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Bloody Desperation 3x11 - 26/06/2015

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2015 20:43
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Drago / Denny Leone
Over the God
26/06/2015 20:42
 
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Risuona Can't Hold Us di Macklemore, il pubblico esplode in un boato che accoglie il WBFF UNDISPUTED HEAVYWEIGHT CHAMPION, Drago.
Il fighter di Liberec si concede ai suoi fan ballando la Drago Dance prima di salire sul quadrato, armato di microfono. Drago mostra la cintura di campione del Mondo con orgoglio al popolo WBFF.

Drago: "Sono arrivato in America con un sogno. Un sogno che è divenuto realtà in tempi relativamente brevi. Non c'è nulla di più gratificante di tutto questo."

Drago rotea con la cintura in bella mostra, giocando con il pubblico che applaude e dedica cori al fighter, il quale come sempre sembra apprezzare il calore che i tifosi gli tributano di volta in volta. Drago si ricompone e ricomincia a parlare.

Drago: "Lo ammetto, l'esordio di questa sera è alquanto banale. Realizzare un sogno, raggiungere i propri obbietivi, essere in pace con se stessi, perseguire un'ideale di giustizia...in fondo, ogni campione face che si rispetti parla sempre delle stesse cose."

Drago assume un'aria decisamente più seria rispetto a quella che, solitamente, lo contraddistingue, e parla a cuore aperto all'universo WBFF che sembra ascoltare con attenzione le parole dell'Undisputed Heavyweight Champion.

Drago: "Sette giorni fa siete entrati in casa mia, ho deciso di rendere disponibili immagini teoricamente private con il solo scopo di mostrare alle persone chi sia realmente Petr Vesely, ciò che il sottoscritto rappresenta a 360 gradi, anche al di fuori della WBFF. Spero che vi siate divertiti come mi sono divertito io a rivedermi conciato in quel modo...è una cosa che non capiterà più, questo deve essere chiaro."

Drago fa l'occhiolino e tira fuori la lingua, tornando a giocare con il pubblico, tuttavia è solo questione di pochi istanti prima che il fighter torni a parlare seriamente.

Drago: "Questa sera voglio mostrare qualcosa che, solitamente, un campione del mondo tende a voler nascondere ai rivali, al pubblico, e perchè no anche a se stesso...voglio raccontarvi la paura..."

Il pubblico ascolta in silenzio le parole del wrestler di Liberec, il quale si zittisce per qualche istante prima di ricominciare il suo monologo.

Drago: "Io, Petr Vesely, ho paura. Ho paura di perdere quanto ho conquistato a Symphony of Darkness. Ho paura di rovinare quanto di buono fatto nel corso degli ultimi mesi. Ho paura di essere un campione di transizione, un campione che la gente faticherà a ricordare come tale.
Ho paura di Aaron Kirk, della sua voglia di rivalsa, della sua costante ricerca di dimostrare di essere il numero uno.
Ho paura di James McFist, l'essere suo amico non lo rende di certo rivale da sottovalutare, una leggenda vivente, un uomo che non ha bisogno di ulteriori elogi per essere omaggiato.
Ho paura di Jack Leone, l'enigma insoluto della WBFF, l'uomo che più di tutti ad Extreme Desperation vorrà dimostrare chi sia stato il simbolo della nostra federazione."

Drago si zittisce nuovamente e osserva i fan per qualche istante, al che un mormorio diffuso comincia ad espandersi a macchia d'olio. Drago rimane in silenzio e ascolta il pubblico che comincia ad inneggiare al wrestler ancora non menzionato dal fighter di Liberec.

CROWD:

"Skyblue!
Skyblue!
Skyblue!
Skyblue!"


Drago: "Non ho dimenticato il mio rivale di stasera. Skyblue...il misterioso wrestler mascherato...sapete, ho cercato di invitarlo alla mia festa per poterlo conoscere un pò meglio, non ho avuto il piacere di poter parlare con lui in nessuna occasione, sul ring non vi è mai stata la possibilità di incrociarci. Sono passati diversi mesi dal nostro debutto in WBFF, eppure stasera è la prima volta in assoluto che i nostri destini si incrociano sul ring."

Il pubblico ha ormai smesso di inneggiare a Skyblue, mentre Drago riprende un'ultima volta fiato prima di ricominciare a parlare.

Drago: "Aver paura di ciò che si conosce è sinonimo di debolezza solo per i perdenti. Aver paura di ciò che si conosce è, per un vincente, un aspetto inevitabile della propria vita. Colui che non ammette le proprie paure è un perdente o un bugiardo.
Solo avendo paura si possono ottenere i risultati necessari per superarla. Spaventarsi di fronte all'ignoto non è significativo, non si può temere ciò che non si conosce per il semplice fatto che il non essere a conoscenza dell'effettiva pericolosità di una cosa non comporta l'averne timore.
Skyblue...io non conosco Skyblue.
Io non so chi si celi dietro la maschera di Skyblue.
Io non so cosa dire su Skyblue.
Io non ho paura di Skyblue.
E la cosa mi spaventa a morte..."

