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WBFF Maniacs VIII

Ultimo Aggiornamento: 27/12/2015 23:12
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Drago / Denny Leone
Over the God
27/12/2015 23:11
 
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Backstage.
Il più classico dei faccia a faccia.
Denny Leone e Jack Leone sono uno di fronte all'altro, entrambi si stanno preparando in vista del loro match.

Jack: "Figlio..."
Denny: "Padre..."

I due continuano ad ignorarsi per diversi istanti, mentre dal pubblico si leva fortissimo un coro in favore di mr.Attitude.

"JACK! JACK! JACK! JACK! JACK!"

Denny Leone scrocchia il collo prima a destra e poi a sinistra, come è solito fare prima di un match importante, mentre Jack sorride al sentir pronunciare il suo nome dalla folla.

Denny: "Sei contento?"

Denny sorride al padre, ma il suo sorriso malcela un velo di ironia.

Jack: "Indifferente..."

A sua volta Jack appare invece visibilmente soddisfatto e compiaciuto da questa situazione.
Denny ultima i preparativi prima del match e passa accanto al padre, battendo la sua mano destra contro la spalla del genitore.

Denny: "Goditi questi momenti di gloria..."

Denny si allontana definitivamente dalla scena e Jack Leone, senza volgere lo sguardo al figlio, risponde laconicamente.

Jack: "Non essere così sicuro di te, ragazzo."

Denny, seppur da lontano, ode le parole pronunciate dal padre e si volta nuovamente verso di lui e lo osserva sorridendogli nuovamente.
Jack, sentendosi osservato, si volta ancora una volta verso il figlio e ricambia il sorriso in maniera convinta.

CROWD: "Jack! Jack! Jack!"

Denny scuote la testa e abbassa lo sguardo, dando le spalle al padre ed allontanandosi.
Jack sorride ancora ed a sua volta si gira dall'altra parte e continua con i suoi preparativi, mentre le immagini sfumano.



Schermo nero.

Un silenzio rotto dal fischio del vento.

La voce di Skyblue vi si sovrappone. Accompagna lo scorrere delle immagini.

“Dal sud, dall’Est, dall’Ovest, dal Nord,
convergono i cammini che mi hanno portato
nel mio segreto centro.”


Davanti a me un'immensa montagna da scalare, una corona d'alloro affonda nella neve sulla cima, un cancello custodito da due giganti nasconde un tremendo inganno.

Dietro di me un lupo rabbioso, gli occhi attraversati da un fiume di lava che si deposita sulle pupille. Mi guarda, pregusta il suo pasto.

Ai miei lati chilometri e chilometri di deserto bianco.

Sopra la mia testa un immenso cielo che riflette il mare in cui annegano i miei desideri.

Non sono accerchiato dai miei nemici: sono al centro di un cerchio che a me si inginocchia.

“Quei cammini furono echi e passi”

È dietro di me.

La figura oscura che mi insegue e non ha mai smesso di farlo. Tende a ricordarmi chi sono e da dove vengo, mi accompagna dolcemente alla rovina, con il sorriso sulla sua bocca sdentata.

Sento una mano che mi tocca le spalle, mi giro istintivamente...

Skyblue ricambia lo sguardo di un altro ragazzo vestito come lui, con le sue stesse movenze e, soprattutto, con i suoi stessi obiettivi. Vincere. Vincere. Vincere.

“donne, uomini”

Skyblue avvicina la sua bocca all'orecchio della donna.

Al centro del pavimento, giace una foto che ritrae la stessa donna. McFist si china per raccoglierla e la gira.

"Ti amo. J."

Le risponde.

“Io ho visto qualcosa che tu non hai visto”.

”agonie”

Skyblue si trova davanti alla televisione nel suo spogliatoio in WBFF. Mancano pochi minuti al main event di Bloody Desperation, che lo vedrà opposto a Denny Leone e Sheenan in un tag team match. Slythered sarà il suo compagno.

Trasmettono un vecchio film. Il bianco e il nero della pellicola suggeriscono un passato remoto. Un bambino con gli occhiali, a busto nudo, allunga la sua mano verso uno schermo che ritrae il volto di due donne fuse in una.

Si allenta i polsini.

Trenta secondi.

Indossa la sua maschera.

Oggi, come ieri, mancano venti secondi all’incontro.

Stringe i lacci degli stivali.

Apre la porta dello spogliatoio. Si dirige a lunghi passi verso il ring. Nel suo passaggio incrocia, il caso vuole, Jack Leone, di ritorno nel suo spogliatoio dopo il suo incontro.

Skyblue gli sussurra parole dimenticate all’orecchio.

“Io non dovrei essere qui”.

Si allontana verso il ring, verso il suo sogno, verso la sua unica alternativa.

”resurrezioni”

Un fascio di luce lunare cade sulla schiena di un ragazzo chino a scavare sulla sponda d'un fiume, una giacca indosso per proteggerlo dal freddo, il fiato che si condensa e le gocce di pioggia che scorrono su una maschera celeste, incapace di esprimere gioia o dolore.

Le mani strappano via la terra, frammenti di unghie si spargono sul legno umido di una tomba che a poco a poco si rivela. Contiene la chiave, ha un valore immenso.

Un colpo. Due colpi. Tre colpi. Il legno viene spezzato dalla rabbia negli occhi rossi del ragazzo, che si posano sul vuoto sguardo di un teschio che riposa in pace. La mano si apre sopra di esso e lo accarezza, con l'altra si toglie la maschera e gliela infila. Nella terra si rifugia la pioggia, dal cielo cadono lacrime.

“Papà”.

