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Rispondete qui sotto. Qui c'è l'editoriale seguito dai commenti.
LA GAZZETTA DEL WRESTLING #1
Un saluto a tutti. Io sono Leon Jackson, mi avete già visto alla presa con diversi report in passato, ma oggi vi parlo di un argomento a mio parere interessante sia per i veterani che per chi è in federazione da pochi mesi: il ritiro di
Malcolm Clark.
Vorrei dunque analizzare la breve carriera di un lottatore che sembrava potesse toccare la luna per quanto era lanciato al termine di WBFF Maniacs VII.
Partendo dalle origini, il debutto di Malcolm è avvenuto ad agosto 2014, piuttosto in sordina. Ha collezionato una discreta serie di sconfitte, in particolar modo quando si è trovato coinvolto nella faida fra Stivi e Michael McFarry. Il problema era dunque la mancata personalità di un giovane di talento, sì, ma piuttosto scialbo al microfono.
Quando le tante sconfitte sembravano averlo messo fuori gioco, avvenne l'impensabile: si sfigurò davanti allo specchio (fun question #1: chi è il secondo wrestler che imitò quel gesto qualche settimana dopo? Rispondete nei commenti!)
Fu un gesto che ebbe delle conseguenze devastanti sulla sanità mentale dell'uomo che odiava il suo cognome, Clark, poiché voleva semplicemente essere chiamato Malcolm.
Una nuova caratterizzazione simil Arancia Meccanica (fun question #2: come si chiama l'attore ed interprete di Alex DeLarge?), bastone alla mano, poi le luci si affievoliscono durante un match e lui comincia a bastonare sotto la Nona di Beethoven, anzi, per essere precisi l'Ode to Joy/Inno alla Gioia.
La perfezione!
Non poteva rimanere nelle retrovie a lungo. Arrivò il feud capace di segnare definitivamente Malcolm, la rivalità con John Kratos. Il Greek Warrior cercò di 'riparare' la sua insanità, specialmente quando Malcolm credette di essere un personaggio di finzione, le cui gesta erano dettate da 'creature superiori', più o meno come ogni fanatico religioso al mondo (no, qui non vi faccio nemmeno la domanda sulle loro identità).
Kratos dovette spingersi nei meandri della follia mentale di Malcolm, attraversando gli stessi tunnel, incontrando questi 'creatori' e trovandosi a chiedersi cosa fosse reale e cosa fittizio. Alla fine, era tutta una montatura (guess so!)
Malcolm fece team con Kratos a Bloody Desperation @Tokyo contro i suoi 'creatori', trionfando e liberandosi di questo possesso fittizio. Tuttavia, la sua sanità peggiorò per via delle incertezze, perciò a WBFF Maniacs VII divenne inevitabile la sfida finale contro Kratos.
Vinse il Greek Warrior, ma Malcolm divenne Deadly Shiver Champion grazie ad un piano congeniato da Kratos, che ripristinò la Chaotic Existence per dare un possesso a quel lottatore che lo tenesse legato alla realtà.
Da quel momento, Malcolm divenne uno fra i nomi più interessanti della federazione di Chicago, imperfetto sul ring e quindi nei risultati, ma capace di creare situazioni caotiche al limite della comprensione. Dall'eroico flusso di pensieri a tematiche sociali e spunti di riflessione per i fans.
Purtroppo, non è una storia a lieto fine, Malcolm si è eclissato gradualmente, il feud con l'Awakening ha portato ad un'enfasi sulla Chaotic Existence ma l'annullamento individuale del lottatore.
Infine, l'ultima tappa al Survivor of the Ring, il leader è stato subito eliminato dal torneo e quindi ha mantenuto la promessa di lasciare la federazione.
Pensate che Malcolm avrebbe potuto fare di più? Il potenziale c'era e la sua leadership è stata impressionante nei primi mesi.
Questa non vuol essere una celebrazione, un tributo o un'accusa, è una semplice analisi di un lottatore che è stato in grado di trovarsi al centro dell'attenzione per tanti motivi diversi fino a diventare 'Malcolm Who?'
Niente, è andata male.
A voi la scelta dell'argomento del secondo editoriale nei commenti:
A) PIACNZ! La storia del gigante italiano.
B) Chi è D.B. Wordlife e qual è il suo ruolo nella dirigenza?
C) 2012, l'Apocalisse WBFF, i postumi di The Last War 2012.
Dream On,
Leon Jackson.
[Modificato da cell in the hell 24/09/2015 13:56]