Il pubblico rimane in silenzio, mentre risuona nuovamente Can't Hold Us e Drago, senza saltellare, fa il suo ritorno nel backstage. Sui volti delle persone presenti nell'arena sembra stampato un ipotetico punto interrogativo, si fatica a comprendere il significato delle parole del fighter di Liberec, il quale è ormai sparito dietro le quinte mentre viene mandata in onda la pubblicità.

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Backstage, corridoi. Robert Dumas è intento in quello che è a tutti gli effetti un rito, quello di prendere un caffè alla macchinetta al suo arrivo nel palazzetto. Con fare metodico, col dito medio della mano destra prima si abbassa gli occhiali da sole, così da poter leggere meglio le scelte a disposizione, quindi li rialza, inserisce l’importo e seleziona. La macchinetta fa uscire il caffè,oltre che il resto. Ed un foglietto. “Alla tua destra, l’ultima porta in fondo al corridoio” c’è scritto. Il Bastardo sorseggia il caffè, quindi con passo felpato, incuriosito, si dirige verso la stanza. La apre. Al suo interno, le pareti sono tappezzate di specchi, altri specchi invece sono posizionati disordinatamente all’interno della camera, formando un effetto labirinto. Mr Unhappy Ending passeggia lentamente tra gli specchi, spesso si ferma, si osserva, muove prudentemente alcuni passi, torna verso l’uscita, ma la porta è sbarrata da Claudio Cazador. Il Cacciatore fissa dritto negli occhi il Bastardo, nessuno dei due vuole spezzare la tensione, ma qualcuno deve pur farlo. Secondi interminabili, finché il wrestler di Sparks non rompe finalmente il ghiaccio. -Da qualche tempo ci sono parecchie facce nuove da queste parti, giganti tali da rendermi meno temibile di quanto non sia effettivamente. Ma tutti, nessuno escluso, hanno paura anche solo a bisbigliare un solo ed unico nome a sproposito: Robert Dumas. Il Cacciatore ha catturato l’interesse del Bastardo, che incrocia le braccia e da dietro gli occhiali da sole corruccia gli occhi, segno che è particolarmente interessato alle parole di Cazador. -Bobby, parliamoci chiaro: tu sei una leggenda. Ed una preda leggendaria, è il trofeo perfetto per ogni Cacciatore. Ed ogni preda, anche la più temibile, ha un punto debole. Il tuo è l’ego. È talmente grande che è lui a tenerti nel suo palmo, non il contrario. Questi specchi, il mio apprezzamento nei tuoi confronti, il mio riconoscere il tuo status, non sono una sviolinata. Sto solo nutrendo il tuo più grande difetto, così che cresca e diventi forte. Tanto forte da portarmi a dirti in faccia, apertamente, qual è il mio piano, poiché il tuo ego così ne rimarrà sicuramente colpito da voler trovare assolutamente la via più umiliante per trionfare su di me, portandoti ad essere maniacale, metodico, sotto pressione ad un punto tale da aumentare qualunque tua possibilità d’errore. Pensi di essere più forte del tuo ego? O pensi che riuscirete a convivere e ad affrontarmi insieme? Dumas osserva lo specchio, il riflesso. L'immagine del suo volto che gli ammicca sorridente. Rapito dalle sue stesse fattezze, solo dopo qualche secondo si accorge del silenzio ormai caduto, distoglie la sguardo ed osserva Cazador.
“Scusa? Hai detto qualcosa?”
Il bastardo sorride. Guarda il Cacciatore che non sorride alle sue battute, poi decide di fare sul serio.
“No, non è vero. Ho sentito cosa hai detto. Volevo solo dare seguito alle tue osservazioni. Che dire? Forse hai ragione. Forse è davvero l'ego il mio punto debole. Me l'hanno detto così tante persone nel corso di questi dieci anni che alla fine me ne sto convincendo. Magari hai ragione, il mio ego mi tiene in pugno. Mi limita. Ed è un tale peccato; pensa a quali formidabili traguardi avrei potuto raggiungere senza questo tremendo fardello a rallentare la mia corsa. Immagina che cosa avrei potuto essere, se solo avessi quel pizzico d'umiltà in più”.
Il Mr.Unhappy Ending continua a guardarsi nello specchio.
“Se però dovessi rispondere nel merito alle tue osservazioni: onestamente non lo so, Claudio. Posso chiamarti Claudio?” Giusto un leggerissimo cenno del capo da parte del Cacciatore.
“Se credo di poter condividere il ring con questo ego? Se posso sconfiggerlo? Ed io ti chiedo, tu cosa pensi?”
Il bastardo lo guarda.
“Credi davvero che l'ego sia un problema? Pensi che possa distruggermi?
- Io credo che l'ego ti stia già distruggendo. Non ti stai sentendo? Stai cercando una risposta dietro una catena di domande retoriche, già poste da me, sottolineo- sentenzia Cazador, rimarcando l'ultima parola accompagnandola mimando esageratamente il gesto di una sottolineatura.