”giorni”

Guardo il sole, felice perché ricambia il mio sguardo. Se avessi un pennarello, vi disegnerei un volto, per specchiarmici sovente. Socchiudo le palpebre, il gigante rosso non si nasconde, avverto l’ombra di mia madre che si frappone tra i miei occhi e la strada che conduce alla cecità, l’eclisse dei sensi.

Il piccolo Skyblue riapre gli occhi, la primavera non restituisce il suo sguardo.

”e notti”

Solo quando ho dato le spalle ai due giganti, Sin e Crashidenton, al cancello, alla montagna, ho visto nella foresta selvaggia una sagoma che ulula alla luna, un lupo con una cintura luccicante stretta tra i denti.

Di notte.

”dormiveglia e sogni”

Raggiungere un traguardo significa condividerlo. Come faccio a sapere che in cima alla montagna il mio sorriso non verrà sporcato dall’appagatezza dei miei nemici, che condividono solo uno spazio ma non un’emozione, che non danno lo stesso peso a ciò che voglio?

Siamo figli delle nostre esperienze, ed è lì che nascono i nostri desideri. Nella nostra volontà, c’è il segreto dell’esistenza, i sogni riflettono i sognatori.

I grandi sognano in grande.

I piccoli non sognano.

”ogni infimo istante dello ieri,
e di tutti gli ieri del mondo”


Qualche volta, nella frenesia della nostra esistenza, bisognerebbe fermarsi e chiedersi: dov’ero un anno fa?
Non me lo ricordo. Ma ricordo dov’ero due anni fa, confinato negli abissi della mia vita, il freddo che mi penetrava nelle narici e affondava nei polmoni, poi un brivido caldo, e il nulla. Tra venti minuti salirò sul ring, alla pari con l’avversario che affronterò, e sono qui a pensare al passato, la realtà definitiva, perché tutto ciò che è presente diventa passato, mentre il futuro è un periodo indipendente e indeterminato, un campo minato in cui non ho intenzione di metter piede.

”la ferma spada del danese e la luna del persiano,”

Si alza, il cameraman lo riprende di spalle. Le sue mani si appoggiano alla maschera e la sfila.

Skyblue mostra il suo volto a Time. A noi non è dato conoscerlo.

“Se togli una maschera, non rimane solo una voce."

Time è costernato da ciò che ha visto sul volto di Skyblue.

“È… bellissimo… bellissimo…”

”gli atti dei morti,

Un tepore ultraterreno culla la nuca e riscalda i ricordi qui seppelliti, li accompagna premuroso sulle sponde del fiume, l’acqua schizzata dal moto dei piedi immersi e vivaci, il gelo che dalle caviglie arriva a togliere il respiro.

La giovinezza riassunta dalle nuvole nel cielo, forme impazzite, irraggiungibili, che vagano in un campo senza inizio o fine. La vaga geometria dei ricordi viene divorata da un fumo nero di provenienza sconosciuta, un crepitio accolto dalle orecchie sovrasta la melodia dei sogni futuri.

Il fumo nero copre i piccoli occhi come la perdita dell’innocenza viene celata dal volto del bambino, la fonte dell’amore istintivo dei suoi genitori, legge della natura come territorio di rabbie adolescenziali, campo minato in cui custodire e disperdere i piaceri dell’altro sesso.

Il conforto offerto dai due corpi neri è notevole, un odore di foglie bruciate risale il naso e penetra il cervello come una spada nella roccia. La fiche stretta in mano, la fortuna rivelata per quel che è, una condanna. Buttata in acqua, affonda insieme a una goccia d’una furiosa pioggia, che lava via la carne dal volto.

Se tocchi una fiamma riflessa sull’acqua non ti bruci.

”il condiviso amore”

La Donna si alza, in lacrime, si allontana dallo spogliatoio, sbattendo la porta, senza più possibilità di riaprirla.

“Ti amo.”, sussurra Skyblue, al vuoto. “E sei mancata anche a me. Ma non ho bisogno di te. Non ho bisogno di nessuno”.

”le parole,
Emerson e la neve e tante cose.”


Affondo i miei stivali sul manto bianco che ricopre la cima della montagna. Ogni passo è la durata di una vita trascorsa a rincorrere un sogno oramai dimenticato. Un sospiro dietro l’altro. Quando raggiungo il limite, più in alto del quale la natura non è arrivata a costruire, mi stendo, guardo dritto verso il cielo, che riflette le mie paure e i miei desideri. Grigio. Avverto i passi di una figura che si avvicina, avvolta in un grembiule nero.

Dal salone del villino al cortile innevato, i fiocchi di neve cadono dal cielo e si spengono sull’erba. La foresta offre un facile riparo, custodisce il segreto della maschera, l’inganno primordiale, ma oggi non è il momento di addentrarvisi. Un cucciolo d’uomo, inginocchiato al cospetto del lago, come i fedeli quando pregano, si specchia nella lunga lastra d’acqua bucherellata dal ritmico cadere della neve.
Il viso di Jack Leone si rivela alle mie pupille ferite dal freddo. Muove la bocca, il vento fragoroso copre le sue parole arricchite da saggezza. Nel momento in cui si specchia nei miei occhi e la mia maschera gli restituisce il suo sguardo, abbasso la testa e il luccicare di una cintura alla sua vita mi abbaglia.

“Adesso potrò dimenticarle. Arrivo al mio centro,
alla mia algebra,”


Il pugno si stringe, la maschera trema, il sangue la bagna, il fumo soffoca rabbia e respiro. Una fiche cade dalla tasca di un cliente del casinò dal volto nascosto dalle tenebre, il ragazzo allunga la mano verso di essa, la giudica, la stringe. La spezza di netto.
Skyblue si alza, si incammina verso la linea dell’orizzonte, alza le braccia, abbassa la testa, la maschera divora la sua faccia, la città il suo corpo.

