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Historia Jax

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2015 18:04
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Jaz / Cazador / McClure
10/03/2015 18:03
 
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Las Vegas Strip, 14/03/1989
Una Ferrari F40, alle ore 14.05, corre all’impazzata lungo la Strip, all’altezza del Diamond Sea.
Una sbandata.
Viene falciato un ragazzo di carnagione nera, sui 30 anni, due suoi amici in sua compagnia ne escono illesi.
Dalla Ferrari, dal sedile passeggero, scende un ragazzo persiano, di circa 25 anni, estrae una pistola e spara ai due superstiti prima di dileguarsi nel nulla.
Garet Jax ha 5 anni, e dall’ufficio del padre, posto al 4° piano del casinò, osserva tutta la scena.
-Papà, perché quegli uomini hanno sparato ai quegli altri uomini?
-Perché l’uomo è fondamentalmente una bestia, Garet. Homo homini lupus, ricordatelo sempre.
Questo però è un pensiero fin troppo profondo affinché il piccolo Garet possa assimilarne per bene il significato.
Las Vegas, 21/05/1998
“Cazzo, le scuole superiori sono un figata!” è il pensiero ricorrente nella testa di un puberale Garet Jax.
Il ragazzo infatti è uno dei giovani più popolari della scuola, ha votazioni discrete ma tutto sommato sufficienti per rendere orgoglioso il padre benestante di un figlio unico, ed eccelle negli sport.
Sembra eccellere particolarmente negli esercizi atletici classici, tuttavia non disdegna qualche tiro a pallacanestro dove si rivela essere una discreta guardia tiratrice.
I suoi pomeriggi sono scanditi dal walkman con in loop le musicassette con le tracce dei Millencolin, dei Sonic Youth e degli Offspring, da trick amatoriali sullo skateboard e neanche a dirlo qualche puntata al Black Jack di troppo fatta di nascosto nel casinò del padre.
“La vita è bella!”, pensa continuamente Garet, che non può chiedere davvero altro al fato.
Ha una vita completa, semplice e felice, alle ragazze neanche ci pensa, gli piacciono ma ha paura che siano più interessate ai suoi soldi che alla sua persona.
Poi un giorno conosce Eloise.
Il Luckyman si trovava con i suoi compagni ad effettuare qualche flip e qualche grind lungo i marciapiedi posti all’infuori d una scuola media di West Las Vegas, quand’ecco che di fronte l’ingresso di un parco per bambini si ferma una Lotus Europa blu notte di fine anni 70.
Da questa scende un elegante e distinto signore prossimo ai 50 ben portati, che con galanteria aprì lo sportello passeggero ad una graziosa ragazzina di 14 anni.
-Signorina Eloise, la passo a riprendere alle 18:00, mi raccomando si diverta!
-Grazie Howard, a dopo!- rispose ella con la voce degli angeli.
La Lotus si avviò con grazia e delicatezza a svoltare l’angolo sulla destra alla fine della strada, mentre Eloise, nel suo vestito lungo bianco a campana, si avviava verso l’altalena.
Garet, inebetito, tirò un calcio al retro dello skate per afferrarlo con la mano destra, quindi con passo indeciso si avviò verso il parchetto, tra gli urli e gli scherzosi richiami dei suoi amici.
L’asfalto portava verso l’alto tutto il suo calore, il riflesso del sole su questo accecava gli occhi di Jax, ma lui era convinto che non fosse il sole, ma quella ragazza ad abbagliarlo.
Le sue Phat Pharm bianche si insozzarono di fango appena mise piede nel parco, noncurante delle aiuole, rapito dall’odore dell’erba di prato prima, dal suo profumo di vaniglia poi, percepibile solo quand’egli fu a meno di tre metri da lei.
-Ciao, io mi chiamo Garet e sono uno skater!- esordì lui sorridente e presuntuoso.
Eloise, dapprima spaventata, lo squadrò aggrottando il labbro, ed osservandolo con aria di superiorità.
-Guarda che non ti mordo! Lo vuoi vedere un kickflip?
-Un che?- rispose lei stranita ed anche un po’ schifata, volendo essere sinceri.