“Pensi che io possa diventare maniacale. Che diventi a tal punto metodico da costarmi da solo la vittoria e pensi che tutto questo avvenga nonostante tu abbia appena svelato il tuo piano come il peggior villain della storia del cinema?”
Breve momento di pausa. Il bostoniano si guarda intorno.
“La sai una cosa? Io mi guardo attorno e, qui dentro, vedo tanti Claudio Cazador quanti Robert Dumas.”
...
“Apprezzo i tuoi complimenti e li accolgo volentieri. Apprezzo e sono particolarmente sensibile al fascino di Robert Dumas riflesso in ogni lato della stanza. Ma la verità è che tu mi accusi di essere superbo ed egomaniaco. Quando la verità mi dice che sei tu il primo a sopravvalutare te stesso. Il che implica automaticamente sottovalutare il sottoscritto. Ed io non vedo così tanta differenza nel tuo modo di fare. Come non ne vedevo in tutti quelli che, prima di te, mi hanno accusato di essere rovinato dalla mia superbia. Perché è così che funziona in questo mondo.”
Dumas getta gli occhi sul cacciatore.
“E se davvero lo stai pensando. No, non c'è rischio che il mio ego mi sconfigga. Non devo dimostrare di convivere con questo. Io sono il mio ego.”
Il Cacciatore sorride, lo vediamo chinare la testa divertito di gusto! Raramente il wrestler di Sparks si lascia andare a simili sprazzi d'emozione palpabile, ma addirittura applaude ironicamente al Bastardo! El Cazador comincia a girargli intorno, ripetendo “Dummie, dummie...” un numero imprecisato, ridondante ed infinito di volte, con tono roco e basso, prima di fermarsi di fronte ad uno specchio, portando le sue spalle contro le spalle di Dumas, sfiorandole. -Dummie- spezza di colpo l'atmosfera con un'altra intonazione -Posso chiamarti Dummie? Ma a chi sto rivolgendo questa domanda? Attimi di silenzio, Robert Dumas sembra spiazzato. -Negli specchi, ci sono centinaia di Dumas, ed altrettanti Cazador. Ma c'è una sola differenza tra noi. Se mi stessi rivolgendo a me stesso, a Cazador, non avrei bisogno né di uno specchio, né di null'altro. Mi basto. E forse è qui che sta la mia superbia, come tu accusi. Ma tu non puoi fare lo stesso. Perché in ogni Dumas, il tuo ego vede un Robert Dumas riflesso, un Robert Dumas splendido ma pur sempre una copia, e peggio ancora, non una copia di Robert Dumas: ma una copia dell'EGO di Robert Dumas, talmente grande da impedirgli di ricordarsi di essere stato un essere umano prima di divenire Robert Dumas. Robert Dumas. L'ho ripetuto e continuerò a ripeterlo ancora. Robert Dumas. Voglio nutrire la bestia, ingozzare la preda, così che il banchetto con le sue carni sarà più succulento. E un banchetto con le carni di Robert Dumas, sicuramente attirerà sul mio carro da vincitore numerosi fanboy che in tutti questi anni non hanno fatto altro che odiarti, in attesa della tua caduta. Tu sei il tuo ego. Ma il tuo ego chi è? Un pluricampione mondiale? Un più volte DIM Champion? Un powerman tecnico? Tutte queste cose? O è semplicemente il mostro che si tiene in vita guardando nell'abisso della disperazione di Robert Dumas, di quello vero, dell'essere umano che ha paura a guardarsi riflesso nello specchio, se non per narcisismo, perché ha paura di vedere da cosa si è fatto schiavizzare? Perché tu lo mascheri bene, Robert Dumas, ah se lo mascheri bene, ma hai un terrore fottuto di soffermare i tuoi occhi per più di pochi dannati secondi su di un singolo specchio, e continui ad osservare tutti i riflessi che hai intorno, perché sai che guardando superficialmente un esercito di Robert Dumas il tuo ego ne verrà accresciuto, così come sai che soffermandoti una sola, singola volta su un solo, singolo Robert Dumas, il castello di carte cade, in quanto hai il terrore di scoprire cosa c'è dietro l'ego, cosa c'è dietro Robert Dumas.
Serio, poi sorridente, poi di nuovo serio. Dumas oscilla in una gamma di sensazioni molto diverse senza soluzione di continuità. Nell'ultimo discorso ha seguito ogni singolo movimento del suo interlocutore. Ora però ha ripreso a guardarsi nello specchio.
“Io sono Robert Dumas. Nato a Boston, il 31 Maggio 1983. Sono un sette volte campione, di sei federazioni diverse. Ho conquistato titoli in giro per il globo, in ogni angolo sperduto della galassia, contro ogni tipologia di avversario possibile. Sono un power man tecnico. Sono il bastardo. Il Mr.Unhappy Ending. E, queste, dovrebbero essere le uniche tue preoccupazioni. Questo è l'ego con il quale devi avere a che fare.”
Cazador lo osserva non particolarmente soddisfatto.
“So che non è quello che volevi sentire, Claudio.”