“alla mia chiave,”

Nelle viscere della terra c'è la chiave per accedere al segreto custodito dal mare e dalle fiamme, dall'acqua e dal fuoco.

“al mio specchio.”

Mi specchio nell’acqua di fronte ai miei occhi feriti dal sole. Aspetto il momento in cui rivedrò ciò che solo io ho visto.

Arriverà un giorno in cui McFist toccherà il cielo con un dito, e si accorgerà che tutto ciò che ha vissuto sino a quel momento è reale solo nel momento immediatamente precedente alla sua morte.

E in quell’esatto momento, il suo dito emergerà dall’acqua di fronte a me, rompendo il mio riflesso.

”Presto saprò chi sono.”

La maschera di Skyblue giace su un ring vuoto.

Schermo nero.

Silenzio.

Una scritta.

”Elogio dell’ombra” – Jorge Luis Borges



Taggart: “Ci siamo divertiti e abbiamo scherzato in continuazione, ma qui è tempo di una sfida sul piano personale. Lo scorso anno Jack e Denny Leone erano in coppia per diventare campioni di coppia contro i Cazadores. Per tanto tempo Mr. Attitude ha cercato di vincere quelle cinture con il figlio per ripristinare la sua famiglia, ma lui non ha mai collaborato, ha dimostrato che non c’era spazio per entrambi. E stavolta, è tempo della sfida decisiva.”
Kokone: “Denny Leone o Jack Leone, uno solo di loro uscirà con la cintura di Desperation Iron Man Champion da questo evento!”
Taggart: “Non ci rimane che goderci la sfida, aspettandoci brutalità dall’inizio alla fine.”

Desperation Iron Man Championship: Denny Leone © vs Jack Leone [‘I Respect You’ match]


La theme music di Jack Leone suona a pieno volume, il Cowboy di New York, il fondatore della World Bloody Fight Federation Wrestling, il fondatore e attuale padrone della Jack Leone Wrestling, il lottatore cinquantunenne fa il suo ingresso. Barba non tagliata, giacca da cowboy con tanto di cappello in testa. Mr. Attitude riceve un’ottima accoglienza dai fans dello stadio che svolge le funzioni di arena. Per Jack Leone è già una sfida sul piano personale, ma non trascura questo pubblico così passionale che vuole vederlo concludere la sua faida con il figlio. Una volta per tutte. Il wrestler si inginocchia su una pedana, che lo proietta in alto fra pyros ed effetti scenografici di buon livello. Jack si lancia dall’alto e atterra sul ring, mentre la pedana viene finalmente abbassata. Cessa il brano d’ingresso di ‘Old Jack, che rimane appoggiato a un angolo ad attendere l’ingresso del rivale e figlio, sangue del suo stesso sangue.


Il former rapper di Portland, Oregon, non ha bisogno di presentazioni. Denny Leone si presenta con la cintura di Desperation Iron Man Champion in suo possesso. Per un anno intero dal suo ritorno a Extreme Rumble 2015, il lottatore non è mai stato schienato in modo pulito. È uno fra i più spietati in circolazione e lo ha dimostrato con un regno di ferro, dove ha prevalso anche su Felix Owens che stasera sarà nel main event. Delle catene scendono dal soffitto e Denny si appende su di esse in una prova di forza, non tocca il terreno, compie il percorso come un militare professionista, abile a superarlo senza problemi. È il campione della Disperazione e lo dimostra con una freddezza incredibile.
Salito sul ring, Denny e Jack non cercano nemmeno di guardarsi negli occhi, ad arbitrare c’è il capo-arbitro della WBFF Wrestling Derek Williams, ci viene facile pensare che sia stato chiesto a lui di seguire una sfida del genere. E per il vecchio Derek si tratta di essere presente sia in questa sfida che nel main event, il Cage of Death VIII.

Jack Leone ha all’attivo 2 vittorie, 4 sconfitte e 1 pareggio nei sette match disputati a WBFF Maniacs.
Denny Leone invece ha 1 vittoria e 3 sconfitte su quattro match disputati a WBFF Maniacs.
Si può dire che la linea di sangue dei Leone non è quella di due vincenti nell’evento che più conta, ma stasera le statistiche assumono un contorno marginale.

Metal contro Rap.
Due temi musicali diversi ma carichi di rabbia e significato. C’è una generazione di differenza, 20 anni di differenza fra chi è nato nel 1964 e chi nel 1984. Due generazioni a confronto pronte a darsi battaglia.
‘I Respect You’ match, si può davvero dire una frase del genere al proprio avversario in una notte come questa?
L’arbitro prende in consegna la cintura di Desperation Iron Man Champion che ha vinto contro il ‘fratellastro’ “Time” Angel Obike Lowe il 18 settembre a Survivor of the Ring 2015. Jack Leone invece ha ottenuto la title shot difendendo per cinque volte di fila il King of Fight Championship, sempre per l’intervento di Denny Leone, che ha causato anche la fine del suo regno.

Taggart: “Due grandi ingressi per i lottatori, ma adesso si passerà alla sostanza. La scena sarà lasciata alle spalle, i due si concentreranno sulla sfida come se non esistesse altro che il match stesso.”
Kokone: “Penso che fin dal suono della campanella i lottatori cominceranno un massacro personale. Eppure, prevedo che il match durerà almeno 15 minuti, la resistenza di Jack e Denny è encomiabile nelle sfide che contano!”
Taggart: “15 minuti? Penso che durerà molto di più, però dipende dal tipo di manovre e dalla fisicità della sfida.”

