell’individuo che quel giorno lo aveva cacciato dal suo ufficio.
Il giovane fini’ per andarsene stufo del trattamento subito.

Questa esperienza si era rivelata un completo fallimento...

Ormai ne è passato di tempo, il giovane debuttante si è fatto “uomo”: è riuscito a trovare una federazione che non ne ha limitato le capacita’ permettendogli di farsi un nome all’interno del business. Gia, la EWF lo ha reso qualcuno, e anche se non lo ammetterebbe mai sa di dover tutto ad essa.
Eppure, pur essendosi affermato una stella nel suo campo gli si prospetta una nuova sfida, molto simile a quanto avvenuto quel giorno in cui vinse quella Special Battle Royal, che tanta fortuna avrebbe dovuto portargli, ma così non fu:

Era stato scelto come avversario del campione WBFF.

Un’opportunità pazzesca che qualunque atleta appartenente al wrestling business sogna e attende da una vita, tentando di raggiungerla sudando e sputando sangue talvolta invano, una possibilità assolutamente inaspettata per una “guest star” come era difatto lui.
Molte erano le similitudini con l’ esperienza avuta nella prima federazione cui abbia mai fatto parte:

- Si tratta in entrambi i casi di due esordi, mai infatti ha calcato un ring WBFF, all’interno della quale è poco più che un estraneo;
- In entrambi i casi si sarebbe dovuto scontrare con dei veterani della federazione;
- Erano ambedue possibilità di raggiungere la gloria.


Ma questi casi sarebbero dovuti essere differenti almeno sull’ultimo di questi punti; difatti, nel primo caso il tutto si era rivelato un sogno infranto, stavolta invece non sarebbe successo. Nessuno stavolta può riuscire a fermarlo tranne che se stesso, e Gabe non ha alcuna intenzione di tornarsene a casa a mani vuote.
Opportunità come queste capitano una sola volta nella vita e lui non ha intenzione di sprecarla, è deciso a fare suo il titolo WBFF anche a costo di perire nel tentativo, soprattutto perché il fallimento gli toglierebbe la facoltà di poter affermare di essere sempre il migliore in quello che fa...

Sono queste certezze ad invadere l’animo di Gabe in questo momento, mentre guida distrattamente la sua Chevrolet lungo Alpena Street; grazie alle vacanze estive, sebbene ormai pronte a giungere all’annuale conclusione, la strada non e’ molto trafficata concedendo all’automobile un’andatura rapida nel buio di quella notte stellata.
Squilla il telefono cellulare sul cruscotto facendo sobbalzare Gabe dalla sorpresa, il suo cervello era infatti concentrato sulla guida e sui vari pensieri rivolti alla sfida che lo attendeva a Stop The Panic!
Il “Best in Business” afferra il telefono e preme il tasto di risposta, fregandosene della possibilità di essere fermato dalla polizia notturna; infatti, da come gli aveva insegnato l’esperienza, i poliziotti di Pittsburgh erano facilmente corruttibili...

Gabe: “Pronto?”
Persona al telefono: “Sono io...”
G: (con sottile ironia)“Barry? Cominciavo a preoccuparmi...”

Barry Kenderson è stato l’allenatore di lotta libera amatoriale di Gabe sin da quando quest’ultimo andava al college, gli ha insegnato tutto ciò che sa e tenta di contattarlo prima di ogni sfida importante in quanto lo ritiene il suo allievo migliore.
B: “Non sfottere, non mi sono fatto vivo ultimamente perchè ero assai deluso dal tuo rendimento contro Jack Di Cuori, ma la scorsa settimana mi sono dovuto ricredere...”
G: “Mi hai chiamato per farmi i complimenti?”
B: “Figuriamoci! Se avessi perso di nuovo ti avrei ucciso con le mie stesse mani... non ti ho insegnato tutto ciò che so per vederti prenderle dal primo cartomante che passa!”
G: “Insomma, cosa vuoi?”
B: “Avvertirti che ti ucciderò se invece perderai contro Brock Johnson gettando al vento l’occasione di una vita!”
G: “E secondo te io avrei intenzione di perdere?”
B: “Se ne avessi l’intenzione saresti un completo idiota, e ho dei dubbi a riguardo... ad ogni modo sappi che se quello ti sconfiggerà non vorrò più avere a che fare con te! Non ho mai sopportato i perdenti, e non voglio sapere che uno di loro era quello che definivo il mio miglior allievo...”
G: “Forse nonostante gli anni non hai ancora imparato un cazzo riguardo a me, Barry! Sei tu quello che mi cerca telefonandomi prima di ogni PPV cui partecipo, da questo puoi dedurre che se fosse per me i rapporti sarebbero chiusi già da tempo! Ormai non ho bisogno di sentirmi fare la paternale da un fallito del quale l’unico successo ottenuto nella propria vita è stato il privilegio di allenare il sottoscritto!! Quindi tanti saluti... e a riguardo del mio match, mi basta ricordarti la solita frase: ‘IO sono sempre il migliore in quello che faccio!!’”
B: ”Tsk...aspetterò con ansia il momento in cui tornerai con la coda tra le gambe... Dimenticavo, c’entri qualcosa con quello che è successo ad un certo studio di cartomanzia a Glendale?”
‘click’


Ha chiuso la chiamata e spento il telefono.
Ha appena detto addio a colui che coi suoi insegnamenti gli ha permesso di diventare la stella che e’ adesso, una figura importante nella vita di Gabe, forse la persona per cui ha provato più ammirazione. Almeno fino ad adesso...
Questo era l’ennesimo cambiamento avvenuto nella sua vita nel giro di pochi giorni, l’ennesimo distacco dal suo passato e, probabilmente, dalla persona che era un tempo. Qualcosa è cambiato in lui e i sintomi di questa svolta lo avevano colpito non molti mesi fa con la conquista del suo primo, e per il momento unico, titolo mondiale.
Il prezzo del successo è molto elevato...

Ma il distacco con ciò che ormai è stato non è totale e lo dimostra la meta che sta raggiungendo con questa corsa in automobile: il promontorio sopra Glendale, il luogo che scoprì durante gli anni dell’adolescenza e che lo aveva ospitato pochi giorni fa, la sera prima del match contro Jack Di Cuori al PPV EWF “Summer Showtime”, e che gli era valso la conquista del titolo Hardcore, un titolo dal suo punto di vista di poco valore ma che assume una certa importanza ai suoi occhi in quanto rappresenta la vendetta avuta sul cartomante.

Dopo aver percorso il sentiero in salita parcheggia la sua automobile in uno spazio libero col terreno coperto dalla ghiaia, esattamente dove l’aveva lasciata l’ultima volta, e si dirige nello stesso medesimo posto, il piccolo e verde cerchio d’erba circondato dai cespugli.
Stavolta non ha raggiunto quel loco per un motivo ben preciso, molti avrebbero pensato che fosse per superstizione dato che la volta precedente la visita a quel posto fu seguita da una importante vittoria. Ma non era così... Gabe non crede nella fortuna e lo aveva ribadito pure al suo ultimo avversario, un’individuo che vive leggendo il destino con le sue carte.
La ragione per cui è tornato in questo luogo immerso nella natura e illuminato solo dalle stelle del cielo non la conosce nemmeno lui stesso, ma le sensazioni che gli fa provare questo piccolo paradiso lo tranquillizzano, forse sono proprio loro le semplici motivazioni che lo hanno spinto a tornare.
Si sdraia sulla corta e sottile erba che compone il piccolo cerchio, incrocia le braccia sotto la nuca e socchiude gli occhi tirando un forte respiro, la dolce aria gli riempie i polmoni dandogli un senso di pace interiore. Chi si aspetterebbe che anche una persona arrogante come lui possa provare simili piaceri a contatto con la natura?
Apre gli occhi, le stelle gli appaiono ancora piu’ splendenti.

Gia’, le stelle...

Tra poco ne avrebbe dovuto affrontare una presunta tale: il campione WBFF Brock Johnson, colui che si proclama la 360 Star, l’uomo che eccelle in tutto.
Non poteva esserci avversario più adatto per Gabe, infatti molti sono i punti in comune tra questi due campioni:
Uno si fa definire una stella a 360 gradi, l’altro invece ama farsi chiamare il “Best In Business” e dice di essere sempre il migliore in quello che fa. Dichiarazioni molto simili per due forze in procinto di collidere...
In palio c’e’ molto piu’ di un titolo o l’intenzione di portare alto il nome della federazione di appartenenza, si tratta di uno scontro fra due ideologie identiche ma destinate a dominare l’una sull’altra.

Solo il confronto in campo aperto rivelerà chi dei due ha il diritto di fregiarsi della carica di migliore in tutto...

Proprio in questo momento una stella cadente trafigge il cielo...una cosa insolita per questo periodo dell’anno ma decisamente significativa e simbolica...

Cadono le stelle, questo può essere solo un segnale...Brock Johnson, ti farò fare la fine di quella stella...e al suo posto ne sorgerà un’altra ancora più splendente e leggendaria, che risponderà al nome di...

GABE
[Modificato da Straight_Punk 04/04/2017 12:06]
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04/04/2017 12:07
 
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[20 Settembre 2006 - Feud con Dan Dracomir per l'Undisputed WBFF Heavyweight Title]


La via del dolore


Cos’è il dolore?
Innanzitutto è necessario fare una distinzione tra i vari concetti legati a questo termine, tutti atti a dare un significato diverso a questo complesso meccanismo naturale. La distinzione più generale potrebbe essere quella tra il dolore fisico e quello psicologico, astrazioni assolutamente diverse tra loro eppure identificate dalla stessa identica parola chiave, forse per il fatto che il risultato di entrambe è lo stesso: provocare danni a chi le soffre.
Tuttavia, mentre il dolore psicologico è una caratteristica esclusiva dell’essere umano, dotato del dono dell’intelletto, il dolore fisico è una caratteristica comune di tutte le creature viventi presenti sulla Terra. Questa caratteristica assume un certo grado di interesse proprio per questo particolare fatto che rende uomo e animale più simili, questo però porta spesso a commettere un grave errore di valutazione: pensare che il dolore fisico renda l’essere umano un selvaggio.
Non si può commettere errore più sciocco nel valutare questa riflessione, il fatto di essere consapevoli di arrecare o subire dolore è un aspetto che nobilita l’uomo e lo avvicina alla propria natura, alle proprie origini.
Per quanto questa teoria possa trovare un gran numero di oppositori è da ritenersi assolutamente esatta: il dolore fisico non è altro che un modo per scoprire sé stessi e raggiungere la verità sulla propria esistenza.
Esistono quindi dei “saggi” fra gli uomini, spesso immeritatamente ritenuti degli stolti, che fondano la propria vita su questo concetto sebbene con metodi assolutamente diversi. Molti sono questi metodi ma due in particolare meritano di essere citati in questo momento, dato che due dei loro rappresentanti si scontreranno a breve.
Il primo metodo consiste nel divenire veri e propri seguaci del dolore, far dell’arrecamento di danni fisici una vera e propria arte da insegnare a coloro che non hanno ancora trovato la giusta ispirazione nella propria vita.
Il secondo metodo è qualcosa di molto più vago e conosciuto: basare la propria vita sul subire e provocare dolore per così raggiungere un obbiettivo, qualcosa di astratto ma molto ambito come la gloria e il successo, oppure un oggetto concreto come un trofeo.


In questo momento un discepolo di quest’ultimo sistema si trova nella sua dimora e sta ammirando uno degli obbiettivi raggiunti grazie alla sua disciplina, una cintura lucente con scritto “WBFF Undisputed Champion” posizionata su un piedistallo.