“Ma fidati, tutto quello che hai da sapere, è racchiuso in queste piccole informazioni. Su cosa ci sia dietro, sul modo in cui io guardi il mio riflesso. Sul mio castello di carte puoi fare tutte le elucubrazioni di cui hai bisogno. Puoi ripetere il mio nome all'infinito, moltiplicare gli specchi e cibare il mio ego. Non sei il primo a farlo. Quello che affronterai sarà sempre lo stesso Robert Dumas.”

“Sette volte campione del mondo. Di Boston. Bastardo. Mr. Unhappy Ending”.
Adesso lo osserva negli occhi.
“Se vuoi cibarti su questo splendido banchetto; se vuoi davvero conquistare la cima della montagna, ti conviene scalare non aspettare che crolli provando ad eroderne la base”.
Non muove un muscolo e continua a parlare. Fermo, circondato da schiere di sé stesso e di Claudio Cazador.
“Vedi: da quando sono tornato in WBFF, ho avuto non pochi problemi di ambientamento. Nel corso degli ultimi mesi ho avuto a che fare con un uomo che si fa chiamare il Master of Chambers; un uomo sufficientemente intelligente da esser ritenuto ermetico ed incomprensibile, nonostante ogni settimana si presenti sullo stage aprendo il suo cervello e svelandone il contenuto. Ha cercato di portarmi nel suo labirinto e di farmi perdere nei suoi contorti pensieri, ma non c'è riuscito.”
Cazador si lascia sfuggire un ghigno sornione, abbassa lo sguardo e dalla tasca estrae un cartoncino, col quale inizia a giocare, roteandolo tra le dita della mano, prima di posare nuovamente lo sguardo sul Bastardo. Dumas ci pensa su, quindi prosegue.
“Ma il problema non è neanche questo. È una questione più generale. Perché guardando tutte le persone che affollano questo backstage, osservando gli show, io vengo quotidianamente a contatto con le vostre vite. Pur senza scambiare una singola parola con voi, io so cosa vi accade fuori dalle mura del palazzetto. Voi tutti portate la vostra vita qui dentro. Chi ricordando la propria ragazza perduta, chi affrontando diatribe familiari, chi combattendo per la legalizzazione della droga leggera. Nessuno di voi opera un filtro. La vostra vita è il lavoro ed il vostro lavoro è la vita. Non ci sono distinzioni. Ed è per questo che vi ostinate ad applicare i vostri metri valutativi al sottoscritto.”
L'inflessione della voce subisce continui sbalzi.
“Ed è per questo che continuate a sbagliare. Voi mi osservate e mi sentite non parlare d'altro se non di titoli, gloria personale e Robert Dumas. Non trovate appigli e quindi siete sicuri che dietro a questo debba esserci qualcosa. Che dietro a questa maschera si nasconda un mare di insicurezza destinato ad essere svelato, prima o poi. Non potete proprio concepire la semplice idea che dietro questa maschera di ego non ci altro che...
Ego. Puro e semplice ego.”

Lo sguardo torna su sé stesso.
“Ma continuerai a non credermi, quindi voglio farti un grande favore e dirti una volta e per tutte cosa accadrà una volta caduto il mio castello di carte. Con chi infine avrai a che fare”.

“Robert Dumas.”