Suono della campanella.
L’arbitro Derek Williams dà il via alla sfida.

Mr. Attitude si smuove dalla sua posizione, è pronto a colpire, fa la prima mossa, si accanisce sull’avversario con una serie di pugni ma Denny indietreggia e pare contenerlo, lo getta all’angolo e gli sferra una ginocchiata al petto. Subito si denota la cattiveria del Desperation Iron Man Champion, che con i suoi attacchi vuole impartire dolore al padre, come se questa fosse la sua occasione di fargli pagare l’inferno personale in cui è venuto a trovarsi. Colpi durissimi, un’altra ginocchiata, poi Denny esegue una European Uppercut, la prima “vera” manovra di Wrestling della sfida.
Tutto è pronto, il campione va per la DANGEROUS LIFE, ovvero la Implant DDT, ma Jack ne esce in tempo e connette con una Chop, che gli permette di avere la distanza giusta per sollevare l’avversario per un Fallaway Slam.

Ottima fase iniziale lottata, se c’era il rischio di un match brutale senza psicologia in-ring, ora è stato scongiurato dal desiderio dei due lottatori di ricordarsi dove sono e perché stanno lottando.
Denny connette la GHETTO IMPACT sul rivale, è una Powerbomb. Il wrestler ha finalmente il tempo per prendere la sua catena.

ORA SI FA SUL SERIO!

Il Desperation Iron Man Champion afferra la catena e comincia a colpire brutalmente il padre alla schiena, frustata violenta.
Poi un’altra.
E un’altra ancora.
Questo colpo è conosciuto come THE VIOLENCE, che pare mostrare la determinazione del trentunenne, sempre più vicino a danneggiare l’avversario nella sua battaglia per sottometterlo psicologicamente.

‘Old Jack però non demorde e connette con la MARCH OF JUNGLE, il Running Bulldog.
A segno! A segno!
Il wrestler poi applica il PERFECT ALGORITHM a terra, una variante della Triangle Hold di quelle ad effetto. Mr. Attitude non vuole perdere terreno, questo è il suo momento per riscattarsi dopo aver subito la maggior parte delle manovre nella sfida. La schiena pare dolente a causa dei colpiti subiti con la catena. Jack deve abbandonare la presa e Denny se ne approfitta.
BELLY TO BELLY SUPLEX!

Taggart: “Denny Leone conosce bene le manovre del padre, in qualche modo sembra prevedere il suo comportamento e sfuggire ogni volta.”
Kokone: “Jack ha connesso diverse mosse, ma non sembrano aver intaccato lo spirito del figlio, che è consapevole della propria strategia e intende mandarla avanti.”

Denny ritorna a usare la sua catena, colpo alla nuca di Mr. Attitude che riesce ad urtarlo, sembra piuttosto pericoloso, il rivale si copre la testa e vediamo che in pochi secondi comincia a coprirsi di sangue.
A proposito… SANGUE! Si comincia, non c’erano dubbi che sarebbe arrivato questo momento e siamo già a sei minuti di match, non male riuscire a picchiarsi per tutto questo tempo senza ancora iniziare il massacro.
Mr. Attitude sembra più focalizzato sul cercare di contenere la perdita di sangue piuttosto che reagire e Denny se ne accorge.

CHAIN DDT.
La DDT sulla catena, una manovra classica ma estremamente efficace.
Il wrestler blocca una gamba e un braccio all’avversario con l’ausilio della catena, questo è THE CHAINMISSION.
Fischi del pubblico, ma in realtà c’è poco da fischiare, Denny sta gestendo la sfida con maestria. Arriva finalmente il microfono in suo possesso.

Denny: “Ehi, papà, che ne dici di finirla qui? Ti sto dando una lezione di vita, non c’è bisogno di andare avanti. Cedi, arrenditi, rispettami.”

Jack Leone riceve il microfono mentre la stretta con la catena sembra ancora bloccarlo, si strugge per sfuggire ma è come se fosse all’interno della tela di un ragno.

Jack: “NOOOOOOOOO!”

Un urlo chiaro, al punto che Denny usa il microfono per colpirlo alla fronte.

Denny: “Okay, ho cercato l’approccio gentile nei tuoi confronti. Adesso punterò su quello efficace.”

Il wrestler sorride e poi avvicina ancora la bocca al microfono.

Denny: “CEDI, FALLITO!”
Jack: “NOOOOOOOOOOO!”

Mr. Attitude si approfitta della vicinanza del figlio per spostarsi in avanti e trascinarlo verso la catena che lo blocca, facendo pressione per liberarsi.
JACK SFUGGE ALLA CHAINMISSION!
PUGNI, PUGNI E ANCORA PUGNI AI DANNI DEL FIGLIO.
Il Cowboy di New York raggiunge il suo lazo e lo usa per frustare dalla distanza l’avversario, un colpo degno di Simon Belmont.
Poi arriva un’altra frustata, stavolta colpisce il rivale alla gola, pare bloccargli la respirazione.
Jack osserva i fans e sa già qual è la prossima mossa.
TERZO COLPO CON IL LAZO!
Denny rischia quasi di farsi colpire all’occhio destro, sarebbe stato un danno gravissimo per lui.

Taggart: “La reazione di Mr. Attitude è arrivata, con orgoglio è uscito da una situazione che poteva portarlo alla resa.”
Kokone: “John, ti ricordo che Leone è ancora l’unico a sanguinare e come già sai quel tipo di ferite richiede la sutura, non smetterà di sanguinare per tutto il resto del match, più si andrà avanti, più Jack sarà vicino alla resa. E Denny può anche stare a guardare perché ormai il danno l’ha già assestato.”
Taggart: “Sappiamo bene entrambi che Denny non rimarrà nel ruolo di spettatore!”