-Guarda, adesso ti faccio vedere!- e detto questo, Garet appoggiò lo skate sul brecciolino prima di salirci sopra e cadere rovinosamente nel tentativo di impressionare la ragazza.
Le risa in lontananza dei suoi amici facevano da colonna sonora, la composta risata di lei invece suonava come un radioso scherno di cui non si può più fare a meno dopo averla sentita.
Garet si sbucciò praticamente tutto l’avambraccio, ma la vista del sangue sembrò non impressionare la ragazza.
Jax, invece, era visibilmente dolorante per quanto si sforzasse di essere un uomo duro, crudo e navigato dall’alto dei suoi 14 anni.
Eloise si alzò, andò al chiosco al centro del parco e per il resto della giornata non rivolse più neanche una sola parola al Luckyman, che di tutta risposta si vergognava troppo per tentare un secondo assalto.
Ma giurò a sé stesso che sarebbe tornato in quel parco tutti i pomeriggi fin quando quell’amabile signorina non sarebbe diventata la sua ragazza.
Las Vegas, 12/02/1999
La camera è tappezzata di poster di gruppi grunge, punk-pop e post-rock, si vedono a malapena nella penombra notturna schiarita solo da qualche luce bianca dei lampioni, situazione fotografica insolita nella città che non dorme mai.
Fuori tira un forte vento di tramontana, all’interno della camera si respira un’atmosfera eccessivamente calda, di genitali maschili flaccidi e vuoti e di genitali femminili umidi ed empi.
Le lenzuola appiccicose abbracciano i corpi nudi di due ragazzi, c’è qualche piccola macchiolina di sangue su queste.
Lei è girata su di un fianco e quasi piange, intenta nell’avvolgersi quanto più possibile all’interno del lenzuolo, lui di schiena suda copiosamente, ha coperta solamente la gamba sinistra ed è intento nell’accendersi una sigaretta.
Numerosi colpi di tosse ad ogni aspirata, dopo tre tentativi rinuncia e la spenge disordinatamente in un lindo posacenere in cristallo.
Lei si gira, lo abbraccia forte e stretto, sussurra un “Ti amo” tanto silenzioso quanto accorato.
“Ti amo anch’io” replica lui, prima di addormentarsi col naso immerso nel profumo dei capelli della giovane.
Las Vegas, Diamond Sea Casinò, 29/11/2002
“Se non ti iscriverai al college, considerati cacciato da questa casa!” erano le parole che risuonavano continuativamente nella testa del Luckyman da una settimana.
Garet non voleva più studiare.
Si era reso conto di essere uno studente mediocre, e che sarebbe diventato una persona mediocre se avesse coltivato il suo intelletto secondo i canoni istituzionali del processo di studio di un giovane ragazzo statunitense.
Aveva capito che nella vita 3 cose erano davvero importanti: la salute, l’amore ed i soldi, non necessariamente in quest’ordine.
Erano ormai due anni che passava almeno 3 ore a pomeriggio ad allenarsi nella palestra di suo padre, e nonostante la sua altezza non lo rendesse un colosso, poteva vantare davvero un bel fisico asciutto ed in salute, complice anche un’ottima alimentazione.
Tuttavia, la strada sportiva sembrava essere del tutto preclusa come possibilità di carriera, in quanto non riusciva a migliorare la sua tecnica né nello skate, né nel basket.
Con Eloise tutto andava per il meglio, sebbene anche la ragazza disapprovasse la scelta del fidanzato di non proseguire gli studi.
Ma Garet era concentrato solamente su due grandi passioni: la palestra ed il gioco d’azzardo.
Ormai aveva compiuto 18 anni e poteva entrare a piacimento in qualunque casinò, e sebbene amasse vincere i soldi della concorrenza, la sua vittima preferita rimaneva il casinò del padre.
“Mi ci arrotondo quella miseria di paghetta che mi hai dato finora!”, era la risposta del Luckyman ai rimproveri del genitore verso tale stile di vita.
“Cercati un lavoro!”, gli ripeteva.
“Scommettere è un lavoro!”, rispondeva beffardo Garet, lasciando suo padre con un magone indescrivibile a chi non è un genitore che vede fallire improvvisamente tutti i suoi progetti relativi alla carriera del figlio.