“Di Boston, Massachusetts”

“Sette volte campione del mondo”.
...
"Il resto lo sai, no?"
Cazador sorride, non particolarmente impressionato. Squadra il Mr.Unhappy Ending da cima a fondo, poi con voce priva di emozione, come fosse un mantra, ripete due semplici parole.
-Robert Dumas. Robert Dumas. Robert Dumas.
Questione di secondi, poi scompare, inghiottito dai corridoi del palazzetto. Il bastardo rimane nella stanza degli specchi da solo. Guarda il suo riflesso...
… Ma solo per qualche secondo.
CAMERA FADES

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Ci troviamo in una stanza con un lungo tavolo, da una parte se ne stanno cinque businessman in giacca e cravatta mentre dall’altro capo del tavolo un samurai giapponese, un contrasto che rende il tavolo un ponte tra due nazioni ed epoche diverse.
“Bene, come stavo dicendo signor…mi scusi, non ho afferrato bene il suo nome?”
“…”
“Ehm, bene…come stavo dicendo un’offerta del genere non l’abbiamo proposta a nessuno prima d’ora. Con questo non vogliamo asserire che debba per forza accettarla ahahah” (scambio di sguardi tra businessman con risate di assenso)
“…”(il samurai rimane muto e serio)
“ma riteniamo che non si possa non farci un pensierino. Del resto il tryout è stato più che positivo, direi il migliore di sempre nella nostra federazione. Certo, Il prodotto che voi ci offrite è come dire…misterioso. Ma alla gente piace l’ignoto, quello che piace alla gente porta soldi e noi non siamo certo una onlus, eheh…” (risatine di assenso)
“…”
“Beh, chi tace acconsente…legga pure il contratto prima di firmarlo”
Il samurai afferra tra le sue mani il plico di fogli posto sotto i suoi occhi e comincia a sfogliarlo.
“Pensavo non parlasse la nostra lingua, ma evidentemente sa leggerla. Mi scusi, lungi da noi volerla offendere. Non oseremmo mai, voi siete senz’altro un uomo rispettabile seppur un tantino…eccentrico. E così il vostro protetto, se così possiamo chiamarlo visto che ha ampiamente dimostrato di non necessitare di protezione ahahah” (risatine all’unisono)
Il samurai alza lo sguardo dal contratto e apre bocca:
“Sì, ma l’arte?”
“Ma allora voi parlate la nostra lingua! Siete solo di poche parole, e fate bene…negli affari non servono parole solo fatti. Qualche stretta di mano e qualche calcio nel sedere alle volte…nel nostro business in particolare direi più calci che altro eheheh…”
“Sì, ma l’arte?”
“Scusateci se abbiamo ignorato la vostra domanda. Certo, il wrestling è un’arte e noi della Planet Wrestling Entertainment ci teniamo che resti tale. Selezioniamo i più grossi nomi del panorama mondiale garantendoci che allo stesso tempo combacino con gli atleti più in forma del momento. Del resto sapete, questo è un mondo dove è facile trovare fiamme ardenti ma che si spengono in fretta…”
“Sì, ma l’arte?”
“Come? Ah sì, forse a voi interessa il lato più come dire, ‘scenografico’ di questo business. Lo avrei giurato dai costumi eheh…beh, noi ci garantiamo le prestazioni di performer definiti tali a 360°. Questo non è solo uno sport da combattimento, la gente vuole anche ridere, piangere, avere paura…noi diamo ai nostri performer la possibilità di esprimersi come meglio credono, in accordo con la dirigenza ovviamente, non dobbiamo certo diventare una pagliacciata. Ma per dire, un personaggio come Gaijin è il benvenuto. È un mix tra soprannaturale, orientale, teatrale, il tutto amalgamato ad una tecnica sopraffina e delle doti atletiche fuori dal comune. Un pacchetto completo! Per questo la nostra offerta è così buona”
“Sì, ma l’arte?”
“Scusate? Non vi seguiamo più? Ah, ma certo! L’arte! Noi abbiamo i migliori scenografi del business! Per non parlare dei coreografi! Ma avete visto i nostri promo? Avanguardia pura! Potrete sbizzarrirvi nei vostri proclami, non dovete temere…basta proporre! Possiamo registrare dei promo al livello dei migliori trailer cinematografici! Di qualsiasi genere desideriate, basta chiedere! Non esageriamo troppo con la fantasia però eh, caro il mio samurai…la gente deve ricordarsi che sta assistendo ad uno show di wrestling, non ad un anime giapponese eheheh…”
“Sì, ma l’arte?”