Jack Leone prende posizione, non esulta, non fa il suo balletto. Semplicemente si abbassa mentre attende che il rivale si riporti in piedi.

SPEAR OF THE FEAR!
DENNY SI SCANSA.

SPINEBUSTER DEL FIGLIO.
Il Desperation Iron Man Champion riesce a reagire nel migliore dei modi. Poi infierisce con dei calci al braccio sinistro del rivale. Denny insiste nei suoi attacchi e gli applica la BROKEN SOUL, la One Leg Boston Crab. Un nome appropriato per un uomo che rischia di arrendersi, di gettare via tutto il suo orgoglio. Eppure, Jack rimane in silenzio, non urla nemmeno, soffre in solitudine.
La manovra di sottomissione viene portata avanti, ma ‘Old Jack a sorpresa riesce a toccare le corde, le tiene strette con una mano.
E sapete a cosa serve? A nulla, Denny se ne frega, continua a tenere la presa mentre Derek Williams gli consegna il microfono.

Denny: “CEDI!”
Jack: “No, no, no.”

Il figlio stringe la presa, puntando alla resa incondizionata del padre. Non solo una sottomissione, ma anche la capacità di ottenere il suo rispetto, di vincere la loro guerra di ideali.
Jack però si libera con un ROLL-UP, si riporta alle corde zoppicando e da lì si tuffa sull’avversario con un Crossbody dalla seconda corda. Denny viene atterrato e Leone gli applica la FUJIWARA ARMBAR, stringendogli un braccio dietro alla schiena.
Il fu Locker si libera quasi immediatamente e prova di nuovo a sollevare il padre, ma lui sguscia alle sue spalle.

LIONBUSTAH.

Brainbuster decisamente ad effetto da parte di Jack Leone, le sorti della sfida si sono nuovamente riportate in equilibrio. Mr. Attitude scende dal quadrato e afferra un pannello di vetro, partono i “noooooo” dei fans, che già comprendono che si avvicina la sua manovra auto-distruttiva che quasi mai porta a un successo. ‘Old Jack appoggia il pannello di vetro a un angolo e poi ci getta sopra Denny, prende la distanza e chiama la sua manovra.

REMEMBER THE PAIN.
STINGER SPLASH SUL PANNELLO DI VETRO……….
DENNY NON SI TOGLIE, È INCREDIBILE!
CRAAAAAAAASH.
CRAAAAAAAAAAAAAASH.
CRAAAAAAAAAAAAAAAAAASH.
Il pannello viene infranto e Mr. Attitude non riesce a crederci, ma Denny sorride mentre è avvolto dai frammenti di vetro. SI È LASCIATO COLPIRE PER IMPARTIRE UNA LEZIONE AL PADRE, LUI È IN PIENO CONTROLLO IN QUALSIASI MOMENTO!

Taggart: “Denny si è lasciato scaraventare sul pannello di vetro, lo ha fatto per orgoglio, mostrando di poter subire quella manovra per umiliare il padre.”
Kokone: “Eh, già, penso che Jack si stia rendendo conto del mostro imbattibile che sta affrontando.”
Taggart: “Non so sinceramente se Denny possa essere sconfitto, non dopo questa sua indole distruttiva accettata senza problemi.”

Mr. Attitude applica la COUNTRY BLADE al figlio. JUJIGATAME!!! La sua manovra finale devastante per sottomettere i rivali.
Il microfono viene chiaramente spostato da Derek Williams poiché Jack è troppo impegnato nella presa.

Jack: “Allora, Denny, ho il tuo rispetto?”
SPIT.
Uno sputo a terra è la risposta.
Jack: “Te lo chiedo di nuovo, ho il tuo rispetto? Non costringermi a spezzarti un braccio!”
Denny: “TU MI FAI SCHIFO, PARASSITA!”

Il Cowboy di New York intensifica la presa, anche a costo di infortunare Denny, ma lui si trascina verso Derek Williams, riesce a strappargli via il microfono e con esso colpisce il padre, esce dalla Country Blade.
E ORA CHI PUO’ FERMARLO?!?

Denny Leone riprende la sua catena, la accarezza, la sente come un’ancora di sicurezza personale. Poi è tempo del THE VIOLENCE. Di nuovo colpi di catena alla schiena di Mr. Attitude.
I due lottatori sanguinano allo scoccare dei QUINDICI MINUTI di match.
La catena viene posta attorno alla gola di Jack Leone, Denny ha un’espressione sadica, realistica, convincente, per lui non è un ‘gioco’, è un desiderio vero di far soffrire suo padre. Chissà quante volte ha atteso un momento come questo, ora ne ha l’opportunità. Mr. Attitude ha la gola avvolta dalla catena.

Denny: “Forza, rispettami!”

Jack non può nemmeno parlare, le sue corde vocali non producono suoni in quella posizione.

Denny: “Ooooookay, allenterò un po’ la presa, ma solo per sentire la tua resa.”

Con la catena allentata, Jack parla.

Jack: “BURN IN HELL, YOU SON OF A…”

Ancora una volta la catena viene stretta per far soffrire Jack, che non riesce nemmeno a concludere la frase che stava pronunciando. Denny decide di cambiare tattica, abbandona la catena mentre il padre cerca di togliersela dalla gola, poi sale all’angolo, sopra la terza corda.
LEGDROP
FROM
ATMOSPHERE.
L-F-A.
Mr. Attitude si para con la catena, FRUSTATA DI JACK DURANTE LA CADUTA DEL FIGLIO, CHE COMUNQUE CADE SOPRA DI LUI.