Ammirare i frutti raccolti tramite la via del dolore, è cosa più che giusta…


Ma non si limita ad ammirarla, gli scatta addirittura una fotografia con una macchina fotografica a sviluppo istantaneo.
Dopo pochi secondi la fotocamera partorisce l’immagine artificiale dello splendido alloro, il possessore la scuote per asciugarne velocemente l’inchiostro, dopodiché prende una busta da lettera postale, vi inserisce la foto della cintura e scrive un indirizzo sul retro:

To: Barry Kenderson’s Gym
Butler Streer
Pittsburgh PA 15255

“Pagherei per vedere la faccia del vecchio quando aprirà il contenuto di questa lettera…”


Ride di gusto, una risata sincera e quasi lugubre, che mai ci si aspetterebbe di sentirla uscire dalla bocca di un individuo di così bell’aspetto…

…dato che la pratica del dolore è assai dura, così dura che può comportare un cambiamento in chi la segue, difatti solo i migliori mantengono la loro essenza…

Afferra il telefono ed effettua una chiamata, dopo alcuni minuti suonano alla porta. La apre e si ritrova di fronte due individui in abito elegante:

Uomo: “Era ora che arrivaste, belle guardie del corpo che siete!”
Bodyguard: “Ma signor Dincht, abbiamo impiegato solo pochi minuti…”
Gabe: “E sono troppi! Ora prendete le valigie e datevi una mossa, la compagnia aerea non aspetta i vostri comodi…”


I due bodyguards entrano nella lussuosa abitazione, afferrano le valigie e le caricano nella limousine parcheggiata nell’atrio. Una volta che Gabe (accessoriato della cintura di campione WBFF e di quella hardcore EWF) e i bodyguards sono saliti sul retro l’autista avvia l’auto, destinazione aeroporto.

Bodyguard: “Signor Dincht, è sicuro che valga la pena di fare un viaggio così lungo solo per prepararsi ad un incontro di wrestling?”
Gabe(senza degnare l’interlocutore di uno sguardo): “Donkey, quando il tuo quoziente intellettivo sarà più alto della taglia europea delle tue scarpe potrai valutare la validità delle mie scelte, fino ad allora tieni la bocca chiusa!”
Donkey: “Scusi…”


Richard e Bill, questi sono i veri nomi delle due guardie del corpo di Gabe, che si è permesso però di ribattezzarli Donkey e Kong, per esaltare la loro scarsa (secondo il wrestler) intelligenza e il loro aspetto duro ma goffo. Scontato aggiungere che questi due odiano il loro capo con tutto il cuore…

…La via del dolore ci rende migliori degli altri? Forse…

Questi appellativi sono però stati coniati solo di recente, pochi mesi prima c’era un reciproco rispetto tra Gabe e le sue due guardie, svanito con l’arrivo del successo che ha incrementato l’orgoglio del campione modificando parte della sua personalità.


…ma vale la pena di lasciarsi andare e distaccarsi da chi ci circonda?


Il viaggio prosegue in un tumultuoso silenzio finchè la limousine non giunge all’aeroporto, Donkey e Kong scaricano le valigie senza ricevere il minimo aiuto dal loro capo, poi i tre si dirigono verso il banco accettazione del loro volo:

11.00 AM
Pittsburgh PA – Bucarest


La destinazione di Gabe è proprio la Romania, la nazione che ha visto nascere il suo prossimo avversario in WBFF, Dan Dracomir dei Cruciatus Messiae.
Una decisione simile renderebbe l’idea che l’attuale campione sia un pazzo. A chi salterebbe in mente di fare un viaggio così lungo verso un paese europeo solo perché si tratta del luogo d’origine del proprio avversario? Persino il suo bodyguard ha tentato di farglielo notare pochi minuti prima…
Ma Gabe è un pazzo, o meglio, è un uomo che mette in atto ciò che gli passa per la testa, giusto o sbagliato che esso sia. Una volta non era così, i soldi e il successo lo hanno cambiato…quei soldi che faticando ha guadagnato e ora gli permettono di fare ciò che vuole.
Secondo lui andare in Romania e conoscere la cultura del popolo potrebbe rivelarsi utile per conoscere il proprio rivale, e questo non è del tutto sbagliato, in fin dei conti lui non ha mai sottovalutato i suoi avversari e ha sempre cercato di studiare le loro mosse…


Quello che sicuramente va evitato quando si segue la via del dolore, è sottovalutare gli ostacoli che ci si parano davanti…Conoscerli e fronteggiarli…


Ed è così che dopo molte ore di viaggio in compagnia dei fedeli bodyguards (ai quali ha rivolto la parola solo per impartire ordini) il WBFF Undisputed Champion giunge a Bucarest, capitale del paese natale di Dan Dracomir, primo contendente al titolo che detiene.
Passa qualche giorno a visitare questo luogo in cui non ha mai messo piede prima d’ora, cercando di carpire più informazioni possibili per poi dare un giudizio finale a ciò che vede e apprende. Quando la sua visita sta per giungere al termine cerca di dare una valutazione…

Il giudizio è negativo.

Gabe rimane insoddisfatto di ciò che vede, la Romania ai suoi occhi appare come un paese arretrato rispetto agli Stati Uniti, e soprattutto alla sua bella Pittsburgh, la città dell’acciaio.
Forse il motivo di questa valutazione negativa sta proprio nel fatto di paragonare continuamente questa terra con la sua patria, ma Gabe rimane della sua idea: la Romania ai suoi occhi è un paese modesto troppo legato al passato, confermando la sua anonimia a livello internazionale che la rende quasi inutile al mondo secondo l’arrogante turista americano.
Ma la cosa più degradante è la popolazione…
L’opinione che il wrestler si fa dei rumeni è pessima, a suo modo di vedere sono gente insignificante e misera che non ci penserebbe due volte ad accoltellare un concittadino solo per ricavarne qualcosa che migliorerebbe i suoi interessi.
E Dracomir non può essere diverso dai suoi connazionali…


L’impressione che si ha dell’ostacolo non è mai buona, ma d’altronde come si può essere ben impressionati da qualcosa che cerca di bloccare la nostra direzione?


E’ ormai giunta l’ultima notte prima del ritorno a casa, la limousine noleggiata per questa breve visita scorre per le strade della capitale rumena in cerca di un luogo che permetta al narcisista di cercare un po’ di svago prima di affrontare nuovamente quel lungo viaggio in aereo.
Il wrestler guarda gli edifici scorrere rapidamente fuori dal finestrino dell’automobile scartando i locali che non colpiscono il suo interesse; l’auto raggiunge una strada assai meno gradevole rispetto alle altre viste finora, forse addirittura malfamata, in questa via compare un pub dall’aspetto poco raccomandato ma che colpisce il turista americano…

G: “Ferma la macchina”
Kong: ”Ma capo…non vorrà fermarsi in un posto del genere?”
G: “Ti ho dato il permesso di contraddirmi?”
K: “…”


I tre scendono dall’auto ma Gabe raccomanda alle guardie del corpo di non entrare per alcuna ragione e di limitarsi ad attenderlo fuori.
L’americano entra quindi da solo nel pub e l’interno non si rivela poi molto diverso dalla brutta impressione che dà vedendolo da fuori: è un posto squallido dalla scarsa igiene, caratterizzato da una luce tenue che lo rende ancora più lugubre e la clientela non potrebbe essere più idonea ad un simile loco: vagabondi esausti e ubriaconi dall’aspetto scontroso, pronti ad attaccare briga solo per avergli pestato un piede.
Proprio il posto che Gabe stava cercando…
Una nuova idea pazza gli è balzata in testa quando ha notato il locale, pazza ma sorretta da un ragionamento logico cui difficilmente qualcuno sarebbe in grado di trovare una contraddizione pienamente ragionevole.

La gente nota subito la presenza così inusuale dell’elegante americano, una figura completamente estranea a questo pub malconcio. Incurante di tutto ciò, si avvicina al bancone e ordina una birra nonostante non sia minimamente assetato, la paga con una banconota intera dicendo al barista di tenere il resto, proprio nel suo stile. Ma invece di alzare il bicchiere per gustare il prodotto nazionale, ne versa il contenuto sul rumeno seduto accanto a lui nella peggiore interpretazione di un malaugurato incidente.

Rumeno: “Che cazzo fai?”(tradotto dal rumeno)
G: “Scusa, pensavo che avresti gradito della birra gratuita da succhiare dai tuoi stracci”
R: “Che cazzo stai dicendo, brutto stronzo?!?”(in uno scarso inglese)
G: “Parli la mia lingua? Questa sì che è una sorpresa, ero certo che oltre ad essere brutto e sporco fossi anche ignorante, d'altronde in questa merda di paese ci si può aspettare di trovare solo gente altrettanto merdosa…”


In un attimo si passa dalle parole alle mani. Il rumeno sferra un pugno sullo zigomo destro di Gabe che potrebbe evitarlo, ma non lo fa…
Era proprio questa la conclusione alla quale avrebbe portato la pazza idea che gli era balzata in mente quando era in auto, provocare un connazionale di Dracomir e farsi pestare. E’ un pazzo? Sì, ma c’è una spiegazione logica a fornire una valida motivazione, almeno al suo cervello…
Chi è Dracomir? Un rumeno che dice di essere un seguace del dolore, che trova nella sofferenza l’unica via da seguire nella propria vita.
Come prepararsi per il match contro un avversario del genere? Questa è la domanda che si è fatto Gabe e la risposta sta in quello che sta subendo adesso: provare il dolore per mano di qualcuno che ha qualcosa in comune con il suo rivale.
Pazzia? Sicuramente. Ma qualcuno sarebbe riuscito a trovare una saggia giustificazione capace di fermare Gabe dall’applicare questo tentativo?


Per conoscere il prossimo ostacolo è necessario provare sofferenza. Altrimenti perché si chiamerebbe “via del dolore”?


POW!!

Il pugno si infrange con forza sul volto del wrestler che barcolla, sangue fuoriesce dalla sua bocca, ma rimane in piedi, è pur sempre un lottatore professionista…
Avrebbe il tempo di restituire il favore e rendere all’improbabile avversario lo stesso dolore moltiplicato per cento, ma si limita a voltarsi verso di lui, subendo un secondo pugno. Poi un altro, e un altro ancora…per poi finire a terra.
Il rumeno lo colpisce pure con qualche calcio per poi rendersi conto che è finita, si volta e riceve gli elogi dei suoi concittadini presenti nel pub, che sarebbero stati pronti a dargli man forte pur di tenere alto l’onore del loro paese.
Il rissaiolo non deve mai essere stato tanto festeggiato nella sua misera vita, è al settimo cielo, tanto da non accorgersi che i presenti hanno chiuso i festeggiamenti e stanno guardando ammutoliti alle sue spalle…

G: “Che cazzo hai da festeggiare, idiota?”

Nemmeno il tempo di voltarsi e il malcapitato rumeno si prende una testata sulla fronte capace di stordire persino un toro, per poi essere colpito da un pugno devastante in pieno volto che lo sbatte a terra nel giro di mezzo secondo.
Il pugno è stato così forte da ferire le nocche di chi lo ha sferrato, il sangue di Gabe si mescola sul dorso della sua mano a quello dell’uomo esanime a terra. I clienti del pub rimangono impietriti nel vedere quell’americano, col volto ridotto ad una maschera di sangue, in piedi inaspettatamente trionfante mentre lancia uno sputo vermiglio sul loro malcapitato concittadino.