Ma Garet in cuor suo sapeva che il padre aveva ragione, non sarebbe potuto campare per sempre di rendita con le vincite al gioco.
Tuttavia, non poteva neanche ignorare l’innata abilità e predisposizione nell’indovinare serie vincenti e carte in uscita.
Il 29 novembre del 2002, Garet entrò nell’ufficio del padre sbattendo la porta.
-Ti propongo una scommessa- esordì il Luckyman, e prima che il padre potesse interromperlo, proseguì -se mi sconfiggi a braccio di ferro usando tutte e due le mani solo contro la mia sinistra, andrò al college!
-Altrimenti?- domandò impietrito ed incuriosito il padre all’istante.
-Altrimenti, ti porrò un’altra condizione dopo la sfida!
Sam Jax amava le scommesse e si sentiva ancora un giovincello, non aveva calcolato che la massa muscolare del figlio era decisamente superiore a quella di un qualunque giovane suo coetaneo, quindi dell’incontro non parleremo in quanto è assolutamente superfluo.
-Cosa vuoi allora?- chiese sconfitto ed amareggiato Sam Jax.
-Se lancio una moneta ed esce testa, mi assumi come croupier, se esce croce mi assumi come buttafuori del locale!
-Oh oh oh… Tu vorresti sfidarmi al gioco?- disse con tono di scherno Sam.
Garet restò immobile, estrasse dalla tasca una moneta e la lanciò in aria.
Questa volteggiò per numerosi secondi, prima di ricadere esattamente sul bordo, appoggiatasi ad una risma di fogli sul tavolo di Sam Jax.
Garet sembrava estremamente contrariato, suo padre invece se la rideva della grossa per la vittoria di tale scommessa, fin quando non avvenne l‘impensabile: una leggera scossa di magnitudo 2.4 colpì Las Vegas per pochi secondi, spostando quanto bastava la risma di fogli per far appoggiare delicatamente la moneta sul tavolo, col risultato di testa.
-Sembra che qualcuno non andrà al college!- esclamò urlando di giubilo Garet Jax.
Suo padre era molto autoritario, ma che non si dica mai di lui che non pagasse i suoi debiti di gioco.
South Las Vegas, deserto, 28/09/2004
L’impero dei Jax era incrollabile a quei tempi.
Il Diamond Sea era al suo apice, Garet era il miglior croupier che Las Vegas avesse mai conosciuto oltre che un fascinoso ragazzo di buona famiglia e felicemente fidanzato.
-Andiamo a fare una gita nel deserto?
-Perché no?- rispose Eloise con voce suadente, all’interno di un meraviglioso abito in seta bianca.
Con i suoi risparmi, Jax noleggiò una Cadillac rosa del 78, quindi prese la Strip dirigendosi a sud.
La fortuna volle che la società d’autonoleggio non mise benzina, tantomeno fece rifornimento l’ultimo cliente, quindi la coppia dovette fermarsi alla prima stazione di benzina disponibile lungo il percorso per un pieno.
Appena fermi, Garet andò nel bar adiacente per comprare qualche stuzzichino, Eloise ne approfittò per sistemarsi il rossetto prima di iniziare a giocare con i suoi occhiali da sole Gucci e col suo cappello dalla larga visiera circolare con annodato un foulard fucsia all’estremità superiore.
Il Luckyman acquistò un paio di riviste di wrestling, un pacchetto di gomme ed un paio di Mars, quando uscendo dal bar sentì una musichetta circense provenire dal retro del locale.
Incuriosito, si avviò a controllare cosa stesse accadendo, e rimase incantato di fronte lo spettacolo che gli si parava innanzi: si trattava di un ring di wrestling all’aperto di una federazione itinerante messicana, la MWWA, Mexicans Wrestlers With Attitude, in cerca di nuovi talenti per sfidare El Rojo, la stella della società.
Jax sorrise, poi iniziò a ridere di gusto, quindi si tirò su i pantaloni gessati beige, si sistemò la camicia a quadretti piccoli bianchi e blu e si diresse verso la sua autovettura.
-Ti ecciterebbe fare sesso con un pro wrestler?- chiese come un fulmine a ciel sereno ad Eloise, che di risposta lo guardò stranita prima di scoppiare a ridere a crepapelle.