Fans: “This is Awesome!!!”
Taggart: “Il pubblico gradisce questa sfida eclatante.”
Kokone: “Questi due raggiungeranno i 20 minuti, John, te lo dico io!”
Taggart: “Già, non penso che nel prossimo minuto vedremo la conclusione del match.”

Con calma i due lottatori cercano di recuperare mentre la regia continua a mostrare in continuazione l’L-F-A. Denny è il primo ad alzarsi, carica il padre sulle spalle per la Military Press, ma lui sguscia alle sue spalle.

LION KILLER!
Cioè l’Edgecution.
Mr. Attitude batte un pugno a terra, dalla distanza richiama la manovra che più di tutte ha caratterizzato la sua carriera.

SPEAR OF THE FEAR.
Travolgente… arriva a colpire Denny allo stomaco.
Un’esecuzione perfetta, che dona nuova speranza al lottatore di New York.
Jack afferra il microfono e lo porta alla bocca.

Jack: “Cedi!”
Denny: “Mai!”

Mr. Attitude va per applicare la COUNTRY BLADE ma Denny reagisce, evade la mossa e contrattacca.
SEE YOU.
Fisherman’s Carry modificata.

Slaaaaaaaaaaam.
Denny mostra la catena al padre, vuole fargli capire che sarà quella a ‘incatenarlo’ a una sconfitta inevitabile. Il wrestler di Portland arriva alle spalle del padre e gli getta la catena attorno alla gola, poi lo trascina, spingendolo all’angolo. È il MY WAY, forse l’uso più brutale che Denny sfrutta con la catena. Il cappio stringe Jack privandolo delle forze.

Denny: “Mi rispetti?”
Jack: “…”
Denny: “RISPETTAMI, SUBITO!”
Jack: “…”

Denny abbandona il cappio, solleva ancora il padre sulle spalle per eseguire nuovamente il SEE YOU, ma qualcosa non va come sperato. Jack riesce a liberarsi quasi a peso morto, poi è lui ad attaccare.
FINAL HOUR.
DOMINATOR INTO AN ELECTRIC CHAIR DROP.
Denny viene scaraventato proprio sulla catena.
Sdeeeeeeng.
Il suono metallico della catena che si attorciglia viene avvertito in tutta l’arena.
Mr. Attitude applica la COUNTRY BLADE a terra, di nuovo JUJIGATAME.

Jack: “ARRENDITI!”
Denny: “NOOOOOOOOO!”
Jack: “RISPETTAMI!”
Denny: “HO DETTO DI NO!”

‘Old Jack non ha pietà, contorce il braccio del rivale, ma lui continua a trovare la via d’uscita, arrivando a toccare le corde. Mr. Attitude fa proprio come il figlio, non molla la presa, non rispetta la regola della sottomissione, insiste nella presa, disposto a tutto pur di vincere. Tuttavia, il wrestler è spossato, è lui ad abbandonare la Country Blade.
Denny si rialza, Jack fa lo stesso.
I due lottatori sono in posizione.

SPEAR OF THE FEAR DI DENNY.

SPEAR OF THE FEAR DI JACK.

È UNO SCONTRO DOPPIO!!!
Padre e figlio collassano assieme dopo essersi travolti a vicenda.
Jack cerca di avvicinarsi a Denny per provare a connettere di nuovo con la Perfect Algorhytm, ma lui sguscia via, allunga il braccio ed afferra il microfono, se lo porta alla bocca.

Testo nascosto - clicca qui


Il pubblico è sorpreso, Jack forse più di tutti, si blocca, non può essere una trappola. Denny si avvicina ancora al padre con il microfono alla bocca.

Denny: “Io ti offro il mio rispetto, stasera te lo sei meritato. Non mi hai sottomesso, non mi hai fatto gridare il mio rispetto tramite una resa, ma mi hai convinto che puoi avere il mio rispetto. Congratulazioni!”

Derek Williams chiama la fine della sfida, è stato un finale epico, ma nessuno si sarebbe aspettato una resa di spontanea volontà dopo oltre 23 minuti di match.

Testo nascosto - clicca qui


Taggart: “CLAMOROSO, è incredibile, alla fine è stato Denny ad arrendersi.”
Kokone: “Ma come… avrebbe potuto insistere, a questo punto forse avrebbe potuto vincere!”
Taggart: “Non è una resa infelice, guarda Denny, se ne va sulle sue gambe, di sua spontanea volontà mentre Jack è ancora in ginocchio, non riesce nemmeno a rialzarsi.”
Kokone: “Quindi siamo giunti alla fine di questa lotta fra padre e figlio? Pare di sì.”
Taggart: “Ti fai le domande e ti rispondi da solo? Io dico di sì.”
Kokone: “Hai appena fatto lo stesso!”

Jack vede la cintura di Desperation Iron Man Champion consegnata fra le sue mani da Derek Williams, ma a lui interessa il microfono.

Jack: “Denny, vieni qui. Non ho fatto questa sfida per strapparti la cintura, non ho fatto questa sfida per umiliarti. Se ho ottenuto il tuo rispetto, era solo per arrivare a te.”

Mr. Attitude rimane in ginocchio, è visibilmente commosso, non sta piangendo ma è emozionato. Denny arriva da lui e gli punta l’indice alla testa. Chiaro richiamo a quando gli puntò una pistola finta alla testa dopo averlo sconfitto e ritirato nel 2007.

Denny: “Bang!”

Il figlio butta la cintura addosso al padre in modo manesco, rifiuta il suo abbraccio e si scansa da lui.