G: “Pensavate che questa feccia potesse farmi perdere i sensi? Sono parecchio deluso dai pugni rumeni, vediamo se voialtri riuscite a farmi cambiare idea”

Lo scontro si è rivelato una delusione, il dolore provato è stato talmente scarso da mantenere in Gabe la pazza intenzione di continuare a provarlo, e adesso ha una nuova opportunità pochi secondi dopo la prima. Ben quattro energumeni si avvicinano con lo stesso violento spirito patriottico dell’uomo ora a terra, ma anche con possibilità di successo assai superiore…


Non ci si ferma finchè la sofferenza subita non è soddisfacente, mettendo a rischio anche la propria vita…


“Fermi tutti!”

Armati di pistole irrompono Donkey e Kong, i due bodyguards, decisi a salvare la vita del loro capo e convinti di fare la cosa giusta, del resto questo è il loro lavoro.
Tutti i presenti alzano le mani temendo che si tratti di due agenti di polizia, qualcuno riesce a scappare dalla porta di servizio. Ormai ogni ostilità è stata sedata, per il momento questo locale non assisterà a nessuna scena di violenza.
I tre statunitensi escono dal locale e le due guardie del corpo sono costrette a subire un’inaspettata ramanzina. Convinti di aver fatto al meglio il loro lavoro irrompendo dopo aver sentito rumori molesti, ora scoprono che il loro capo è infuriato con loro perché non hanno rispettato l’ordine di rimanere fuori e di non intervenire in nessun caso.



…non ottenere la preparazione necessaria crea insoddisfazione, e l’insoddisfazione crea rabbia…


L’astio nei confronti delle sue due guardie del corpo rimane acceso in Gabe che rifiuta i consigli di sottoporsi a cure mediche dopo tutto il sangue che ha perso, non poi molto per un uomo che passa la sua vita su di un ring.
Voleva continuare quella rissa, la vedeva come parte della sua preparazione al match contro Dracomir e gli brucia che abbia dovuto rinunciarvi a causa dei suoi due “gorilla”, e gli rode anche il fatto che una sua idea non sia andata in porto, quasi come il capriccio di un bimbo viziato.
Ma ormai così era andata, in parte aveva provato la dura filosofia di vita di Dracomir, o almeno così crede…


…e talvolta è questa rabbia a creare la forza necessaria per continuare il proprio sentiero.


In viaggio, gli torna in mente anche il cambiamento che ha fatto lui stesso, mesi fa non avrebbe mai causato una rissa mentre adesso lo ha fatto e senza alcun ritegno. Che la perdita della sua identità non sia causata solo dall’egocentrismo causato dal successo ma anche da questo continuo vortice di dolore e violenza vissuto sul ring?
Chi può dirlo? L’unica certezza che ha adesso è il senso di realizzazione che gli dà quella cintura splendente ogni volta che la contempla, e tanto gli basta.
Per questo, sofferenza o meno, sconfiggerà Dan Dracomir nel suo prossimo match.



La via del dolore diventa quindi un processo di eliminazione diretta tra i vari esponenti del proprio metodo. Alla fine ne prevarrà solo uno, che predicherà la sua realtà, giusta o sbagliata che sia.
[Modificato da Straight_Punk 04/04/2017 12:08]
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[19 Novembre 2006 - Feud in EWF con John Chain]


Duality


Non sono il tipo che ama scrivere ciò che avviene nelle sue giornate tenendo un diario segreto o qualche stronzata del genere, ma stavolta sento il dovere di farlo, perché mi rendo conto che qualcosa in me sta cambiando e trasformare tutto ciò in uno scritto non può fare altro che aiutarmi a riflettere su quello che mi sta accadendo…
Non so cosa farò di questa testimonianza una volta completata, probabilmente finirà nell’immondizia o addirittura la brucerò, nel timore che qualcuno possa leggerla e pensare che io abbia avuto un momento di debolezza…
Proprio così, questa è la testimonianza che io, Gabriel Dincht, sono stato debole per un istante della mia vita!
Nessuno dovrà saperlo, e questa sarà la ragione per cui nessun occhio umano all’infuori dei miei riuscirà a leggere queste righe.
L’altra ragione è che ciò che sto per raccontare potrebbe incriminarmi. Direi che questa motivazione è forse la più credibile…
Ma mi sto dilungando troppo, se nessuno lo leggerà allora a che è servita questa lunga prefazione?
Meglio cominciare e finire al più presto…



Ormai è circa un mese che frequento un cafè aperto soltanto di recente e che si trova a pochi isolati dalla mia casa di Pittsburgh, un locale piuttosto rustico, di quelli che non mi piacciono per niente difatti ci ero entrato per pura curiosità, per scoprire questo nuovo edificio sorto nella mia amata città natale.
Come già scritto, il locale non è stato di mio gradimento e persino il prodotto che ho provato solo per assaggio quasi mi disgustava, del resto il mio palato è abituato a cose ben più raffinate…


…eppure sono tornato più e più volte in quel cafè. La ragione? Lei…
La ragazza che serviva al banco, una delle più belle creature che abbia mai visto.
Lei è la ragione per cui sono tornato più volte in questo posto ogni volta che sono tornato a Pittsburgh al termine degli show EWF; la sua bellezza mi ha stregato e la sua voce rendeva il pessimo prodotto artigianale che vendeva assai più gradevole…
Era da tempo che non provavo una simile attrazione, all’improvviso tornai il cacciatore e lei divenne la mia inafferrabile preda, solitamente mi accade il contrario ed è questo il motivo per cui non ho un grandissimo rispetto per le donne che mi cadono ai piedi. Ma stavolta era diverso.


Nell’ultimo periodo il mio sport preferito era diventato provarci con lei, ma ogni volta rimanevo a bocca asciutta.
Mi rifiutava, forse troppo attaccata al suo orgoglio di donna che le impediva di cedere con facilità alle mie lusinghe.


Io le parlavo ma lei non mi degnava come io desideravo, il nostro era semplicemente un rapporto tra cliente e commessa. Quanta sofferenza mi ha portato questo suo atteggiamento crudele nei miei confronti!
Io la bramavo ma lei non provava lo stesso per me, e per uno abituato ad essere corteggiato come il sottoscritto questo faceva ancora più male…


Povera sciocca…Credeva di averla vinta preservando la sua integrità morale, voleva farmi sudare per averla, fare di me lo schiavo e divenire lei la mia padrona.
Mi rendevo perfettamente conto che distoglieva lo sguardo dal mio perché non riusciva più a trattenersi, ero diventato il padrone del gioco che lei stessa aveva creato. Ogni volta che tornavo nel locale si rendeva conto che non ce la faceva più a resistermi, ma era troppo fiera per darmela vinta.
Quanto può essere stupida una donna…


La scena si è ripetuta per numerose volte finchè non trovai il coraggio per fare il grande passo: decisi di attenderla fuori dal locale, una volta giunto l’orario di chiusura del cafè mi sarei proposto di accompagnarla a casa sua, almeno avrei avuto la possibilità di scambiare qualche parola con lei rompendo il legame cliente/commessa che aveva finora caratterizzato ogni nostra conversazione. Il bello di quando sei innamorato è che torni a comportarti come un ragazzino…

L’occasione perfetta, il colpo di grazia.
Volevo proprio vedere se incontrandomi e parlandomi fuori dal locale avrebbe continuato con la sua messinscena di ragazza santa che rifiuta la corte del famoso Gabriel Dincht, l’uomo che tutte vogliono…


Sapevo la direzione che prendeva per dirigersi verso casa, quindi la attesi lungo quella via, ma ebbi un attimo di esitazione e optai per attenderla dietro un vicolo, probabilmente mosso da un leggero timore che ancora non riesco a spiegarmi.
E finalmente uscì…
Mossa da una grazia che la rendeva leggiadra, si avvicinava verso la direzione in cui io mi trovavo e così uscii allo scoperto…
Fu enormemente sorpresa di vedermi ma anche alquanto spaventata, la capivo, in fin dei conti si trattava di una ragazza che camminava sola nel cuore della notte lungo strade buie.


Incredibile, continuava con la sua messinscena!
Stavolta era persino intimorita, colpa della notte e del fatto di essere noi due soli.


Cercai di tranquillizzarla prendendola delicatamente per un braccio ma lei fraintese tutto, si scostò e mi colpì in pieno volto con uno schiaffo con l’altra mano!
Questo gesto provocò una ferita nel mio cuore assai più insopportabile del dolore che provava la mia guancia dopo quel debole ceffone. Fu come se un demone avesse preso il controllo del mio corpo e non fui più in grado di controllare le mie azioni!


Nessuna può permettersi di schiaffeggiare il sottoscritto…
Questo è stato il suo più grande errore.
Infuriato, afferrai quella troietta e la trascinai nel vicolo, impedendole di gridare tappando la sua bocca con la mia. Un ottimo metodo, lo spavento unito al piacere di quel momento la invasero e la ammutolirono, alla fine dei conti tutto il desiderio di me che aveva represso uscì allo scoperto in quel bacio!


Che stavo mai facendo?!?
Possibile che la debolezza di un attimo possa avermi portato a commettere un simile gesto?
Eppure non riuscivo a fermarmi, il piacere di quel bacio aveva invaso la mia mente ammaliandola e non ero più in grado di smettere, se in me era in atto una guerra contro un demone, io gli avevo appena sventolato la bandiera bianca!


Ma alla fine la paura e l’orgoglio ebbero un sussulto e mi colpì con un calcio allo stinco facendomi leggermente mollare la presa, ne approfittò per divincolarsi ma fu inutile: le restituii il ceffone di prima dandogliene uno che la scaraventò a terra.
La guardai dall’alto verso il basso come dimostrazione di dominanza, dai suoi occhi uscivano lacrime e dalla sua bocca sangue e insulti.


Povera ragazza, se solo avessi potuto gridarle che non era affatto colpa mia…
Ma sarebbe stato inutile…


Gridò che me l’avrebbe fatta pagare, che mi avrebbe citato in tribunale e non avrebbe avuto pace finchè non fossi finito in gattabuia…le risposi con disprezzo che era la parola della commessa di un cafè contro quella del rampollo di una delle più nobili famiglie di Pittsburgh e che potevo contare sui migliori avvocati dello stato…
Ma ormai era inutile infierire su quella poveraccia, girai i tacchi e me ne andai lasciandola nella sua mediocrità, domandandomi come abbia potuto provare sentimenti per una come lei…




Questo è ciò che è successo, e rileggendolo mi rendo conto della mostruosità di tutto ciò.
Sono mesi che sento di non essere più lo stesso e trascrivere questo fatto mi fa capire che questa impressione non solo è reale, ma è anche dannatamente disumana.
Non voglio pensare di avere una doppia personalità perché ciò sarebbe sinonimo di pazzia, e “pazzo” è un termine che mai vorrei vedere accostato alla mia persona, non voglio pensare che potrei finire in un manicomio o qualche merda del genere, è necessario un punto di svolta!
Cosa farò?
Sicuramente distruggerò questo manoscritto, prova della mia debolezza e della mia follia.

E poi…
Farò una scelta, qualcosa che plasmerà il mio modo di essere e cambierà la mia vita per sempre conducendola su un unico binario da seguire.







Bene, ho fatto la mia scelta.
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[28 Dicembre 2006 - Feud in EWF con DeadScorpion]


Eredità


La luce pomeridiana entrava all’interno della sala attraverso la finestra che dava sull’immenso giardino della villa, rendendo possibile al signor Dincht di passare qualche ora rilassandosi leggendo un buon libro sulla sua comoda poltrona, il suo passatempo preferito.
Tale luce investiva il volto dell’uomo evidenziando la sua bellezza di uomo nobile e elegante, circondato da scaffali pieni di libri di vari scrittori del passato tra i quali le opere dei grandi pensatori dell’antica Grecia, lo studio assumeva così un aspetto antiquato ma che dava l’idea a chi ne mettesse piede che all’interno della sala si potesse persino odorare la fragranza della cultura, tanta era la solennità di tutti quei volumi accuratamente rilegati e catalogati con cura.
Questa era l’aria che il signor Dincht respirava ogni volta che sedeva su quella poltrona, e così passava il suo tempo quando i suoi impegni glielo permettevano, tra un viaggio d’affari o una commissione familiare…
Questa piacevole sensazione e la lettura vennero però interrotti dall’irruzione nella stanza di un ragazzino che non doveva ancora aver raggiunto i dieci anni d’età, che aprì la porta rapidamente facendo sobbalzare il signor Dincht che appena si riprese dall’immediata sorpresa emise un lieve sbuffo mentre il bimbo lo chiamò:

“PADRE!”