I businessman si guardano tra di loro con nervosismo, l’uomo che ha parlato finora si beve un sorso d’acqua per bagnarsi la gola ormai secca dopo il soliloquio, ne approfitta per prendere la parola uno dei suoi partner.
“Scusate signor…samurai. Ma voi parlate la nostra lingua?”
“Sì”
“Ah, bene…”
“…ma l’arte?”
Scambio di sguardi perplessi, il monologhista sbuffa perdendo il sorriso mantenuto finora.
“Vabbè, firmate questo benedetto contratto e facciamola finita”
“No”
Gli uomini rimangono interdetti.
“Ma allora signor samurai, sapete dire anche un’altra parola della nostra lingua!”
“Egregi signori, conosco la vostra lingua forse ancor meglio di voi che in questo continente ci siete nati e cresciuti, ma la utilizzate solo per vomitare futilità nel tentativo di sollazzare il sottoscritto che con le vostre lusinghe ci si sciacqua le natiche”
“Ma la nostra offerta…”
“Sì, ma l’arte?”
“Ancora con questa storia?”
“Qual è la differenza dei nostri contenuti, miei signori? Io insisto con l’arte, voi insistete con la vostra offerta. Ognuno tira l’acqua del suo mulino e lo scroscio della corrente copre il rumore delle nostre bocche impedendoci di dialogare civilmente. Voi non siete qui per ascoltare le mie parole, nemmeno avete interesse del fatto che parli o meno la vostra lingua. Voi volete solo una firma che vi garantisca di usufruire del mio…come lo avete chiamato? ‘Prodotto’”
“Ci saremo espressi male, il nostro è solo gergo affaristico. Semplicemente noi vogliamo un servizio da voi e noi vi offriamo il nostro spazio per potervi mettere in luce e farvi strada in questo business. È così che funziona e il vostro Gaijin può fare molto bene qui da noi…”
“No signori, non è così che funziona. È così che avete deciso di farlo funzionare voi. Voi avete scelto come deve funzionare questo mondo e lo avete reso il vostro ritratto simile e conforme. Questo mondo è marcio, putrescente, come le uniformi che indossate”
“Ma come vi permettete?”
“Come vi permettete voi di chiamare ‘prodotto’ qualcosa che le vostre menti non possono nemmeno connotare né le vostre bocche spiegare? Come potete pensare di definire ‘servizio’ qualcosa che trascende le vostre intere esistenze?”
“Sentite, signor samurai, di personaggi come voi in questo business ne abbiamo visti tanti. Una volta finito il carnevale e tolte le maschere tornate tutti uomini come noi…”
“Oh, su questo siamo d’accordo: siete uomini. E come tali siete corrotti dall’ingordigia di potere. Guardatevi, siete tutti uguali. Indossate persino gli stessi abiti. La vostra brama, l’arrivismo, il desiderio di realizzazione individuale vi porta a essere tutti identici, e come tali ancora più ridicoli e meschini. Siete come un esercito di topi di fogna pronti a sbranare il più debole per riempirsi la pancia. Avete omologato questo mondo togliendo ciò che aveva di bello. Perché insisto nel chiedervi dov’è l’arte? Perché l’avete ammazzata e occultato il cadavere! Avete colorato questo mondo di bianco e nero, rendendolo arido e sterile. Tutto è uguale, tutto è grigio. E così chi vi vive è diventato grigio lui stesso, incapace di esprimere un pensiero, un’idea, qualcosa di differente che possa dare un minimo di colore. L’arte non c’è più in questo mondo, il bello è stato ucciso. E voi siete gli assassini!”
Gli uomini in giacca e cravatta si scambiano degli sguardi, uno di loro fa una smorfia ironica e gli altri ne vengono contagiati per poi tramutare la smorfia in risata. Tutti ridono.
“Signor samurai, perdonateci se abbiamo ucciso la vostra preziosa arte. Non era nostra intenzione. Avete fatto molto bene a sfogarvi. Noi non possiamo fare molto per voi a parte offrirvi la somma di denaro promessa sul contratto ed uno spazio dove poter dire la vostra menando mazzate. Però una cosa possiamo promettervela: domani andremo tutti in giro indossando dei kimono!”
Gli occidentali esplodono in una fragorosa risata. Il samurai rimane zitto per qualche secondo ma con un pacato sorriso sulle labbra.
“Non ce ne sarà bisogno, signori miei. Ho deciso che voi non siete degni di tornare a vivere d’arte. Il vostro mondo rimarrà bianco e nero”
“Noooo? Per favore, ci teniamo tanto!”
“Spiacente, signori. Ma potrete contribuire al ritorno dell’arte: oggi sarete tavolozza e pennelli”