Denny: "Hai guadagnato il mio rispetto come lottatore. Ma come uomo, merda eri e merda rimani."

Poi, il wrestler di Portland si allontana fra i fischi del pubblico mentre Jack Leone festeggia sulla sua theme song, Stillborn.

The feelings I once felt are now dead and gone
I've waited here for you for so very long
I've waited here for you, so long
I've waited here for you, so long
I've waited here for you, so long
I've waited here for you...for you


Mr. Attitude corre fra i fans oltre alla barricata, è felice per questa vittoria e li accetta, pare urlare “Forgive me”, come se fosse dispiaciuto per come si è comportato nei loro confronti per tutti gli ultimi mesi.

Taggart: “Nuovo Desperation Iron Man Champion, Jack Leone vince la cintura per la terza volta in carriera, anche se credo che stasera abbia altro a cui pensare, è in pace con il mondo.”
Kokone: "Però non è riuscito a legare a sé Denny, su quello ha fallito, non penso che possa ripristinare i legami con lui."
Taggart: “Ehi, questo brano io lo conosco!”



IL TEMA DEI GOOD GUYS.
ODDIO, QUESTA È LA THEME SONG DEI GOOD GUYS.

Michael McFarry e Robert Dumas si presentano durante l’esultanza di Jack Leone e l’Irish Multimillionaire corre ad abbracciare Mr. Attitude.

McFarry: “BRILLIANT! Semplicemente Brilliant & Fantastic! Jack, sei più sorprendente delle mie partite su EWR, nemmeno io sarei stato in grado di prevedere questo risultato. Non è forse così, Bobby?”
Dumas: “Congratulazioni, Jack, quella cintura è uno dei miei simboli di grandezza. Siine degno.”
McFarry: “A proposito, Jacky Boy, se ti stai chiedendo perché il tema dei Good Guys, a questo punto avrai per la testa una sola risposta. Ti aspetti che io ti voglia credere di riformare i Good Guys. PERCHÉ NOI SIAMO I BUONI, ricordi? Siamo la faccia pulita del Wrestling! Eppure, non sono qui per questo. Ti faccio le mie congratulazioni e sono qui per sancire la tua prima difesa titolata.”

L’irlandese non perde tempo, Jack ha appena vinto la cintura ma è già tempo di sapere quando e contro chi dovrà difenderla.

McFarry: “Da buon amico ti tratto come una star, tu sei il Robert De Niro del Wrestling, ti meriti di avere una difesa di altissimo livello contro il più grande avversario che tu possa mai avere per questa cintura. Il più grande Desperation Iron Man Champion della storia, due volte campione, ed entrambe ha sfiorato i 365 giorni. Ha più di 600 giorni da campione e questo è un record. Guess who? ROBERT DUMAS!!!”
Dumas: “That’s a wrap, folks!”

Mr. Attitude osserva i due lottatori in silenzio, ha la sensazione che non sia ancora finita.

McFarry: “E il vostro match sarà a WBFF Maniacs IX. No, aspetta, troppo lontano. Facciamo a Extreme Desperation?”
Dumas: “Figurati se ‘Old Jack riesce a mantenerla per tutti questi mesi.”
McFarry: “Hai ragione, allora ci tocca trovare una data appropriata. Eppure a me l’idea di un vostro match a Maniacs piace così tanto! Come possiamo risolvere, che ne dici, Jack? Hai una buona soluzione?”
Leone: “Certo che ho una soluzione. Voi due potete andare a farvi fottere. Per omaggiare l’altro mio figlio… The Champ is Here!”
McFarry: “Okay, questo è quello che si chiama ‘divergenza d’opinione’. Sono un democratico, rispetto il tuo diritto ad avere un’opinione diversa dalla mia. E mi batterò sempre perché tu possa presentare la tua opinione diversa dalla mia!”
Dumas: “Visto che democratico? Lui è un BUONO!”
McFarry: “E siccome sono buono, democratico e milionario, sai che ti dico? Jack Leone vs Robert Dumas, Desperation Iron Man Championship on the line, si terrà a WBFF Maniacs… VIII!”

Il pubblico è sorpreso, o forse no, conoscendo l’indole dell’Irish Multimillionaire.

McFarry: “So che per Bobby questa sfida è del tutto inattesa e lo sto scomodando a salire sul ring per affrontarti, mi si spezza il cuore.”
Dumas: “Tranquillo, boss, non c’è bisogno che io salga sul ring. Che ne dici di un Falls Count Anywhere match?”
McFarry: “Ottimo, mi piace, a te va bene, Jack? Da amico a amico, penso che ti farà piacere, così come ti ha fatto piacere strapparmi via la JLW appena l’avevo fatta mia. Ma tranquillo, quello è un progetto in corso, ora è tempo di pensare a quella cintura che indossi.”

Mr. Attitude sembra volersi accanire su McFarry, ma Dumas si accanisce su Jack Leone, l’arbitro Derek Williams è praticamente costretto a far partire la sfida.

Desperation Iron Man Championship: Jack Leone © vs Robert Dumas [Falls Count Anywhere match]

Si riparte!
Il bastardo non si fa attendere e picchia duramente Mr. Attitude, che reagisce con una Chop improvvisa. Tutto avviene all’esterno del ring, per Dumas è questione di amministrare un netto vantaggio fisico sull’avversario, poi il lottatore di Boston connette con un Belly to Belly Suplex.
Jack è sfinito, non riesce nemmeno a rialzarsi.
McFarry intona il coro “this is awesome” per prendersi gioco dei fans che stanno fischiando questa sfida, urlando “bullshit”.