Signor Dincht: “Cosa vuoi, William? Dovresti saper bene che non amo essere disturbato quando mi trovo nel mio studio…”
William: “Volevo solo passare del tempo con te ora che sei tornato!”
SD: “Questo mi fa piacere caro, ma c’è tempo e tempo e poi tra poco ci vedremo a tavola per la cena…Perché non torni a giocare in camera tua?”
W(abbassando lo sguardo): “Preferisci leggere dei libri che stare con me?”


Il signor Dincht si rese conto di aver ferito i sentimenti del figlio, quindi scese dalla poltrona e si inginocchiò di fronte a lui ponendogli una mano sulla spalla e proferendo le seguenti parola per tirarlo su di morale:

SD: “Figliolo, un giorno capirai che i libri sono il nutrimento dell’anima…e un giorno capirai anche cosa significa essere giovane e spensierato cercando di soddisfare solo i propri interessi, per poi improvvisamente divenire capo di una famiglia e avere mille e più impegni che ti soffocano, impedendoti di passare più momenti da solo con te stesso per nutrire l’anima tua…questo è ciò che è successo a tuo padre, ma ad ogni modo non credere che i momenti in cui sono con te e tua madre siano per me sprecati, voi due siete la cosa più preziosa che ho e non sostituirei mai un istante passato con voi con niente al mondo!”

Il discorso era troppo complicato per un bambino di quell’età, ma William recepì comunque il messaggio e si rincuorò, abbracciò il padre dando vita ad un commovente quadretto…

SD: “Ricordati ciò che ti ho detto, forse un giorno questa scena ti si ripeterà con tuo figlio…”
W(col volto solcato da lacrime di commozione): “Sì, padre…”


Il bambino uscì dalla stanza lasciando il padre nuovamente solo rendendogli possibile il ritorno al proprio passatempo, ma la voglia di leggere era completamente svanita in lui e si avvicinò alla finestra ad ammirare l’esterno…
Non era però la visione a dominare il suo cervello, ma invece le parole appena dette al figlio…
Quanto detto riguardo all’amore che prova verso la sua famiglia corrisponde alla verità, ma il resto del discorso nasconde un segreto intrinseco che il figliolo non può dedurre data la sua giovane età e l’abilità del padre nell’esprimersi in tono sibillino…

Fino a pochi anni fa viveva il massimo splendore della sua giovinezza, un periodo felice dove il soddisfare i suoi desideri era la sua unica preoccupazione. Giorni di libertà e spensieratezza assoluta, sinonimo di felicità almeno per lui.
Tutto finì col matrimonio.
Quel giorno si rivelò magnifico, forse il migliore della sua intera vita, il coronamento di un amore al quale dedicarsi per il resto dell’esistenza.
Ma quella data combaciò anche con l’addio alla sua fiera libertà e l’inizio di una nuova vita all’insegna del duro lavoro…
Avere una famiglia comporta molto anche per un giovane benestante come era lui, per sostentare essa dovette dedicarsi maggiormente al proprio lavoro, composto da vari viaggi che lo tenevano lontano da casa per vari periodi, e questo uccideva il tempo da dedicare a sé stesso e ai propri fabbisogni, ciò a cui lui più temeva.
Dure rinunce che segnarono i primi anni della sua vita matrimoniale, ma che col passare del tempo finirono col ferirlo all’interno, finendo per farlo cedere.
Capì che non poteva andare avanti così, ma non poteva certo abbandonare i propri cari ai quali era legato più di ogni altra cosa al mondo, la sua evasione doveva essere qualcosa di differente e che non mettesse in gioco la sua vita familiare…
Fu così che iniziarono le sue scorribande notturne…
Il desiderio di evasione lo portarono a frequentare locali notturni disdicevoli per un uomo della sua levatura sociale, ma per lui il tutto era una vera rivelazione: gioco d’azzardo, donne, alcol,…i peggiori vizi dell’uomo divennero la sua vita notturna.
Le giustificazioni con sua moglie erano varie: per lo più le diceva che si trattavano di affari di lavoro ma la scusa pian piano rischiava di perdere credibilità, così talvolta fu costretto a somministrarle di nascosto del sonnifero nelle bevande.
A suo avviso il fine giustificava i mezzi, in fin dei conti questa vita notturna per quanto deplorevole salvava la sua vita coniugale dato che impediva la drastica soluzione ovvero l’abbandono della famiglia. Il suo desiderio di libertà non aveva limiti…
Ma il tempo passava e anche il senso di colpa…
Si era ormai reso conto che questi vizi lo rendevano meno civile, proprio lui che si era sempre proclamato un “condottiero” della cultura e aveva fatto della lettura la propria arte. Adesso non era poi tanto diverso dai rozzi malviventi che un tempo disprezzava.
Ma lui non poteva fare niente, non riusciva a fermarsi rinunciando a ciò che lo faceva sentire libero come negli anni della sua giovinezza prematrimoniale, solo un intervento esterno avrebbe placato quella che ormai era divenuta una malattia.

Ciò avvenne…

Una notte tornando dalla sua peccaminosa tournee si trovò a percorrere il solito parco che lo conduceva verso la sua dimora, non era però una normale notte, strani rumori echeggiavano nel parco isolato e una brutta sensazione invase Gabriel Dincht.
La luce lunare creava inquietanti ombre sul suolo delle pietre che componevano il sentiero del parco, e l’uomo aveva l’impressione che qualcuno lo seguisse, ma nessuno era alle sue spalle…
Proseguì il suo cammino, quando ad un tratto sentì un rumore ancora più netto dietro di sé, si voltò immediatamente di scatto ma anche stavolta si era trattato di un falso allarme, ma quando si voltò nuovamente si accorse che qualcosa vi era dietro di lui, vicino ai suoi piedi…
Uno scorpione nero con velocità innaturale per tale creatura si mosse infilandosi dentro ai suoi calzoni.
Gabriel reagì di istinto colpendosi coi pugni alla gamba nel punto dove sentiva poggiarsi l’insetto, ma fu troppo tardi…
Lo scorpione lo punse allo stinco iniettando il suo letale veleno, Gabriel tentò di proseguire verso casa una volta che l’animale se ne andò così come era arrivato, ma la vista gli si annebbiò e la febbre lo avvolse rapida, facendolo accasciare a terra pochi metri dopo…


La morte.
Questo pose fine al suo peccare.
Tramite la puntura di uno scorpione.



Il corpo di Gabriel Dincht venne ritrovato nel parco, nessuno sapeva cosa facesse lì né dove fosse stato, nemmeno sua moglie sapeva dare una risposta alla polizia sebbene molti pensassero che la vedova era a conoscenza di tutto ma non lo volesse rivelare. In realtà lei sapeva del brutto vizio del marito da sempre, ma non lo riferì mai. Forse in fondo lo compativa...

Il funerale si tenne il giorno seguente al ritrovamento del cadavere, il piccolo William rimembrò le parole che suo padre gli aveva confidato prima di andarsene per sempre mentre col viso solcato di lacrime poggiava fiori sulla lapide del defunto padre…



Sir Gabriel Anthony Dincht
31 – 10 – 1854
16 – 09 - 1884





Più di un secolo dopo…



Gabriel Dincht, alias Gabe, siede sulla sua poltrona nel salotto della sua villa di Pittsburgh leggendo un buon libro grazie alla luce che filtra dai vetri della finestra.
Ma presto è costretto a interrompere la sua lettura…
Troppi sono i pensieri che vagano nella sua testa ormai da tempo, uniti ad altri problemi giunti solo di recente per tormentare la sua esistenza basata sul narcisismo della sua vita privata e la violenza della sua carriera di lottatore professionista…
Ripensa al processo di pochi giorni prima sull’atto di molestie sessuali su una giovane commessa per cui è stato accusato.
Gli tornano in mente le lacrime versate dalla ragazza dal suo banco in tribunale, lacrime causate dal ricordare quanto fatto dal suo aggressore, che poi si sono trasformate in uno straziante pianto dovuto alla realizzazione che nessuno in quell’aula credeva ad una sola parola della sua testimonianza…
Già, il processo è stato facilmente vinto da Gabe o per meglio dire dal suo avvocato, uno dei migliori degli Stati Uniti che aveva ricevuto in anticipo la sua parcella dal ricco giovane di Pittsburgh, certo del suo trionfo.
Quanti insulti lanciati dalla ragazza ai danni di Gabe al termine del processo, e lui sa bene di meritarseli ma alla fine lui era il vincitore, le offese non lo scalfivano per niente…
Quanta crudeltà alberga in lui! Gabe se ne rende conto con un sorriso beffardo che gli segna il volto…
…ma alla fine la sua mente lo riporta alla sua prossima sfida della sua carriera.
Deadscorpion lo ha scelto come avversario settimane or sono, oscuro è il motivo per cui lo Scorpione voglia competere contro Gabe, ma indubbia è la potenza di tale avversario.
Incredibile come tanti pensieri infausti si siano legati insieme per colpirlo in questo momento della sua vita, le conseguenze di un atto violento verso una fanciulla e un avversario sovrannaturale che vuole punirlo per non si sa quale motivo.


Dopo anni, un nuovo peccato cui porre fine.
Uno scorpione pronto a punire per il peccato commesso.
Il destino si ripeterà?
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[29 Novembre 2006 - Match in EWF contro Denny Andersson]


Vado avanti


Mi trovo qui, nel buio più completo…
Ormai sono nove mesi che sono in questa inusuale condizione. La calma prevale in questo caldo giaciglio divenuto ormai così stretto, ma l’assenza di spazio viene compensata dal piacevole tepore che rilassa i miei sensi.
Ad un certo punto tutto cambia.
Una luce squarcia il mio piccolo mondo abbagliandomi, una situazione che mai ho vissuto prima nella mia comoda seppur breve esistenza.
Sono legato al mio piccolo mondo, ma sento che qualcosa o qualcuno mi chiama là fuori.
Nel giro di pochi istanti cambio completamente la mia ideologia: è ora che lasci la mia attuale condizione per esplorare ciò che vi è al di fuori, la nostalgia è un prezzo più che ragionevole da pagare. Quindi…


…vado avanti.


Ho quindici anni e mi trovo a terra sofferente, il pavimento è macchiato da gocce di sangue che continuano a colarci sopra, la fonte è la mia bocca.
Alzo lo sguardo e vedo quattro ragazzi miei coetanei ridere di me, loro mi hanno provocato queste ferite e ora godono nel vedermi a terra strisciare ai loro piedi…
Sono i miei ex-compagni della squadra di pallacanestro, che come mi aspettavo vogliono farmela pagare per averli mollati. Fanno schifo nel dare pugni quanto nel loro sport preferito, il motivo per cui senza di me non vinceranno più nemmeno una partita…
Potrei rimettermi in piedi e fronteggiarli, sistemarli a dovere per poi vederli tornare la settimana successiva ancora più numerosi e infuriati che mai. Oppure potrei restare qui accasciato a terra, continuare a subire i loro pugni venendo schernito e umiliato perdendo il mio onore, ma almeno avendo la certezza che dopo questo pestaggio non avrò più a che fare con loro.
Sono troppo orgoglioso per scegliere la seconda opzione, quindi mi alzo e…


…vado avanti.