Tijuana, Messico, 01/10/2005
C’è sabbia ovunque all’interno di un antigienico camerino dalle pareti scrostate di bianco.
Le panche all’interno di questo hanno il sedile in legno marrone chiaro, mentre il resto è una rugginosa impalcatura con ancora qualche segno del verde scuro della vernice originale.
Eloise, nel suo vestito bianco, è seduta su una di queste, ed attende a mani conserte con un rosario tra i palmi.
-Signore, proteggi Garet e fa che ritorni sano e salvo a casa anche oggi- sussurrava con voce tremula.
L’atto di fede fu interrotto dallo spalancarsi della porta; rari e leggeri schizzi di sangue macchiarono la parete, ma a catturare l’attenzione della ragazza non furono queste, bensì l’occhio destro pisto e livido, il labbro inferiore tagliato, alcune puntine conficcate poco sotto il pettorale sinistro e la sabbia che si era incollata alle gambe del Luckyman, saturando in piccola parte alcune ferite.
Jax si mise seduto a corpo morto vicino alla sua amata, prima di sputare in terra, alla sua destra, un cozzo di sangue e saliva.
-Mi sa che ho anche perso un dente- disse Garet farfugliando leggermente, tastandosi poco dopo con la lingua tutta l’arcata dentale; -per fortuna mi sbagliavo- concluse successivamente.
Eloise prese a medicare le ingiurie subite dal suo amato con garze, disinfettante e punti medici.
-Quanto ancora dovrà durare questa fissazione del wrestling?- chiese scocciata la ragazza.
-E’ la mia vita.- rispose laconico Jax.
Eloise si fermò.
-Ed o non sono la tua vita? Ed alla nostra, di vita, non ci pensi? Ma lo sai come mi sento ogni volta che sali su quel maledetto ring, a non sapere se tornerai tutto intero, o non sapere… se tornerai?- rispose ella in un crescendo d’isterismo, lacrime e sentimenti feriti.
Negli attimi successivi, regnarono solo il respiro affannoso di lui ed singhiozzi di lei.
-Ora sono il campione del mondo della federazione, non posso rescindere il contratto, ma appena perderò il titolo ti prometto che abbandonerò la società, almeno non perdo la buonuscita.
Lei singhiozzò di meno, il compromesso sembrava accettabile.
Fin quando nello spogliatoio non entrò un elegante signore con una valigetta; porse un biglietto da visita al Luckyman.
-Salve, sono Trevor Mason, road agent della WBFF, questo è il mio biglietto da visita- disse porgendo un foglietto al Luckyman, prima di accorgersi del momentaneo handicap visivo del wrestler di Las Vegas.
-Mi scusi- proseguì lo scout, porgendo quindi il biglietto ad Eloise prima di continuare -vado subito al dunque, la WBFF è moooooooolto interessata alle sue qualità e vorrebbe proporle un contratto di tre anni per lottare nella nostra federazione; naturalmente sarà moooooolto ben stipendiato, e se riesce a mostrare al microfono le stesse qualità che dimostra di avere sul ring, le prospettive di carriera per lei potrebbero essere moooooolto interessanti.
Jax sorrise, poi si voltò verso Eloise. Lei non sorrideva, una maschera d’amarezza le si era appiccicata in volto.
-Vado a prenderti una bottiglietta d’acqua, amore- disse atonamente a Jax prima di alzarsi con eleganza ed uscire dal camerino, lasciando il Luckyman in un imbarazzante silenzio in compagnia di Trevor.
Los Angeles, Staples Center, 01/07/2006
Garet Jax è ad una partita dei Clippers, firma autografi tra il pubblico.
Si fa scattare foto dai suoi fans e con i suoi fans.
Sorride, è il beniamino delle platee.
Il telefono squilla, è Eloise.
-Garet… tuo padre…- singhiozza.
Jax si precipita fuori dal palazzetto sulla sua Toyota x86 racing in una corsa disperata verso Las Vegas.
Las Vegas, appartamento di Garet Jax, 21/08/2006
-E’ il Signor Garet Jax?- disse una voce seria e metallica all’altro capo del telefono.
-Sì, sono io, che c’è?