Si spengono le luci e nel buio si odono dei fruscii, gli uomini d’affari terrorizzati finiscono per adunarsi spalla contro spalla. Nel buio appaiono maschere bianche che danzano attorno agli uomini.
“Questa è l’arte della guerra, signori! Godetene finché potete!”

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La bocca sputa sabbia, le dita graffiano il manto rosso senza ferirsi, il deserto si apre con tutta la sua ferocia davanti al cavaliere errante, che si inchina al suo cospetto prima di esalare il suo ultimo respiro.

Jack Leone corre verso Drago, McFist e Kirk sono fuori dai giochi, SPEAR OF THE FEAR…

Ucciderebbe per un goccio d’acqua. Giunge a chiedersi se il suo sangue non sia buono da bere, poiché è tutto ciò che ha. Mentre si trascina, i piedi che nuotano nella sabbia, ha l’impressione di salire d’altezza.

… NO! Drago evita! Jack Leone subisce un duro colpo contro le transenne fuori dal ring! Drago può ora colpire, uno sguardo rivolto al pubblico…”

Ha caldo, vuole togliersi la maschera azzurra che copre il suo volto, sa che potrebbe ottenere conforto, ma ha promesso di non farlo. Non ancora. Sale, affonda, sale, affonda…

“LAMANI RAMENI! Chiusa! Jack Leone soffre, Kirk si è rialzato ed accorre in soccorso del suo nemico, per impedire al match di finire qui…

… Fino alla cima della duna …

JACK LEONE CEDE!

Una tempesta di vento spazza via la duna su cui l’ospite errante si è arrampicato.
DRAGO È ANCORA UNDISPUTED CHAMPION! Aaron Kirk si dispera per non aver fatto in tempo a salvare l’incontro, che qui si conclude, con la Drago Dance!

Il cavaliere errante con la maschera di Skyblue viene sepolto dalla montagna di sabbia.

Un polsino emerge dalle profondità del deserto, il polsino di Drago.

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WARNING: la visione di questo filmato è sconsigliata a chi crede fermamente che James "Hammer" McFist sia un uomo bruto, impulsivo e poco riflessivo.

Un bar di Detroit: viene inquadrato un uomo di spalle, poggiato con i gomiti sul bancone del locale.

Poco dopo entra in scena un altro uomo, anch'egli inquadrato di spalle, di cui risalta subito all'occhio la lunga e folta chioma: sta per raggiungere l'altro tizio che abbiamo intravisto in precedenza.

I due rimangono molto vicini tra loro, poi si voltano l'uno in direzione dell'altro, lasciando che il profilo dei loro volti riveli chiaramente la loro identità: non era difficile intuire che l'ultimo arrivato fosse James McFist, ma forse in pochi si sarebbero aspettati di riconoscere nell'altro uomo il former Undisputed Champion Aaron Kirk.

Non è assolutamente vero. James McFist è realmente James McFist, ma l'altro uomo è palesemente un sosia dell'Humbler. La somiglianza è notevole, ma poteva illudere l'occhio degli spettatori soltanto per un paio di secondi, non di più.

Un'inquadratura diversa, realizzata con una seconda telecamera, ci mostra una pinta di Tennent's Stout nerissima davanti all'Humbler. Dopo l'iniziale scambio di sguardi Kirk fa cenno al barman di servire qualcosa a McFist, lasciando intuire che probabilmente sarà lui a saldare il conto per entrambi. Il barman, casualmente e neanche mica tanto, serve ad Hammer una birra americana, una Budweiser bionda.

Nonostante si avverta puzza di farsa e di thrash nell'aria, la scena comincia a farsi tanto interessante quanto ambigua: Kirk inizia a fissare il boccale di James, poi allunga una mano e lo afferra, avvicinandolo a sè. Aaron solleva il boccale e inizia a trangugiare la Budweiser bionda di McFist, fino a scolarsene metà.

Hammer inizialmente si mostra stupito, poi sorride e allunga una mano verso il boccale di Aaron Kirk. Inizia a scolarsi metà della pinta di Tennent's scozzese nera, poi poggia nuovamente il boccale sul bancone.

Simbolismi a manetta non facilissimi da cogliere, il bello però deve ancora venire. Perchè se prima la scena sembrava ambigua, adesso diventa verosimilmente inquietante: McFist, senza curarsi del fatto che Kirk abbia appena bevuto la sua bionda, riprende con sè quello che doveva essere il suo boccale e termina la Budweiser tutto d'un sorso.

Aaron sta per emularlo, ma McFist lo anticipa con un gesto molto veloce e prende in consegna il suo boccale di Tennent's. Poi... Rovescia ciò che rimane della sua birra sulla superficie del bancone.

I due tornano a fissarsi l'uno con l'altro.

Hammer: "Non abbiamo detto neanche una parola, cazzo. Ma è stato meglio di un appuntamento galante"

McFist lascia su una zona asciutta del bancone una banconota da venti dollari, poi si allontana.

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Taggart: Eccoci giunti ad un match che potrebbe tranquillamente essere il Main Event di uno dei pay per view più importanti della federazione!
Kokone: Chissà come mai quattro lottatori di questo calibro si scontrano in un Bloody Desperation? Suppongo che sarà un match di una lunghezza sconvolgente...
Taggart: Tu dici questo perchè credi che non sarà così...
Kokone: Io credo solo in Jumala.