Mi trovo a terra all’interno di un ring, gocce di sudore scorrono lungo le mie stanche membra, la luce al neon sopra la mia testa mi affatica gli occhi nell’istante in cui li apro quindi alzo a fatica il braccio destro per cercare di difendermi da quel bagliore accecante mantenendo gli organi visivi aperti.
Mi si avvicina un uomo che si rivela essere il mio allenatore, Barry Kenderson, e mi chiede se sono sicuro di voler continuare questa massacrante seduta di allenamento.
Cerco di mettermi seduto e sento che questa semplice azione è un grande sforzo per i miei addominali così affaticati, ma nonostante questo la mia risposta alla domanda dell’uomo è affermativa, pertanto…


…vado avanti.


Ancora su un ring, ma stavolta mi trovo sull’apron e nel bel mezzo di una contesa, davanti a me un uomo ben più corpulento del sottoscritto che esulta convinto di avermi eliminato lanciandomi fuori dal quadrato, se si voltasse scoprirebbe il suo errore…
E lo fa, si avvicina come una furia con l’intento di spintonarmi ma il mio corpo ragiona più veloce del cervello e con uno scatto rapido mi abbasso e lo colpisco al ventre con una spallata, per poi afferrarlo in una proiezione tipica del wrestling, il mio lavoro…
Cerco di trascinarlo oltre la terza corda, i miei muscoli si contraggono allo sforzo e per un attimo penso di mollare e lasciar perdere, in fin dei conti la mia prestazione è già stata più che buona…
Poi mi rendo conto che in questo modo ragiona solo un perdente, quindi scaccio via questo infame pensiero e continuo la mia opera di sollevamento. Proprio così, …


…vado avanti.


Tu sei qui nel mio letto sotto le stesse coperte che coprono il mio corpo, le nostre gambe intrecciate fra loro quasi a rappresentare un legame che non durerà, il nostro legame…
Lo abbiamo fatto per lunghi minuti e ormai abbiamo perso la cognizione del tempo, adesso la tua mano accarezza il mio petto mentre il mio braccio ti fa da cuscino in una scena simile a quelle rappresentate nei film romantici strappalacrime, finchè non interrompi il silenzio di questo magico quadro chiedendomi se sono disposto a farlo di nuovo.
Sai già la risposta…


…vado avanti.


Mi trovo ad un bivio e sono costretto a scegliere la direzione da prendere mentre mi trovo a combattere.
Con la vittoria manterrò questo titolo hardcore al quale tanto poco mi sento legato visto il mio stile e il mio valore.
Con la sconfitta invece avrò la possibilità di competere per il titolo massimo che fui costretto ad abbandonare mesi fa, la cintura che più mi si addice, il trono dal quale dominare con la possibilità di avere un nuovo regno, un nuovo dominio.
La sconfitta mi aprirebbe la strada verso ciò che più desidero ma…posso io volere la sconfitta?
Dopo anni passati a cercare di spianarmi la strada per il successo a forza di vittorie, come posso io farmi sconfiggere apposta per raggiungere uno scopo?
No, non posso arrestare la mia marcia nemmeno per scelta. Alzo lo sguardo e lo incrocio con quello determinato del mio avversario, se mi conosce almeno un pò comprenderà che ho fatto la mia solita scelta quindi…


…vado avanti.


E sono giunto fino a qui.
La cintura hardcore è ancora cinta alla mia vita e ho ancora l’ordine di difenderla dagli assalti di gente assetata di gloria, la gloria che io ho raggiunto dopo anni di lotta e sacrificio.
Se ripudio la mia scelta?
No, ho solo seguito la mia filosofia di vita e sebbene io non sia più lo stesso di un tempo, il mio motto rimane invariato:

Io sono sempre il migliore in quello che faccio, perciò qualsiasi sia il prezzo e qualsiasi sia la condizione…

…vado avanti.
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[21 Dicembre 2006 - Intervista a Gabe in EWF durante feud con DeadScorpion]


“Signor Gabe! Aspetti un momento!”

Nancy Rings, la bella intervistatrice della EWF inizia a correre tentando di raggiungere il primo Triple Crown Champion nella storia della federazione nonché Number 1 Contender all’Iron Man Title, Gabe.
L’atleta inizialmente finge di non notare la ragazza (nonostante le sue urla echeggino nel corridoio) e continua per la sua strada, ma Nancy infine lo raggiunge e il narcisista è costretto a rispondere alle sue domande, seppur sbuffando…

NR: “Signor Gabe, posso intervistarla?”
G: “A questo punto…purchè sia una cosa veloce!”
NR: “Non si preoccupi, una semplice domanda in vista del suo prossimo match…perché pensa di vincere questo incontro?
G: “Che domanda stupida è questa? Chi è l’idiota che ti ha dato questo lavoro di intervistatrice?”
NR: “L’owner Dib…”
G: “Ok, hai detto tutto! Sarò gentile e risponderò alla tua insulsa domanda…Innanzitutto IO non penso di vincere questo incontro, ne sono certo! La mia carriera è nuovamente in ascesa ora che ho perso il titolo Hardcore, e ci tengo a ricordare che non l’ho perso per meriti del mio avversario o per demeriti miei, ma solo perché sono arrivato in PPV con numerosi incontri alle spalle l’uno dopo l’altro!
(si ferma per qualche secondo, poi continua) Questa mia affermazione può sembrare una sciocca scusante ma non lo è, bensì è una mia ammissione di colpe…
Proprio così, ho avuto un cedimento nell’affrontare il match contro Andersson a causa della stanchezza e dei dolori accumulati in breve tempo, una cosa che non dovrebbe affatto accadere a colui che si nomina il meglio del business…ma ora quel momento è passato, ho sfruttato il tempo che è succeduto per riposarmi e allenarmi per evitare che un simile calo fisico si ripeta, e in questo periodo di riabilitazione ho persino ottenuto una vittoria contro Blonde!
Ora posso dimostrare la mia ripresa fisica e psicologica e dare inizio alla mia rinascita, quella che mi riporterà verso l’alto qui in EWF! Come posso anche solo pensare di non poter vincere il prossimo incontro ora che sono in perfetta forma?”
NR: “Ma il suo avversario è il temibile Deadscorpion, longevo campione Iron Man nonché un essere disumano…cosa pensa di avere più del suo avversario?
G: “Non dovevi farmi una sola domanda?”
NR: “Mi scusi…”
G: “Va bene, perderò un altro minuto del mio preziosissimo tempo…cosa penso di avere in più di DSC? Come ho già detto credo di essere in una condizione ottimale e quando è così non c’è modo di sconfiggermi, ma non è solo questo…la storia di Deadscorpion la conosciamo tutti, poco più di un anno fa, quando la EWF ha preso vita, lui era soltanto un cazzone, un novellino che è sparito nel nulla in seguito alle sconfitte che ha patito, e una di queste gli è stata inferta proprio dal Sottoscritto…
(sorride)
…ma poi dopo un lungo periodo è tornato, completamente mutato sia nell’aspetto che nel suo comportamento…è diventato un mostro, la sua umanità pare scomparsa nel nulla e ammetto di essere rimasto turbato nel vedere un simile cambiamento, la nascita di una creatura che pare sovrannaturale…
Questa sua nuova attitude gli ha portato numerosi successi, e il maggiore è stato la conquista del titolo Iron Man che ora lui ama definire “la sua spada d’oro” (fantasioso il ragazzo…) e dopo quella sconfitta ha avuto inizio per lui una serie di vittorie impressionante, una delle quali a mio discapito peraltro…DSC è divenuto inarrestabile…
…Fino alla settimana scorsa. E’ successo sotto gli occhi di tutti, DSC ha perso contro quel pazzo di Tyler Vega! E come è avvenuta questa sconfitta?”
NR: “Ehm…”
G: “Te lo dico io come è avvenuta, grazie alla mia interferenza! Lo scorpione è stato nuovamente sconfitto dopo tanti successi da un avversario di infimo livello, tutto a causa dell’intervento del sottoscritto! Il mio intervento lo ha reso talmente irrequieto che ha finito col distrarsi dall’incontro per concentrarsi sul suo vero rivale, l’essere disumano ha imparato a provare timore verso colui che potrebbe portargli via la sua amata spada d’oro!
Il fatto curioso è che è stato lui stesso coi suoi mindgames a scegliermi come suo avversario!
Ora che ha imparato a temermi e ha subito una sconfitta per causa mia dopo tanta imbattibilità non potrà combattere psicologicamente al massimo delle sue possibilità, IO sono in vantaggio su di lui proprio perché so che adesso mi teme!
E una volta che gli avrò tolto la “spada d’oro” che lui ama tanto, credo proprio che tornerà il buffone che era ai suoi esordi…Ahahah…ugh!”
NR: “Che succede, signor Gabe?”


Una smorfia di dolore e spavento compare sul volto di Gabe, che si mette le mani sulla testa come se qualcosa fosse entrato in essa e gli stesse parlando. Proprio come avvenne in una War di qualche settimana fa, quella post-Demonology…

G: “Ghh…Vattene!”
NR: “T-tutto bene?”
G (calmandosi ansimante): “Uff…adesso sì…ho perso fin troppo tempo con le tue insulse domande…Addio!”
NR: “Ahi!”


Gabe molla una pacca sul sedere della ragazza che non ha il tempo di rispondere a tale gesto a causa dell’ansia che le ha lasciato il finale di questa intervista e della velocità con cui il wrestler si dilegua fuori dall’edificio, scuotendo la testa come per guardarsi intorno, quasi in preda ad una crisi paranoica…
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[1 Febbraio 2007 - Spot per posizionamento e risultato per la prima e unica EWF Royal Rumble]


