Diviso fra ideali e realtà

On-Work in cui ognuno può intervenire.
Ho vinto.
Per nove anni ho cercato di sconfiggere Denny, per nove anni è stato come inseguire la mia chimera. Come diceva Ivano Fossati in 'La mia banda suona il rock' "non svegliatemi, per favore no."
Ho vinto, ma parlo di disfatta.

Ho perso.
Circondato da foto di famiglia ovunque mi trovo.
So che Jessica non tornerà una ragazzina, la figlia di papà.
So che Sylvia non tornerà ad accarezzarmi la barba.
So che Denny non sarà il figlio ritrovato.
Eppure, quelle parole fredde non mi hanno colpito. Cercavo davvero il suo abbraccio o la sensazione di potere che scaturisce una frase come 'Io ti rispetto!'
Ho perso, ma parlo di vittoria.

Sono un uomo al crocevia.
Chi è Jack Leone oggi come oggi?
Il vecchio sadico che ha creato la WBFF Wrestling con l'idea dell'Hardcore Entertainment?
Il filosofo ormai avanti con gli anni che vuole lasciare l'eredità nel Business dopo aver fondato il suo dojo?
Il ritrovato uomo d'affari ultra impegnato fra JLW, TWP, VDW, R-Pro e l'intero ambiente?
Oppure... quel lottatore che ogni tanto riesce ancora a spiccare un balzo e far sentire la sua presenza sul ring?

Non posso saperlo, perché se lo decidessi io, accetterei ognuna di queste definizioni.
Io sono il passato e il presente, ma inevitabilmente non sono il futuro. Perché il mio futuro si chiama Angel Obike Lowe ed è tutto ciò che posso lasciare nel mondo del Wrestling.
Ripenso a tutto l'astio che ho provato per altre persone, l'astio che ho ricevuto.
Mi hanno augurato di morire, di seppellirmi vivo per fare un favore al Pro Wrestling. E lentamente ho scavato la mia fossa con una mano mentre con l'altra battevo chiodo su chiodo in un piccolo dojo abbandonato per cercare di rialzarmi.
Come la Sposa di Kill Bill mi sono risvegliato all'improvviso, accorgendomi di essere stato sepolto vivo. Ma da me stesso.
Dannato Jack Leone, stupido Mr. Attitude, come hai potuto fare questo a te stesso?
La follia... l'insanità di volermi ancora rialzare con il corpo blocco. Una paralisi notturna, una paralisi diurna, una paralisi totale. Tranne per la mente, viva, forte, ancora a farsi pensieri impossibili.

Questi sono i giorni della nostra vita.
Ma so che oggi ci sono, sono qui nell'arena, con il mio cappello da cowboy, la giacca da uomo del sud, gli stivali. Non salgo su un cavallo da così tanti anni! E sono di New York, piena East Coast ed area metropolitana.
Eppure, eccomi, perché oggi come ieri ardo per una nuova battaglia, per qualcuno che sappia farmi sentire vivo.
Credo di aver intravisto il mio futuro, credo di aver percepito di non non essere eterno come cercavo di fingere nei panni di Time.
Perciò, sono qui oggi, sono qui ora.
Più le cose cambiano, più rimangono le stesse.