FATAL FOUR WAY MATCH: Garet Jax vs Claudio Cazador vs Felix Owens vs Robert Dumas

I primi ad entrare sul ring, insieme, sono Garet Jax e Claudio Cazador. Il pubblico accoglie calorosamente il Luckyman, mentre sembra più tiepido nei confronti del cacciatore.
Felix Owens raggiunge i due avversari sul quadrato. Il pubblico fischia in parte il Master of Chambers, ma non mancano gli applausi da una sparuta porzione degli spalti.
Robert Dumas è l'ultimo ad unirsi alla festa. I quattro son sul ring. Claudio Cazador e Garet Jax sembrano parlottare tra loro e lo stesso fanno Felix Owens e Robert Dumas, probabilmente studiano una strategia per far fuori i due avversari e potersi giocare tranquillamente la vittoria.

DING DING

La campana dà il via alla contesa ed è subito RISSA A CENTRO RING!

CROWD: "WOOOOOOOOOOOOOOOOO!"

Jax e Cazador colpiscono rispettivamente Owens e Dumas, i quali non restano di certo a guardare e ricambiano i due avversari con la stessa moneta! Owens e Dumas riescono momentaneamente ad avere la meglio, ed è Dumas il primo a mettere al tappeto Claudio Cazador con una FULL NELSON SLAM!!! Cazador va al tappeto e rotola fuori dal ring!

Kokone: Inizio incredibile, il pubblico sembra caldissimo!
Taggart: E non potrebbe essere altrimenti...il riscaldamento sembra che si sia rotto!

Garet Jax riesce con una CLOTHESLINE a mettere a terra Felix Owens, ma Robert Dumas sorprende il LUCKYMAN e lo mette a terra con una IMPLANT DDT!!! Dumas va per il pin:

1.....

OWENS INTERROMPE IL CONTEGGIO!!!! Felix Owens rialza Robert Dumas, e i due vanno faccia a faccia. Dumas fa un cenno con la testa accettando l'interferenza del Master of Chambers, che non ha fatto altro che prolungare il match. Dumas rialza Garet Jax....IL QUALE CON UN LOWBLOW METTE A TERRA THE BASTARD!!!!! Jax sorride divertito mentre Robert Dumas rotola dolorante fuori dal ring...

....FELIX OWENS NON CI STA E CONNETTE CON UN ENZEGURI KICK AI DANNI DI GARET JAX!!! OWENS VA PER IL PIN:

1.....
2.....

INSIDE CRADLE DI JAX:

1.....
2.....

INSIDE CRADLE DI OWENS:

1.....
2.....

KICK OUT DI JAX!!!!!! Owens applica a terra la sua The Chamber #26 (una Sharpshooter), ma Jax sembra non cedere e riesce a ruotare il corpo di 180° e ad allontanare Owens con un calcio....Owens finisce a terra ma si rialza immediatamente e con un SUPERKICK manda nuovamente al tappeto il LUCKYMAN: PIN DI FELIX OWENS!

1.....
2.....

KICK OUT DI JAX!!!! Felix Owens si avvicina alla terza corda e osserva Robert Dumas che si sta ricomponendo fuori dal ring, senza calcolarlo particolarmente...Owens sta per salire sulla terza corda mentre il pubblico rumoreggia....


.............


CLAUDIO CAZADOR SI FIONDA SUL RING RAPIDAMENTE MENTRE GARET JAX E' RIMASTO A TERRA E PROVA IL PIN:

1......

.....OWENS SE NE ACCORGE MA IL PIN PROCEDE.....

2......

OWENS SI LANCIA CONTRO CAZADOR....

3!!!!!!!!!


FELIX OWENS COLPISCE CON UN DIVING ELBOW CAZADOR MA L'ARBITRO DICHIARA CONCLUSO IL MATCH!!!!!!!

CROWD: "BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO"!!!!!!!

Claudio Cazador rotola fuori dal ring e Garet Jax si rialza senza particolari problemi! Jax sorride a Felix Owens il quale ricambia con uno sguardo furioso.

Taggart: Questa è una truffa! Una truffa clamorosa!
Kokone: Intanto, Claudio Cazador si ritrova con il conto in banca ingrossato. In fondo, ogni vittoria via pin del cacciatore corrisponde ad un introito non indifferente.
Taggart: Garet Jax e Claudio Cazador erano d'accordo sin dall'inizio...

Vincitore


Il pubblico fischia l'epilogo della contesa mentre i due Cazadores tornano nel backstage visibilmente soddisfatti. Robert Dumas raggiunge Felix Owens sul ring e i due osservano i campioni di coppia dileguarsi dietro le quinte, mentre il pubblico continua a fischiare l'atteggiamento dei Cazadores. Claudio Cazador ha vinto l'incontro, ma ha perso il rispetto dei fan presenti nell'arena.

Kokone: In fondo, io me l'aspettavo...
Taggart: Non ci voleva una scienza per prevedere tutto ciò...
Kokone: Intanto nessuno si è esposto!
Taggart: Neanche tu...
Kokone: Cazzo!
[Modificato da Hammer_ 27/06/2015 12:43]
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