Lettera ad un figlio di buona donna



Caro bastardo figlio di buona donna,

non male come inizio, eh?
Sono mesi che non ti fai più sentire, ho provato a contattarti per telefono ma a rispondermi era solo quella stronza della segreteria telefonica, quanto odio quella voce, sarà per il fatto che nella mia vita ho sempre ricevuto una risposta dai miei interlocutori. Sono una persona rispettata e nessuno mi ha mai mostrato il proprio disprezzo nei miei confronti apertamente…
…già, nessuno, a parte te.
Mi hai insultato e mandato a cagare così tante volte che non mi ricordo più nemmeno io, per poi chiudere definitivamente i ponti.
Ero certo che saresti tornato da me strisciando, in cerca come sempre dei miei preziosi consigli che tanto utili ti sono stati, visto che ti hanno portato così in alto. Ero sicuro che si trattava solo di una lite un po’ più dura del solito e che la tua testardaggine aveva avuto il sopravvento, ma che sarebbe svanita in breve tempo.
E invece chi l’avrebbe detto?
Sono io a cercare di contattarti in attesa di una tua risposta.
Sai quante volte nella vita ho sentito la necessità di contattare qualcuno?
Te lo dico subito: Mai. Nemmeno i miei figli hanno avuto questo onore!
E ora sono qui a scrivere una lettera che probabilmente non verrà nemmeno scartata ma finirà a fare compagnia alla tua immondizia. Beh, tentar non nuoce dice un detto e conosci quanto noi “vecchi” (così mi chiami tu) siamo attaccati ai vari proverbi e dicerie.
L’unica volta che mi hai contattato, se così si può dire, è stato proprio con una lettera. O meglio, una busta contenente soltanto una foto.
E’ stato facile capire chi era il mittente anche se non era scritto sul retro della busta, il tuo nome era affisso sull’oggetto ritratto nella foto: una cintura dorata, oggetto che in pochi hanno avuto l’onore di indossare finora, un titolo di campione mondiale di wrestling.
Sei proprio un bastardo, sai?
Volevi farmi infuriare e ci sei riuscito, ma ormai rido della tua sagacia.
Volevi farmi incazzare dimostrandomi che ormai sei in grado di cavartela senza il mio aiuto, e anche mostrarmi un oggetto che tu possiedi e che rappresenta un mondo che non ho mai amato e che solo per te sono riuscito a disprezzare un po’ meno.
Volevo fare di te un campione olimpico di lotta greco-romana, ma tu hai scelto quel mondo farlocco del wrestling, un mondo corrotto dai soldi e dall’entertainment che ha perso lo spirito che dovrebbe esserci in ogni disciplina sportiva: solo sana e pura lotta, niente proclami, niente armi, nient’altro.
Solo lotta.
Alla fine ho provato ad accettare la tua decisione, in fin dei conti non potevo farti diventare quello che volevo io, eri tu che dovevi decidere per te.
E poi in fin dei conti in quel pazzo circo pieno di fronzoli la lotta rimane sempre il punto focale, quindi niente medaglia d’oro, ben vengano queste cinture luccicanti.
Sei riuscito comunque a diventare uno dei migliori nel campo che ti sei scelto, e quindi me ne sono stato a guardare cercando di darti comunque qualche dritta, fino a quando non hai voluto chiudere i contatti.
Hai deciso di muoverti da solo, facendo sentire un “vecchio” come me impotente e messo in disparte.
Ma ho notato che le cose non ti sono sempre andate bene nella tua nuova vita da solista, il titolo del mondo non l’hai più visto nemmeno col binocolo e sei stato relegato a titoli secondari seppure combattendo e sconfiggendo avversari di grandissimo livello.
Tuttavia come ho già scritto, non sei in alto come vorresti essere.
Curioso che questo periodo in secondo piano coincida con la tua “vita senza maestro”, nevvero?
Ma chi voglio prendere in giro…
Hai talento da vendere e probabilmente tornerai sulla cresta dell’onda con le tue sole forze, ti conosco da quanto eri un adolescente e conosco la tua inarrestabile fame di successo, al momento giusto tornerai al top, ne sono certo…
Quello che voglio dirti è solo che questa scalata non la puoi affrontare da solo, ho visto tanta gente di talento cadere nel baratro finendo vittima delle sue ambizioni e alcuni di questi sono stati proprio miei allievi, che non sono stato in grado di aiutare perché loro stessi mi hanno respinto…
Sono sempre in buoni rapporti con la tua famiglia, ma mi dicono che negli ultimi mesi sei cambiato, non ti fai più sentire e ti vedono solo attraverso il tubo catodico, e per di più pare che sei finito in tribunale per molestie sessuali. Tu? Non ci volevo credere, e nemmeno tua madre che un tempo contattavi così spesso…
Non so in che situazioni ti vai a cacciare, ragazzo mio, ma torna sui tuoi passi perché la strada che hai imboccato pare assai brutta…
E almeno….dai soddisfazione ad un povero vecchio acciaccato che può solo sperare di veder realizzati i suoi vecchi sogni dal proprio allievo prediletto.

Il tuo maestro.

Barry K.



Posta sgradita



Mi sono reso conto che ultimamente passo sempre meno tempo a casa.
Tra gli impegni di lavoro e i vari viaggi che negli ultimi mesi mi concedo sempre più spesso sono continuamente lontano da casa, ma il fatto più curioso è come mi sono reso conto di questo particolare nemmeno poi tanto interessante: controllando la posta che si è accumulata.
Torno e vedo che la domestica ha messo da parte decine e decine di buste o volantini, la maggior parte è robaccia: pubblicità, inviti a lussuose cerimonie, lettere dei parenti e immancabili come sempre i volantini dei testimoni di Geova, tutte cartacce che diverranno cenere all’interno del camino.
Ma stavolta tra tanta robaccia ho trovato qualcosa di interessante…
Una lettera speditami dal mio vecchio maestro, Barry Kenderson.
Non fraintendiamo, questa lettera mi è sgradita come le altre cui era allegata, ma a renderla in qualche modo “speciale” è il fatto che conosco il vecchio, e so bene che in tutta la sua vita avrà impugnato la penna solo quando è necessaria, giusto per la dichiarazione dei redditi o quando andava a scuola.
Ha sempre odiato scrivere, preferiva usare le mani per qualcosa che a suo avviso era più costruttivo, la lotta ad esempio.
E ora io, suo allievo, mi trovo il grande onore (questo è sarcasmo) di ricevere una lettera scritta di suo pugno!
Sono tentato di gettarla nel camino assieme al resto della posta…
Ma la curiosità mi attanaglia, e poi il vecchio si sarà impegnato a fondo, forse merita un piccolo premio.

Apro la busta.

“Caro bastardo figlio di buona donna…”

Non male come inizio.
Sono incerto se offendermi e stracciare la lettera oppure riderci sopra.
Opto per la seconda opzione e continuo a leggere.

Yaaaaaaaawn…

Una noia mortale. Voglio dire, il vecchio per una volta nella sua vita ha deciso di impegnarsi nel scrivere un messaggio e finisce per produrre questa roba?
Povero Barry, quanta fatica sprecata per niente!
Il tuo componimento è riuscito solo ad annoiarmi, se volevi stupirmi ci sei riuscito ma non come pensavi tu, infatti semplicemente mi stupisco di come tu possa non aver capito niente del sottoscritto!
La mia filosofia di vita è ed è sempre stata basta sull’edonismo, solo il culto di sé stessi è l’unico ordine da seguire, per essere completi e arrivare in alto bisogna essere perfetti, e l’essere perfetto vive solo per il proprio ego.

Questo è ciò che sono.
Questo è ciò che mi ha permesso di arrivare al top.
Questo è ciò che mi farà tornare al top.

E ora pensi che possa tornare indietro? Tornare il bravo ragazzo che fa visita alla sua famiglia e al suo caro vecchio allenatore?
Se ti avessi davanti ti riderei in faccia!
Ma non ti riderò in faccia, proprio perché non voglio più avere a che fare con te, fai parte del passato, di qualcosa che è stato cancellato.
Tempo fa feci una scelta, una scelta che mi ha trasformato in un essere nuovo e perfetto.

Ora è il momento di confermare l’esito di tale scelta.
Cancellare ciò che fa parte del passato.
E comincerò con te.

Quando scegli di seguire una nuova direzione e quindi di frequentare un nuovo ambiente devi conoscere gli individui che lo compongono, per questo motivo mi sono informato e mi sono fatto dare il numero di telefono di uno specialista: si fa chiamare lo Sciacallo.
La cosa curiosa di questo individuo è che oltre ad essere un killer di professione è anche un wrestler professionista, addirittura possiede un titolo mondiale che in passato è stato di mia proprietà. Chissà, magari un giorno ci affronteremo sul ring…
Ma adesso è meglio pensare a fargli svolgere il suo vero mestiere.
Prendo il foglio dove mi sono segnato il suo numero e lo compongo sulla tastiera del telefono, devo solo premere il pulsante di chiamata, attendere che lo sciacallo risponda e dargli l’ordine di uccidere il mio buon vecchio allenatore.

Sto per premere…


…ma non ci riesco.
Assurdo, non trovo il coraggio per fare una cosa del genere!

Non riesco a chiudere col passato?
La mia scelta è stata solo un bluff?

No, semplicemente eliminare Barry non è la scelta giusta. Voglio toglierlo di mezzo, evitare di ritrovarmelo di fronte o ricevere un’altra assurda lettera, ma voglio anche punirlo per non aver capito ciò che sono!
L’unico particolare che ha azzeccato sta scritto in questo pezzo della sua lettera:

“Hai talento da vendere e probabilmente tornerai sulla cresta dell’onda con le tue sole forze…[…]… al momento giusto tornerai al top, ne sono certo…”

Ma non è sufficiente, ormai ho deciso la mia strada e il mio cervello mi impone di punire quell’uomo, danneggiarlo in qualche modo. E qui ho l’illuminazione: colpire ciò che più ama.
La famiglia dite?

No!
La sua palestra!

Il vecchio ha dato e continua a dare tutto per essa, in essa ha allenato giovani prospetti per permettere loro di coltivare il suo sogno di diventare un campione, sogno che lui non ha potuto realizzare per problemi fisici.

Essa è il suo punto debole.
Ed è lì che lo colpirò.

Come ho già detto prima entrando nell’ambiente ho ottenuto qualche numero utile, quello dello sciacallo non è l’unico, così contatto qualche delinquente che possa essermi utile per il mio obbiettivo.
Fisso un appuntamento nello stesso locale dove progettai la distruzione dello studio di cartomanzia di Jack Di Cuori a Glendale e incontro gli uomini che seguiranno i miei ordini. Rimangono colpiti nel sapere che il mio obbiettivo è una palestra di lotta ma per fortuna non fanno molte domande, sono molto più preparati rispetto a quelli che usai l’altra volta e stavolta progettiamo un piano migliore.
Alcuni di loro applicherà un diversivo, ovvero appiccherà un incendio in una zona di Pittsburgh opposta a dove si trova la palestra, una zona molto più tranquilla dove potranno agire indisturbati. Le forze dell’ordine sono prevedibili: a quel punto si sposteranno in massa e concentreranno le loro azioni nella zona opposta, mentre gli altri uomini da me assoldati potranno così incendiare la palestra indisturbati, e io assisterò alla scena.
Un piano semplice ma ben congeniato, sono queste le cose che mi fanno sentire il padrone della mia città!
Stavolta non avvertirò la polizia per far arrestare gli uomini che ho usato per questo progetto, ormai posso definirmi un vero criminale, potranno tornarmi utili in futuro.

Dopo qualche ora sono distante dal luogo del misfatto a bordo della mia auto, ammirando il magnifico falò prodotto da quell’edificio nel quale ho passato gran parte della mia adolescenza.
Una sensazione di piacere indescrivibile!

Mi spiace Barry, non avresti dovuto continuare a disturbarmi con le tue belle parole, tu non mi servi più, ormai sono un essere perfetto che può fare tutto da solo.

Da solo diventerò il padrone di tutto…
Da solo riporterò la mia carriera ai massimi livelli…



Dimenticavo, a breve ci sarà una Royal Rumble in EWF…

Allora da solo eliminerò ventinove avversari, preludio della mia nuova consacrazione di campione.