ARRIVA LA CRUCIFISSION!!!!!!!!!!!!!

Sit-Down Powerbomb di quelle devastanti. SUI GRADONI D’ACCIAIO.
Slaaaaaaaaaaaaaaaaaaaam.
Manovra micidiale, Jack Leone sembra aver perso i sensi.
Robert Dumas si esalta e poi va a chiudere fra gli applausi di McFarry, estasiato dalla sua performance.

Derek Williams effettua il conteggio, sembra dispiaciuto ma non ha scelta.


1……………………………


2……………………………..


3!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ovviamente il risultato non presenta sorprese, Dumas ha praticamente trionfato.

Testo nascosto - clicca qui


Taggart: “Dumas si riprende la cintura per la terza volta in carriera. Proprio quando Jack Leone l’aveva vinta anche lui per la terza volta, il suo record viene eguagliato dopo pochi minuti.”
Kokone: “Lo trovo incredibile. Da Mr. Attitude a Dumas, con il benvolere di McFarry.”

L’irlandese consegna in prima persona la cintura di Desperation Iron Man Champion a Robert Dumas, poi posano insieme sul corpo devastato di Jack Leone per una foto ricordo di quelle che finiscono sicuramente nella prima pagina del sito della federazione. Che dominio per questo duo.



Corridoi del backstage.
Felix Owens cammina con passo deciso, ripreso di fronte.
Facendo scorrere lo sguardo prima a destra, poi a sinistra, scruta ogni porta, ogni svolta, ogni dettaglio.

“Mi vedete frontalmente, ripreso da un cameraman costretto a camminare all’indietro, per consentirvi di immagazzinare un principio fondamentale: anche qualora mi foste davanti, non vi converrà mai voltarmi le spalle, sempre meglio procedere controllando ciò che accade dietro di voi.”

La camminata è scandita quasi militarmente, passo, passo, occhiata a destra, occhiata a sinistra, passo, passo.
E’ un moto matematico, importante è memorizzare ogni camerino, ogni piccola caratteristica del dietro le quinte.

“Mi sto avviando ad affrontare l’incontro più importante della mia carriera, un incontro inseguito per mesi - o per meglio dire, atteso per mesi, visto che l’inseguimento è iniziato e finito con quello Scent of Glory oggi riproposto, ma di certo non con il medesimo fascino del precedente.”

Camerini, porte, dettagli.
Robert Dumas.
Denny Leone.
Jack Leone.
Dal pubblico, incredibilmente, si eleva un vociare


“Uno dopo l’altro sono finiti sul mio cammino esattamente come ora si palesano come piccoli richiami di un passato che ha fatto da apripista a ciò che sarà. Quelle porte che ho aperto nei mesi passati, sono ora chiuse al mio passaggio, non possono rappresentare un ostacolo, non devono rappresentare un ostacolo.”

Camerini, porte, dettagli.
Angel Obike Lowe.
Sheenan.
Jumala.
E il pubblico incalza.


“Un soffio di brezza lungo il mio percorso, c’è stato spazio per tutti, ora non c’è spazio per nessuno. I pochi alti hanno raffigurato validi acuti capaci in parte di mitigare la moltitudine di bassi che ha caratterizzato questi tredici mesi di attesa.”

Una piccola sosta.
Skyblue.
Garet Jax.
Uno sguardo a destra, uno a sinistra.
Destra.
Sinistra.
Riparte.
Pubblico in silenzio.

“Tredici mesi, esatto. Perché è questo il tempo realmente intercorso aspettando questa definitiva resa dei conti.
Garet.
Hai vinto sornione, sul finire del 2014, contro il sottoscritto da poco rientrato e contro uno Skyblue ancora in fase di ambientamento.
Lo status della sfida era decisamente inferiore, nessuno si sarebbe mai aspettato di rivedere nessuno dei tre, a distanza di poco più di un anno, a competere nel Main Event di Maniacs con in palio l’alloro di Undisputed Heavyweight Champion.
Nessuno.
Nemmeno noi.”

Passi, uno dietro l’altro, senza ormai più scrutare lateralmente, ma solo in direzione della sua meta.

“E quel teatro dell’ipocrisia, il Get Jaxxxed: tredici, forse quattordici mesi fa.
E’ una storia che continua a ripetersi, con la differenza che ognuno dei partecipanti ha imparato a muoversi attraverso pericoli, difficoltà ed inimicizie.
Da favorito mi sono trasformato in underdog, ribaltando d’acchito un frangente che nell’arco dei mesi mi aveva visto passare proprio da underdog a favorito. Un circolo virtuoso divenuto circolo vizioso.”

Ancora qualche passo.
Ormai è giunto a destinazione.

“Indossa il tuo completo più scintillante, Garet. E tu, enigmatico Skyblue, fa sì che la tua maschera sia più riflettente che mai, stasera. Dal canto mio, ho già lucidato una singola chiave, con la quale violerò il forziere delle mie stesse, negative certezze.”

Owens avanza con veemenza spingendo l’uomo con la telecamera.

“Non è più necessario riprendermi di fronte. Termina pure questa diretta fissando la mia nuca e la mia schiena. Se prima li ho abituati a non volgermi mai le spalle, celermente li abituerò a guardarmi qualche passo avanti a loro.”

Il cameraman lo filma inquadrandolo di spalle.
Owens è giunto a destinazione.
La porta d’uscita dell’arena.
Una boccata d’aria.

“E altrettanto celermente, li abituerò ad udire il clangore di una porta che gli si chiude davanti, tagliandoli fuori.”

Una boccata d’aria.
La porta sbatte con forza.
Owens è fuori.
O forse è maledettamente dentro.
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