-E’ il distretto di polizia di Las Vegas, se lei è il proprietario di una Toyota x86 racing con targa personalizza “Lucky 777” deve recarsi subito al commissariato.
Alaska, foresta a sud di, 02/03/2007
Tutto è buio, anche se c’è luce.
Il dolore è caldo anche in mezzo al gelo, anche se col cuore in mezzo al cielo.
Il ghiaccio è uno specchio più sincero: se lo sfidi e lo calpesti, potrebbe rompersi.
Il fuoco non mi purifica, se tortura carni con cui nutrirmi.
Siamo solo vigliacchi, uccidiamo per paura che la natura c’avveleni.
Ma il veleno è antidoto, se la vita è veleno.

(Poesia scritta da Garet Jax durante un suo viaggio in Alaska; il foglio originale su cui fu scritta fu venduto ad un’asta d beneficienza nel marzo 2014 per 2150$)
Survivor of the ring, backstage dell’arena, 05/11/2008
Sul tavolo ci sono una siringa e sei fiale di Voltaren, quattro delle quali sono vuote.
Una squillo nera e dalle labbra rosso sangue per via del trucco troppo pesante sta leggendo cosmopolitan su una panchina, vestita solo di un’attillatissimo vestito di plastica anch’esso vermiglio.
E calze a rete a maglie larghe, d’una taglia inferiore alla dimensione delle sue prominenti cosce, creando un grottesco effetto insaccato.
Garet Jax è sdraiato a pancia in giù su una panca, piange, urla e strepita, impreca, batte i pugni sulla parte della panca non coperta dal suo corpo ed è rosso in volto, con le vene del collo prossime a scoppiare.
-Non ce la faccio… cazzo non ce la faccio! Fa male, CAZZO SE FA MALE!- singhiozza, la voce si rompe nel pianto- cazzo, devo salire sul ring e NON MI REGGO IN PIEDI!
Garet suda, continua ad urlare nell’indifferenza della prostituta.
-Ti prego, fammene un’altra!
-Bambino, poi ti fa male… sei sicuro?- risponde ella accondiscendentemente.
-FAMMI – UNA – CAZZO – DI – ALTRA – FIALA – DI – ANTI – DOLORIFICO – DEL – FOTTUTO – CAZZO!
La squillo si alza, ancheggiando ed a passo svelto prende la siringa e con movimenti rapidi e violenti la riempie con un’altra fiala di Voltaren prima di conficcarla nella natica sinistra del Luckyman, che si lascia andare ad un gemito di dolore liberatorio.
La prostituta, dopo aver iniettato il liquido, con un movimento deciso estrae la siringa, pochi secondi dopo Jax prova ad alzarsi dalla panca.
Zoppica lievemente, la mano sinistra è appoggiata sui reni.
Garet prova ad eseguire qualche kick e qualche salto del suo repertorio, ma accusa ancora dolore al termine di ogni mossa.
-Fammi un’altra fiala, cazzo- sentenzia tra il fiatone e fiumi di sudore che lo rendono madido, mentre dai capelli e dalla punta del naso cadono copiose goccioline.
Vanessa si ricorda di essere una donna, un essere umano con dei sentimenti, e vorrebbe protestare, evitare una simile tortura ed un simile rischio all’atleta, vorrebbe protestare e frignare e convincerlo in tutti i modi a lasciar perdere.
Poi si ricorda di quanto il suo mestiere l’abbia resa smaliziata, e si ricorda che è impossibile convincere un uomo quando una sua decisione viene pronunciata con decisione come se questo fosse in punto di morte.
Garet Jax è appoggiato con la fronte ed il pugno sinistro al muro, ansima e suda in maniera preoccupante, tanto da lasciare chiazze umide sull’intonaco ad ogni suo movimento.
Con una lacrima che le riga la guancia destra, Vanessa prepara un’altra siringa.
Roma, Italia, postazione di portineria di un fan annoiato 08/03/2015
Facevano 2 gradi fuori dal gabbiotto, 26 al suo interno grazie alla potente tecnologia di una stufa elettrica mal funzionante.
Aggiustandosi la giacca puzzolente di nicotina affinché non gli grattasse sul collo, un portiere notturno si sdraiava comodamente sulla sua scricchiolante sedia girevole intento a godersi la fine del filmato.