[14 Giugno 2009 - Elimination Chamber di Maniacs]


Opera insana


Dalle stelle alle stalle.
Questa in sintesi era la situazione di Gabriel di alcuni mesi fa, ma quella che lui definiva “soltanto una fase di stallo” pareva essere un declino definitivo da quanto tempo si stava protraendo, ormai un paio d’anni che parevano un’eternità perché divenuti col tempo un susseguirsi di solite cose, e la routine è uno dei peggiori veleni.
E se alla routine aggiungete lo squallore dell’appartamento dove il nostro protagonista stava in quel momento consumando un frugale pasto a base di cheeseburger e bibita, arrivereste a complimentarvi col personaggio per la capacità di sopportazione ad un tono di vita così basso se non fosse il vostro senso del pudore a bloccarvi dal porgere felicitazioni ad un individuo tanto abbietto.
Eppure se sapeste del suo passato ammutolireste, sì, perché cotal Gabriel prima della sua “fase di stallo” poteva avere (ed effettivamente aveva) tutto ciò che desiderava, e sicuramente anche tutto ciò che voi stessi desiderate. Ecco, dopo questa affermazione già vi state indignando, ma l’indignazione è niente in confronto all’odio che avreste provato facendo la sua conoscenza anche solo due anni fa, quando Gabriel era sul tetto del suo mondo, perché lui era il migliore in quello che faceva e non provava vergogna nel proclamare la sua classe e la sua gloria.
Tutto il globo doveva ammirarlo, il vostro odio e la vostra invidia sarebbero stati il suo cibo. Sicuramente un cibo migliore di quel panino contenente carne di solo Dio sa quale animale cui si stava cibando in quel frammento di routine della sua “fase di stallo”.
Adesso potreste provare odio o, figurarsi, invidia vedendolo in questo lugubre appartamento con mobilia pressoché assente eccettuando il mobiletto dove poggia il televisore, un misero tavolino e il letto su cui è seduto?
Vi domandereste piuttosto se si tratta della stessa persona pocanzi descritta, e se la risposta fosse (e difatti lo è) positiva, come possa vivere in quello stato, come può aver accettato un cambio di stile di vita così repentino, o per qual motivo sia caduto così in basso.
Ma la risposta, la conosceva solo lui.
Come possono dimostrare le decine libri che si trovavano accatastati in un angolo, perlopiù grandi classici, il nostro Gabriel è una persona colta, dedita allo studio e assai meditabonda, con una filosofia di vita solida e allo stesso tempo incoerente. Un curioso ossimoro sicuramente questo, ma anche le più solide convinzioni vengono plasmate e modellate in continuazione dalle esperienze sempre nuove fatte nel corso della propria vita. Gabriel questo lo sapeva, e per tal motivo non definiva errori quelle vicissitudini che lo avevano portato a cadere così in basso, ma le chiamava semplicemente esperienze di vita, e dato che nessuno al mondo può dare una definizione di “vita” che sia oggettivamente e in assoluto esatta, lui stesso non si permetteva di reputare tali esperienze giuste o sbagliate.
Erano scelte che aveva fatto e che non poteva modificare. Punto.
Il suo spirito accettava i motivi del suo declino ma il suo cervello a quanto pare non riusciva a fare altrettanto per quello stato di degrado, e lo dimostra la pistola che stava puntandosi alla tempia. Alla fine avete avuto ragione voi: non esiste qualcuno in grado di accettare una simile rovina; e se un uomo con tanto fegato esiste, di sicuro non è Gabriel Dincht.
E senza esitare, premette il grilletto.
Si dice che nel preciso istante della morte tutti perdiamo 21 grammi di peso. Nessuno escluso.
Ma quanto c'è in 21 grammi?
Quanto va perduto?
Gabriel Dincht non potrà rispondere a questi quesiti.
Perché la pistola per qualche assurdo motivo non sparò e lui rimase in vita.
Le sue dita proseguirono nel tentativo di premere il grilletto ma la pistola non sparava, ispezionò il tamburo dell’arma e la pallottola, la sola che aveva acquistato (tirava al risparmio persino in punto di morte) era correttamente inserita. E allora perché diavolo la pistola si rifiutava di sparare quel solo e ultimo fottutissimo colpo?
“Perché perseverare? Hai perso la solennità del primo colpo.”
Queste parole non vennero pronunciate da Gabriel, che trasalì nello scoprire che non era solo nella sua bettola, difatti proprio di fronte a lui era comparsa, come materializzatisi, una seducente donna dai lunghi capelli corvini e in abito scuro. Lo spavento misto allo stupore colsero di sprovvista il nostro (fallimentare) suicida.
“Tu, tu chi c***o sei?!?” chiese Gabriel puntandole la rivoltella contro.
La donna non fece una piega, pur distando appena un metro da un’arma da fuoco rivolta contro di lei.
“Dovrei temere una pistola che ha appena dimostrato di non poter adempiere alla sua funzione?”
Ma Gabriel non si scompose: “No, devi solo rispondere alla mia domanda. Chi diavolo sei e come sei entrata qui?”
“In verità sono due domande, ma una risposta è più che sufficiente per entrambe ma ti avverto, io amo fornire risposte fin troppo esaurienti, direi molto lunghe. Potrei cominciare parlandoti delle mie origini, ma nessun uomo ha mai ottenuto tanto perché venirne a conoscenza sconvolgerebbe l’ordine del mondo in sé contenuto e di quello che lo circonda, generando il caos. No, orecchie umane non possono recepire un messaggio che potrebbe condurre alla verità più sacra, quella di tutte le cose. Potrei allora svelarti perché ho questo aspetto, ma semplicemente non sono affari tuoi. E allora come rispondere ai tuoi quesiti? In secoli non ho accumulato esperienza per esaudire i desideri umani riguardo la mia identità. Ma di desideri, sì, ne ho esauditi loro. C’era chi attendeva la mia venuta con impazienza, mentre altri con timore, e altri ancora non l’attendevano affatto e hanno tentato di combattermi, fallendo come è naturale che sia. Io sono un emissario dell’ordine, senza me tutto si ripeterebbe, non vi sarebbe alcun rinnovamento e ogni cosa sarebbe destinata a essere succhiata fino all’esaurimento. Per questo io esisto, per dare un ordine ed evitare il caos. Io sono colei che viene per tutto e per tutti. L’essenza che governa l’alternarsi tra vita e rinascita…Io sono l’entità che fa dono della morte!”

Voi nella sua situazione che avreste detto o fatto?
Siete dei tipi che di fronte ad una situazione semplicemente assurda colti dallo stupore balbettano nella ricerca delle parole giuste? Non andrete molto lontano se non regolerete la vostra emotività.
Siete dei tipi che prendono tutto per un gioco? Bravi, siete in gamba, ma non esagerate col vostro scherno: un giorno potreste offendere qualcuno.
Oppure siete così cinici ed impulsivi da premere immediatamente il grilletto della vostra pistola decisi a porre fine all’insulsa pantomima appena propostavi? Ricordatevi allora che l’arma nelle vostre mani ha già dimostrato di non poter sparare, eviterete così una brutta figura.
Ma se invece siete come Gabriel, allora rimarrete visibilmente impassibili e immobili, apparentemente tenaci e per nulla scossi. Ma nella vostra testa invece avrà luogo una rivoluzione neurotica, un continuo assembramento e disfacimento di pensieri che non vi porteranno da nessuna parte, vi porteranno più dubbi che spiegazioni logiche e razionali a quanto sta accadendo, ma l’unica certezza sarà che voi non mostrerete alcuna emozione che possa rivelare indecisione o perplessità, il vostro solo e unico scopo sarà non rendere pubblica alcuna debolezza emotiva. A nessuno. Nemmeno se siete stati scoperti sul punto di compiere un atto suicida.
“Capisco. E’ necessaria una dimostrazione…”
E si puntò una pistola alla tempia. Il senso del tatto di Gabriel reagì immediatamente all’assenza improvvisa dell’oggetto che stringeva nella mano destra.
“Ma com…”
BANG!
Sangue vermiglio esplose dal cranio della donna macchiando la parete scrostata, e la testa le si reclinò su un lato. Ma nemmeno il tempo di muovere un muscolo che Gabriel vide di fronte ai suoi occhi la donna tornare nella medesima posizione eretta di prima, con la ferita al capo completamente rimarginata. Tutto era esattamente come prima, a parte il sangue rimasto sulla parete come prova oltre che come agente deteriorante unito alla umidità sua collega.
“Ti ho convinto della mia buona fede?” chiese la donna sistemandosi la liscia capigliatura.
“Mi ero già convinto che qualcosa non quadrava vedendo una pistola che si smaterializza dalle mie mani. Ti chiederei indietro il proiettile sapendo quanto costano, ma non credo di averne bisogno. Tanto sono già morto, no?”
“Come puoi dirlo? La pistola non ha sparato quando te la sei puntata addosso…”
“…e tu sei comparsa qui dal nulla, ti sei annunciata come l’oscuro falciatore…falciatrice, scusami. E ti sei sparata un colpo in testa imbrattando le mura di questo appartamento cui devo ammettere una tinta scarlatta non stona affatto. Non c’è una spiegazione razionale a tutto questo, almeno nella vita terrena. E dato che io tentavo di uccidermi, significa che il mio tentativo è andato a buon fine ed ora mi sto godendo la vita post-morte, dove succedono cose assurde, a quel che vedo…”
“La razionalità non ti sarà di alcun aiuto nel tuo futuro. Eppure tu stesso hai dimostrato poco fa che non è una tua peculiarità. Perché un uomo che sta per uccidersi dovrebbe concedersi un cheeseburger dall’aspetto poco invitante come ultimo pasto?”
“Se non avessi trovato il coraggio per spararmi, magari sarei morto per intossicazione alimentare.”

La donna ridacchiò di gusto per la prontezza di spirito del suo interlocutore.
“Sei divertente, e curiosamente composto per un uomo che ha appena visto cose fuori dall’ordinario. Un tempo non eri così ironico.”
“Non avevo ancora conosciuto l’ironia e l’imprevedibilità della sorte: un tempo vivevo in una reggia e ora sono in questa topaia. Ma ancora non mi hai risposto: sono morto o no?”
“No.”
“E allora cosa ci fai qui? Scioperi?”

Altra risatina. Gabriel provava sempre piacere nel suscitare una risposta divertita da parte di una donna, ma in quella situazione, in quel luogo, e in quel momento niente gli pareva più inidoneo di una risata. E poi, si poteva considerare effettivamente una donna quella che aveva di fronte a sé?
“Il mio lavoro non consiste semplicemente nel ghermire vecchi e sventurati. Devo anche fermare chi cerca di aumentare il mio carico di lavoro togliendosi la vita di sua mano prima che sia giunto il suo tempo. Ti fischiano le orecchie, vero?”
“Perché menti? I casi di suicidio sono frequenti e avvengono da sempre. Tu hai fermato me, e gli altri?!?”
“Gli altri non sono degni di ricevere ciò che sono venuta ad offrirti.”
“Cosa?”
“L’immortalità.”

Qui Gabriel, esattamente come voi in questo momento, cominciò a sentirsi preso per il culo. Così ritornò nel suo stato di freezing, lo stesso descrittovi in precedenza, con i suoi neuroni a moltiplicare le proprie sinapsi mentre esternamente il corpo rimase completamente impassibile.
“In mia presenza, potremmo piuttosto chiamarlo un patto di non belligeranza. Io non ti priverò mai delle funzioni vitali, perché il tuo momento non verrà mai. Vivrai in eterno per adempiere a ciò cui sei destinato grazie al dono che possiedi e di cui io ho bisogno. Tu mi servi, Gabriel.”
Silenzio e sguardo impassibile.
“Che dono?”
“Lo possiedi dalla nascita e già ne hai fatto sfoggio in passato, seppur inconsapevolmente. Hai
creduto di esser pazzo e ne sei rimasto spaventato, per questo lo hai limitato. Ma adesso è tempo
che tu ne faccia uso. Il motivo per cui lo possieda proprio tu è ignoto e fuori dalla mia
competenza, ma è necessario per la mia missione per questo dobbiamo collaborare, è da sempre così tra me e quelli come te. Tuttavia non posso spiegarti di che si tratta, perché per la tua formazione è necessario che sia tu stesso a scoprirlo sviluppandolo così al massimo della sua efficienza. Ma questo comporta dei rischi, potresti perdere il senno nella tua ricerca, esattamente come potresti impazzire in qualsiasi momento dopo averlo appreso. E’ un’arma a doppio taglio. Per questo devi mettere da parte la tua razionalità che ti sarà solo lesiva. Quello di cui hai bisogno è l’immortalità.”
“Quello di cui ho bisogno è un bravo analista…”

Ma stavolta la battuta non suscitò alcuna risatina. La donna rimase seria, quasi austera nel suo nobile portamento.
“Non prendere sottogamba la tua missione, né il dono che ti offro. L’immortalità è ed è stata l’utopia bramata dal genere umano fin dai tempi più remoti.”
“E in passato quanti l’hanno ottenuta?”
“Non ho alcun obbligo di risponderti a riguardo, puoi farmi solo domande inerenti al nostro scambio”
“Dio esiste?”
“Altra domanda non attinente.”
“Non importa. La risposta a questa domanda la so già.”
“Non perdiamo tempo in ulteriori chiacchiere! Se hai capito chi sono avrai intuito che il mio tempo è più prezioso di tutto ciò cui voi umani tenete! Hai l’opportunità di essere immortale, ti rendi conto? Come puoi indugiare oltre?”

Stavolta la donna, o Morte, o come preferite chiamarla, si era esibita in una vera e propria sfuriata. La figura gentile e spiritosa comparsa all’inizio della conversazione sembrava aver lasciato il posto ad una persona totalmente differente e assai meno paziente. Del resto non si può comprendere l’atteggiamento di una entità inumana, e forse è giusto accettare il fatto che possa essere un po’ lunatica.
Dal canto suo Gabriel però colse la palla al balzo.
Tutto ciò stava diventando troppo per lui e la sua “rivoluzione neuronale” esplose in una supernova:
“Cos’è? Hai fretta? Ti sei stufata di dedicare altro tempo ad un umano? Lo sai cosa hai fatto? Fino a pochi minuti fa stavo per porre fine alla mia vita! Capisci? Era per me l’ultimo tentativo di evadere da una realtà che odio! Lo vedi in che buco abito? Eh, lo vedi? Hai presente la villa in cui abitavo prima? Aspetta, forse tu non puoi capire il valore degli oggetti materiali. Non sei umana tu. Sai che vita facevo prima? SAI CHI ERO PRIMA? Ero quello che era il migliore in tutto ciò che faceva, l’uomo che aveva tutto! Capisci che vuol dire T-U-T-T-O?!? E lo vedi cosa mi rimane adesso? Sai cosa significa svegliarsi ogni mattina e ritrovarsi sempre nel solito incubo? Quando l’incubo è la realtà odierna e tu vorresti dormire in eterno perché solo la vita onirica ti dà un barlume di gioia? NO! Tu non sai niente di tutto questo! Tu non ne sai niente perché vieni ad impedire la mia fuga! E non lo fai per riempirmi di speranze, magari anche false (mi andrebbero bene pure quelle), dicendomi che tutto tornerà come nel passato…NO! Tu vieni per darmi l’immortalità, ovvero tenermi ancorato a questa realtà cui voglio evadere PER SEMPRE! Addirittura parlandomi di un potere di cui sono in possesso senza nemmeno dirmi di cosa si tratta ma addirittura avvertirmi che potrebbe portarmi alla pazzia!! Ah, io la prenderei subito la pazzia così da non sentire la puzza della merda in cui sguazzo! Pazzia o morte! Ma tu no! Tu mi dai l’immortalità! Ad un’intera eternità di questa merda io ci sputo sopra!”
Quando la saliva toccò terra Gabriel Dincht si rese conto di non essere più sé stesso.
Nella sua vita non si era mai esposto così, la sua vita agiata non glielo aveva mai permesso.
Era sempre stato felice, anche quando la sua mascella si frantumava contro le nocche dei suoi avversari, perché lui era felice di fare qualcosa che lo mettesse alla prova, per poter dimostrare che rimaneva sempre in piedi, che lui era sempre il migliore in quello che faceva.
La verità è che non aveva mai provato vera e propria rabbia, fino a quel momento.
E adesso come un fiume in piena, aveva straripato inondando lo schifo che gli stava intorno, testimonianza di una vita che non era per lui. Ciò che era emerso dopo l’ondata era solo consapevolezza, idee chiare su una situazione assolutamente confusa quanto paranormale.
E adesso era pronto ad affrontare i colpi finali della più assurda delle conversazioni cui avesse mai partecipato.
“Povero Gabriel, che fine ha fatto l’amore per te stesso? La consapevolezza di essere sempre il migliore in quello che fai? Non credi di poter ricostruire il tuo impero dalle rovine di quello ormai caduto?”
Il tono canzonatorio della donna non lo ferì, nemmeno mentre lei gli accarezzò la guancia come se si trovasse di fronte ad un cucciolo indifeso. Lui dal canto suo rimase immobile, limitandosi a parlare:
“L’amore per me stesso non mi ha impedito di cadere così in basso.”
“Ma tutti hanno una seconda possibilità, vedi il mio dono come l’opportunità di risorgere dalle tue ceneri. Potresti salire molto più in alto, trascendere le ricchezze materiali che hanno contraddistinto il tuo passato e che alla fine sono bramate solo dai mortali, che hanno un’aspettativa di vita limitata. Tu potresti avere molto di più. Ergerti sopra la massa. Tu diverresti più simile ad un Dio. Un Dio immortale!”

Come reagisce un uomo quando gli viene mostrata la possibilità di divenire un “Dio”?
La parola stessa lascia un sussulto quando la si sente pronunciare,in qualsiasi frase la si ponga. Solo tre lettere, eppure così potente sono il suo suono e il suo significato. Molti individui provano eccitazione quando esclamano una eresia. Non negatelo, con buone probabilità siete tra questi.
Questa eccitazione è dovuta al fatto di sentirsi nell’istante in cui la si pronuncia, superiori a questa entità sovrannaturale. La pronunci e non vieni punito, certe volte si ha un’esitazione immediata post-eresia, ma alla fine la si fa sempre franca. Almeno per il momento.
Ma se vi proponessero la possibilità di divenire un Dio?
Gabriel ci pensa, e la risposta sorge spontanea.
“Diventare un Dio? Tu mi proponi di essere più che un essere umano? No. Tu mi proponi di divenire un umano che non può morire. E cos’è un umano che non può morire? Un uomo perseguitato in eterno dai suoi dubbi, dalle sue manie, le sue fobie, il suo desiderio di conoscenza mai colmabile, le sue emozioni. Il mio involucro esterno non perirebbe, ma dentro di me che accadrebbe? Verrei corroso di continuo dalle peculiarità dell’essere umano che ho appena elencato, e arriverei all’alienazione più totale, sia da me stesso che dagli altri. Già, perché chi mi accetterebbe? Non potrei mai emergere come un Dio perché non sarei considerato più umano in quanto immortale e la razza umana ha problemi ad accettare il diverso. Persino i film di fantascienza insegnano questi concetti. Il timore diverrebbe violenza ed io sarei costretto ad una eterna fuga, e non potrei mai affezionarmi a niente e a nessuno. E se trovassi qualcosa a cui affezionarmi, la vedrei sparire, perché tutto è destinato a dissolversi, solo io non lo sarei. Fosse solo la solitudine il prezzo di pagare…
Perderei anche l’utilità della mia vita. Il suo scopo, o almeno quello che penso io sia: il messaggio. Un pittore dipinge un quadro, la sua bellezza rimarrà sempre la stessa, ma perché le opere aumentano di valore dopo che l’artista ha perso la vita? Il quadro non è forse lo stesso?
E’ un’imbarazzante analogia ma esprime la conclusione cui sono arrivato: solo la morte valorizza ciò che l’uomo crea. Dovresti essere soddisfatta, sto elogiando il tuo operato. L’uomo crea proprio perché sa di non essere eterno, cerca di dare un significato alla propria esistenza lasciando un’impronta del suo passaggio. Se non morisse, a che pro lo farebbe? Vivrebbe d’inerzia, ecco cosa!
Viviamo per lasciare un messaggio a chi verrà dopo di noi.
Per questo esistiamo.
La storia umana è una catena infinita, non so a cosa porterà, ma non sarò io ad interromperla!
E adesso va!”

E Gabriel indicò la porta.
La morte non la prese bene.
“Assurdo! Tu vai contro a tutto ciò cui hai sempre creduto! Tu…tu rifiuti ciò che ogni umano ha sempre desiderato! E’ inaccettabile! Nessuno può rifiutare il dono dell’immortalità!”
“Io l’ho appena fatto!”
“Non penserai che finisca così, vero? I nostri destini sono intrecciati indissolubilmente! Sei destinato a servirmi e scoprirai presto quali sono i tuoi obblighi verso di me! E dato che quando me ne vado non lo faccio mai a mani vuote, ti toglierò qualcosa che hai sempre avuto sin da quando hai messo piede per la prima volta in questo mondo!”
“Non ti temo, non ho niente da perdere!”
“Ci vedremo presto, Gabriel Dincht, mio umile servitore!”

E la stanza venne pervasa dall’oscurità, cominciando a ruotare vorticosamente su sé stessa.




Il telefono squillò, poteva solo ricevere le chiamate in quanto Gabriel, che si svegliò in quel momento, non aveva soldi per poterlo ricaricare.
“Dincht?”
“G-Gabriel…sono mamma…è tanto che non ci s-sentiamo, lo so…t-tu te ne sei andato e…m-ma…t-tuo padre è morto stamattina.”



La morte si era presa la vita di un suo familiare.
Gabriel Dincht adesso era orfano di padre.
La morte non aveva tenuto conto di un particolare.
Gabriel Dincht era l’unico erede di uno degli uomini più ricchi dello stato.
Una morte.
La rinascita di Gabriel Dincht.
[Modificato da Straight_Punk 04/04/2017 15:15]
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04/04/2017 12:21
 
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Qui sono raccolti tutti i promo del personaggio Gabe, scritti tra il 2006 e il 2007.
Contengono elementi di partenza per la storia di Gaijin, costruita negli ultimi due anni, per la quale si stanno recuperando i tasselli del puzzle.
Sono lavori semplici scritti da un handler in erba più di dieci anni fa, non perdete tempo a commentarli, piuttosto leggeteli se volete conoscere le radici dello Straniero e ritrovare frammenti del passato utilizzati nella sua storia attuale.

Se non vi va di leggerli, pazienza. Vorrà dire che il Nano vi succhierà l'anima dagli occhi.
[Modificato da Straight_Punk 04/04/2017 12:22]
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04/04/2017 13:01
 
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Ma finì tutto così di botto nel 2007 con i mal di testa e la lettera?
[Modificato da Aaron Kirk 04/04/2017 13:01]
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04/04/2017 14:52
 
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Re:
Aaron Kirk, 04/04/2017 13.01:

Ma finì tutto così di botto nel 2007 con i mal di testa e la lettera?




Sì, perché Dibbio chiuse la EWF lasciando Gabe palle all'aria.
In WBFF questo Nano, all'epoca ancora alto quasi due metri, aveva già Nick Porter e i Kastriotis (più Janitor come Comic Character) ed erano già abbastanza, inoltre era un personaggio troppo made in EWF, con una costruzione così particolare che altre e-fed molto probabilmente non avrebbero apprezzato.
Non che il Nano considerasse altre fed all'epoca, a parte una dove portò come wrestler Franchino Bertini, l'allora quasi settantenne preside dell'I.T.I.S. di Pistoia (http://www.freeforumzone.com/d/6537589/-The-Coachmaster-Franchino-Bertini/discussione.aspx ).

Nel 2008 Gabe sarebbe dovuto approdare in WBFF in un feud contro Stivi dopo che lo attaccò durante il match per il titolo mondiale a Extreme Desperation aiutando indirettamente Nick Porter a vincere. Ma poi il Nano chiuse con le e-fed e tutto finì con un nulla di fatto.
[Modificato da Straight_Punk 04/04/2017 15:10]
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04/04/2017 15:16
 
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Questo Nano si era dimenticato uno stint del 2009, aggiunto adesso nell'ultimo post.
La cosa peggiore è che se lo ricordava Dibbio con la sua memoria obnubilata dall'erba e non il Nano infallibile.
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