Garet Jax, biondo sporco e trasandato, era impegnato nel compiere azioni diverse e strappalacrime all’interno di un montaggio all’americana con Lullaby dei Low di sottofondo.
Dapprima il Luckyman fu alle prese con la riabilitazione motoria, quindi fu impegnato in qualche match dove lo scarso stato di forma fisica risultava evidente dalle poche e rapide immagini montate in sequenza con stralci di commento di sottofondo ed una qualità fotografica degna di uno snuff movie taiwanese.
Il fallimento nei suoi occhi sottolineato da uno struggente primo piano, immagini random di bottiglie di tequila, bottigliette di antidepressivi, fans tredicenni in lacrime.
E poi la rinascita.
Il regalato classico My Sharona dei Ramones accompagna le immagini di un Luckyman vincente, nelle sue migliori proiezioni contro Psycho Roman, Skyblue, Felix Owens… fiches che volano, mani vincenti a poker, Cohiba cubani enormi accesi con minuscoli fiammiferi, qualche taunt in compagnia di Claudio Cazador, stralci della rumble, il filmato ufficiale di Garet Jax con Aesop Rock – None Shall Pass di sottofondo ed infine, un’immagine emblematica: Garet in un bar con una donna, si alza in piedi, la telecamera ruota ed in una povertà d’effetti speciali siamo sul ring, dove Garet nella stessa posa guarda verso il titantron, modificato appositamente per far apparire la cintura di WBFF World Heavyweight Champion.
Il video finisce, il portinaio è ancora sdraiato, immobile e perplesso.
-Ammazza che merda, era partito così bene e l’hanno fatto finì a tarallucci e vino sti cazzo de americani…
E così sentenziando, estrasse il DVD, accingendosi a scegliere qualcos’altro da vedere.

Get JaXXXed! La leggenda del Luckyman Official DVD, acquistabile dal sito ufficiale WBFF nella sezione merchandise a soli 19.99$!
Contiene:
Garet Jax vs Denny Locker (WBFF World Heavyweght title on the line)
Garet Jax vs Nick Porter vs Robert Dumas
Garet Jax vs Crystal Houghton
Garet Jax vs Jeff Hyghtler
Garet Jax vs Stivi (Maniacs III)
Garet Jax vs Man on the Moon vs Felix Owens
Garet Jax vs Joey
Garet Jax vs James McFist
Garet Jax vs Red Revolution Raven
Garet Jax vs Felix Owens vs Skyblue
Lost in a Diamond Sea: la vera storia di Garet Jax!
Con rispettivamente:
Jack Gleeson nel ruolo del giovane Garet Jax
Ewan McGregor nel ruolo di Garet Jax
Ellen Page nel ruolo di Eloise DeBlacker
Alec Baldwin nel ruolo di Sam Jax
The Rock nel ruolo di El Rojo
Kissed by the Luck! – Raccolta dei migliori momenti del Luckyman
Get JaXXXed! – Raccolta completa di tutti i talk show tenuti dal Lucky One!
Garet Marry me! – Carrellata fotografica dei cartelloni più belli dedicati a Garet Jax
Gambing with the devil- Intervista esclusiva post-rumble effettuata al Luckyman
Trailer ufficiale del film “Una Desert Eagle per l’ispettore Jax!”
Ed in più, acquistando il DVD originale, entro il 30/09/2015, partecipi al fantastico concorso “Fly with Basket-Jax!”, inserisci il codice del DVD sul sito ufficiale WBFF e partecipa all’estrazione del fantastico premio comprensivo di 3 giorni a Las Vegas in compagnia del Luckyman + vitto e alloggio + biglietti e viaggio pagato a Los Angeles per la partita dei Clippers!
(Viaggio e gioco d’azzardo sono spese a carico del partecipante ed assolutamente non rimborsabili dalla federazione o dal wrestler stesso)
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Sesso: Maschile
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Jaz / Cazador / McClure
10/03/2015 18:04
 
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Dopo il restyling della bio, secondo atto volto a reboottare il Luckyman. Spero vi sia di scorrevole e piacevole lettura. [SM=g27823]
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